L'isola di Mal di Ventre, o meglio ancora in sardo Malu Entu, è in vendita su Vladi. Solo una cucuzza e mezzo, si fa per dire, per un'isola che si trova a quattro miglia al largo della costa occidentale della Sardegna, vicino alla città di Oristano e Cabras.
Si tratta di ca. 2 km di lunghezza, 0,8 km nel punto più largo e circa 18 m sopra il livello del mare, nel punto più alto.
L'isola è prevalentemente granito e feldspati coperti da bassa vegetazione con una varietà di fauna tra cui gabbiani, berte e cormorani. L'interno dell'isola è prevalentemente roccia con pochi alberi.
Le uniche strutture sull'isola sono alcuni ruderi vicino a un vecchio molo in pietra.
Grazie alla sua posizione appartata, l'isola è stata in grado di mantenere il suo ecosistema. In inverno, le pecore pascolano sul salice rosmarino, che è abbondante sull'isola.
La storia umana di questa antica isola risale al neolitico (6000/2700 a.C.) quando sull'isola, forse collegata alla penisola di Capo Mannu si praticava la caccia. Infatti sono stati ritrovati numerosi frammenti e pezzi di punta di freccia di ossidiana nonché frammenti di macine dell'epoca nuragica. Fra l'altro su questa isola, proprio a lato della cala dei pastori, vi è la presenza di un nuraghe bilobato, in parte franato in mare così.
La frequentazione umana si è consolidata prima in epoca fenico punica e successivamente in epoca romana, così come appare dalle numerose testimonianze abitative ritrovate sull'isola. In particolare si segnala la presenza di una villa romana assai estesa (forse sede di un nobile esiliato da Roma nel I o II secolo d. C.) nella quale vi erano anche delle colonne di calcare che nel corso di questi ultimi anni sono state rubate. Tale testimonianza è avvallata non solo dal Generale Alberto della Marmora ma anche dal Canonico Giovanni Spano che parlarono in diverse occasione dell'isola.
Per la verità ancora oggi, proprio dietro la capanna chiamata dei pescatori, è possibile vedere tra gli arbusti di Lentischio e di Fillirea, centinaia di massi frammisti a pezzi di embrici e cocciame appartenenti a manufatti di varia epoca e funzione. (Via: Wikipedia).
Malu Entu in sardo significa "cattivo vento".
Si tratta di ca. 2 km di lunghezza, 0,8 km nel punto più largo e circa 18 m sopra il livello del mare, nel punto più alto.
L'isola è prevalentemente granito e feldspati coperti da bassa vegetazione con una varietà di fauna tra cui gabbiani, berte e cormorani. L'interno dell'isola è prevalentemente roccia con pochi alberi.
Le uniche strutture sull'isola sono alcuni ruderi vicino a un vecchio molo in pietra.
Grazie alla sua posizione appartata, l'isola è stata in grado di mantenere il suo ecosistema. In inverno, le pecore pascolano sul salice rosmarino, che è abbondante sull'isola.
La storia umana di questa antica isola risale al neolitico (6000/2700 a.C.) quando sull'isola, forse collegata alla penisola di Capo Mannu si praticava la caccia. Infatti sono stati ritrovati numerosi frammenti e pezzi di punta di freccia di ossidiana nonché frammenti di macine dell'epoca nuragica. Fra l'altro su questa isola, proprio a lato della cala dei pastori, vi è la presenza di un nuraghe bilobato, in parte franato in mare così.
La frequentazione umana si è consolidata prima in epoca fenico punica e successivamente in epoca romana, così come appare dalle numerose testimonianze abitative ritrovate sull'isola. In particolare si segnala la presenza di una villa romana assai estesa (forse sede di un nobile esiliato da Roma nel I o II secolo d. C.) nella quale vi erano anche delle colonne di calcare che nel corso di questi ultimi anni sono state rubate. Tale testimonianza è avvallata non solo dal Generale Alberto della Marmora ma anche dal Canonico Giovanni Spano che parlarono in diverse occasione dell'isola.
Per la verità ancora oggi, proprio dietro la capanna chiamata dei pescatori, è possibile vedere tra gli arbusti di Lentischio e di Fillirea, centinaia di massi frammisti a pezzi di embrici e cocciame appartenenti a manufatti di varia epoca e funzione. (Via: Wikipedia).
Malu Entu in sardo significa "cattivo vento".
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