mercoledì 10 settembre 2014

Isola di Malu Entu in vendita



L'isola di Mal di Ventre, o meglio ancora in sardo Malu Entu, è in vendita su Vladi. Solo una cucuzza e mezzo, si fa per dire, per un'isola che si trova a quattro miglia al largo della costa occidentale della Sardegna, vicino alla città di Oristano e Cabras.
Si tratta di ca. 2 km di lunghezza, 0,8 km nel punto più largo e circa 18 m sopra il livello del mare, nel punto più alto.
L'isola è prevalentemente granito e feldspati coperti da bassa vegetazione con una varietà di fauna tra cui gabbiani, berte e cormorani. L'interno dell'isola è prevalentemente roccia con pochi alberi.
Le uniche strutture sull'isola sono alcuni ruderi vicino a un vecchio molo in pietra.
Grazie alla sua posizione appartata, l'isola è stata in grado di mantenere il suo ecosistema. In inverno, le pecore pascolano sul salice rosmarino, che è abbondante sull'isola.

La storia umana di questa antica isola risale al neolitico (6000/2700 a.C.) quando sull'isola, forse collegata alla penisola di Capo Mannu si praticava la caccia. Infatti sono stati ritrovati numerosi frammenti e pezzi di punta di freccia di ossidiana nonché frammenti di macine dell'epoca nuragica. Fra l'altro su questa isola, proprio a lato della cala dei pastori, vi è la presenza di un nuraghe bilobato, in parte franato in mare così. 
La frequentazione umana si è consolidata prima in epoca fenico punica e successivamente in epoca romana, così come appare dalle numerose testimonianze abitative ritrovate sull'isola. In particolare si segnala la presenza di una villa romana assai estesa (forse sede di un nobile esiliato da Roma nel I o II secolo d. C.) nella quale vi erano anche delle colonne di calcare che nel corso di questi ultimi anni sono state rubate. Tale testimonianza è avvallata non solo dal Generale Alberto della Marmora ma anche dal Canonico Giovanni Spano che parlarono in diverse occasione dell'isola. 
Per la verità ancora oggi, proprio dietro la capanna chiamata dei pescatori, è possibile vedere tra gli arbusti di Lentischio e di Fillirea, centinaia di massi frammisti a pezzi di embrici e cocciame appartenenti a manufatti di varia epoca e funzione. (Via: Wikipedia).

Malu Entu in sardo significa "cattivo vento".

VLADI - PRIVATE ISLAND FOR SALE


martedì 9 settembre 2014


lunedì 8 settembre 2014

FIAT 500L Trekking, il campeggio nautico al via

FIAT 500 Trekking, foto tratta da TheTruthAboutCars
Ci siamo decisi, non appena anche Tommaso sarà autonomo venderemo le nostre due auto per averne una sola, ci piace molto questa Fiat 500L Trekking. Personalmente, ma credo valga anche per Elena, preferisco quella verde.

FIAT 500L Trekking al Salone di Ginevra, da allaguida
La FIAT 500L Trekking ha una capacità di traino di 1100 kg quindi, teoricamente, è in grado di trasportare la mia barca, incluso il carrello ed accessori. 
Di recente mi sono innamorato anche di questa meravigliosa mini roulotte d'epoca, la Lander Levante Graziella 300, un piccolo caravan che fu progettato per essere trasportato proprio con la Fiat 500, infatti pesa poco meno di 300 kg.
Sarebbe magnifica per me ed Elena.

Levante Lander Graziella 300, da varie foto trovate in rete
Ce ne una in vendita su Subito per soli 2000€. Mannaggia, la vile pecunia.

Levante Lander Graziella 300 su Subito

Arezzo, tesori e tradizioni in mostra


E' stato impossibile dire di no ad Elena che è voluta a tutti i costi andare in centro a vedere la sfilata della Giostra del Saracino, la mattina eravamo stati immersi nel silenzio e nella solitudine del nostro amatissimo lago, non potevo fargli pesare più di tanto la mia avversione ai luoghi affollati e la mia latente "agorafobia".
Questa era la mia faccia prima che arrivassero i figuranti della sfilata.


Poi chissà, forse è stato grazie ai rulli dei tamburi che ti entrano dentro facendoti sobbalzare, come d'incanto mi sono rasserenato e ho cominciato a tifare anch'io il mio quartiere, Porta Santo Spirito.


Elena tifa Sant'Andrea che vince quasi sempre, invece ieri ha vinto proprio il mio quartiere, il Santo Spirito. I quartieri sono quattro Santo Spirito, Sant'Andrea, Porta del Foro e Porta Crucifera e, come voi tutti saprete, la sfida è a cavallo e lancia contro il buratto.
Terminata la sfilata siamo saliti al "Prato" a vedere la Fiera Antiquaria, sempre molto affascinante.


Ma la cosa straordinaria che che siamo riusciti a vedere è stato il MUDAS, il Museo Diocesano d'Arte Sacra. Prima abbiamo visitato la mostra "Il Libro della Speranza", l’esposizione raccoglie 38 opere di arte contemporanea di Kamilla Chilingarova e Aleksandr Smirnov, che raccontano storie tratte dalla Bibbia, nate dopo la lettura di alcuni brani dei Vangeli e dell’Apocalisse, in un percorso che parla di maternità e speranza.


Da lì siamo entrati con soli 2€ a testa nel MUDAS e soli, dicasi assolutamente soli per la mezz'ora circa che abbiamo passato nel museo mentre fuori nelle piazze c'erano decine di migliaia di persone che vagavano senza meta, abbiamo potuto ammirare inestimabili meraviglie di arte, pittura e scultura medievali e rinascimentali.


Nel museo vi sono esposte opere pittoriche di Vasari, Spinello Aretino, Signorelli ed altri importanti vissuti tra il XV e il XIX secolo. Una delle sale accoglie tre grandi e rari crocefissi lignei, del XII e XIII secolo, che simboleggiano il sacrificio di Cristo sulla croce, l’esemplare più antico risale al 1179 e in origine era rivestito di lamine in rame dorato e quindi concepito come un grande oggetto di oreficeria.


Come sempre ho fatto le foto anche per voi perché poteste verificare di persona di che opere si sta parlando, visto e considerato che questo museo è stato quasi completamente ignorato dai più. Queste sale sarebbero degne di essere presenti tra le più prestigiose nel Museo degli Uffizi.


Per questo motivo mi sono preso un doveroso e severo rimprovero dal personale addetto al museo, ma non ho potuto fare a meno di fare qualche foto, era tutto troppo meraviglioso. Purtroppo quando sono giunto ad un portale dipinto, originariamente presente nella nostra Basilica d San Domenico, ero già stato redarguito perciò non l'ho potuto fotografare, è bellissimo. Notevoli anche le opere del Vasari.
Nella mostra è presente una collezione di prestigiose oreficerie e parati sacri, tra le quali emerge per importanza la famosa Pace di Siena raffigurante da un lato il Cristo morto sorretto dagli angeli e dall’altro la Madonna Addolorata. Si tratta di un opera di manifattura francese di grande raffinatezza e rarità in oro, smalti, pietre preziose e perle. Databile agli inizi del Quattrocento, la Pace fu donata da Papa Pio II Piccolomini alla cattedrale di Siena, che a sua volta la donò alla cattedrale aretina nel 1799 durante i moti anti francesi del Viva Maria.


A questo punto mi chiedo come sia stato possibile che in una giornata come quella di ieri in cui la città era stracolma di gente una mostra di tale portata sia stata pressoché ignorata. 
Io credo che qui ad Arezzo, e questo vale anche per la maggior parte dei nostri tesori artistici ed architettonici presenti in tutta Italia , manchi un'adeguata comunicazione ed informazione. Siamo un po' stanchi di sole chiacchiere.



Sotto queste colonne c'è il portale della Pieve di Arezzo. Nello strombo dell'arco sono raffigurate le "stagioni" risalenti alla scuola dell'Antelami, una magnifica scultura di arte romanica ignorata da tutti perché nessuno sa che esiste. Attualmente è anche poco visibile perché coperta da un'orribile grata per la protezione dai piccioni.



domenica 7 settembre 2014



Polvere di Stelle


Stamani sul nostro lago una polvere di stelle è discesa dal cielo e lo ha illuminato con un velo d'argento. Magnifico!
C'era quella brezzolina lieve, tanto ricercata e aspettata da noi amanti della vela lenta che ci ha fatto navigare dolcemente e tranquillamente sulle acque del lago.
Ieri non avevamo potuto accettare l'invito di Giovanni e Gabriele di andare con loro alla Polvese, non sono stati solo gli impegni familiari a farci desistere, erano previste raffiche con le quali noi non ci troviamo troppo a nostro agio.


A fine mattinata, quando ce ne siamo andati abbiamo visto che il Circolo Velico ha organizzato una bella iniziativa di vela per disabili. Bravi.
E' stata una mattinata meravigliosa.



sabato 6 settembre 2014

Professional Kayak, Dios está en los detalles

PK-1, Professional Kayak con randa e genoa
"Dio è nei dettagli", questa celebre frase è dell'architetto Mies Van der Rohe, che noi prendiamo come una filosofia di lavoro". (Professional Kayak).

E sembra proprio l'abbiano presa alla lettera questa frase i fabbricanti di questi bellissimi trikayak a vela e pedali spagnoli, situati nei pressi del confine con il Portogallo, affacciati sul Golfo de Càdiz.
Mi piace molto il piano velico, con randa e fiocco rollabile, mi piace la possibilità di navigare a pedali quando non c'è vento, mi piace la cura dei particolari ed infine la linea e la forma.
Anche i prezzi sono interessanti e competitivi rispetto ai concorrenti, tra i 5000 e i 6000 €, secondo i posti.

Hymenopter H-1, Professional Kayak
Molto carino e a basso costo, dai 1815 €, l'Hymenopter H-1, questo davvero, considerate le sue dimensioni e pesi, si porta tranquillamente sul tetto dell'auto ma anche con la bicicletta:
Lunghezza: 2.70 m
Larghezza: da 0.68 a 2.40 m
Peso totale: 22 kg
Sup. velica totale: 5.25 mq


Mi piacerebbe proprio andarmelo a prendere direttamente in Andalusia e farmi un "tour" nella parte più bella della Spagna.

Tour dell'Andalusia, Canella Tour

venerdì 5 settembre 2014


Popular Mechanics: Rigging a sailing canoe

Immagine tratta da dngoodchild
Articolo tratto da Poular Mechanics, settembre 1930, Rigging a Sailing Canoe di C.Ed.Packer, da me parzialmente tradotto ed interpretato.

La canoa a vela è passata attraverso molte fasi. Alcune dei tipi precedenti assomigliavano a piccole golette, altre avevano due vele e un canoista che faceva sia da marinaio che da acrobata. 
Ma fra tutte quelle che ho provato, una in particolare si è distinta come la più pratica in tutti i sensi. E' quella da crociera realizzata dall'American Canoe Association comprendente una canoa aperta con una vela singola, due derive laterali e una pagaia che fa da timone. 
I vantaggi di questo armo velico sono l'economicità, la maneggevolezza, la sicurezza, la facilità di stivaggio o il trasporto, e la capacità di essere sorprendentemente veloce, se adeguatamente attrezzata. 
Lo scopo di questo articolo è di dimostrare come un armo velico di questo tipo possa rendere la canoa estremamente veloce e facile da manovrare.


Piano velico
In realtà non ha molta importanza da dove cominciamo quindi possiamo parlare subito della stessa vela. Il piano velico tipo “ladybug” è eccellente ed è stato testato per oltre 25 anni. Il tessuto utilizzato può essere cotone grezzo molto fine, comunemente chiamato “Zephir” o “baloon silk”. Questo tessuto è largo circa un metro quindi unitene 4 pezzi assieme con una doppia cucitura sovrapposta Poi mettete questo grande pezzo sul pavimento e spianatelo. Con riferimento al piano velico che si vede in figura, mettere un bel chiodo in un angolo con la scritta "bugna". Spianando ma senza tirare il tessuto contrassegnare anche gli angoli di "mura" e di "penna" secondo le dimensioni indicate. Tra questi tre chiodi tirare uno spago per contrassegnare accuratamente i bordi della vela. 


Dimensioni della vela, base dell'albero e supporto per le derive laterali
A seconda della forma dello scafo, più o meno arrotondato o più o meno piatto, si può modificarne la dimensione prendendo come base il disegno indicato aumentando la tela. Lungo tutti i bordi della vela, misurare 7 cm, segnare con un carboncino, piegare e orlare. Quando la vela è orlata, cucire un doppio spessore di nastro di tela lungo tutti i bordi. Perpendicolarmente alla balumina possono essere cucite tre tasche per le stecche lunghe 30 cm per 2,5 cm di larghezza, dividendo la sua lunghezza in quattro parti uguali. Per evitare che le stecche in abete rosso, realizzate in dimensioni adeguate, fuoriescano dalle tasche possono essere cucite al loro interno. Mentre gli occhielli possono essere cuciti nel nastro un modo più semplice è quello di cucire anelli galvanizzati ad intervalli di 15 cm come si vede in figura. Una volta completata, è bene rendere la vela resistente alle muffe. Sciogliere 100 gr di acetato di piombo e allume in polvere in una grande pentola piena d'acqua. Lasciate la vela in ammollo per una notte. Poi, senza strizzarla, appenderla per asciugarsi. Per i longheroni, dovrebbe essere utilizzato abete rosso. E se sui lati della vela dovrà essere cucito un nastro di rinforzo per evitare gli strappi sarà meglio andare sul sicuro se si realizzeranno due longheroni eccedenti di 20 cm circa gli angoli della vela. 

Dettagli costruttivi

Il resto della costruzione dell'armo velico lo si evince meglio dalla presa visione dei dettagli riportati in figura che in altre eventuali descrizioni che comunque potete trovare all'interno dell'articolo originale in inglese.
Preferisco invece riportare la stupenda immagine di una canoa a vela di fabbricazione canadese con questo armo velico, realizzata dalla Peterborough Canoe Company, trovata su Aquasno Skiers, A Small Sailing World and More.

Peterborough Sailing Canoe


giovedì 4 settembre 2014

Distillatore e desalinizzatore FAI-DA-TE veloce ed economico



Distillatore, desalinizzatore nonché depuratore FAI-DA-TE per l'acqua.
Grande per il campeggio nautico! E' molto a buon mercato, molto efficiente nella depurazione delle acque e molto veloce nel processo di distillazione / desalinizzazione. 
Distilla 2 litri di acqua potabile all'ora! Costa circa $ 65 (50 Euro) ed è molto facile da realizzare. 
E' molto compatto e quando è smontato occupa poco spazio. 
Consiste in un secchio, un tubo e un bollitore per il té. 
Il tubo, lungo 3 metri, è di rame,  il catino è realizzato in plastica senza composti organici volatili e con anti microbici, il bollitore da campeggio in alluminio è da 2 litri. 
I vari raccordi in rame si trovano nelle ferramenta.


mercoledì 3 settembre 2014



martedì 2 settembre 2014


Scaricare merda e sentirsi dalla parte della ragione




Bosa Marina, i diportisti sono sporchi, vietato dare fonda, con questo articolo la rivista SoloVela ci delinea in tutta la sua avvilente realtà lo spirito che anima ogni italiota verace, in questo caso egregiamente rappresentato dal diportista arrogante: se lo fanno gli altri perché non lo dovrei fare io?
E' già, è lo stesso discorso che fanno i nostri politici che a vari livelli stanno depredando le casse dello stato con ruberie, compiacenze, corruzione e nepotismi.
Ma rimaniamo in tema di merda, se la Capitaneria di Porto ha inteso bene di vietare la fonda vuol dire che i poveri bagnanti non ne potevano più di trovarsi nei pressi di stronzi galleggianti, eventualità che evidentemente non accade quando si ormeggia solo nei pontili o lungo il fiume. E' chiaro che una cosa è il "turn over" continuo di barche alla fonda che scaricano i loro liquami, altra cosa sono le barche ormeggiate in porto, spesso non abitate o forse solamente con gli armatori che si rendono conto che  se scaricassero tutti nell'ambito ristretto del porto si troverebbero sommersi dagli escrementi.
Non mi dilungo con ulteriori considerazioni, posso solo dare tutto il mio appoggio e comprensione alla Capitaneria di Porto di Bosa Marina e a tutti i bagnanti che frequentano quella magnifica baia e trovarmi in completo disaccordo con la rivista SoloVela che, indirettamente, vorrebbe dare giustificazione alla consolidata ed ignobile abitudine che hanno molti diportisti italiani, scaricare merda nelle baie infischiandosene degli altri e, citando Martin Luther King, ricordo a tutti che: "La mia libertà finisce dove comincia la vostra".


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...