Locandina della mostra |
Da Giovedì 4 luglio la Casa Museo di Ivan Bruschi, ad Arezzo, apre al pubblico la mostra "Dai Macchiaioli al Novecento. Opere dalla Collezione Olschki", che durerà fino al prossimo 10 novembre 2013. Un'occasione per ammirare opere di Fattori, Mochi, Nomellini, Lloyd e molti altri, in un percorso che segue la storia della famiglia Olschki. Una passione per il collezionismo d'arte che accomuna i fondatori della celebre Casa Editrice con l'antiquario aretino Ivan Bruschi, nella cui Casa Museo è ospitata la mostra.
Bellissima ed estremamente delicata questa selezione di dipinti facenti parte di una collezione ben più ampia che ci immerge tra la cultura di fine ottocento e quella dei primi decenni del secolo scorso, contraddittoriamente epoche di grandissimi stravolgimenti che qui vengono rappresentate in una forma raffinata della quale si percepisce il mutamento percorrendo le sale della mostra. Le forme perdono via via consistenza e i colori si accendono presagendo il momento in cui la tradizione figurativa entrerà definitivamente in crisi con le poetiche del "colore" e del "segno" che caratterizzeranno le future espressioni dell'arte moderna e contemporanea.
Notevole anche il repertorio fotografico che introduce il visitatore alle "case della vita", la costa livornese, la Liguria e l'isola d'Elba, le barche, i paesaggi e le abitazioni colorate che rappresenteranno la svolta stilistica determinata dalle teorie del "divisionismo" a cui appartengono i primi lavori di Lloyd, Discovolo e Lori.
Credo che non si possa parlare d'arte senza conoscere e comprendere questo importante e fondamentale passaggio che ha caratterizzato la cultura europea a cavallo tra i due secoli.
La mostra è egregiamente immersa in uno dei grandi tesori di Arezzo, la Casa Museo di Ivan Bruschi, una raccolta di oggetti di antiquariato che testimonia la cultura, la passione e la curiosità dell'antiquario aretino, fondatore della Fiera Antiquaria di Arezzo.
La Casa Museo Ivan Bruschi, è "un luogo di suggestioni e di stati d'animo, atmosfere e dettagli".
... è bé, come non citare uno dei numerosi "segni" lasciati da Ivan Bruschi a casa mia, la seggiolina medievale. Ne noterete diverse nella sua Casa Museo.
Bellissima ed estremamente delicata questa selezione di dipinti facenti parte di una collezione ben più ampia che ci immerge tra la cultura di fine ottocento e quella dei primi decenni del secolo scorso, contraddittoriamente epoche di grandissimi stravolgimenti che qui vengono rappresentate in una forma raffinata della quale si percepisce il mutamento percorrendo le sale della mostra. Le forme perdono via via consistenza e i colori si accendono presagendo il momento in cui la tradizione figurativa entrerà definitivamente in crisi con le poetiche del "colore" e del "segno" che caratterizzeranno le future espressioni dell'arte moderna e contemporanea.
Notevole anche il repertorio fotografico che introduce il visitatore alle "case della vita", la costa livornese, la Liguria e l'isola d'Elba, le barche, i paesaggi e le abitazioni colorate che rappresenteranno la svolta stilistica determinata dalle teorie del "divisionismo" a cui appartengono i primi lavori di Lloyd, Discovolo e Lori.
Credo che non si possa parlare d'arte senza conoscere e comprendere questo importante e fondamentale passaggio che ha caratterizzato la cultura europea a cavallo tra i due secoli.
La mostra è egregiamente immersa in uno dei grandi tesori di Arezzo, la Casa Museo di Ivan Bruschi, una raccolta di oggetti di antiquariato che testimonia la cultura, la passione e la curiosità dell'antiquario aretino, fondatore della Fiera Antiquaria di Arezzo.
La Casa Museo Ivan Bruschi, è "un luogo di suggestioni e di stati d'animo, atmosfere e dettagli".
... è bé, come non citare uno dei numerosi "segni" lasciati da Ivan Bruschi a casa mia, la seggiolina medievale. Ne noterete diverse nella sua Casa Museo.