martedì 15 febbraio 2011

Atao 2, predestinato alla crociera costiera

Dal sito Escapade Marine
Decisamente interessante questo piccolo veliero disegnato da Faroux e prodotto dalla Escapade Marine. Si caratterizza fortemente per la sua facilità di gestione come potrete vedere nei video successivi riguardanti l'alaggio e l'aberatura, e sappiamo bene quanto queste operazioni siano essenziali per un buon "trailer sailing".
La rivista Voiles et Voiliers ne fa una completa e convincente recensione: Atao2 - Mini croiseur aux idée larges.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Larghezza: 5.60 m
Lunghezza: 2.50 m
Pescaggio: 0.20 - 1.10 m
Peso: 750 kg
Peso chiglia: 250 kg
Sup. velica: 17.90 m

La facile alberatura:


Il varo:




lunedì 14 febbraio 2011

Il problema dei posti barca: l'innovazione di Cap d'Agde

Guarda il VIDEO su Voiles et Voiliers
Ecco come si risolvono i problemi nei paesi civili: porto a secco, pontili mobili, assistenza nello smaltimento di barche vetuste, insomma tutto ciò che si dovrebbe fare per accontentare tutti. Vedremo quando si decideranno a fare qualcosa del genere nel nostro paese di "geni" e poi cosa? Santi, marinai e poeti, bella roba si.


domenica 13 febbraio 2011

Nancy's China, per autocostruttori ma non solo

Dal sito Devlin Designing Boat Builders
Veramente carina questa piccola barca in compensato marino proposta in progetto da Devlin Designing. Casualmente ho trovato le sue foto anche nella Fotogallery di B.C.A. Demco Kit , quindi è possibile che possa essere proposta in Italia dalla stessa B.C.A. Demco. E' una barca per autocostruttori ma normalmente chi fornisce il kit può farla anche costruire da mani esperte.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.64 m
Larghezza: 1.88 m
Pescaggio: 0.43 - 1.88 m
Peso: 386 kg
Peso chiglia: 136 kg
Avrete capito già perché mi piace, oltre alla simpaticissima linea, appartiene alla categoria di quelle che entrano in garage e possono essere trasportate con una FIAT500, pur avendo una piccola cabina per due.

Dal sito Devlin Designing Boat Builders

venerdì 11 febbraio 2011

Limit TCI, del cantiere Nautico Cadei

Una stupenda foto del Limit di Daniele durante il Campionato Invernale del Golfo (Gaeta)
Come di consueto non scriverò molto e d'altro canto non farei altro che ripetere l'ammirazione già espressa egregiamente dall'amico Alfredo su Veliero e Carrello in merito a questo bel cabinato carrellabile del Cantiere Nautico Cadei di Monfalcone. 
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.98 m
Larghezza: 2.20 m
Peso: 350 kg 
Pescaggio: 0.25 - 1.15 m
Sup. Velica: fino a 14 mq
Ci ha scritto un appassionato che ha ristrutturato Briciola, ma anche tanti estimatori di questo  simpaticissimo barchino a vela, Cadei - Limit
Una bella foto di Briciola:


E c'è anche un bel video:

mercoledì 9 febbraio 2011

Nederlandse droom

Da Pays-Bas Cycle Chic
E' il mio sogno olandese, un bel viaggio con bici e barca a rimorchio. Questa volta nello stile di Pays-Bas Cycle Chic, ovvero nello Street Style e lo Slow Cycling, in pratica 100% Lycra-free. Penso che quando mi comprerò una bicicletta nuova sarà esattamente così, una bicicletta olandese originale con freni a bacchetta e di colore nero. In fondo è alla stessa maniera in cui faccio la vela con lo "slow sailing", vestito come se andassi in ufficio. 

Da Pays-Bas Cycle Chic
E come la mettiamo con il cargo? Ho pensato a Excellent Trailer della Surly Bikes, è robusto e resistente ma soprattutto molto capiente. Può portare un carico fino a 136 kg anche se sappiamo che qui in Italia abbiamo il limite a 50 kg. Pesa intorno ai 15 kg e le dimensioni della sua piattaforma consentono il trasporto di sailyak o catamarani gonfiabili anche di grandi dimensioni. 
Con questo cargo il Minicat 310, catamarano per due persone è l'ideale, ma solo per i limiti imposti in Italia, altrimenti si potrebbe trasportare il Minicat 420 con il quale ci si può navigare in 4.



Il Sailyak invece potrebbe essere l'Hobie Mirage i14T dotato di sailkit.

Dal sito Hobie Cat

Anche gli olandesi amano molto il mio amato Lago Trasimeno che abbiamo già visto su Benvenuti sul Lago Trasimeno, ma questa volta propongo il periplo del Lago di Garda.


Visualizza Nederlandse droom in una mappa di dimensioni maggiori

lunedì 7 febbraio 2011

Salire in testa d'albero

Dal sito Gottifredi Maffioli
Ho sempre pensato che questa operazione dovesse essere condotta solo da personale esperto dotato di adeguata attrezzatura. Gottifredi Maffioli ha studiato una linea di prodotti per lavorare in tutta sicurezza in testa d'albero chiamata MastSafeWare. Difficilmente i nostri alberi con cerniera e facilmente abbattibili ci metteranno nelle condizioni di dover salire in testa d'albero, ma se così non fosse vale assolutamente la pena attrezzarsi e fare un piccolo corso formativo.
Benedetta cerniera, da quando c'è lei niente più banzigo, né gru.

domenica 6 febbraio 2011

Sailart 17, ben costruito e ben equipaggiato

Dal sito Becker Wassersport, un Sailart 17 stupendamente attrezzato per camping nautico.
Nauticaltrek fa un bella recensione di questo piccolo veliero carrellabile esposto al Boot 2011 di Berlino. Piace molto anche a me, bello da vedersi, linea classica e semplice, curato, equipaggiato, economico, facilmente carrellabile, insomma un vero gioiellino: Avis sur SailArt 17. Non scrivo altro, non serve!
Bella rivista Nauticaltrek. Nella foto sopra un Sailart 17 con un bello spray hood.

Dal sito Sailart


sabato 5 febbraio 2011

Cronaca di una scuffia

Triste immagine trovata in rete che nessun velista vorrebbe mai vedere
Premessa 
La storia che vi sto per raccontare tratta di una scuffia avvenuta su di un piccolo cabinato a vela in un paese lontano. Non riporto volutamente i riferimenti all’articolo perché la mia traduzione ed interpretazione potrebbe aver travisato i fatti. Tengo a precisare, come premessa, che l’incidente è stato causato da errore umano e  dall'inesperienza, così come dichiarato dagli stessi autori, ed è anche per questo motivo che mi sembra inopportuno citare i dati relativi alle persone, alla barca, e ai luoghi.

La cronaca
La consapevolezza che l’incidente è stato causato di un errore umano ha fatto si che non rivendessimo subito la nostra nuova barca e ci siamo decisi a pubblicare questo articolo perché sia da monito ed insegnamento ad altri che, fiduciosi come noi, si apprestano a praticare la passione della vela. Questo straziante incidente è stata un’esperienza terribile e ci ha provocato incubi e sofferenze per settimane a causa del timore di cosa sarebbe potuto succedere.

Penso che sia abbastanza comune il fatto che molti proprietari di un piccolo cabinato siano alle prime armi, cabinato che, per l’appunto, ci era stato regalato da mia madre. Avevamo sempre desiderato una barca tutta nostra ma eravamo assolutamente alle prime armi. Per questo motivo prendemmo un istruttore per insegnarci i primi rudimenti della vela, su come alare e varare la barca e su come condurla. Fu un’esperienza molto utile, presi molti appunti, imparammo molte cose e predisponemmo delle check list sulle cose da fare. Quel primo giorno di navigazione non ci fu molto vento, ma era caldo e la nostra prima esperienza di vela fu molto soddisfacente.

Pensammo subito che il week-end successivo avremmo potuto condividere la nostra gioia con i nostri due figli e il nostro piccolo nipote, ed è quello che facemmo. Scegliemmo un lago abbastanza vicino che era famoso per la possibilità di veleggiare sempre anche se, a causa delle montagne scoscese sull’acqua poteva diventare impegnativo a causa di raffiche improvvise, ma lo scenario era mozzafiato e confidavamo nell’entusiasmo dell’equipaggio.

La mattinata la passammo tra bagni e smotorate a causa del vento scarso ed incostante finché non raggiungemmo una piccola e splendida spiaggetta. Fummo compiaciuti e rimanemmo estasiati dal fatto che, potendo tirare su la deriva mobile, avevamo potuto raggiungere la riva senza difficoltà così mangiammo, giocammo, raccogliemmo sassi e ci divertimmo passando una pacifica, pigra, idilliaca giornata di mezza estate.

Verso le due e mezza la termica cominciò a farsi sentire e ci accorgemmo che il vento si stava alzando, finalmente era arrivato il tempo di andare con le vele. Raccogliemmo velocemente le nostre cose e salimmo in barca, che era già posizionata con la prua al vento. Mio marito andò a prua, mia figlia salì sul ponte per tirare su la randa, io ed il mio nipotino rimanemmo nel pozzetto tenendo ben saldo il timone. L’altro mio figlio, visto che era una giornata particolarmente calda, decise di farsi trascinare da una cima rimanendo in acqua indossando un salvagente. Ci eravamo accordati che quando si sarebbe stancato ci avrebbe fatto un segno e saremmo tornati indietro a riprenderlo, fiduciosi che il nostro nuovissimo motore da 5Cv ci avrebbe assistito nell’operazione.

In quei momenti concitati però ci dimenticammo di tirare giù la deriva. Mia figlia aveva già fissato la drizza della randa dopo averla tirata su e mio marito si apprestava a sistemare il fiocco. In una manciata di secondi la vela prese vento e la barca cominciò a sbandare, "Wow, questo si che è navigare!". Ma dopo pochissimi secondi mi resi conto che la barca stava inclinandosi troppo senza dare segni di volersi fermare. Non vidi cadere in acqua mio marito a causa della sua posizione a prua ma ricordo come mia figlia cadde in acqua aggrappata all’albero. Non dimenticherò mai il suo sguardo sgomento, tra sorpresa e orrore. Afferrai prontamente il braccio del mio nipotino che aveva il salvagente e ci sentimmo trascinati in acqua assieme alla barca che decisi di abbandonare subito per evitare di rimanere sotto poiché si stava rovesciando completamente.

Mia figlia dopo la caduta era riemersa urlando, mio figlio ci stava raggiungendo freneticamente a nuoto e dopo aver passato un attimo di puro panico al pensiero di non vedere immediatamente il mio nipotino constatammo che stavamo tutti bene, nessuno si era ferito e nonostante lo shock e la paura ci consolammo del fatto che eravamo tutti salvi, anche se terrorizzati. La barca galleggiava, perfettamente rovesciata sui settanta metri di profondità del lago. Mio marito era rimasto senza occhiali ed essendo molto miope gli facemmo segno di raggiungerci.

Ripresoci dal primo shock cominciammo subito a chiedere soccorso urlando e muovendo le braccia. Per fortuna il lago era affollato e molti si precipitarono in nostro soccorso. Mia figlia, dopo una scenata isterica di pianto si calmò ed il mio nipotino saltò su di una barca felice di mangiare un biscotto. Io sono rimasta in acqua a raccogliere tutti gli oggetti che galleggiavano.

Nei novanta minuti che la nostra barca trascorse a “testa in giù”, assieme ai soccorritori cominciammo con il liberarla dalle vele allentando per prima cosa le drizze. Poi gli uomini più robusti si appoggiarono allo scafo per tentare di rovesciarla ma anche con l’aiuto della forza di un motoscafo legato ad una cima l’operazione fu abbastanza complessa a causa della deriva che era completamente rientrata. Alla fine con pazienza ed attenzione la gente che ci aiutava riuscii a raddrizzare la barca ed io, visto che il tambucio era rimasto aperto, mi immaginai che gran parte del materiale contenuto in cabina era già depositato sul fondo al lago. Sorprendentemente questo non accadde e, oltre agli occhiali di mio marito, perdemmo solo qualche oggetto di poca utilità. Anche la barca non subì praticamente alcun danno, né allo scafo, né all’albero, né alle vele, solamente la batteria e alcuni apparecchi elettrici andarono perduti, ma roba di poco conto.

Fortunatamente il lago era abbastanza calmo ma ci volle comunque uno sforzo monumentale per trainare la barca fino alla rampa di alaggio poiché la barca era completamente piena d’acqua, al limite dell’affondamento.

Le formalità da espletare nell’ufficio dello sceriffo locale furono estenuanti anche perché dovettero verificare se l’incidente era stato causato da abuso dell’alcool, purtroppo sappiamo che fu solo imperizia. Furono i primi soccorritori che ci hanno veramente salvato fornendoci suggerimenti ed aiuto per raddrizzare la barca, tutto il resto furono solo pure formalità.

Ma il nostro calvario non era finito. Una volta raggiunta la rampa ci investì un violento temporale, immaginatevi se tutto ciò fosse successo mentre eravamo a mollo. L’acqua sommerse ancora di pù la  barca mentre tentavamo di tenerla a galla svuotandola dagli oggetti infradiciati e dall’acqua. Molte persone generose e decine di mani ci aiutarono, comparvero delle pompe ed alla fine, alle nove di sera, la barca era di nuovo sul suo rimorchio. La mattina dopo portammo subito la barca in un cantiere della zona per farla revisionare completamente. I danni furono limitatissimi, il motore, le vele, le sartie, le cime, la cuscineria, fu tutto recuperato. I cuscini li portai subito a casa e provvedemmo a lavarli con bicarbonato di sodio per smacchiarli dagli acidi fuoriusciti dalla batteria, successivamente pulimmo anche la barca con lo stesso prodotto e sostituimmo la moquette. 

Considerato l’accaduto decidemmo subito di prendere altre lezioni di vela fino al raggiungimento della patente nautica. Non ci dimenticheremo mai più di mettere giù la deriva, anche se ho pensato di mettere un cartello vicino al timone con scritto: “non mettere giù la deriva è una cosa stupida!”, e tutte le volte che ci penso mi ritornano alla mente il volto atterrito di mia figlia e il mio piccolo nipote che mi si era aggrappato addosso. Ci siamo resi ampiamente conto di quanto siamo stati incoscienti e di quanto abbiamo sbagliato senza attribuire nessuna colpa alla barca tanto che abbiamo deciso di tenerla e di continuare a navigarci. A volte rimaniamo perplessi quando leggiamo di persone che alzano la deriva per andare più veloci senza pensare che potrebbe accadergli ciò che è successo a noi, basta una manovra sbagliata o un “giro” improvviso della direzione del vento.

Qualche tempo dopo decidemmo di spostare la barca al mare ed ancora oggi continuiamo a fare esperienze di vela anche in barche più grandi. Ora abbiamo un grande rispetto su ciò cosa è la conduzione di una barca e sulla responsabilità di proteggere il suo prezioso carico. Siamo consapevoli che ogni volta che usciamo con la barca a vela impariamo sempre qualcosa di più e che non smetteremo mai di apprendere qualcosa di nuovo. 

Al nostro piccolo nipote non è stato più permesso di andare in barca a vela per diversi anni e non ne posso certamente fare una colpa ai suoi genitori. Stiamo imparando a gestire la nostra piccola barca in tutte le condizioni meteo marine e forse in futuro prenderemo una barca più grande anche se pensiamo sempre che quella che abbiamo è una barca fantastica, robusta e divertente. I dipendenti del cantiere che hanno ricontrollato la nostra barca dopo l’incidente ci hanno detto che ci ammiravano per la forza di volontà che abbiamo avuto nel “rimettersi in sella” dopo la caduta ma noi non abbiamo avuto nessun dubbio: il problema è dipeso dalla nostra superficialità e non dalla qualità dalla barca.

L’incidente potrebbe aver avuto un esito molto peggiore, se non più tragico, se l’acqua fosse stata più fredda o se fossimo stati isolati o se ci fossero state onde. E se il mio piccolo nipote fosse rimasto in cabina chi avrebbe potuto salvarlo? Abbiamo imparato una lezione importante: la fretta di divertirsi e l’eccesso di fiducia in se stessi avrebbero potuto essere fatali. Ora navighiamo sempre dopo aver predisposto una lista di controllo, non rimorchiamo più nessuno che si attacchi ad una cima, non partiamo mai senza aver prima nominato un “comandante” che da gli ordini e che si prenda le proprie responsabilità ed infine indossiamo sempre un giubbotto che garantisca almeno il galleggiamento.

L’esperienza rende forti, diceva sempre mio nonno.

La pubblicazione di questo racconto è imbarazzante e sicuramente qualche velista della vecchia guardia ne rimarrà sconcertato asserendo che a lui non sarebbe mai successo ma io credo che condividere questa esperienza sia utile a tutti coloro che si apprestano ad andare in mare con poca pratica. E’ sempre meglio evitare questo tipo di errori. Mio nipote, ancora dopo molti anni, benché a quei tempi ne avesse avuti solo poco più di due, alla domanda se si ricorda che cosa fosse successo quella volta al lago risponde: “Si, il nonno è caduto dalla barca e io ho fatto il bagno!”. Effettivamente lo ha sicuramente fatto.

venerdì 4 febbraio 2011

Vi presento Leonora

Dal sito di Leonora
Leonora è un bellissimo Hurley Sihlouette MKII che naviga in Portogallo. Nel sito di Leonora potrete trovare tante informazioni su questo veliero carrellabile prodotto in Inghilterra in più versioni. Qui c'è anche la sua FOTOGALLERY
Silhouette è stata progettata agli inizi degli anni cinquanta da Robert Tucker, nel sito della sua associazione potrete trovare la sua storia: S.O.I.A.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.3 m
Largezza: 2 m
Pescaggio: 0.5 m
Peso: 750 kg
Sup. velica: 11 mq
Su Apolloduck ce ne sono in vendita a prezzi veramente interessanti, unico neo dover raggiungere le bianche scogliere di Dover perché credo che difficilmente se ne trovino in Italia.
Questo è il sito di un altro MKII in vendita: Watermint.

Dal sito di Watermint

giovedì 3 febbraio 2011

Trekking velonautico alla Rocca del Volterraio


Visualizza La Rocca del Volterraio in una mappa di dimensioni maggiori

L'aspetto che mi piace di più di questa opportunità è che la possono fare tutti con un investimento iniziale di poche migliaia di euro e poi meno di duecento euro per un fine settimana a disposizione per navigare e visitare luoghi meravigliosi ovunque. La cosa più bella è che questo può essere un modo di fare vacanza e divertirsi veramente ecologico: niente auto, si utilizzano solo mezzi pubblici, la bici e il sailyak. Si dorme in tenda o in un comodo bungalow in campeggio e si vivono natura e sport in piena autonomia e libertà. Quello proposto non è un lunghissimo itinerario, un "tour de force" di navigazioni e/ o pedalate, i tragitti sono relativamente brevi,  un po' impegnativa la salita in MTB sul Volterraio per poi proseguire a piedi per raggiungere la rocca nell'ultimo tratto di sentiero.
Ma partiamo dall'inizio, la bici può essere trasportata nei treni regionali con un modico sovrapprezzo, Questo è il link alle Ferrovie dello Stato: in treno con la bici.


La partenza, ovviamente è il venerdì pomeriggio e se si abita molto lontano può essere conveniente pernottare a Piombino, più vicino possible al porto, sul mare, ad una decina di km, c'è il Camping Pappasole che possiede anche una "base nautica".
In questo sito potrete fare simulazioni per gli orari ed i prezzi dei traghetti nel mese di giugno: Toremar. Tra maggio e giugno l'Elba è nel periodo in cui può dare il meglio di se stessa.
Oltre al Cyclone Cargo per portare il sailyak che abbiamo già visto dettagliatamente nel precedente articolo "Benvenuti sul Lago Trasimeno" potrà essere utile anche una borsa con portapacchi: Borse e accessori per biciclette.
Dal sito Capobianchi
Inutile sottolineare che scalata al Volterraio dovrà avvenire dopo aver lasciato tutto il materiale al campeggio,  al Rosselba Le Palme per esempio che si trova al centro tra la terra e il mare, mentre tutti i percorsi di trasferimento, sia a Piombino che all'Elba, sono in pianura o in leggera pendenza. 
La giornata di sabato si alternerà quindi tra mare, terra e cielo, con il sailyak fino ai sassi bianchi, dietro Portoferraio o a Nisportino attraverso le bellissime baie di Bagnaia e di Nisporto, il pomeriggio su fino al Volterraio, per ammirare un tramonto "imperdibile" in uno dei luoghi più belli e suggestivi dell'isola d'Elba. 


Terra, mare e cielo
La domenica mattina si potrà scegliere la navigazione con il sailyak che non è stata fatta il giorno precedente, poi nel pomeriggio rientro a casa fino a tarda notte. Ne sarà valsa la pena, ve lo assicuro.
Un bel video sulla storia del Volterraio.



Che meraviglia! E poi tutto questo all'Elba, la perla dell'Arcipelago Toscano, e mi raccomando solo week end tra maggio e giugno.


Il Volterraio dalla Bagnaia

lunedì 31 gennaio 2011


giovedì 27 gennaio 2011

Benvenuti sul Lago Trasimeno

Guarda il VIDEO
Un bel video di presentazione del mio lago da Lagotasimeno.net, vale veramente la pena di guardarlo. Poi con bici e barca dietro, come proposto su Sail on Bike, venite a fare il "Grande anello del Trasimeno", fantastico! Ottimo sarebbe questo Sailyak gonfiabile della HobieCat trasportabile con un semplice trolley portaborse, inclusivo di Sailkit ovviamente.

Dal sito Hobie Cat
Visualizza Il grande anello del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori

Dal sito Hobie Cat
Il Cyclone Cargo per trasportare il borsone del Sailyak della HobieCat si trova in vendita in Italia presso Slyway Projects

Dal sito Slyway Project

Prezzi (vengono indicati a titolo informativo):
La MTB si da per scontata: comunque il suo prezzo va mediamente dai 500 ai 1000 €
Hobie Mirage Inflatable 9iS Single: 1890 €, comprensivo di pagaia, timone retrattile, sedile, pedali, tappo, predisposizione per vela
Hobie Sail Kit per gonfiabili: 420 €
Stabilizzatore trimarano Ama Kit: 186 € (opzionale)
Giubbotto galleggiamento: 38 €
Hobie ancorotto: 39 €
Ciclone Cargo: 409 €
Totale: 2982 € (non iclusa la MTB)
Basta poco per praticare gli sport più belli del mondo ovunque!

I prezzi della Hobie Cat sono su Ozonekayak
Dal sito Ozonekayak

Un bel video veleggiando sul sailyak nel laghi dello Utah:


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