sabato 5 febbraio 2011

Cronaca di una scuffia

Triste immagine trovata in rete che nessun velista vorrebbe mai vedere
Premessa 
La storia che vi sto per raccontare tratta di una scuffia avvenuta su di un piccolo cabinato a vela in un paese lontano. Non riporto volutamente i riferimenti all’articolo perché la mia traduzione ed interpretazione potrebbe aver travisato i fatti. Tengo a precisare, come premessa, che l’incidente è stato causato da errore umano e  dall'inesperienza, così come dichiarato dagli stessi autori, ed è anche per questo motivo che mi sembra inopportuno citare i dati relativi alle persone, alla barca, e ai luoghi.

La cronaca
La consapevolezza che l’incidente è stato causato di un errore umano ha fatto si che non rivendessimo subito la nostra nuova barca e ci siamo decisi a pubblicare questo articolo perché sia da monito ed insegnamento ad altri che, fiduciosi come noi, si apprestano a praticare la passione della vela. Questo straziante incidente è stata un’esperienza terribile e ci ha provocato incubi e sofferenze per settimane a causa del timore di cosa sarebbe potuto succedere.

Penso che sia abbastanza comune il fatto che molti proprietari di un piccolo cabinato siano alle prime armi, cabinato che, per l’appunto, ci era stato regalato da mia madre. Avevamo sempre desiderato una barca tutta nostra ma eravamo assolutamente alle prime armi. Per questo motivo prendemmo un istruttore per insegnarci i primi rudimenti della vela, su come alare e varare la barca e su come condurla. Fu un’esperienza molto utile, presi molti appunti, imparammo molte cose e predisponemmo delle check list sulle cose da fare. Quel primo giorno di navigazione non ci fu molto vento, ma era caldo e la nostra prima esperienza di vela fu molto soddisfacente.

Pensammo subito che il week-end successivo avremmo potuto condividere la nostra gioia con i nostri due figli e il nostro piccolo nipote, ed è quello che facemmo. Scegliemmo un lago abbastanza vicino che era famoso per la possibilità di veleggiare sempre anche se, a causa delle montagne scoscese sull’acqua poteva diventare impegnativo a causa di raffiche improvvise, ma lo scenario era mozzafiato e confidavamo nell’entusiasmo dell’equipaggio.

La mattinata la passammo tra bagni e smotorate a causa del vento scarso ed incostante finché non raggiungemmo una piccola e splendida spiaggetta. Fummo compiaciuti e rimanemmo estasiati dal fatto che, potendo tirare su la deriva mobile, avevamo potuto raggiungere la riva senza difficoltà così mangiammo, giocammo, raccogliemmo sassi e ci divertimmo passando una pacifica, pigra, idilliaca giornata di mezza estate.

Verso le due e mezza la termica cominciò a farsi sentire e ci accorgemmo che il vento si stava alzando, finalmente era arrivato il tempo di andare con le vele. Raccogliemmo velocemente le nostre cose e salimmo in barca, che era già posizionata con la prua al vento. Mio marito andò a prua, mia figlia salì sul ponte per tirare su la randa, io ed il mio nipotino rimanemmo nel pozzetto tenendo ben saldo il timone. L’altro mio figlio, visto che era una giornata particolarmente calda, decise di farsi trascinare da una cima rimanendo in acqua indossando un salvagente. Ci eravamo accordati che quando si sarebbe stancato ci avrebbe fatto un segno e saremmo tornati indietro a riprenderlo, fiduciosi che il nostro nuovissimo motore da 5Cv ci avrebbe assistito nell’operazione.

In quei momenti concitati però ci dimenticammo di tirare giù la deriva. Mia figlia aveva già fissato la drizza della randa dopo averla tirata su e mio marito si apprestava a sistemare il fiocco. In una manciata di secondi la vela prese vento e la barca cominciò a sbandare, "Wow, questo si che è navigare!". Ma dopo pochissimi secondi mi resi conto che la barca stava inclinandosi troppo senza dare segni di volersi fermare. Non vidi cadere in acqua mio marito a causa della sua posizione a prua ma ricordo come mia figlia cadde in acqua aggrappata all’albero. Non dimenticherò mai il suo sguardo sgomento, tra sorpresa e orrore. Afferrai prontamente il braccio del mio nipotino che aveva il salvagente e ci sentimmo trascinati in acqua assieme alla barca che decisi di abbandonare subito per evitare di rimanere sotto poiché si stava rovesciando completamente.

Mia figlia dopo la caduta era riemersa urlando, mio figlio ci stava raggiungendo freneticamente a nuoto e dopo aver passato un attimo di puro panico al pensiero di non vedere immediatamente il mio nipotino constatammo che stavamo tutti bene, nessuno si era ferito e nonostante lo shock e la paura ci consolammo del fatto che eravamo tutti salvi, anche se terrorizzati. La barca galleggiava, perfettamente rovesciata sui settanta metri di profondità del lago. Mio marito era rimasto senza occhiali ed essendo molto miope gli facemmo segno di raggiungerci.

Ripresoci dal primo shock cominciammo subito a chiedere soccorso urlando e muovendo le braccia. Per fortuna il lago era affollato e molti si precipitarono in nostro soccorso. Mia figlia, dopo una scenata isterica di pianto si calmò ed il mio nipotino saltò su di una barca felice di mangiare un biscotto. Io sono rimasta in acqua a raccogliere tutti gli oggetti che galleggiavano.

Nei novanta minuti che la nostra barca trascorse a “testa in giù”, assieme ai soccorritori cominciammo con il liberarla dalle vele allentando per prima cosa le drizze. Poi gli uomini più robusti si appoggiarono allo scafo per tentare di rovesciarla ma anche con l’aiuto della forza di un motoscafo legato ad una cima l’operazione fu abbastanza complessa a causa della deriva che era completamente rientrata. Alla fine con pazienza ed attenzione la gente che ci aiutava riuscii a raddrizzare la barca ed io, visto che il tambucio era rimasto aperto, mi immaginai che gran parte del materiale contenuto in cabina era già depositato sul fondo al lago. Sorprendentemente questo non accadde e, oltre agli occhiali di mio marito, perdemmo solo qualche oggetto di poca utilità. Anche la barca non subì praticamente alcun danno, né allo scafo, né all’albero, né alle vele, solamente la batteria e alcuni apparecchi elettrici andarono perduti, ma roba di poco conto.

Fortunatamente il lago era abbastanza calmo ma ci volle comunque uno sforzo monumentale per trainare la barca fino alla rampa di alaggio poiché la barca era completamente piena d’acqua, al limite dell’affondamento.

Le formalità da espletare nell’ufficio dello sceriffo locale furono estenuanti anche perché dovettero verificare se l’incidente era stato causato da abuso dell’alcool, purtroppo sappiamo che fu solo imperizia. Furono i primi soccorritori che ci hanno veramente salvato fornendoci suggerimenti ed aiuto per raddrizzare la barca, tutto il resto furono solo pure formalità.

Ma il nostro calvario non era finito. Una volta raggiunta la rampa ci investì un violento temporale, immaginatevi se tutto ciò fosse successo mentre eravamo a mollo. L’acqua sommerse ancora di pù la  barca mentre tentavamo di tenerla a galla svuotandola dagli oggetti infradiciati e dall’acqua. Molte persone generose e decine di mani ci aiutarono, comparvero delle pompe ed alla fine, alle nove di sera, la barca era di nuovo sul suo rimorchio. La mattina dopo portammo subito la barca in un cantiere della zona per farla revisionare completamente. I danni furono limitatissimi, il motore, le vele, le sartie, le cime, la cuscineria, fu tutto recuperato. I cuscini li portai subito a casa e provvedemmo a lavarli con bicarbonato di sodio per smacchiarli dagli acidi fuoriusciti dalla batteria, successivamente pulimmo anche la barca con lo stesso prodotto e sostituimmo la moquette. 

Considerato l’accaduto decidemmo subito di prendere altre lezioni di vela fino al raggiungimento della patente nautica. Non ci dimenticheremo mai più di mettere giù la deriva, anche se ho pensato di mettere un cartello vicino al timone con scritto: “non mettere giù la deriva è una cosa stupida!”, e tutte le volte che ci penso mi ritornano alla mente il volto atterrito di mia figlia e il mio piccolo nipote che mi si era aggrappato addosso. Ci siamo resi ampiamente conto di quanto siamo stati incoscienti e di quanto abbiamo sbagliato senza attribuire nessuna colpa alla barca tanto che abbiamo deciso di tenerla e di continuare a navigarci. A volte rimaniamo perplessi quando leggiamo di persone che alzano la deriva per andare più veloci senza pensare che potrebbe accadergli ciò che è successo a noi, basta una manovra sbagliata o un “giro” improvviso della direzione del vento.

Qualche tempo dopo decidemmo di spostare la barca al mare ed ancora oggi continuiamo a fare esperienze di vela anche in barche più grandi. Ora abbiamo un grande rispetto su ciò cosa è la conduzione di una barca e sulla responsabilità di proteggere il suo prezioso carico. Siamo consapevoli che ogni volta che usciamo con la barca a vela impariamo sempre qualcosa di più e che non smetteremo mai di apprendere qualcosa di nuovo. 

Al nostro piccolo nipote non è stato più permesso di andare in barca a vela per diversi anni e non ne posso certamente fare una colpa ai suoi genitori. Stiamo imparando a gestire la nostra piccola barca in tutte le condizioni meteo marine e forse in futuro prenderemo una barca più grande anche se pensiamo sempre che quella che abbiamo è una barca fantastica, robusta e divertente. I dipendenti del cantiere che hanno ricontrollato la nostra barca dopo l’incidente ci hanno detto che ci ammiravano per la forza di volontà che abbiamo avuto nel “rimettersi in sella” dopo la caduta ma noi non abbiamo avuto nessun dubbio: il problema è dipeso dalla nostra superficialità e non dalla qualità dalla barca.

L’incidente potrebbe aver avuto un esito molto peggiore, se non più tragico, se l’acqua fosse stata più fredda o se fossimo stati isolati o se ci fossero state onde. E se il mio piccolo nipote fosse rimasto in cabina chi avrebbe potuto salvarlo? Abbiamo imparato una lezione importante: la fretta di divertirsi e l’eccesso di fiducia in se stessi avrebbero potuto essere fatali. Ora navighiamo sempre dopo aver predisposto una lista di controllo, non rimorchiamo più nessuno che si attacchi ad una cima, non partiamo mai senza aver prima nominato un “comandante” che da gli ordini e che si prenda le proprie responsabilità ed infine indossiamo sempre un giubbotto che garantisca almeno il galleggiamento.

L’esperienza rende forti, diceva sempre mio nonno.

La pubblicazione di questo racconto è imbarazzante e sicuramente qualche velista della vecchia guardia ne rimarrà sconcertato asserendo che a lui non sarebbe mai successo ma io credo che condividere questa esperienza sia utile a tutti coloro che si apprestano ad andare in mare con poca pratica. E’ sempre meglio evitare questo tipo di errori. Mio nipote, ancora dopo molti anni, benché a quei tempi ne avesse avuti solo poco più di due, alla domanda se si ricorda che cosa fosse successo quella volta al lago risponde: “Si, il nonno è caduto dalla barca e io ho fatto il bagno!”. Effettivamente lo ha sicuramente fatto.

venerdì 4 febbraio 2011

Vi presento Leonora

Dal sito di Leonora
Leonora è un bellissimo Hurley Sihlouette MKII che naviga in Portogallo. Nel sito di Leonora potrete trovare tante informazioni su questo veliero carrellabile prodotto in Inghilterra in più versioni. Qui c'è anche la sua FOTOGALLERY
Silhouette è stata progettata agli inizi degli anni cinquanta da Robert Tucker, nel sito della sua associazione potrete trovare la sua storia: S.O.I.A.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.3 m
Largezza: 2 m
Pescaggio: 0.5 m
Peso: 750 kg
Sup. velica: 11 mq
Su Apolloduck ce ne sono in vendita a prezzi veramente interessanti, unico neo dover raggiungere le bianche scogliere di Dover perché credo che difficilmente se ne trovino in Italia.
Questo è il sito di un altro MKII in vendita: Watermint.

Dal sito di Watermint

giovedì 3 febbraio 2011

Trekking velonautico alla Rocca del Volterraio


Visualizza La Rocca del Volterraio in una mappa di dimensioni maggiori

L'aspetto che mi piace di più di questa opportunità è che la possono fare tutti con un investimento iniziale di poche migliaia di euro e poi meno di duecento euro per un fine settimana a disposizione per navigare e visitare luoghi meravigliosi ovunque. La cosa più bella è che questo può essere un modo di fare vacanza e divertirsi veramente ecologico: niente auto, si utilizzano solo mezzi pubblici, la bici e il sailyak. Si dorme in tenda o in un comodo bungalow in campeggio e si vivono natura e sport in piena autonomia e libertà. Quello proposto non è un lunghissimo itinerario, un "tour de force" di navigazioni e/ o pedalate, i tragitti sono relativamente brevi,  un po' impegnativa la salita in MTB sul Volterraio per poi proseguire a piedi per raggiungere la rocca nell'ultimo tratto di sentiero.
Ma partiamo dall'inizio, la bici può essere trasportata nei treni regionali con un modico sovrapprezzo, Questo è il link alle Ferrovie dello Stato: in treno con la bici.


La partenza, ovviamente è il venerdì pomeriggio e se si abita molto lontano può essere conveniente pernottare a Piombino, più vicino possible al porto, sul mare, ad una decina di km, c'è il Camping Pappasole che possiede anche una "base nautica".
In questo sito potrete fare simulazioni per gli orari ed i prezzi dei traghetti nel mese di giugno: Toremar. Tra maggio e giugno l'Elba è nel periodo in cui può dare il meglio di se stessa.
Oltre al Cyclone Cargo per portare il sailyak che abbiamo già visto dettagliatamente nel precedente articolo "Benvenuti sul Lago Trasimeno" potrà essere utile anche una borsa con portapacchi: Borse e accessori per biciclette.
Dal sito Capobianchi
Inutile sottolineare che scalata al Volterraio dovrà avvenire dopo aver lasciato tutto il materiale al campeggio,  al Rosselba Le Palme per esempio che si trova al centro tra la terra e il mare, mentre tutti i percorsi di trasferimento, sia a Piombino che all'Elba, sono in pianura o in leggera pendenza. 
La giornata di sabato si alternerà quindi tra mare, terra e cielo, con il sailyak fino ai sassi bianchi, dietro Portoferraio o a Nisportino attraverso le bellissime baie di Bagnaia e di Nisporto, il pomeriggio su fino al Volterraio, per ammirare un tramonto "imperdibile" in uno dei luoghi più belli e suggestivi dell'isola d'Elba. 


Terra, mare e cielo
La domenica mattina si potrà scegliere la navigazione con il sailyak che non è stata fatta il giorno precedente, poi nel pomeriggio rientro a casa fino a tarda notte. Ne sarà valsa la pena, ve lo assicuro.
Un bel video sulla storia del Volterraio.



Che meraviglia! E poi tutto questo all'Elba, la perla dell'Arcipelago Toscano, e mi raccomando solo week end tra maggio e giugno.


Il Volterraio dalla Bagnaia

lunedì 31 gennaio 2011


giovedì 27 gennaio 2011

Benvenuti sul Lago Trasimeno

Guarda il VIDEO
Un bel video di presentazione del mio lago da Lagotasimeno.net, vale veramente la pena di guardarlo. Poi con bici e barca dietro, come proposto su Sail on Bike, venite a fare il "Grande anello del Trasimeno", fantastico! Ottimo sarebbe questo Sailyak gonfiabile della HobieCat trasportabile con un semplice trolley portaborse, inclusivo di Sailkit ovviamente.

Dal sito Hobie Cat
Visualizza Il grande anello del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori

Dal sito Hobie Cat
Il Cyclone Cargo per trasportare il borsone del Sailyak della HobieCat si trova in vendita in Italia presso Slyway Projects

Dal sito Slyway Project

Prezzi (vengono indicati a titolo informativo):
La MTB si da per scontata: comunque il suo prezzo va mediamente dai 500 ai 1000 €
Hobie Mirage Inflatable 9iS Single: 1890 €, comprensivo di pagaia, timone retrattile, sedile, pedali, tappo, predisposizione per vela
Hobie Sail Kit per gonfiabili: 420 €
Stabilizzatore trimarano Ama Kit: 186 € (opzionale)
Giubbotto galleggiamento: 38 €
Hobie ancorotto: 39 €
Ciclone Cargo: 409 €
Totale: 2982 € (non iclusa la MTB)
Basta poco per praticare gli sport più belli del mondo ovunque!

I prezzi della Hobie Cat sono su Ozonekayak
Dal sito Ozonekayak

Un bel video veleggiando sul sailyak nel laghi dello Utah:


martedì 25 gennaio 2011

ELAN 210, la grande sorpresa di Dusseldorf

Il sito dell'ELAN 210
Ho letto di questa bella notizia stamattina: l'uscita di questo bellissimo ELAN 210. Le dimensioni contenute e la chiglia a siluro retrattile ne fanno uno stupendo veliero carrellabile ma allo stesso tempo spazioso e sicuro. Ritengo che questa barca rappresenti una nuova generazione di velieri carrellabili adatta per le future generazioni di velisti e sportivi.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 6.60 m
Larghezza: 2.50 m
Pescaggio: 0.50 - 1.55 m
Peso a vuoto: 900 kg
Peso deriva: 360 kg
Sup. velica: 28.3 mq
Su Yacht-online abbiamo trovato una discreta fotogallery con descrizione. Attendiamo foto e commenti dal Boot 2011 di Dusseldorf.

Sempre dal forum, ecco il suo prezzo:
Totale: 24990€ IVA inclusa
Anticipo: 30%
Resto da pagare: 17493€
Rateazione possibile fino a 12 anni (144 rate)
Interessi reali totali: 6.95%
Costo pratica: 480€ ca.
Rata mensile: 177.47€

Inserisco due belle foto inviatemi da Adriaship, il rappresentante per l'Italia di Elan Marine. nel loro sito potrete consultare la fotogalley.

da Adriaship
da Adriaship
E c'è già anche un bel video in rete segnalato sul forum ADV:

http://www.youtube.com/watch?v=w_FAgyW-zvU


lunedì 24 gennaio 2011

Nordische Folkeboot, nel paese delle oche selvatiche

Dal sito Nordiske Folkeboote Charter
E' il nostro sogno quello di visitare i paesi scandinavi, e quale soluzione è migliore se non quella di andare là e prendersi un bel Folkboot in charter? Lo faremo senz'altro prima o poi ed i prezzi non sembrano male, 970€ per una settimana. Questi sono i luoghi meravigliosi dove navigare, tra Germania, Norvegia, Svezia e Danimarca. Dimenticavo, ti portano la barca dove vuoi con un bel camioncino d'epoca.


giovedì 20 gennaio 2011


martedì 18 gennaio 2011

Deltania 20.5, solo per velisti ambiziosi


Guarda il VIDEO

Pesa poco più di Aspirina, che corrisponde al Deltania 20, eppure sembra avere linea e "performance" di tutto rispetto pur rimanendo anche una bella barca da crociera questa Deltania 20.5. Consiglio vivamente questo bel veliero promosso da Deltania e presente anch'esso al Boot 2011 di Dusseldorf.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza totale: 6.25 m
Lunghezza al galleggiamento: 5.85 m
Larghezza: 2.5 m
Pescaggio: 0.23 /1.20 m
Peso: 740 kg
Sup. velica: 18 m²
Peso chiglia+deriva: 250 kg + 50 kg
Altezza in cabina: 1,40 m
Letti: 5
Categoria: C
Qui abbiamo una bella FOTOGALLERY.



Heol 7.4 bikieler with bite



Bellissimo questo Heol 7.4, veliero carrellabile di dimensioni importanti quanto le sue caratteristiche tecniche, la doppia chiglia e il rigging Bergstrom ne fanno senz'altro una barca fuori del comune. 
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 7.50 m 
Larghezza: 2.55 m 
Peso: 1300 kg 
Peso deriva: 2x255 kg 
Pescaggio: 0.60 - 1.90 m
Sup. velica: 41 mq




Dal sito del suo progettista Defline Yacht Architecture


domenica 16 gennaio 2011

Porto verde Vs marina, qualche considerazione

Un Marina Park realizzato negli States
Si definisce lapalissiano un ragionamento o una affermazione le cui conclusioni appaiono immediatamente ovvie e scontate, e sarebbe quindi del tutto inutile dissertarne (da Wikipedia). A questo punto dovrei fermarmi qui, perché mettere a confronto un "marina" con un "porto verde" significa arrivare a delle conclusioni così ovvie e scontate che sembrerebbe inutile parlarne. Purtroppo non è così, io comunque mi ostino a riassumerle. Premetto che non ho mai pensato che i marina non debbano essere costruiti, anzi, ritengo altresì che debbano essere prima pianificati e poi realizzati in luoghi in cui il loro impatto ambientale non sia devastante ed in alternativa o assieme ai porti verdi destinati alla nautica piccola e popolare.
Ricordo brevemente pro e contro:

Marina:
(definisco brevemente un marina quale un porto con tanto di pontili, banchine, foranee e strutture accessorie come normalmente viene conosciuto)
  • Alti costi di progettazione e realizzazione;
  • Grandi difficoltà di realizzazione e gestione;
  • Grandi spazi per poche utenze principalmente fisse;
  • Alto impatto ambientale;
  • Alto prelievo dalle risorse pubbliche;
  • Basso ritorno alle risorse pubbliche;
  • Lunghi tempi di ammortamento;
  • Alti guadagni per i gestori privati;
  • Scarso ritorno all'economia turistica circostante;
  • Basso indotto e vantaggi nell'economia locale.
Porto verde:
(definisco brevemente porto verde come una struttura a secco consistente in un parcheggio per auto e carrello, scivoli a mare e strutture accessorie)
  • Bassi costi di progettazione e realizzazione (1 a 10 rispetto ad un marina);
  • Piccole difficoltà di realizzazione e gestione;
  • Grandi spazi per molte utenze a rotazione per tutto l'arco dell'anno;
  • Basso impatto ambientale;
  • Basso prelievo dalle risorse pubbliche;
  • Alto ritorno alle risorse pubbliche;
  • Brevi tempi di ammortamento;
  • Alti guadagni per i gestori pubblici e privati;
  • Alto ritorno all'economia turistica circostante;
  • Alto indotto e vantaggi nell'economia locale.
Ce n'è per un trattato di economia, chi può si faccia avanti.

Il Marina di Scarlino, ha un porto verde a fianco

sabato 15 gennaio 2011

Dai laghi della Frisia, FOX 22

Il sito FOX 22 Zeiljacht
Chi frequenta questo blog conosce la mia predilezione per i cabinati molto piccoli grazie alla loro economicità e facilità di gestione ma, sinceramente, questa barca olandese dalle linee d'acqua non troppo recenti ma riproposte in maniera eccellente mi sembra veramente bella. Purtroppo una espressa dichiarazione di copyright non mi permette di inserire foto che comunque potrete trovare nella loro FOTOGALLERY.

Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza totale: 6.60 m
Lunghezza al galleggiamento: 6.00 m
Larghezza: 2.50 m
Pescaggio: 0.90 m
Peso: 1100 kg
Peso deriva: 411 kg
Sup. velica: 23.50 mq


venerdì 14 gennaio 2011

Tirion One Design, Dit Is Zeilen!



Veramente bello il Tirion 21 One Design, veliero olandese dalle caratteristiche di un cruiser - racer. Barca relativamente leggera è discretamente invelata, ha la chiglia fissa, è molto rifinita e possiede una piccola cabina per due.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 6.25 m
Larghezza: 2.45 m
Pecaggio: 0.90 m
Peso: 675 kg
Peso chiglia: 225 kg
Sup. velica: 20.35 mq
Dimenticavo, in zona si possono fare degli ottimi charter a prezzi altrettanto buoni, in modo da poterne apprezzare tutte le caratteristiche prima dell'acquisto: Sailingpoint. Anche l'usato si trova a prezzi molto buoni, ritengo che sia una barca che meriti, il giusto compromesso tra divertimento e piccola crociera costiera in tutta sicurezza.

Dal sito Sailingpoint


Dacia Duster, competitiveness

Dacia Duster da Autoblog
Un vero e proprio SUV questa Dacia Duster, a 11900 € in versioni sia 4x2 che 4x4 quindi con una capacità di traino rispettivamente di 1200 e 1500 kg. Insomma, spaziosa, economica e, come d'abitudine, sembra essere un ottimo compromesso per trasportabilità, spazio, massa contenuta ed economicità. L'ho vista stamani e sinceramente non mi è dispiaciuta affatto.


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