domenica 7 luglio 2013

Dai Macchiaioli al Novecento, Opere dalla Collezione Olschki

Locandina della mostra
Da Giovedì 4 luglio la Casa Museo di Ivan Bruschi, ad Arezzo, apre al pubblico la mostra "Dai Macchiaioli al Novecento. Opere dalla Collezione Olschki", che durerà fino al prossimo 10 novembre 2013. Un'occasione per ammirare opere di Fattori, Mochi, Nomellini, Lloyd e molti altri, in un percorso che segue la storia della famiglia Olschki. Una passione per il collezionismo d'arte che accomuna i fondatori della celebre Casa Editrice con l'antiquario aretino Ivan Bruschi, nella cui Casa Museo è ospitata la mostra.

Bellissima ed estremamente delicata questa selezione di dipinti facenti parte di una collezione ben più ampia che ci immerge tra la cultura di fine ottocento e quella dei primi decenni del secolo scorso, contraddittoriamente epoche di grandissimi stravolgimenti che qui vengono rappresentate in una forma raffinata della quale si percepisce il mutamento percorrendo le sale della mostra. Le forme perdono via via  consistenza e i colori si accendono presagendo il momento in cui la tradizione figurativa entrerà definitivamente in crisi con le poetiche del "colore" e del "segno" che caratterizzeranno le future espressioni dell'arte moderna e contemporanea.
Notevole anche il repertorio fotografico che introduce il visitatore alle "case della vita", la costa livornese, la Liguria e l'isola d'Elba, le barche, i paesaggi e le abitazioni colorate che rappresenteranno la svolta stilistica determinata dalle teorie del "divisionismo" a cui appartengono i primi lavori di Lloyd, Discovolo e Lori.
Credo che non si possa parlare d'arte senza conoscere e comprendere questo importante e fondamentale passaggio che ha caratterizzato la cultura europea a cavallo tra i due secoli.
La mostra è egregiamente immersa in uno dei grandi tesori di Arezzo, la Casa Museo di Ivan Bruschi, una raccolta di oggetti di antiquariato che testimonia la cultura, la passione e la curiosità dell'antiquario aretino, fondatore della Fiera Antiquaria di Arezzo.
La Casa Museo Ivan Bruschi, è "un luogo di suggestioni e di stati d'animo, atmosfere e dettagli".


... è bé, come non citare uno dei numerosi "segni" lasciati da Ivan Bruschi a casa mia, la seggiolina medievale. Ne noterete diverse nella sua Casa Museo.




sabato 6 luglio 2013


SP50 Deep Freeze, il motorsailer portatile

Dalla FOTOGALLERY di Deep Freeze
L'avevo chiamato Furore Giallo ma il suo vero nome è SP50 Deep Freeze (congelatore) questo bel catamarano gonfiabile autocostruito che va a vela e a motore, insomma un motorsailer.
E' interessante, un vero e proprio cabinato gonfiabile a vela, la nuova frontiera per gli amanti del camping nautico all'insegna dell'ecologia e della libertà totale dai vincoli dei porti, delle spese insostenibili, e dai "penso tutto io .... purché ci sia un bel portafogli gonfio".

Dalla FOTOGALLERY di Deep Freeze
Non posso abusare troppo nel pubblicare le foto di questa bella barca, vi rimando quindi alle sue FOTOGALLERY1 e FOTOGALLERY2 che riguardano alcune delle sue navigazioni, comunque nel sito di SP50 potrete trovare tutte le informazioni che eventualmente vi interessano.
C'è anche una sezione relativa alle sue CARATTERISTICHE TECNICHE principali:
Lunghezza: 6.9 m
Larghezza: 3.2 m
Peso: 290 kg
Sup. velica: 10+8 m2 (randa+fiocco)
Carico utile: 800 kg
Motore installato: 6 CV, 4 tempi
Per concludere un bel video del "congelatore" in navigazione.




giovedì 4 luglio 2013

Novità 2013: FLAAR 20, ultralight high performance sailing

Flaar 20, dal sito Flaar
Verrà realizzata dall'azienda ungherese Flaar  questa potente deriva costruita completamente in carbonio. Bella, performante, spaziosa e veloce, sembra essere la risposta alle generazioni future di regatanti e sportivi della vela esigenti.
Flaar 20, dal sito Flaar
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 6.0 m
Larghezza: 2.4 m
Peso: 350 kg
Peso chiglia: 140 kg
Pescaggio max: 1.8 m
Sup. randa: 19 m2
Sup. fiocco 10 m2
Persone trasportabili: 5
Prezzo: sopra i 40.000 €
Come si vede dalla figura la barca è dotata di un sistema di derive basculanti laterali aggiuntive.

Via. Yacht.de


Barchette di carta: Nippon Maru

Nippon Maru, dal sito Canon Paper Craft
Utilizzata come nave scuola per l'Istituto Nazionale per la Formazione del Mare, il nuovo Nippon Maru salpò nel 1984, in sostituzione del precedente che portava lo stesso nome. Il nuovo Nippon Maru è stata la prima grande nave a vela costruita interamente in Giappone, dalla progettazione fino alla costruzione e al rigging.
Con prestazioni veliche notevolmente superiori alle molte navi a vela della sua classe, la Nippon Maru è una delle imbarcazioni a vela più veloci del mondo, dopo aver vinto il Boston Teapot Trophy, assegnato al veliero più veloce dell'anno, tre volte: nel 1986, 1989, e 1993.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da: Canon Paper Craft).


mercoledì 3 luglio 2013

Under the Trasimeno sky

La FOTOGALLERY completa
Nulla ci può ripagare di una mattinata come quella che abbiamo vissuto stamani sul nostro lago Trasimeno a bordo di Aspirina. L'acqua, il cielo, il vento, il verde, gli uccelli e i pesci del lago, tutto ciò che ci ha circondato è stato semplicemente meraviglioso..


Arrivati alla buon'ora e sbrigate alcune pratiche relative al motore  siamo partiti subito senza attendere un attimo. Un magnifico airone a preso il volo nel momento in sui siamo usciti dalla darsena ed è stato di buon auspicio, abbiamo trovato il vento giusto per noi che ci ha fatto filare con la barca appena sbandata per tutto il tempo, senza variazioni, salti e pause.


Nulla di particolarmente esaltante ma solo la grandissima emozione di trovarsi in un luogo stupendo, praticamente soli, immersi nella natura del lago Trasimeno, in pace, solitudine, tranquillità, trasportati da una leggera brezza che ci ha tenuti freschi e rilassati tutto il tempo.


Il vento ci ha sostenuto anche al rientro permettendoci di arrivare presso l'ingresso della darsena a vela, come si vede dalla foto col vento in poppa e con andatura a farfalla.


Insomma, come sempre, una mattinata indimenticabile. Le prossime probabilmente saranno con Papì da collaudare al mare e poi all'Isola Polvese tutto il giorno, io e Elena. Non vedo l'ora!




martedì 2 luglio 2013


Balt 17, in Italia da Northeaster

Balt 17 in navigazione, dalla FOTOGALLERY di Northester
Se non mi sbaglio il Balt 17, costruito in Polonia dalla Balt Yacht, in Italia rappresentata da Northeaster, dovrebbe essere la riedizione sullo stesso stampo del Sun Fast 17 della Jeanneau.
Personalmente è una piccola barca carrellabile che apprezzo molto, di dimensioni contenute, si trasporta con un auto di piccole - medie dimensioni (un carrello e una capacità di trasporto di 1000 kg dovrebbero bastare), ha una piccola cabina comoda, elegante e con la disponibilità di quattro cuccette.
Secondo me il Balt 17 è una delle piccole barche carrellabili ideali, carina, pratica e ancora moderna.

Un Balt 17 sul suo bel carrellino, dalla FOTOGALLERY di Northester
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.0 m
Larghezza: 2.3 m
Pescaggio: 0.24 . 1.0 m
Peso: 550 kg
Peso zavorra: 130 kg (deriva mobile 25 kg)
Sup. velica: 13.5 mq
Cuccette: 4
Il prezzo non viene ancora dichiarato nel LISTINO PREZZI, ma di sicuro non ci si svena. Per concludere Balt 17 "in actie".


lunedì 1 luglio 2013

Sailing Across Europe di Negley Farson



Sailing Across Europe di Negley Farson

Negley Farson era figlio della guerra civile americana, essendo nato nel 1890. Dopo la prima guerra mondiale venne impiegato come corrispondente da Londra del Chicago Daily News. 
Farson era un ragazzo interessante ed eclettico: noto giornalista, bevitore, un po' maledetto e straordinario scrittore, capace di produrre la prosa più incandescente. 
Il suo libro è un noto esempio del racconto di una crociera che diventa letteratura. 
Con la sua barca, il Flame, un yawl di 26 piedi in legno, accompagnato dalla moglie, egli ci porta attraverso l'Europa orientale a pochi anni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, e nelle molte regioni che verranno visitate si coglieranno i segni premonitori  agghiaccianti del fascismo in cui l'uomo comincerà a mostrare il suo volto peggiore. 
La scrittura, come consueto con Farson, è molto fine e la descrizione dei luoghi di navigazione è rappresentata in modo tale da far capire la genesi che porterà il mondo al più grande conflitto di tutti i tempi ma, ancora più interessante, gli eventi che caratterizzarono gli ultimi anni dell'esistenza della Boznia / Erzegovina e degli stati vicini. 

La navigazione, iniziata il 15 giugno del 1925 dal Mare del Nord, proseguirà lungo i grandi fiumi dell'Europa Centrale per concludersi il 10 Dicembre 1925 nel Mar Nero.

(Recensione maldestramente tradotta ed interpretata da me medesimo da dngoodchild)

Conoscere la storia e la sua evoluzione attraverso i racconti di chi l'ha vissuta può educarci a non ripetere gli stessi errori, per non rivedere i segni premonitori e agghiaccianti del totalitarismo: mezzi di informazione tenuti in mano da pochissime persone, denigrazione del sistema giudiziario, impunità per i potenti, corruzione e arroganza della classe politica dirigente, opposizione inetta e divisa .... e quant'altro stiamo osservando oggi. 

Negley sul Flame


domenica 30 giugno 2013

Butterfly, perché mai dover volare su di una farfalla?

Dalla BROCHURE del Butterfly
E' presto detto, perché è stato progettato per fare tante cose e bene. Grande abbastanza per ospitare più persone, abbastanza veloce per regatare, abbastanza pratico e leggero per essere gestito da una persona, infine praticamente esente da manutenzione.
Il Butterfly ha una importante Associazione Nazionale di Classe che detiene le regate del Campionato Nazionale USA.
Uno dei suoi più importanti produttori è Windwardboatworks, ma le informazioni che di seguito ho maldestramente tradotto ed interpretato le ho estratte da un fornitore, la Northern Lake Sailboats.

Ci si naviga "a secco"
L'ampio baglio combinato con 40 cm di profondità, mantiene la barca abbastanza all'asciutto offrendo buone capacità di trasporto. Il pozzetto autosvuotante mantiene l'acqua fuori dal vano piedi.

Ci si naviga al sicuro
In caso di scuffia, il Butterfly è a prova di galleggiamento in quanto il vano pozzetto è modellato nello scafo, formando un guscio unico e sigillato completamente a tenuta d'aria e d'acqua. Per una maggiore sicurezza vi è schiuma sufficiente all'interno dello scafo per far galleggiare la barca e l'equipaggio.

Ci si naviga comodamente
Il pozzetto è ampio e misura 65 x 40 cm. I correnti in mogano non solo aggiungono una classica bellezza alla barca, ma rendono la presa della mano sicura e pronta.

Ci si naviga ovunque
Può essere trasportato su un piccolo rimorchio o sul tetto della vostra auto, con il Butterfly è possibile entrare rapidamente in acqua, sempre pronti per il varo.

Ci si naviga facilmente
La  maneggevolezza e stabilità rendono il Butterfly ideale per i giovani velisti. Molti yacht club e scuole lo usano come barca scuola juniores. Per la sua grande capacità e più posti a sedere, è anche una barca che può essere goduta da tutta la famiglia.

Ci si naviga in "qualità"
Gli armatori apprezzano la qualità del Butterfly. L'estrema attenzione ad ogni dettaglio, in particolar modo sugli strati di vetroresina e la verniciatura, rassicura il marinaio più esigente rendendolo fiero di possederla.

Ci si naviga in "classe" 
Il Butterfly è un affermata classe monotipo a livello nazionale, gestita dal Butterfly Class Association. Le Regate Nazionali si tengono ogni anno, oltre a un sacco di eventi locali e regionali, promossi da decine di circoli in tutto il paese. Anche se la la regata non è il vostro divertimento, troverete che il Butterfly è una barca stimolante ed emozionante.

La sua breve storia 
Il Butterfly è stato progettato nei primi anni del 1960 da John Barnett ed è stato messo in produzione nel 1961. E' stato progettato per essere divertente e leggero, la versione in piccolo dell' ILYA C Scow.
E' uno dei primi modelli di Classe Monotipo a vela (One Design), il che significa che in regata tutte le barche sono identiche, quindi la gara offre una misura reale delle capacità del marinaio.
La versione attuale è rimasta praticamente invariata fin dal 1962. Gli aggiornamenti hanno migliorato solo la qualità complessiva della barca, le nuove barche sono state costruite uguali ma più forti e più durevoli con lo stesso livello di prestazioni.
Come tale, il Butterfly è preferito in regata regalando grandi soddisfazioni e spirito di competizione. Grazie alle sue piccole dimensioni, il peso leggero, la lunga durata, è un mezzo molto popolare e una barca da vacanza. Che tu viva lontano o vicino alla costa è sempre importante avere una barca che può essere  gestita facilmente, anche da parte di un ragazzo,  dopo tutto, non c'è nessun punto a favore nell'acquistare una barca a vela se è solo troppo pesante e passa la maggior parte della sua vita su un rimorchio o ferma in un porto. La deriva mobile e il timone sollevabile consentono al Butterfly di essere alato e varato su di una costa  sabbiosa, erbosa o da un rimorchio.
L'albero può essere facilmente sollevato e abbassato. Questa funzione consente alla vela del Butterfly di essere facilmente issata, anche dai più piccoli, e permette all'albero di rimanere sulla barca anche durante le pause.
Se c'è troppo vento la vela può essere facilmente ridotta, molte piccole barche a vela non godono di questa possibilità.
Il Butterfly è una barca comoda per i giovani, i meno giovani, insomma per tutti. Il suo pozzetto è molto più profondo di quanto lo sia nella maggior parte delle barche nella sua dimensione e classe di peso, lasciando spazio per gli adulti.
Il Butterfly lo si può trovare in molte località di vacanza, specialmente nei laghi, ed è una popolarissima barca scuola per i giovani.
Molti giovani hanno goduto della loro prima esperienza di navigazione sul Butterfly.

Dal sito Windwardboatworks
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.63 m
Larghezza: 1.37 m
Pescaggio: 0.66 m
Peso: 61 kg
Superficie velica : 7 m²
Designer ... John Barnett
Anno lancio: 1961


sabato 29 giugno 2013

Terra d'amore, Panicale sul Trasimeno

Terra d'amore, visibile su RAI Replay
Terra d'amore, è andato in onda ieri pomeriggio su RAI 1, visibile su RAI Replay è un film romantico diretto da Michael Steinke con Barbara Wussow, Thomas Heinze e Luciano Casini.

La pellicola racconta la storia di Franziska, donna in carriera presso una banca di Amburgo, che ha vissuto parte della sua infanzia e adolescenza a Panicale, in Umbria, presso il nonno Marcello che tuttora vive in Italia. Per qualche misteriosa ragione i due non si vedono da molti anni, così Ben, il figlio di Franziska, mentendo alla madre riguardo le condizioni di salute di Marcello, riesce a portarla con lui in Italia. Lì la donna si innamorerà di Paul, amico di Marcello e suo socio nella produzione e vendita di olio d’oliva. La loro storia sarà disturbata dall’ex moglie di Paul, Vanessa, che ricattandolo, riuscirà per un breve peri odo a farlo tornare a Monaco…  (tratto da Cinetv).

Segnalo volentieri questo film non tanto per la trama romantica ma per la spettacolare immagine che si offre del Trasimeno e dei suoi dintorni, in questo caso nei pressi del borgo di Panicale.
Il lago Trasimeno si trova ad appena 15 minuti di auto da Panicale e da cui si gode un panorama di una bellezza incomparabile, immersi nella natura e nella storia della campagna umbra, delle sue dolci colline, dei suoi olivi, ma anche dell'aspetto immutato di un borgo che conserva tutte le caratteristiche strutturali medioevali.
La pianta del paese a cerchi concentrici ci rappresenta uno dei sistemi più avanzati di difesa militare a livelli successivi tipica dell'epoca medioevale. Infatti questo tipo di struttura difensiva consentì al castello di Panicale di resistere ai numerosi assedi a cui fu sottoposto. (da Benvenuti a Panicale)

Da vedere, per innamorarsene perdutamente. Panicale è anche su Lineaverde, cinque minuti da non perdere.

Panicale su Lineaverde


venerdì 28 giugno 2013

Solaris Boat, la voglio in uno zaino

Dal sito Solaris-Boat
Prima di tutto vi dico il prezzo di questo kayak gonfiabile con kit velico ed eventuali stabilizzatori della Solaris-Boat:
  • Kayak gonfiabile Kayacht 32VA 1-2-x: 3700 UAH (Ukraine Hryvnia) che corrispondono a circa 350 €;
  • Rig vela per kayak: 3400 UAH (Ukraine Hryvnia) che corrispondono a circa 320 €;
  • Stabilizzatori: 1060 UAH (Ukraine Hryvnia) che corrispondono a circa 100 €;
  • Poltroncina gonfiabile 420 UAH (Ukraine Hryvnia) che corrispondono a circa 40 €
E se il tutto fa meno di 1000 € hai voglia ad aggiungere IVA, tasse e spese di spedizione, e poi la cosa più bella è che entra tutto in uno zaino.

Dal sito Solaris-Boat
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.20 m
Larghezza: 1.02 m
Peso: 14 kg



"KAYAHT 320, nonostante le sue piccole dimensioni  può facilmente trasportare un equipaggio di due persone. Questo lo rende conveniente per non dover navigare da soli tutto il giorno, per le attività in spiaggia e come nave scuola per lo sviluppo della tecnologia del turismo nautico."


giovedì 27 giugno 2013

Spollonga

Dal sito C.RI.C Ponte Buriano
Sabato 29 giungo, il Circolo Ricreativo Culturale Ponte Buriano ha organizzato la 1° SPOLLONGA, regata non competitiva con qualsiasi tipo di natante o imbarcazione alla scoperta delle meraviglie storiche, ambientali e floro-faunistiche del fiume Arno. Tra questo evento, che nasce quest'anno, due edizioni della più ben nota XXIII SPOLLINATA.
Per concludere, aspetto quanto mai raro se non unico in questo tipo di eventi, l'iscrizione è gratuita!


Visualizza Spollonga in una mappa di dimensioni maggiori

Nota: i luoghi di partenza e arrivo sono indicativi.
Dimenticavo, il "Ponte Buriano" e i suoi dintorni sono quelli che si vedono nel dipinto più famoso del mondo, la Gioconda.

Dal sito La mia bella Toscana


mercoledì 26 giugno 2013

La Jangada, per me Patrimonio dell'Umanità

Jangada in navigazione, da sito VGSun Cumbuco
Ero alla ricerca delle origini delle tavole con la vela e ho trovato questa meraviglia di architettura navale, la Jangada, che per me meriterebbe di entrare nella World Heritage List, il Patrimonio dell'Umanità. Ho verificato l'elenco e con rammarico ho constatato che non è presente.

Piano velico della Jangada, da sito Deep Craft
La Jangada è una barca da pesca tradizionale costruita in legno utilizzata nella regione settentrionale del Brasile.
Alcuni sostengono che l'eredità storica della Jangada risalga agli antichi greci e che la nave di Ulisse nell'Odissea fosse molto simile.
La costruzione della Jangada incorpora alcuni miglioramenti risalenti al neolitico dopo che sono stati trovati materiali migliori ed è stata applicata una migliore fisica della vela attraverso la sperimentazione dei pescatori.
La sua realizzazione è strettamente sorvegliata dagli artigiani locali.
La sua vela triangolare sfrutta alcuni degli effetti della dinamica dei fluidi. Conosciuta anche come "latina", la vela della Jangada permette di navigare contro vento (bolina), sfruttando la differenza di pressione tra l'aria che sale sulla sua faccia esterna (quella che diventa convessa per la pressione del vento interno) e la sua faccia interna (quella che diventa concava).
La vela della Jangada è stata disegnata con una curva parabolica gentile sulla parte superiore del triangolo, e un'altra più estesa e breve, sotto. Questa asimmetria è dovuta alla gestione del montante.

Modellino di Jangada, tratto da Wikipedia.
La sua costruzione dipende dal corretto uso di materiali come il legno (una balsa brasiliana e altre specie rare), tessuti artigianali e corde.
La Jangada tradizionale non ha elementi metallici come chiodi, la sua struttura è completamente messa insieme con giunti e funi di ancoraggio che utilizzano cavi di fibre tessute a mano.
La Jangada è normalmente realizzata con 6 ceppi di legno messi in parallelo: due al centro, chiamati "Meios",  2 mediani su entrambi i lati (chiamati "mimburas") e 2 all'esterno, chiamati "Bordos". I 4 ceppi più centrali ("Meios" e "mimburas") sono uniti utilizzando solo pioli di un legno con caratteristiche di maggiore resistenza. Le "Bordos" sono legate alla "mimburas" usando pioli più assi legno, in modo che possano essere più elevate. Su questa piattaforma di base vengono poi fissati due sedili, ognuno sostenuto da 4 eleganti gambe, chiusi sul "mimburas".
Al centro risiede l'albero della Jangada, e poi c'è la "sede principale" dove risiede chi manovra la Jangada con un remo. Il remo Master è fissato tra uno dei "mimburas" e uno dei "Meios".
C'è un'altra apertura tra i due Meios, per consentire l'inserimento di una deriva che può essere regolata sia in altezza che l'angolo.
Tutti i componenti della Jangada sono realizzati a mano, dall'albero alla vela, le cime, le reti da pesca, gli ami, le ancore, le scatole utilizzate per conservare i pesci e gli effetti personali.
Il suo equipaggio varia da 3 a 5 persone che lavora in una lunghezza che varia dai 5 ai 7 metri in media (anche se ci sono jangadas lunghe di 8 metri) e una larghezza che è intorno al metro e mezzo per quella più piccola.
Le sue dimensioni sono il risultato di una serie di vincoli tra cui: la dimensione del legno disponibile, la resistenza dei giunti e delle funi, la forza necessaria per spostarla sopra le onde, la dimensione della vela e l'effetto del vento su di essa, la forza umana necessaria, in modo che un solo uomo la possa governare.
La Jangada è stata pensata tenendo presente le necessità ergonomiche e gestionali, allo stesso modo dei progettisti moderni.
Il pescatore tradizionale ha sempre obbedito alle regole imposte dalle maree, dal vento, dalle correnti e gli effetti stagionali sulla pesca. Grazie a questi fattori le uscite in mare variano molto in relazione alla durata del viaggio, il corso seguito e il tipo di pescato. Un viaggio tipico dura per tre giorni (a volte di più, secondo i vecchi pescatori) in alto mare, fino a 120 km dalla costa anche se questo tipo di viaggio è sempre più raro ed è sempre più difficile vederli in azione.
Tuttavia, in molti luoghi lungo la costa brasiliana, soprattutto a Ceará, vengono organizzate regate di Jangada, famosa è quella che si tiene a Fortaleza.

Jangada in regata, dal sito Viajeaqui
(maldestramente tradotto da me medesimo da Wikipedia)

Una cosa che Wikipedia non dice, e che ho trovato nel sito del National Maritime Museum of Cornwall, è che le Jangada vengono spiaggiate tutte le volte quando rientrano in modo che i legni si possano asciugare completamente.  Infatti la Jangada ha una vita limitata a causa delle caratteristiche del legno e dopo circa 18 mesi è necessario costruirne una nuova. Le Jangadas sono state appositamente adattate alle condizioni in cui navigano. I loro fondi piatti consentono loro di attraversare le barriere coralline, permettendo alle onde di infrangersi su di esse e allo stesso tempo di rimanere a galla, mentre una imbarcazione con lo scafo verrebbe sommersa. 
Il pescatore Jangadeiro lavora con i piedi immersi nell'oceano. Tutti i pesci catturati vengono suddivisi tra i membri dell'equipaggio. Una percentuale viene trattenuta per le famiglie e il resto venduto da un venditore ambulante di pesce, che è spesso un membro dell'equipaggio. Il pescato è normalmente nasello, coda gialla e lo sgombro. 

Dalla fotogallery del Kariribeachhotel
Concludo dicendo che mi posso tranquillamente smentire, poiché quando ho parlato della tavola a vela gonfiabile della Saturn definendola un giocattolo non avevo considerato che aveva antenati cotanto importanti e le cui navigazioni medie si aggirano intorno alle 40 miglia dalla costa. Mai fidarsi della saccenteria dei velisti, in ogni senso!
Di seguito un bellissimo documentario inedito, "A Jangada de Raiz". 



martedì 25 giugno 2013

Barchette di carta: HMS Surprise

HMS Surprise, dal sito RocketmanTan
L'HMS Surprise era una corvetta costruita nel 1794 per la marina francese, infatti il suo nome originale era "Unité", fu catturata dalla Royal Navy nel 1796 e ribattezzata HMS Surprise. Nel 1799 l'HMS Surprise divenne famosa per la riconquista dell' HMS Hermione ma nel 1802 fu venduta e messa fuori servizio.
La barchetta di carta creata da RocketmanTan, è in scala 1:150.

Via: Papercraftsquare


lunedì 24 giugno 2013

Saturn, un'altra tavola a vela gonfiabile

Dal sito BoatsToGo
Per non far scatenare i più dotti colleghi velisti diciamo subito che stiamo parlando di "giocattoli", o meglio ancora di attrezzature da spiaggia.
Premesso ciò, la nuova tavola a vela gonfiabile della Saturn, distribuita da BoatsToGo, sembra essere un giochetto davvero interessante e divertente perché è facile da portare ovunque in una borsa, è leggera, è economica e pratica. Credo che non occorra neanche un "trolley" per portarsela in bici ma che basti un comodo  zainetto da mettere sul portapacchi.

Dal sito BoatsToGo
Una cosa è certa, non ci si fanno regate, a meno che non si inventi una associazione di classe "Inflatable Sail Board Class Association", allora tra di loro e ad armi pari si potrebbe competere.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 2.2 m
Larghezza: 1.2 m
Peso: 15 kg
Dimensioni borsa: 0.91x0.53x0.25 m
Persone trasportabili: 1+1

Dal sito BoatsToGo
Nel sito che vi ho segnalato non si parla del prezzo, se non dei 149 $ di valore del kit velico che sarebbero inclusi nel prezzo totale che, per l'appunto, non ho visto. Credo che si aggiri intorno ai 1000 $ e che non sia affatto difficile farselo spedire a casa.
Per concludere un video, lo sfondo musicale con Albano e Romina mi fa impazzire, imperdibile!

...  "da bambino io sognai di eroi e marinai, nella mente avevo già la mia idea di libertà" ...



domenica 23 giugno 2013

Villaggio Rubicone, alea iacta est

Piantina del Camping Rubicone
"Alea iacta est" ovvero "il dado è tratto" in italiano, sembra che sia stata la fatidica frase che Giulio Cesare, il 10 gennaio del 49 a.C., avrebbe pronunciato prima di volgere le sue truppe verso Roma attraversando il  torrente Rubicone. Ma cosa c'entra questo con l'argomento di oggi? C'entra molto perché, tantissimi divertimenti a parte, sono altrettante le impronte storiche che sono state lasciate nella zona, da Giulio Cesare in poi, nei dintorni di Rimini e Ravenna. Inoltre, lasciati alle spalle i grandi centri turistici, verso nord, c'è una bellissima costa caratterizzata da una serie di Riserve Naturali tipiche della macchia maditerranea, cito quelle della Duna Costiera Ravennate e del Torrente Bevano, la Riserva Statale della Pineta di Ravenna, la Riserva della Duna Costiera di Porto Corsini e poi su fino al parco Regionale del Delta del Po.
Non da poco sono le opportunità che offre il Villaggio Turistico Rubicone, dal campeggio fino agli appartamenti, dal golf al tiro con l'arco, ma soprattutto una darsena privata per chi si volesse portare dietro la propria barca, nella piantina citata al punto 46.
Sinceramente non conosco molto bene queste zone, ma quando ci andai con i miei figli per visitare la Basilica di Sant'Apolinnare, una meraviglia di architettura romanica - bizantina, facemmo una visita al Marina di Ravenna risalendo la costa verso Comacchio e rimanemmo impressionati per la sua bellezza.
Di scivoli e strutture per il varo e alaggio per piccole barche ne abbiamo visti alla Congrega dei Velisti a Cesenatico e all'Adriatico Wind Club, altre nella zona di Rimini, ma il Marina di Ravenna oppure quello di Rimini sono strutture attrezzate per barche di qualsiasi dimensione.



The English Channel pedal boat, ora anche a vela

Nauticraft Escapade
Nel 2002 il 59-enne Paul Tucker prese il 12 piedi a pedali Nauticraft Escapade e conquistò un nuovo Guinness dei primati, la traversata della Manica a pedali più veloce che sia mai stata effettuata.
Con questa impresa, l'Escapade ha dimostrato a tutti di possedere le sue qualità marine superiori poiché è riuscito a navigare attraverso le acque notoriamente inospitali del canale, infatti la chiglia zavorrata fornisce una eccellente stabilità  in condizioni di vento sostenuto con tre passeggeri a bordo (per un totale di 525 libbre).
Il suo scafo in polietilene è auto-raddrizzante ed è stampato con tecnologia "rotomolded" che gli garantisce una elevatissima resistenza.
Il basso pescaggio permette all'Escapade di addentrarsi in acque basse ma è adatto anche come tender per navigazioni in mare aperto, o come barca ideale per esplorare baie e laghi. L'imbarcazione dispone di un facile sistema a pedali che aziona un'elica a due pale, fornendo una velocità max di 4.5 nodi. L'arresto e l'inversione si compiono pedalando all'indietro. Il timone è controllato da una leva a mano posta sul lato destro della cabina di guida, fornendo una facile ed efficace manovra. Un parabrezza protegge l'equipaggio da vento, onde e spruzzi d'acqua, e la forma dei sedili inclinata è regolabile e sono completamente imbottiti per un grande comfort. Sotto il sedile posteriore si trova un ampio vano portaoggetti  e a prua ci sono anche comode tasche elastiche per tenere asciugamani, macchine fotografiche, o alimenti e bevande. Una piattaforma integrata nella poppa consente un facile rientro dopo una nuotata. Come opzioni ci sono anche una pompa di sentina manuale e un bimini pieghevole.

Nauticraft Escapade
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.7 m
Larghezza: 1.2 m
Pescaggio: 0.54 m
Peso a vuoto: 147 kg
Capacità di carico: 238 kg
Velocità max a pedali: 8.5 km/h (4.5 miglia nautiche/ h circa)
Su Allboatsavenue si parla di un prezzo di 2300 €, senza opzioni e vela, ma mi sembra solamente frutto di una conversione dai dollari, senza considerare tasse e trasporto che dovrebbero aumentarne il prezzo base di almeno il 40%.

Sailboatstogo, su richiesta degli armatori dell'Escapade ha realizzato un kit a vela per completarne al meglio la funzionalità e a questo punto l'Escapade diventa un'imbarcazione estremamente interessante.

Sail Kit Nauticraft Escapade, dal sito sailboatstogo
Il video di presentazione.


La Route du Sable, a vela e a remi risalendo l'Aulne


Visualizza La Route du Sable in una mappa di dimensioni maggiori

Andare in Bretagna verso la metà di giugno e risalire l'Aulne a vela e a remi, questa è la Route de Sable. Il suo nome conserva la memoria dei trasportatori di sabbia che, con le loro chiatte, partivano da Brest risalendo l'Aulne fino a Port Launay e Châteaulin.
Quest'anno la Route du Sable, nella sua IX Edizione, si è tenuta  tra l'8 e il 9 di giugno, è partita dallo scivolo di Rosnoen per arrivare fino a Châteaulin percorrendo circa 12 miglia in due tappe.
La prossima e X Edizione della Route du Sable si terrà il 28 giugno 2014, tenetelo a mente.
E' possibile partecipare alla Route du Sable con una propria imbarcazione "tradizionale" oppure prenotando un posto su di un veliero più grande: Embarquements sur des voiliers traditionnels.

Route du Sable 2013


venerdì 21 giugno 2013

giovedì 20 giugno 2013

La discesa del Fiume Po, di Marco Zonca


Visualizza Discesa del Po di Marco Zonca in una mappa di dimensioni maggiori

Discesa del fiume Po, ecco tutto il percorso di questa fantastica avventura che Marco Zonca ha fatto con una canoa a vela.

"Quando un'impresa chiama non è facile tirarsi indietro. Ecco la spiegazione dell'impulso a tentare un'impresa e poi, quando si è dentro, inizia la sfida con se stessi per non uscirne prima di averla conclusa". Partito il 31 agosto 2011 in solitaria e senza supporto da Pian del Re a 2020m, arrivato alla foce del Po dopo 18 giorni, poi ulteriori 11 giorni necessari per tornare a casa lungo la costa del mare Adriatico ed il fiume Isonzo, per un totale di circa 900Km in 29 giorni consecutivi. (Da Discesa del Fiume Po).

Peccato che nel suo blog Marco non sia riuscito a mettere molte più foto e descrizioni di particolari, ma queste informazioni sono più che sufficienti per farci sognare.

La bellissima canoa a vela di Marco
Nota importante: il tragitto visualizzabile su Google Maps è quello che si può scaricare dal blog di Marco e che lui ha costruito e integrato con le "Note e avvertenze" poste sulla fascia laterale destra del blog stesso.


Da quel tender di tipo "Mewa" a divagazioni sulla società e la sua evoluzione

Mewa 2, dal sito iv70.narod.ru
Stupendo questo piccolo tender smontabile e gonfiabile prodotto negli anni '70 in Polonia per il mercato russo, indubbiamente materiale per collezionisti poiché credo che difficilmente si trovi nel mercato dell'usato. Di queste "Derive smontali, piccoli gioielli persi nella storia della nautica"  ne avevo già parlato agli inizi di gennaio, argomento che a malincuore è andato nell'oblio, forse dimenticato tra le decine di post che via via mi viene da proporre. Eppure per me quello delle derive smontabili, in questo caso anche gonfiabile, rimane un tema di grande interesse sia dal punto di vista estetico e tecnologico che di quello della nautica e della società più in generale.
Su quest'ultimo argomento bisogna fare attenzione a non generalizzare poiché è certamente più complesso di quanto non si possa pensare.
Nell'articolo "Швертбот типа "Mewa" (quel tender di tipo "Mewa") si legge che a quei tempi in Russia tutti gli yacht erano di proprietà dello stato e le uniche barche che potevano appartenere ai cittadini sovietici erano quelle di questo tipo che, peraltro, per loro erano abbastanza costose. Se si raffronta questa dichiarazione con ciò che succedeva qui da noi e in Europa diciamo che la nautica della vela si andava sviluppando, oltre che con le derive, con i Corsaire, i Piviere e poi successivamente con i Comet e così via. Ma questo per quanto riguarda la vela che è sempre stato un passatempo per una classe un po' più agiata perché l'italiano medio, compresa la mia famiglia, acquistava soprattutto i gommoni a motore, e da allora il grande successo che questo tipo di imbarcazione a sempre avuto in tutto il mondo fino ad oggi.
Va aggiunto che se in Unione Sovietica la grande imbarcazione rimaneva appannaggio solo per la nomenclatura della classe politica dirigente in Italia lo era per i ricchi. La differenza sostanziale tra i due contesti sociali  sembrerebbe che stesse nel fatto che da loro il benessere si acquisiva attraverso l'appartenenza all'apparato di uno stato totalitario contrariamente a quanto succedeva in occidente che si acquisiva attraverso il libero mercato e la democrazia. Certo la nostra democrazia ci ha lasciato spazi più ampi ma noi avevamo condizioni di partenza ben più avvantaggiate, non eravamo un popolo che era stato sottomesso per secoli dagli zar.
Questa differenziazione è quella che abbiamo acquisita come vera fin da sempre, fin da bambini, ascoltando i discorsi dei nostri genitori e forgiando la nostra cultura nei libri di testo e nella letteratura occidentale.
Riprendendo in modo superficiale discorsi già fatti mi sto rendendo conto invece che i punti di contatto tra il totalitarismo russo di allora e il capitalismo totalitario di oggi sono sempre di più e le certezze si affievoliscono.
Il filosofo statunitense Benjamin Tucker, tra i più importanti anarco-individualisti del XIX secolo, asseriva che il capitalismo è la negazione del libero mercato perché il capitalismo è basato su privilegi statalisti.
Tucker, in un analisi estremamente interessante della società, sosteneva che le povere condizioni dei lavoratori derivassero da quattro monopoli, ossia lo Stato monopolista o "monopolifero" illegittimamente che stabilisce tutti i privilegi monopolistici, li concede alle aziende sfruttatrici, e li difende con l'uso illegittimo della forza: 
  1. Il monopolio di emissione della moneta 
  2. Il monopolio dei terreni 
  3. Le tariffe, cioè gli alti prezzi, anche internazionali, imposti dagli Stati 
  4. I brevetti sulle invenzioni 
Per esempio, con l'imposizione di prezzi alti relativamente agli stipendi, lo Stato induce le aziende a sfruttare tutti i consumatori. Così il protezionismo esprime lo sfruttamento. Lo Stato però induce lo sfruttamento dei consumatori soprattutto attraverso il complesso e più potente sistema bancario: la Banca Centrale ha il suddetto monopolio di emissione, ed esige un tasso di interesse dalle banche ordinarie, le banche esigono più alti interessi dalle aziende (manifatturiere, servizi e distribuzione al dettaglio), le quali, per coprire almeno i costi del sistema finanziario, devono ottenere ancora più alti tassi di redditività, e ciascuna azienda ricarica i prezzi all'altra, e tutte sfruttano i consumatori. L'uso dell'unità monetaria monopolistica è assicurato dall'esazione di tasse in moneta monopolistica in ogni scambio.
Tucker conclude che, secondo lui, solo un libero mercato del prezzo di costo generalizzato può dare equità senza forzature.
E qui io personalmente vedo un limite insuperabile alla sua teoria poiché questa è una vera e propria utopia. Oggi il mercato libero, secondo me, si sorregge sul "valore di mercato" ed è su questo che stanno fallendo tutte le politiche promosse dalla sinistra democratica bersaniana di oggi, nonché dai conservatori per interessi opposti
Chi è che stabilisce il valore di mercato? Chi lo controlla? Esempio tipico ed oramai alla portata di tutti è il fatidico "spread", credo un indicatore che indirettamente stabilisce il valore di mercato del nostro debito, e qui si ritorna alla brillante analisi di Tucker che vi ho messo in neretto.
Qual'è la soluzione? Bé intanto leggetevi il bell'articolo "Швертбот типа "Mewa" (quel tender di tipo "Mewa") e tutte le sue sottosezioni, molto belle ed interessanti dal punto di vista tecnico e storico. Intanto spero di avervi fatto riflettere un po', e dopo averci rimuginato vedremo come fare ad affrontare il "valore di mercato", certamente l'aspetto su cui la sinistra europea ha fallito e il capitalismo totalitario ha basato la sua forza.

Nel Mare di Azov nel 1980


mercoledì 19 giugno 2013

Trolley per Papì in lavorazione

Il trolley di Papì
Non è stato per nulla difficile realizzare questo trolley, è bastata un po' di pazienza. La prima cosa da aspettare era la fine vita della cuccia della Meg, il suo telo si era completamente bucato, l'altra un paio di ruotine da bicicletta per bambini. Tutto quello che mancava erano quattro viti con relativi dadi e rondelle.

La cuccia della Meg ai bei tempi dei cucciolini
Mi sono mangiato le mani diversi mesi per il fatto di aver rottamato le vecchie biciclettine dei ragazzi ma occupavano spazio inutile. Pensate che le ho tenute per sei mesi in parrocchia con un cartello "si regalano", nessuno le ha mai prese tanto che le ho dovute portare in discarica benché nuovissime. Pertanto ho confidato nel consumismo della gente e così è successo, una famiglia di indiani ha lasciato accanto al bidone della spazzatura una biciclettina con due ruote fantastiche.
Ora siamo quasi pronti per portare Papì con il mio trolley autocostruito, manca il braccio di collegamento alla bici ed un piano di legno che ho già e che devo tagliare a misura.

La bici è della Rachele perché la mia l'anno rubata, notare il catenaccio


Lungo le frontiere marittime dell'Ucraina in catamarano

TC Donbass
Il canale TV ucraino Донбас (Donbass) ha dato risalto al viaggio di Ibi semper est victoria, ubi concordia est di cui abbiamo già parlato. Un viaggio compiuto su catamarani gonfiabili lungo le frontiere marittime dell'Ucraina,  tre equipaggi che hanno affrontato una navigazione senza precedenti, nove persone e un cane con l'ambizione di superare un record, 1600 km lungo le sponde della loro terra.
Questi video sono davvero interessanti da vedere, c'è molto da imparare.
Impossibile non notare come in quelle latitudini alla TV si parli anche di nautica popolare, attività che evidentemente desta interesse nei molti telespettatori. Qui da noi? "sine glossa!", ieri ho già detto anche troppo a riguardo della nautica in Italia, altro che "ibi semper est victoria, ubi concordia est"

L'inizio, quella signora che gonfia e chiacchiera mi fa impazzire.



L'arrivo in Crimea.


Sosta vicino ad Alushta per una tempesta.


Il viaggio prosegue.


Fino all'arrivo in Sedovo.




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