E' stato impossibile dire di no ad Elena che è voluta a tutti i costi andare in centro a vedere la sfilata della Giostra del Saracino, la mattina eravamo stati immersi nel silenzio e nella solitudine del nostro amatissimo lago, non potevo fargli pesare più di tanto la mia avversione ai luoghi affollati e la mia latente "agorafobia".
Questa era la mia faccia prima che arrivassero i figuranti della sfilata.
Poi chissà, forse è stato grazie ai rulli dei tamburi che ti entrano dentro facendoti sobbalzare, come d'incanto mi sono rasserenato e ho cominciato a tifare anch'io il mio quartiere, Porta Santo Spirito.
Elena tifa Sant'Andrea che vince quasi sempre, invece ieri ha vinto proprio il mio quartiere, il Santo Spirito. I quartieri sono quattro Santo Spirito, Sant'Andrea, Porta del Foro e Porta Crucifera e, come voi tutti saprete, la sfida è a cavallo e lancia contro il buratto.
Terminata la sfilata siamo saliti al "Prato" a vedere la Fiera Antiquaria, sempre molto affascinante.
Ma la cosa straordinaria che che siamo riusciti a vedere è stato il MUDAS, il Museo Diocesano d'Arte Sacra. Prima abbiamo visitato la mostra "Il Libro della Speranza", l’esposizione raccoglie 38 opere di arte contemporanea di Kamilla Chilingarova e Aleksandr Smirnov, che raccontano storie tratte dalla Bibbia, nate dopo la lettura di alcuni brani dei Vangeli e dell’Apocalisse, in un percorso che parla di maternità e speranza.
Da lì siamo entrati con soli 2€ a testa nel MUDAS e soli, dicasi assolutamente soli per la mezz'ora circa che abbiamo passato nel museo mentre fuori nelle piazze c'erano decine di migliaia di persone che vagavano senza meta, abbiamo potuto ammirare inestimabili meraviglie di arte, pittura e scultura medievali e rinascimentali.
Nel museo vi sono esposte opere pittoriche di Vasari, Spinello Aretino, Signorelli ed altri importanti vissuti tra il XV e il XIX secolo. Una delle sale accoglie tre grandi e rari crocefissi lignei, del XII e XIII secolo, che simboleggiano il sacrificio di Cristo sulla croce, l’esemplare più antico risale al 1179 e in origine era rivestito di lamine in rame dorato e quindi concepito come un grande oggetto di oreficeria.
Come sempre ho fatto le foto anche per voi perché poteste verificare di persona di che opere si sta parlando, visto e considerato che questo museo è stato quasi completamente ignorato dai più. Queste sale sarebbero degne di essere presenti tra le più prestigiose nel Museo degli Uffizi.
Per questo motivo mi sono preso un doveroso e severo rimprovero dal personale addetto al museo, ma non ho potuto fare a meno di fare qualche foto, era tutto troppo meraviglioso. Purtroppo quando sono giunto ad un portale dipinto, originariamente presente nella nostra Basilica d San Domenico, ero già stato redarguito perciò non l'ho potuto fotografare, è bellissimo. Notevoli anche le opere del Vasari.
Nella mostra è presente una collezione di prestigiose oreficerie e parati sacri, tra le quali emerge per importanza la famosa Pace di Siena raffigurante da un lato il Cristo morto sorretto dagli angeli e dall’altro la Madonna Addolorata. Si tratta di un opera di manifattura francese di grande raffinatezza e rarità in oro, smalti, pietre preziose e perle. Databile agli inizi del Quattrocento, la Pace fu donata da Papa Pio II Piccolomini alla cattedrale di Siena, che a sua volta la donò alla cattedrale aretina nel 1799 durante i moti anti francesi del Viva Maria.
Nella mostra è presente una collezione di prestigiose oreficerie e parati sacri, tra le quali emerge per importanza la famosa Pace di Siena raffigurante da un lato il Cristo morto sorretto dagli angeli e dall’altro la Madonna Addolorata. Si tratta di un opera di manifattura francese di grande raffinatezza e rarità in oro, smalti, pietre preziose e perle. Databile agli inizi del Quattrocento, la Pace fu donata da Papa Pio II Piccolomini alla cattedrale di Siena, che a sua volta la donò alla cattedrale aretina nel 1799 durante i moti anti francesi del Viva Maria.
A questo punto mi chiedo come sia stato possibile che in una giornata come quella di ieri in cui la città era stracolma di gente una mostra di tale portata sia stata pressoché ignorata.
Io credo che qui ad Arezzo, e questo vale anche per la maggior parte dei nostri tesori artistici ed architettonici presenti in tutta Italia , manchi un'adeguata comunicazione ed informazione. Siamo un po' stanchi di sole chiacchiere.
Sotto queste colonne c'è il portale della Pieve di Arezzo. Nello strombo dell'arco sono raffigurate le "stagioni" risalenti alla scuola dell'Antelami, una magnifica scultura di arte romanica ignorata da tutti perché nessuno sa che esiste. Attualmente è anche poco visibile perché coperta da un'orribile grata per la protezione dai piccioni.