Sul litorale, una serie di cinque ambienti a volta (le "Camerelle", in origine circa 20) probabilmente adibiti a magazzini, e i resti del molo (le cosiddette "Pile"), con una struttura a casseformi colmate con gettate di opera cementizia e concatenate insieme. La vastissima platea che si estendeva dinnanzi alle "Camerelle", con funzioni di banchina, risulta ora sommersa. A ridosso delle strutture portuali, alcuni ambienti ipogei sui quali come terrazzo dalla pavimentazione in opus spicatum. "Le ville marittime, considerate dagli stessi contemporanei come insensate manifestazioni di lusso - ci ricorda il Mielsch si diffusero soprattutto dopo che nel 67 a.C. fu eliminata, grazie a Pompeo, la pirateria" : e quella di Sapri sorse proprio in questa fase. Singolarmente anche la sua fine sembra essere collegata col fenomeno della pirateria; le tracce di frequentazione dell'ambito della villa (nell'ultima fase è prevalente la presenza di ceramica sigillata africana) terminano intorno al 450 d.C., periodo in cui le coste italiche furono devastate dai Vandali di Genserico. Sarebbe seguito, per la villa di Sapri, un lunghissimo periodo di oblio. (Tutta la descrizione della antica villa romana con i resti dell'antico porto lo si trova su: La villa marittima di età romana).
I cassoni semi sommersi della banchina della villa delle Camerelle sono citati come esempio di costruzione in cemento pozzolanico idraulico su: THE ANCIENT PORTS OF ROME:NEW INSIGHTS FROM ENGINEERS - Alberto Noli e Leopoldo Franco.
L'antica banchina romana delle Camerelle è il luogo dove il 28 giugno 1857 avvenne lo sbarco di Carlo Pisacane e dei "trecento".