mercoledì 21 dicembre 2011

Lunne, kanotsegling

Una bellissima canoa a vela, dal sito Lunne
Ho un debole per le canoe a vela perché hanno il fascino antico, mai abbandonato, dei grandi esploratori del passato, che navigano tra i canyon, nei fiumi e nei laghi, nei mari sconosciuti e lontani. E non poteva essere altro che una "casa" svedese a realizzare questa piccola meraviglia, il Lunne, una canoa  a vela dalle caratteristiche mozzafiato, come essi stessi la definiscono. Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 6 m
Larghezza: 1.75 m
Peso: 170 kg
Pescaggio: 0.16 - 1.20 m
Utilizzabile anche da due persone è la canoa ideale per fare camping nautico e, a questo scopo, è stata  attrezzata rendendola in pratica un piccolissimo cabinato. Fantastica!

Una piccola cabina tenda, dal sito Lunne
C'è da aggiungere che con i suoi 170 kg di peso Lunne è un piccolo veliero facilmente carrellabile e gestibile sia da casa che dalla spiaggia.

Sul carrello, dal sito Lunne 
Lunne in navigazione, è proprio bella e le spenderei volentieri le circa 20000 £ che costa.

In navigazione, dal sito Lunne 
Un bel video in cui si vede anche la sorella maggiore, Tejst:



martedì 20 dicembre 2011

Happy Glampers with sailing


Opera, vista esterna

Sarà di nuovo colpa della crisi ma il camping è tornato alla ribalta in modo alquanto inaspettato, il Glamping, parola che deriva dall'unione delle parole "camping" e "glamour", insomma un camping chic, comunque lo si voglia chiamare un campeggio all'insegna della comodità e del lusso.

Opera, il carrello


Una delle più belle proposte di "glamping mobile" è l'Opera un mix tra un camper ed una tenda, che il suo progettista ha voluto modellare sulla Opera House di Sidney. Sebbene il suo acquisto sia abbastanza impegnativo, intorno ai 30.000 €, questa soluzione è molto interessante ed innovativa, infatti al suo interno ci sono tutte le comodità che avremmo a casa nostra ma allo stesso tempo con la possibilità di muoversi in completa libertà.

Opera, vista davanti
Devo essere sincero, nel sito dell'Opera non si trovano informazioni dettagliate sui pesi, mi sembra di aver letto da qualche parte che la massa totale si aggiri sui 1200 kg, le altre dimensioni invece le troviamo nella sua BROCHURE. Libertà con stile ed eleganza, questo è il nuovo modo di viaggiare e fare vacanza che Opera propone, decisamente bello ed attraente.

Opera, interni
Ad uno stile ed eleganza del genere potrei abbinare la più bella deriva attualmente esistente nel mercato, semplicemente appoggiandola e fissandola sopra il pianale di Opera. Parlo del TRUC 12, di CrusYacht. Ne convenite?

Fantastico TRUC12, dal sito CrusYacht

Immaginatevi di fare glamping con Opera e Truc12 in un posto così:


Glamping al mare,  Opera
E c'è anche un video dimostrativo.



lunedì 19 dicembre 2011

A vela o a motore? Perché dover scegliere!

Skellig M a vela, dal sito Plasmor
Veramente degna di nota ed interessante questa scelta del cantiere francese Plasmor nel proporre lo Skellig M, una barca "ibrida" con la quale si può decidere se andare a vela o a motore. Classificato come day boat per la crociera costiera ha un bel pozzetto ed una cabina comunque abitabile per due, ha inoltre la bella linea classica delle barche da pesca bretoni ed è facilmente carrellabile per il suo peso contenuto.

Skellig M a motore, dal sito Plasmor
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.35 m
Larghezza: 2.35 m
Peso: 430 kg
Sup. velica: 9 mq
Pescaggio: 0.35 m
Prezzo: intorno ai 18000 € tutto compreso.
Insomma mi piace questa soluzione ibrida per ogni occasione e facilmente gestibile. Bella!
Nella foto seguente lo scafo di un modello precedente, tanto per percepirne la bellezza e le rifiniture.

Skellig 2 ancien modèle, dal sito Plasmor
Abbiamo già parlato del Little Skellig, ma parleremo ancora delle belle barche bretoni e delle canoe a vela del cantiere Plasmor.


E' nato "Stupor Mundi"

"Stupor Mundi"
Una vita fa, quando ero un "manager" o meglio uno "yesman", nel promuovere un progetto scuola-lavoro ho insegnato per tre anni presso un Istituto Tecnico Professionale la materia di Total Manufacturing Management. Nelle lezioni spiegavo agli alunni come avrebbero potuto, una volta usciti dalla scuola, porre le basi per iniziare una piccola attività artigianale; abbiamo realizzato delle apparecchiature elettroniche vere e proprie partendo dal circuito stampato fino all'assemblaggio completo e, tra le altre cose, per concludere abbiamo simulato il loro lancio nel mercato. Come tutte le attività che ho portato avanti nel mio lavoro per me è stato un divertimento e occasione di grande soddisfazione, almeno finché in fabbrica le cose non sono cambiate, ma questo è un altro discorso. Avessi l'opportunità di insegnare oggi le stesse materie, ma in un altro ambito, proporrei questo progetto di personalizzazione di un piccolo yacht a vela.
Con scafo base Navikom di colore Dark Blue,  l'ho chiamato "Stupor Mundi" con il simbolo del leone rampante in omaggio a colui il quale nelle terre del Lago Trasimeno ha fatto costruire un bellissimo castello.

La base di partenza del mio "Stupor Mundi"
Il veliero verrebbe assemblato con tutto l'occorrente e le migliori rifiniture possibili per l'effettuazione di lunghe crociere in mare, fornito anche di idoneo carrello per lunghi percorsi a terra, insomma un prodotto chiavi in mano di lusso, ma allo stesso tempo relativamente economico nell'acquisto e nella gestione.
Rispetto a quanto fornito dal fabbricante il veliero avrebbe il ponte verniciato color panna chiaro così come le vele. Verrebbero poi aggiunti loghi e scritte personalizzati, anch'essi color panna chiaro o blu scuro. Lazy yack, spray hood, fascia anti UV per il genoa rollabile, tendalino, copri winch e copri timone saranno in stoffa impermeabile di color blu scuro. Altre caratteristiche di pregio dovrebbero essere il pozzetto e ponte rifiniti in teak sintetico, verrebbe montato l'oblò che si affaccia in pozzetto dalla cabina di poppa, l'impianto elettrico sarebbe gestito da un quadro elettrico con relativa impiantistica per collegamento alla rete, poi verrebbe inserito un piccolo lavabo nel bagnetto e una doccetta in pozzetto, infine la barca ovviamente verrebbe consegnata con tutto quanto necessario dal punto di vista dell'elettronica come l'ecoscandaglio, il GPS, il segnavento, stazione meteo, VHF, TV, etc. e della sicurezza inclusi i salvagente e le dotazioni previste per la navigazione entro le sei miglia. Non ultimo il kit per gestire le fasi di mast raising da una sola persona. 
Gli interni dei nuovi modelli del Viko 20 sono molto eleganti. 

Gli interni del Viko 20, dal sito Navikom
E gli spazi non sono mai mancati:
Gli interni , dal sito di Yann de Caseneuve
Il motore installato dovrebbe essere un 4CV 4T con accensione elettronica, comandi separati e carica batteria. Il carrello scelto sarebbe sicuramente un mono asse con una portata complessiva di 1300 kg, basculante, completo di rulliere, argano, supporto per l'albero e quanto necessario per facilitare il varo e l'alaggio da scivolo. Il prezzo della barca completa di tutto, tasse, trasporto  e carrello inclusi si dovrebbe aggirare intorno ai 25.000 €.
Spero di avervi stupito!

Il pozzetto di Stupor  Mundi rifinito in Teak.
L'oblò della cuccetta di poppa che da nel pozzetto installato da Yann su Passe Par Tout:

L'oblò , dal sito di Yann de Caseneuve
Questo è il quadro elettrico che monterei, esattamente sotto le scalette:

Il quadro elettrico
"Stupor Mundi" come potrebbe essere:


Una simulazione di Stupor Mundi, da un'iimagine tratta da Bootsplanen

sabato 17 dicembre 2011

L'ardua tassazione dei disonesti



Mia moglie fa l'insegnante elementare e guadagna poco più di 1500 euro al mese dopo vent'anni di lavoro, il suo stipendio è fermo da anni e lo sarà ancora per molto. Qualche anno fa il Governo decise che i dipendenti statali erano tutti dei fannulloni e che andavano puniti quindi da allora ad ogni giorno di malattia vengono detratti, mi sembra, intorno ai 15 €. Elena ha sempre lavorato seriamente forgiando al meglio i suoi studenti e fortunatamente non è stata mai in malattia. Questa umiliazione purtroppo l'ha dovuta sopportare, non solo a causa di cattivi governanti, ma anche per la disonestà di colleghi che con i certificati medici si facevano le settimane bianche. E' quello che sta succedendo con i falsi invalidi, la scure punisce tutti per colpa dei disonesti. 
Ugualmente vale per questa tassa sul lusso, al Presidente di UCINA è sfuggita una triste realtà: i nostri porti sono pieni di mega yacht intestati a società di comodo situate nei paradisi fiscali con i quali migliaia di evasori disonesti fanno le loro vacanze nel loro, e nostro, Bel Paese d'origine. Dicono tutti che questi "Signori" se ne andranno, che se ne vadano e, per favore, che non si facciano più vedere. E' anche per questa ragione che ieri l'altro non ho voluto guardare in TV il bel concerto di un noto cantante lirico italiano, lui non so se abbia un mega yacht ma ha certamente portato la sua residenza all'estero. Mi faccia il favore anche lui, non ci degni più della sua presenza che, per quanto apprezzabile, oggi mi è solo fastidiosa.
Il momento "clou" è al minuto 6.46.


venerdì 16 dicembre 2011

Meraviglioso piccolo boat/yawl


Questo barchino è semplicemente meraviglioso, stavo pensando che realizzato su di una base leggera si potrebbe portare anche con la bici. Fantastico, un 9 piedi cabinato con motore elettrico non s'era mai visto.


giovedì 15 dicembre 2011

Il natante da diporto e la sua lunghezza

Aspirina in tutta la sua lunghezza, ovvero 5.5 metri
Qualche chiarimento vista la preoccupazione di molti (non mi assumo responsabilità):

Art. 3. (D.Lgs 171/05)
Unita' da diporto
........
d) natante da diporto: si intende ogni unita' da diporto a remi, o con scafo di lunghezza pari o inferiore a dieci metri, misurata secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 per la misurazione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto.

" ....Ai fini delle convenzioni internazionali, la "lunghezza fuori tutto" indica la lunghezza massima dello scafo, escluse le eventuali "appendici", ovvero plancette, bompressi, delfiniere, spoiler, e comunque qualsiasi cosa sia sporgente oltre la lunghezza dello scafo vero e proprio, ma non ne faccia parte ai fini strutturali. L'appendice, quindi, è qualcosa che viene "aggiunto" allo scafo, ma non ne è parte integrante ed eccede, con il suo ingombro, oltre la lunghezza dello scafo vero e proprio, e non viene conteggiato ai fini del calcolo della "lunghezza fuori tutto". Tale accezione è stata recepita dalla normativa italiana del diporto nautico, per definire le misure di lunghezza delle unità da diporto fino all'entrata in vigore della legge n° 172 dell'8 luglio 2003 "Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico", La legge 172 dell'8 luglio 2003, nel recepire le direttive CE in materia, introduce, come parametro di riferimento per la misura della lunghezza delle unità da diporto, le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666. In quest'ottica viene intesa la "lunghezza massima" di un'unità da diporto come la distanza fra due piani perpendicolari alle estremità prodiera e poppiera della barca, quindi comprensiva di qualunque "appendice" dello scafo, inclusi bompressi, delfiniere od altro, mentre la "lunghezza scafo" è la distanza fra due piani perpendicolari alle parti più estreme dello scafo escludendo solo quelle appendici che siano non soltanto non strutturali, ma che possano essere rimosse senza azione distruttiva. Per esempio, un "bompresso" amovibile di una barca a vela, o una plancetta o una delfiniera che siano state applicate alla barca mediante giunzioni facilmente asportabili, non vengono computati ai fini della lunghezza dello scafo, ma se uno di questi elementi aderisce alla struttura dell'unità al punto da richiedere un'azione di taglio o simili interventi "distruttivi", appunto, per separarsi dal corpo galleggiante, tale elemento viene, a differenza di quanto avveniva precedentemente, valutato nella misura della lunghezza dello scafo. Il più recente D.L. 171 del 18 luglio 2005, in ottemperanza alla già citata direttiva CE, ricalca pienamente tale visione della misura delle unità da diporto, riconducendola appunto alle mensionate "norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 ....". 

Fonte: Scuola Nautica

Salvare la barca dalla crisi

STATO ATTUALE
Ecco il mio progetto "Salva Barca" in risposta a ciò che il futuro potrebbe riservare anche alla nautica minore poiché ho il triste presentimento che siamo solo all'inizio.

Attualmente dove è previsto il rimessaggio c'è un bellissimo cedro che però sta diventando pericoloso per le sue dimensioni, dovrà comunque essere abbattuto. Al suo posto sono stati piantati altri alberi.
STATO MODIFICATO
Il piccolo piazzale, pavimentato con "grigliato erboso" potrebbe avere una funzione polivalente, oltre al rimessaggio per la barca potrebbe contenere una piccola piscina prefabbricata o un gazebo.

STATO MODIFICATO CON BARCA
Ed ecco infine il rimessaggio di Aspirina, forse così potrò salvare la barca dalla crisi. Stiamo colando a picco anche se molti non se ne sono accorti.


Il Decreto Salva Italia e la tassa sulle imbarcazioni, ultime modifiche

Mario Monti, dal Sole24Ore
Nota: Il Decreto è stato ulteriormente e definitivamente modificato. Nella modifica interessa il seguente articolo 15-ter:
La tassa di cui ai commi 2 e 3 è ridotta dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione dell'unità da diporto, rispettivamente, del 15, del 30 e del 45 per cento. I predetti periodi decorrono dal 1 o gennaio dell'anno successivo a quello di costruzione. 
In pratica viene ristabilito l'articolo 5. che era stato eliminato. In soldoni un 14 metri di 10 anni paga un migliaio di euro.

2. Dal 1° maggio 2012 le unità da diporto che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno, o frazione di esso, nelle misure di seguito indicate:
a) euro 5 per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri;
b) euro 8 per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri;
c) euro 10 per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri;
d) euro 30 per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 24 metri;
e) euro 90 per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri;
f) euro 207 per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri;
g) euro 372 per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri;
h) euro 521 per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri;
i) euro 703 per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri.
3. La tassa di cui al comma 3 è ridotta alla metà per le unità con scafo di lunghezza fino ad 12 metri utilizzate esclusivamente dai proprietari residenti, come propri ordinari mezzi di locomozione, nei comuni ubicati nelle isole minori e della Laguna di Venezia, nonché per le unità a vela con motore ausiliario.
4. La tassa di cui al comma 3 non si applica alle unità di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, a quelle obbligatorie di salvataggio, ai battelli di servizio, purché questi rechino l’indicazione dell’unità da diporto al cui servizio sono posti, nonché alle unità di cui al medesimo comma 4 che si trovino in un’area di rimessaggio e per i giorni di effettiva permanenza in rimessaggio.
5. Sono esenti dalla tassa di cui al comma 3 le unità da diporto possedute ed utilizzate da enti ed associazioni di volontariato esclusivamente ai fini di assistenza sanitaria e pronto soccorso.
6. Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui ai commi 3 e 4 la lunghezza è misurata secondo le norme armonizzate EN/ISO/DIS 8666 per la misurazione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto.

7. Sono tenuti al pagamento della tassa di cui al comma 3 i proprietari, gli usufruttuari, gli acquirenti con patto di riservato dominio o gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria. Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabilite le modalità ed i termini di pagamento della tassa, di comunicazione dei dati identificativi dell’unità da diporto e delle informazioni necessarie all’attività di controllo. I pagamenti sono eseguiti anche con moneta elettronica senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Il gettito della tassa di cui al comma 1 affluisce all’entrata del bilancio dello Stato 10. 
8. La ricevuta di pagamento, anche elettronica, della tassa di cui al comma 3 è esibita dal comandante dell’unità da diporto all’Agenzia delle Dogane ovvero all’impianto di distribuzione di carburante, per l’annotazione nei registri di carico-scarico ed i controlli a posteriori, al fine di ottenere l’uso agevolato del carburante per lo stazionamento o la navigazione.9. Le Capitanerie di porto, le forze preposte alla tutela della sicurezza e alla vigilanza in mare, nonché le altre forze preposte alla pubblica sicurezza o gli altri organi di polizia giudiziaria e tributaria vigilano sul corretto assolvimento degli obblighi derivanti dal presente articolo ed elevano, in caso di violazione, apposito processo verbale di constatazione che trasmettono alla direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate competente per territorio, in relazione al luogo della commissione della violazione, per l’accertamento delle stesse. Per l’accertamento, la riscossione e il contenzioso si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi; per l’irrogazione delle sanzioni si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, esclusa la definizione ivi prevista.
Le violazioni possono essere definite entro sessanta giorni dalla elevazione del processo verbale di constatazione mediante il pagamento dell’ imposta e della sanzione minima ridotta al cinquanta per cento. Le controversie concernenti l’imposta di cui al comma 1 sono devolute alla giurisdizione delle commissioni tributarie ai sensi del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546.
10. Per l’omesso, ritardato o parziale versamento dell’imposta si applica una sanzione amministrativa tributaria dal 200 al 300 per cento dell’importo non versato, oltre all’importo della tassa dovuta.

mercoledì 14 dicembre 2011

Les 12 m² du Havre

Dal sito Bruno Jeanson
Grazie alla segnalazione di Damiano Vivarelli, grande appassionato di queste barche, vi segnalo il blog degli amanti di questa classe di velieri, la 12 m² du Havre. Associandosi alla classe è possibile acquistare i piani di costruzione delle imbarcazioni che sono stati realizzati tra gli anni '20 e '50 del secolo scorso ma ci sono anche dei cantieri artigianali che le costruiscono come il Chantier Naval Florance che realizza i modelli Sitta 6.95 e 7.2. Avevamo parlato di questo cantiere perché può fornire ai suoi clienti il kit di fabbricazione del DORIS, una simpaticissima deriva d'epoca realizzabile con grande facilità in varie dimensioni.
In questo video tutti gli appassionati di velieri carrellabili possono finalmente ammirare un sistema intelligente per alare e varare una barca con chiglia senza gru: Sterna ber roulant. Ecco "Sterna" bella sbandata, meravigliosa!

Dal sito Bruno Jeanson
Ed infine un video, tanto per farsi un'idea di che meraviglie si parla:


martedì 13 dicembre 2011

Quando gli Egizi navigarono sul Mar Rosso


Sulle pareti del tempio di Deir el Bahari a Luxor, un bassorilievo ha lasciato a lungo perplessi gli archeologi e gli egittologi. Si vedono cinque imbarcazioni a vela che navigano verso la misteriosa "terra di Punt" su richiesta della potente regina Hatshepsut. Mentre fino ad oggi si era creduto che la flotta dei Faraoni fosse stata confinata solo nelle acque interne del Nilo, ora l'affresco di Luxor suggerisce un'altra ipotesi: la spedizione di Hatshepsut avrebbe attraversato il Mar Rosso per salvare le coste a sud dell'Impero ... E' possibile immaginare che un tale viaggio potesse essere effettuato con le capacità tecniche di allora? La domanda che è una sfida alle nostre conoscenze è a lungo rimasta senza risposta. Recenti esplorazioni archeologiche effettuate a Mersa Gawasis, sulla costa egiziana del Mar Rosso, hanno rianimato il dibattito. Un team di archeologi ha fatto importanti scoperte tra le quali alcune parti delle navi di Hatshepsut. Come si fa a provare la capacità tecnologica dei naviganti Egizi? Per l'archeologo americano Cheryl Ward, uno specialista in navigazione antica, l'unica soluzione era quella di ricostruire una delle navi della flotta di Hatshepsut e verificarne le doti marine. E' questa l'avventura che racconta il film, ripercorre le fasi della costruzione di Min, la barca e i pericoli occorsi durante la navigazione. Un viaggio favoloso!
Il film completo lo potrete vedere su ARTE', la nuova data di diffusione è Giovedì 22 Dicembre alle 10.15. Da vedere.

Via: Videos Arté TV

Barchetta sacra egizia al MAEC di Cortona

Nautic 2011, Elan 210 comme un grand

VIDEO di Voiles et Voiliers
Enorme successo dell'Elan 210 anche al Nautic 2011 di Parigi presentato in questo bel VIDEO dalla rivista Voiles et Voiliers . Ne avevamo già parlato, Elan 210 la grande sorpresa di Dusserldorf, quindi non mi dilungo. Posso solo dire che un veliero così non può non avere successo, queste sono le barche del futuro. Purtroppo in Italia mancano le strutture per accoglierle come gli scivoli e i porti a secco ma non gli assurdi divieti di avvicinarsi a riva ovunque, e nel nostro paese siamo sempre in ritardo su tutto, senza dover necessariamente mancare di citare chi dobbiamo ringraziare come al solito gli Amministratori più pagati del mondo. Nonostante tutto, buon vento Elan 210, importato in Italia da Adriaship.

Elan 210 in nomination come Yacht of the Year 2012


Novità Nautic 2011, Ikone J Rando e Gazelle Croisière

VIDEO da Voiles et Voiliers
Grazie alla segnalazione di Aurelio ecco il video di presentazione della rivista Voiles et Voiliers dell'Ikone J Rando del cantiere Espace Vag e della Gazelle Croisière del cantiere Marine Composites, esposti per la prima volta al Nautic 2011 di Parigi. L'Ikone J Rando è la versione da crociera del più sportivo Ikone J, già presente nel mercato da alcuni anni. L'Ikone J Rando ha un albero in carbonio senza sartie, strallo e paterazzo che permette un facile avvolgimento della randa, è una barca a vela semplice ed economica da usare, ha un ampio pozzetto ed una piccola cabina per due. Questa filosofia del veliero carrellabile leggero e gestibile da terra, come ben sapete, mi piace molto. Gli avvenimenti degli ultimi giorni ci stanno mostrando che oggi non è importante quanto si paga una barca ma quanto ci permette di risparmiare, non dimentichiamocelo mai. Molto bella anche la linea classica della Gazelle Coisière.

La Gazelle Croisière, da Ouest France Enterprises


lunedì 12 dicembre 2011

What a wonderful world



Meraviglioso questo video, quanto la notizia che la Conferenza sul Clima di Durban si è conclusa con un accordo storico, di importanza vitale per il nostro pianeta, (Fonte BBC). "Oggi abbiamo salvato il domani", ha esordito la Presidente dei Colloqui Maite Nkoana-Mashabane alla conclusione dei lavori.
Buon Vento Terra!



Almeno cinque ragioni per dire NON E' VERO!

Il mio barchino, prima o poi, tornerà sotto casa
Non esprimo il mio disappunto in controtendenza su questo argomento "bollente" perché sono stato uno dei "graziati" dalla tassazione sulle imbarcazioni di lusso del Decreto Monti, se fosse passata la prima versione di colpire anche i natanti avrei dovuto fare spazio nel mio piccolo giardino e tenere la barca sotto casa, invece che in un lago di seconda categoria con la chiglia che rischia di "inchiodarsi" tutte le volte che esce, per quanto meraviglioso. Extrema ratio ho pensato anche di affondarla. Sicuramente sarei stato nero anch'io, forse lo sarò in futuro perché non è detta l'ultima parola e capisco lo sconcerto, il disagio ed anche la rabbia dei molti armatori, molto meno accetto quella degli operatori del settore nautico, vedi fabbricanti, ormeggiatori, editori, velisti di professione, etc, insomma tutti quelli che su "questa nautica" ci stanno facendo affari d'oro. In soli cinque punti, come sempre per semplicità, vi spiego perché l'indignazione di questi signori, che io definisco "faraboloni della nautica" non è affatto onesta, e farebbero bene ad indignarsi poco, a me non solo indignano loro ma a questo punto mi mettono la nausea:
  1. Nel realizzare barche e nel venderle si è pensato alla grande, "oramai rendono solo quelle dai dodici metri in su" si è detto, ridetto e stradetto in ogni lingua e/ o versione dei fatti, dai 150.000 € in su per intenderci, esclusi gli accessori. Questo è il "target" scelto dall'industria nautica italiana. perdonatemi, non mi si venga a dire che questi yacht non sono un bene di lusso. Questa è la prima grande bugia.
  2. Questa corsa "al grande" ha condizionato tutto il comparto della nautica da diporto escludendo di fatto i più piccoli. Per una barca al di sotto dei dieci metri è diventato quasi impossibile trovare un posto decente in un porto decente. Tanti armatori si accontentano di essere letteralmente derubati nel tenere le loro barche in terza fila, tra le pantegane, a rischio esondazione, lungo le sponde di alcuni noti fiumi italiani, felici e contenti di spendere duemila euro in meno rispetto al nuovo porto costruito fuori dalla foce, chi s'accontenta gode, certo a loro in un porto qualsiasi un posto durante l'estate non verrà mai negato. Il povero disgraziato che ha una barca di otto metri invece se ne starà fuori a sbattere la chiglia contro il frangiflutti se gli va bene. Non mi si venga a dire che questi yacht non sono per privilegiati, ovunque vengano ormeggiati, e questa è la seconda grande bugia.
  3. Ne ho fatti tanti di conti in questi ultimi dieci anni. Mio fratello, quando gli comunicai l'intenzione di comprare una barca, mi disse testualmente "te sei matto, lo sai cosa costa? Eppure ne sappiamo qualcosa". Infatti aveva ragione e per questo motivo ho registrato tutte le spese, ma veramente tutte, e le mie barche sono state sempre piccoline, al massimo 24.7 piedi. Ebbene, oltre alla quasi impossibilità di trovare un posto barca, mantenere una barca di poco più di sette metri costa dai 3000 ai 5000 €/ annui, secondo dove la si tiene. Non c'è solo l'ormeggio che è l'aspetto più impegnativo dal punto di vista economico, ci sono l'antivegetativa, le assicurazioni, le riparazioni, la manutenzione e l'aggiornamento dei dispositivi a bordo. E' acclarato da tutti ed arcinoto che una barca di dimensioni superiori ai 10 metri, in Italia e solo qui da noi, costa di ormeggio e mantenimento circa 1000€ al metro/ annue. Questo significa lo stipendio "basso" di una gran parte degli italiani di oggi. Poi da aggiungere ci sono i costi delle crociere e su questo non conviene addentrarsi, d'altro canto fanno "indotto" dicono questi signori. Chi asserisce che mantenere una barca non è da ricchi dice la terza bugia.
  4. La quarta chicca è il mercato dell'usato. Oggi molto meno vista la crisi, ma solo cinque anni fa quando ero ancora un illuso, nell'andarmi a cercare la mia bella barchetta per passare le vacanze con tutta la famiglia cominciai subito a rendermi conto che ambiente di squali è quello della nautica. Immensi cadaveri che appena stavano a galla a dei prezzi impensabili, rispetto ad oggi il rapporto è, come minimo, del cinquecento per cento. Infatti finché le cose andavano bene, ovvero senza la Cina e la globalizzazione, il mercato dell'usato era letteralmente gonfiato e assurdo. Oggi vendere una barca è diventato quasi impossibile e chi ce l'ha se la tiene, fatto salvo per quelli che riescono a rifilarla a qualche coglione che crede ancora che sia possibile mantenersi una barca in Italia senza essere derubati. E questa è la quarta bugia perché oggi comprare una barca se non si è ricchi è solo da imprudenti.
  5. Anno scorso, quando ero ancora socio del Circolo Velico, aumentarono di punto in bianco gli "oneri" del 25%, due anni prima del 10%. A testa bassa pagai, poi me ne sono andato, ho trovato un posto meno impegnativo dal punto di vista economico e, consapevole che non durerà molto, ogni giorno misuro il giardino per vedere come e dove potrò mettere la mia piccolina. Per le barche a vela, specialmente quelle entro i 16 metri che sono barche molto grandi ed impegnative, questa tassazione ritenuta da questi operatori della nautica una "mostruosità", corrisponde più o meno agli incrementi annuali che loro hanno chiesto negli anni passati ai loro facoltosi clienti e che, pochi casi a parte, hanno pagato tutti a testa bassa presi per i fondelli dal loro mellifluo "penso a tutto io". Rabbrividisco di fronte a questa quinta bugia.
Ce ne sarebbero altre di bugie, ma mi fermo qui. Con tristezza faccio un'ultima osservazione: i molti ricchi di oggi, i figli dei privilegi, dell'evasione, dell'arroganza, del mondo della finanza e della politica non hanno nessuna dignità e sono quasi tutti dei bugiardi, quando va bene. Ieri in TV hanno detto che un Consigliere Regionale arriva a guadagnare quasi 8000 € al mese, loro possono certamente mantenersela una bella barca, anche con la tassa sul lusso del Governo Monti ma sono convinto che prima o poi troveranno il sistema di farla pagare anche a me, certamente per pagare meno loro.


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