mercoledì 28 maggio 2014
OMG: Un mestiere pericoloso
Non è facile esercitare la professione di giornalista a bordo di una barca a vela, anche quando si tratta di intervistare un personaggio locale come il sindaco di Kampen (Olanda) e la barca è ormeggiata lungo un fiume.
E' tassativamente vietato ridere, potrebbe accadere a ciascuno di noi!
Via: Voile Magazine
martedì 27 maggio 2014
Sail Test I-398, l'Inseparable
Come di consueto vi aggiorno sulle novità relative all'I-398, l'Inseparable, inviatemi dall'amico lettore Aurelio. Davvero una soddisfazione osservare questo mini cruiser navigare con randa e code "0", vento leggero a 5 nodi. Stupendo anche il Lago di Como.
Happy Cat Vision Aufbau - assembly in 15 min
Se si segue la sequenza corretta, la costruzione di un Grabner Happy Cat è molto veloce. Con un po' di pratica due persone possono assemblare il catamarano in soli 15 minuti. Da soli il montaggio può essere effettuato in circa 25 minuti. Per coloro che vogliono essere veramente veloci è consigliabile utilizzare una pompa elettrica che riduce il tempo di costruzione di circa 5 minuti.
Via: Grabner-sports
Via: Grabner-sports
lunedì 26 maggio 2014
Cheeki Rafiki: 40 piedi perde la chiglia, senza speranza l'equipaggio
Dal sito BBC News |
La triste immagine dello scafo rovesciato del Cheeki Rafiki, il 40 piedi disperso nell'Oceano Atlantico da giorni e ritrovato senza nessuno a bordo, sta facendo il giro del mondo. Purtroppo le ultime notizie lasciano poche speranze all'equipaggio poiché la zattera di salvataggio risulta essere ancora al suo posto.
Sembra che l'incidente sia stato causato dal distacco della chiglia.
Il "Cheeki Rafiki" era sulla via del ritorno dai Caraibi in Inghilterra, giorni fa l'equipaggio della società di charter aveva segnalato una intrusione di acqua. Il giorno seguente, il 16 maggio, si sono interrotte le comunicazioni. Le condizioni meteo marine erano impegnative ma non critiche, con onde alte e venti intorno ai 30 nodi.
Dopo una lunga ricerca, il relitto è stato rilevato da un elicottero della marina statunitense a circa 1000 miglia a est del Massachusetts.
Purtroppo gli incidenti in mare sono all'ordine del giorno, le forze della natura possono essere più grandi di qualsiasi mezzo che l'uomo sia stato in grado di realizzare, in questo caso si parla di un importante yacht, un Beneteau First 40.7.
Il mio invito è quello di ricordare ai lettori che questo vale per tutte le barche (e gli equipaggi), ognuna ha il suo limite e l'imponderabile è sempre in agguato pertanto è inutile, poco onesto e scorretto speculare sulle caratteristiche tecniche dell'una o dell'altra, che sia piccola o grande, che sia italiana, francese o polacca, di una marca o di un'altra.
Un pensiero ai quattro dispersi.
Via: BBC News, Yacht.de
Sembra che l'incidente sia stato causato dal distacco della chiglia.
Il "Cheeki Rafiki" era sulla via del ritorno dai Caraibi in Inghilterra, giorni fa l'equipaggio della società di charter aveva segnalato una intrusione di acqua. Il giorno seguente, il 16 maggio, si sono interrotte le comunicazioni. Le condizioni meteo marine erano impegnative ma non critiche, con onde alte e venti intorno ai 30 nodi.
Dopo una lunga ricerca, il relitto è stato rilevato da un elicottero della marina statunitense a circa 1000 miglia a est del Massachusetts.
Purtroppo gli incidenti in mare sono all'ordine del giorno, le forze della natura possono essere più grandi di qualsiasi mezzo che l'uomo sia stato in grado di realizzare, in questo caso si parla di un importante yacht, un Beneteau First 40.7.
Il mio invito è quello di ricordare ai lettori che questo vale per tutte le barche (e gli equipaggi), ognuna ha il suo limite e l'imponderabile è sempre in agguato pertanto è inutile, poco onesto e scorretto speculare sulle caratteristiche tecniche dell'una o dell'altra, che sia piccola o grande, che sia italiana, francese o polacca, di una marca o di un'altra.
Un pensiero ai quattro dispersi.
Via: BBC News, Yacht.de
OMG: al palato è morbido e suadente con un retrogusto fresco e salato
Io ce l'ho con quelli che continuano a dire che non bisogna avere paura degli squali. Non capisco che male c'è nel rispettarli e temerli, come si temono i coccodrilli, le tigri e i leoni.
La quiete e la tempesta
Un bel venticello intorno ai sei nodi, quello adatto per noi, ci ha permesso di veleggiare tranquillamente tutto il pomeriggio assieme alla Rachele che questa volta ci ha fatto compagnia, oltre ad averci dato una mano. Ad un certo punto il cielo si è fatto scuro ed abbiamo deciso di rientrare, decisione saggia perché da lì a pochi minuti si è scatenata una tempesta con onde alte e vento molto forte, credo intorno ai 30 nodi. Sono dovuti uscire tutti i gommoni per soccorrere le barche in difficoltà che avevano temporeggiato troppo sul lago.
Nel solito "tour" fotografico ci sono anche dei video che ci ha fatto la Rachele, incluso quello della tempesta che, nonostante tutto, non rende l'idea.
domenica 25 maggio 2014
La bicicletta autocostruita di Tommaso
Anche se la sua tesi in ingegneria meccanica ha trattato argomenti di ben maggiore complessità, alle soglie della laurea, Tommaso è riuscito ad autocostruirsi questa bellissima bicicletta, della quale si è comprato i pezzi in qua e là per poi assemblarli a suo piacimento. Costo totale intorno ai 300 €.
Potrebbe essere esposta alla Biennale, ne convenite?
Insomma, l'allievo ha di gran lunga superato il maestro, nulla a che vedere con il mio carretto per Papì.
Insomma, l'allievo ha di gran lunga superato il maestro, nulla a che vedere con il mio carretto per Papì.
sabato 24 maggio 2014
Hidroglass Rio, caiaques à vela
Hidroglass Rio |
Entrega de um novo caiaque duplo, cliente satisfeito! che vuol dire "consegna di un nuovo kayak a due posti, cliente soddisfatto!", consegnato nell'Ilha do Governador ad un felice e soddisfatto veterano della vela
.... e ci credo perché questi caiaques à vela Hidroglass Rio brasileri sono davvero carini. Null'altro da dire se non guardare con attenzione il loro sito web e questo interessante video.
Però, si potrebbe pensare di acquistare un kayak e realizzarlo per conto proprio.
.... e ci credo perché questi caiaques à vela Hidroglass Rio brasileri sono davvero carini. Null'altro da dire se non guardare con attenzione il loro sito web e questo interessante video.
Però, si potrebbe pensare di acquistare un kayak e realizzarlo per conto proprio.
Motivational Poster: pick up rule!
Immagine tratta dal blog di Small Craft Advisor |
La citazione sembra erroneamente attribuita a Schopenhauer, troppo noiosa per essere stata detta da lui, .... è bè!
venerdì 23 maggio 2014
Motivational Poster: motorcycle rule!
Immagine tratta da Havkajakroerne |
PS: ovviamente l'"i" al posto di "gli" è un'aretinismo, come dire "manca solo i stecchini", al singolare invece che al plurale. Un dialetto che sta scomparendo, forse un giorno "attornerà".
Expedition Öland, l'avventura è dietro l'angolo
Expedition Oland |
Immaginatevi di far parte di una vera e propria spedizione, dove si è coinvolti nella costruzione del campo base, nel montaggio delle tende, nel cucinare, ed infine nel prepararsi a raggiungere una meta.
Si sa che non ci sono tante montagne da scalare sull'Öland, ma non vi è alcuna necessità di salire troppo per essere protagonisti di una vera e propria spedizione.
Durante i 2-4 giorni dell'Expedition Öland i partecipanti possono esplorare nuove zone del Nord Öland e praticare avventure divertenti facendo canoa, diving e quant'altro muovendosi in bicicletta per massimizzare l'esperienza.
Ogni mattina si parte dal campo base dove torniamo la sera di nuovo per raccogliere le forze per il viaggio del giorno successivo. Proprio come in una vera avventura, in cui ci si assume la responsabilità di offrire ai partecipanti uno stile di vita a loro congeniale, procurando il cibo ma anche superando le diverse sfide.
Ci sarà bisogno di nominare un Capo Campo? Qualcuno sarà più bravo degli altri ad organizzare e dirigere? Oppure c'è qualcuno che saprà fare la guida turistica? Qualcun'altro che sarà più abile a navigare? Su Expedition Öland ci si adatterà alle circostanze, secondo le capacità di ciascuno a raggiungere la propria meta. E se un partecipante riterrà che sarà troppo difficile o faticoso, ci sarà sempre qualcuno in grado di aiutarlo.
E anche se non possiamo promettere il Monte Everest vi promettiamo che vi sentirete grandi!
(Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da Expedition Öland)
Expedition Öland è un'Associazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo principale quello di offrire a giovani e meno giovani la possibilità di stare a contatto con la natura e l'ambiente rafforzando allo stesso tempo la fiducia in se stessi e l'autostima, programmando e portando a termine mete e obiettivi.
Expedition Öland si trova a Byxelkrok nell'Isola di Öland, in Svezia.
Öland è un'isola situata nel mar Baltico al largo della costa svedese dello Småland. Ha una superficie di 1.342 km² ed è la seconda isola della Svezia dopo Gotland. Da un punto di vista amministrativo fa parte della Contea di Kalmar (Kalmar län) in passato era una delle province della Svezia (landskap) ed era chiamata Öland o talvolta nella forma latina Oelandia. Öland è il tradizionale luogo di vacanza della famiglia reale, vi si trova il castello di Borgholm, fatto edificare nel 1669-1681 dalla regina Hedvig Eleonora su progetto di Nicodemus Tessin il Vecchio. Nei suoi pressi si trova il palazzo di Solliden, residenza estiva della famiglia reale. Il panorama agricolo della parte meridionale dell'isola è stato inserito nella lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, caratteristici sono i numerosi mulini a vento e l'area geologica chiamata Alvar. (tratto da Wikipedia)
Le immense distese di mare e di terra dell'Öland.
Si sa che non ci sono tante montagne da scalare sull'Öland, ma non vi è alcuna necessità di salire troppo per essere protagonisti di una vera e propria spedizione.
Durante i 2-4 giorni dell'Expedition Öland i partecipanti possono esplorare nuove zone del Nord Öland e praticare avventure divertenti facendo canoa, diving e quant'altro muovendosi in bicicletta per massimizzare l'esperienza.
Ogni mattina si parte dal campo base dove torniamo la sera di nuovo per raccogliere le forze per il viaggio del giorno successivo. Proprio come in una vera avventura, in cui ci si assume la responsabilità di offrire ai partecipanti uno stile di vita a loro congeniale, procurando il cibo ma anche superando le diverse sfide.
Ci sarà bisogno di nominare un Capo Campo? Qualcuno sarà più bravo degli altri ad organizzare e dirigere? Oppure c'è qualcuno che saprà fare la guida turistica? Qualcun'altro che sarà più abile a navigare? Su Expedition Öland ci si adatterà alle circostanze, secondo le capacità di ciascuno a raggiungere la propria meta. E se un partecipante riterrà che sarà troppo difficile o faticoso, ci sarà sempre qualcuno in grado di aiutarlo.
E anche se non possiamo promettere il Monte Everest vi promettiamo che vi sentirete grandi!
(Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da Expedition Öland)
Expedition Öland è un'Associazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo principale quello di offrire a giovani e meno giovani la possibilità di stare a contatto con la natura e l'ambiente rafforzando allo stesso tempo la fiducia in se stessi e l'autostima, programmando e portando a termine mete e obiettivi.
Expedition Öland si trova a Byxelkrok nell'Isola di Öland, in Svezia.
Öland è un'isola situata nel mar Baltico al largo della costa svedese dello Småland. Ha una superficie di 1.342 km² ed è la seconda isola della Svezia dopo Gotland. Da un punto di vista amministrativo fa parte della Contea di Kalmar (Kalmar län) in passato era una delle province della Svezia (landskap) ed era chiamata Öland o talvolta nella forma latina Oelandia. Öland è il tradizionale luogo di vacanza della famiglia reale, vi si trova il castello di Borgholm, fatto edificare nel 1669-1681 dalla regina Hedvig Eleonora su progetto di Nicodemus Tessin il Vecchio. Nei suoi pressi si trova il palazzo di Solliden, residenza estiva della famiglia reale. Il panorama agricolo della parte meridionale dell'isola è stato inserito nella lista del Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, caratteristici sono i numerosi mulini a vento e l'area geologica chiamata Alvar. (tratto da Wikipedia)
Le immense distese di mare e di terra dell'Öland.
giovedì 22 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
Hartley TS14, a great choice
Foto tratta da un articolo riportato sul Forum Woodenboat |
Si scopre che esistono di questi barchini meravigliosi guardando in giro nei siti dei broker, quando per caso ti accorgi che un simpatico armatore inglese l'ha messo in vendita.
Hartley TS14 in vendita su YachtWorld |
E poi, cercando nel web, vedi che ci sono giovani coppie che se lo sono costruito in garage, Hartley TS14 Construction. Le linee d'acqua sono molto simili al Lanaverre Menhir di cui abbiamo già parlato, però in questo caso c'è la possibilità di ACQUISTARE I PIANI per soli 38$ e costruirselo da soli.
Piano velico dal sito Sailboatdata |
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.27 m
Larghezza: 1.98 m
Pescaggio max: 1.14 m
Peso: 272 kg
Sup. velica: 11.8 mq
E per concludere è proprio il caso di dirlo, per tutti noi che andiamo in barca a vela è un'"another world!".
martedì 20 maggio 2014
Segelschlauchboot - Treffen Altmühlsee 2014
Lo STA2014 è stato il più grande raduno del suo genere sull'Altmuehlsee. Ci siamo ritrovati in circa 30 appassionati di gonfiabili grazie al forum www.segeln-forum.de.
Fuori dalle borse catamarani e barche a vela gonfiabili e via sull lago!
Una bella carrellata di gonfiabili a vela "fuori dalle borse".
lunedì 19 maggio 2014
Long Distance Test nella Campagna Toscana
Long Distance Test su 3.5 km in circa 20 minuti, trasporto di una deriva gonfiabile a vela (Papì) con trolley autocostruito e bici nella campagna toscana. Velocità media 5.3 km/h, pendenza massima 7.5 %, falso piano, peso totale trasportato circa 35 kg. Un po' di fiatone ma senza allenamento.
Ho dovuto accorciare il video per motivi tecnici quindi non sentirete le imprecazioni di quando è uscita la catena alla bici, per il resto tutto bene, a parte qualche organo meccanico da ungere.
Nessun problema al trolley, forse però qualcuno avrà pensato che sono matto.
Percorso intorno a casa |
Wear It, ovvero indossalo! Sondaggio
Da tempo negli States stanno conducendo una grande campagna di sensibilizzazione per l'utilizzo del giubbotto salvagente in barca. Nonostante ciò, come si può leggere anche in un articolo di SOLOVELA, negli ultimi 5 anni in questo paese si sono contate ben 3.970 vittime morte per annegamento e soprattutto in barche di dimensioni medio piccole, cioè quelle che ci interessano di più.
In una furiosa polemica condotta a colpi di scudisciate un Redattore della rivista SAIL MAGAZINE, esordisce così:
Qualche tempo fa il lettore Alan Keene, in un suo articolo, ha cercato di spiegare le sue motivazioni per rendere obbligatorio l'uso del giubbotto di salvataggio a bordo. QUESTO è il link al suo articolo.
Personalmente non potrei essere più in disaccordo, ci sono momenti in cui io indosso un giubbotto salvagente e momenti in cui non lo farò, e preferirei non avere qualche burocrate che prenda questa decisione per me, o che qualche agente in uniforme privo di senso dell'umorismo mi sanzioni per non aver indossato il giubbotto di salvataggio in un ardente caldo pomeriggio d'estate mentre me ne stavo ormeggiato a 50 iarde dalla riva, poiché si sa che questo genere di cose potranno accadere.
La posizione di SAIL MAGAZINE è quella di incoraggiare fortemente i marinai ad indossare i giubbotti di salvataggio, ma lasciamo al singolo individuo di decidere quando e dove farlo. La maggior parte degli stati hanno già una qualche forma di legge sull'uso del giubbotto di salvataggio da parte dei bambini, oppure sono entrate in vigore disposizioni della Guardia Costiera. Alcuni stati del nord hanno reso obbligatorio l'uso del salvagente durante i mesi invernali, soprattutto nelle piccole imbarcazioni, in pratica in quelle condizioni e situazioni in cui bisogna essere piuttosto stupidi per non indossarlo. (Maldestramente tradotto, riassunto ed interpretato da me medesimo dalla rivista SAIL MAGAZINE).
A tal proposito inserisco un sondaggio posizionato sulla barra destra del blog. Partecipate numerosi.
La posizione di SAIL MAGAZINE è quella di incoraggiare fortemente i marinai ad indossare i giubbotti di salvataggio, ma lasciamo al singolo individuo di decidere quando e dove farlo. La maggior parte degli stati hanno già una qualche forma di legge sull'uso del giubbotto di salvataggio da parte dei bambini, oppure sono entrate in vigore disposizioni della Guardia Costiera. Alcuni stati del nord hanno reso obbligatorio l'uso del salvagente durante i mesi invernali, soprattutto nelle piccole imbarcazioni, in pratica in quelle condizioni e situazioni in cui bisogna essere piuttosto stupidi per non indossarlo. (Maldestramente tradotto, riassunto ed interpretato da me medesimo dalla rivista SAIL MAGAZINE).
A tal proposito inserisco un sondaggio posizionato sulla barra destra del blog. Partecipate numerosi.
Una statistica della Safe Boating Campaign |
domenica 18 maggio 2014
Traversata del Trasimeno in burrasca con un Meteor
Questo è il METEOR .....se il dubbio è: quale barca mi compro? questa è la risposta. "35 nodi e non sentirli"!!!!!
Mai avuto dubbi sul Meteor che con la sua linea un po' "retrò" è anche molto carino, oltre che sicuro e veloce. Oggi lo si trova ovunque e a tutti i PREZZI, comunque anche da nuovo non costa molto, vedi i PREZZI del Cantiere Nauticalodi
Meteor a CVC, un "classico" davvero bello |
Giornata Oasi WWF 2014: Salviamo l'Amazzonia
Se l'Amazzonia scompare, scompare anche il nostro futuro, dona per l'Amazzonia.
Una Natura in festa in tutta Italia: la giornata di oggi è l’occasione per grandi e piccoli per scoprire l’ ‘Amazzonia’ nascosta dietro l’angolo, ovvero, foreste e fiumi boscosi, ma anche laghi, vallate e lagune ricchi di animali e specie rare tutelate in Italia nelle 100 oasi WWF. Ogni anno la Giornata Oasi WWF, giunta alla sua 24ma edizione, accoglie migliaia di visitatori che, grazie a questo evento, possono entrare gratuitamente e partecipare alle centinaia di manifestazioni speciali organizzate in tutte le regioni. Le pagine Social del WWF saranno a disposizione dei visitatori che potranno animare la giornata anche sulla rete inviando il proprio Diario fotografico e narrativo con selfie, foto di natura, racconti.
Il cuore delle Oasi batterà anche per l’Oasi del Pianeta: restano ancora 3 giorni per sostenere il Progetto Triangolo Verde dell’Amazzonia che difende dalla deforestazione un’ampia zona al confine di 3 stati, Ecuador, Colombia e Perù e garantisce una gestione sostenibile delle attività economiche per le popolazioni locali. (Dal sito del WWF).
Il nostro bel Lago di Chiusi, al termine del Sentiero della Bonifica, a due passi dal Trasimeno, è Area Naturale Protetta di Interesse Locale, Oasi del WWF, è una Zona di Protezione Speciale e si trova in un Sito di Importanza Comunitaria.
Il nostro bel Lago di Chiusi, al termine del Sentiero della Bonifica, a due passi dal Trasimeno, è Area Naturale Protetta di Interesse Locale, Oasi del WWF, è una Zona di Protezione Speciale e si trova in un Sito di Importanza Comunitaria.
Lago di Chiusi, foto di Renato Pantini |
venerdì 16 maggio 2014
Darsena Pubblica di Castiglione del Lago, è partito il bando
Provincia Perugia - Sezione Concessioni |
E' partito il BANDO UFFICIALE per la concessione della Darsena Pubblica di Castiglione del Lago che scadrà il 20 giugno prossimo. Ho paura che mi dovrò guardare in giro.
The White Sea 2012
The White Sea 2012 |
Sia il RACCONTO che la FOTOGALLERY del loro viaggio in catamarano gonfiabile sul Mar Bianco sono fantastici, ma quell'USHANKA ..... lo voglioooooo!
Via: parusanarod.ru
Via: parusanarod.ru
Risultato del sondaggio sul divieto dello scarico delle toilette in mare
Dalla rivista På Kryss |
Sulla base di quanto espresso nel post "Sondaggio, apporre il divieto dello scarico delle toilette in mare" e relativa inchiesta posta sulla barra laterale, ne comunico i risultati.
Siete d'accordo ad apporre un divieto sullo scarico delle toilette in mare?
No: 10%
Si, nelle acque protette: 41%
Sì, solo nelle aree segnalate: 7%
Ovunque: 41%
Commento dei risultati:
Partecipanti al sondaggio:
Il primo dato che salta all'occhio è il numero dei partecipanti al sondaggio, troppo poche 39 preferenze su circa 50.000 pagine visualizzate con quasi 7000 visitatori. Se si tengono presenti quelli di ritorno hanno votato solo l'1% degli "affezionati" al blog. C'è davvero poca sensibilità sull'argomento.
Esito:
Accorpando aree protette e aree segnalate diciamo che è l'opzione che ha avuto un maggior numero di preferenze con il 48%, poi c'è il divieto ovunque con il 41% ed infine il no con il 10%.
Il prossimo sondaggio, derivato da una furiosa polemica in corso negli States, riguarderà l'obbligo di indossare il salvagente.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.
giovedì 15 maggio 2014
Kayaht in regata
Ne abbiamo già parlato di questo piccolo kayak gonfiabile con stabilizzatori ed armo velico dalle origini ucraine, il KAYAHT 320 della Solaris Boat, oggi ve lo ripropongo in azione alla Печенежская волна 2012. Mi piace, piccolo, carino, leggero e versatile.
Trolley a pieno carico, collaudo col fiatone
Il trolley a pieno carico dovrebbe avere un peso totale di circa 35 kg, ho fatto il collaudo intorno a casa per 500 m con un dislivello di circa il 10%. Nella salitina, essendo poco allenato, mi è venuto il fiatone anche con i rapporti a 1/ 6.
In piano la stanchezza credo che si faccia sentire alla lunga, che ci sono 35 kg attaccati si sente poco ma si sente.
Per il resto ora è tutto perfettamente funzionante ed operativo, manca solo il collaudo finale di Papì in acqua.
Caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 2.00 m
Larghezza: 0.90 m
Peso: 10 kg circa
Carico max trasportabile 40 kg
Il treno totale misura 3.25 m di lunghezza, venerdì faremo un test "long distance".
mercoledì 14 maggio 2014
Le ultime modifiche al trolley per bici ... e per Papì
Catarifrangenti, essenziali per la messa in strada |
La prima modifica sono stati i catarifrangenti posteriori, poi come vedete nelle foto le squadrette reggimensola di protezione delle ruote.
Ho inserito ulteriori squadrette di rinforzo nelle giunture, anche se non hanno mai mostrato segni di cedimento. Altro aspetto critico è che avevamo visto che Papì era leggermente più grande delle dimensioni del carrello. L'altra volta avevo messo un pesante cassetto in legno che ho deciso di sostituire con una scatola piena di polistirolo, molto più pratica e leggera.
Poi ho rifatto il gancio di attacco alla bici con un foro preciso per la vite.
Infine ho messo sopra Papì per vedere se era tutto a posto. Domani procederemo ad un ulteriore collaudo, forse con la mia nuova bici.
Spesa totale i soliti 2.80 € delle squadrette perché tutto il resto è materiale riciclato, dallo scatolone del televisore, ai catarifrangenti di pedali per bici non utilizzati, fino alle squadrette reggimensola fin troppo piccole per reggere una qualsiasi mensola.
La corsa dell'Optimist, di Marcin Siwek
Dal sito di Marcin Siwek |
Questo racconto risalente al 2007 di Marcin Siwek, maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo, ci fa un dettagliato resoconto della sua battaglia per la liberalizzazione delle regole di navigazione a vela in Polonia conducendo una navigazione in tre tappe da Gdynia fino all'Isola di Bornholm nel Mar Baltico, 160 miglia nautiche a bordo di un Optimist. La traduzione, sicuramente incompleta manca soprattutto delle considerazioni finali che ho preferito non interpretare per la difficoltà nella comprensione delle idee.
L'intento dell'autore comunque risulta chiaro e l'avventura decisamente straordinaria.Mi duole osservare quanto queste imprese qui da noi passino nell'indifferenza totale, sovrastate dal mercato degli yacht, dalle regate "memorabili" di pseudo velisti dell'anno che navigano su barche che non hanno nulla di eroico o avventuroso, lasciando a se stesso il mondo degli appassionati e degli amanti della nautica vera.
Più si va avanti in questo mondo, più mi rendo conto che abbiamo intrapreso una rotta sbagliata, invito tutti a ricominciare da capo, forse a tornare indietro e cambiare direzione.
Dobbiamo sognare!
Visualizza La corsa dell'Optimist in una mappa di dimensioni maggiori
La piccola corsa dell'Optimist. La mia liberalizzazione della navigazione per l'abolizione dell'obbligo di registrazione degli yacht nelle acque interne e del loro possesso fino a 15 metri di lunghezza.
Con la mia barca, ket lugrowy, lunga 2,30 m, larga 1,13 m, con una superficie velica totale non superiore a 5 metri quadrati e pescaggio da 7 a 70 cm, ho deciso di intraprendere un viaggio in solitario. Il design d'oltreoceano della barca, che risale al dopoguerra (1947), non è mai stato così popolare e disponibile in Europa come oggi. In sostanza è un Optimist prodotto in serie in Polonia, con vele da regata normali, alcune rigenerate, che ho equipaggiato con tutta l'attrezzatura necessaria per la spedizione.
Ho deciso di salpare per la Danimarca in una crociera a tappe.
I Tappa: Ho lasciato il porto di Gdynia un venerdì di luglio alle 4.00 del mattino. Il mio tragitto è segnalato nel VTS e nel SAR, loro sono totalmente neutrali, non ho come me né alcol da contrabbandare in Svezia né sono un tipo sospetto, (….) né faccio neanche parte dello scudo di difesa antimissile. Rendendomi conto che, essendo completamente "invisibile" ai radar delle grandi navi, ho pensato bene che la mia posizione doveva essere segnalata. Grazie a questo tutti mi hanno evitato, probabilmente pensando che lo facevano a distanza di sicurezza. In realtà, è sicuro, 50 metri di distanza dal Stena Lines con i suoi 890 passeggeri a bordo non mi ha di certo lasciato del tutto indifferente.
I momenti più difficili sono stati quelli iniziali, potrei definirli un vero e proprio Kamasutra alla ricerca della posizione migliore in un pozzetto studiato per un bambino mentre ero sballottato dalle onde. Il vento soffiava da est lungo la penisola.
Durante il percorso ho incontrato molti yacht la cui presenza mi ha confortato. (…).
Verso le 22.00 avevo passato Wladyslawowo. Dopo la toilette serale e l'aggiustamento per la notte ho riposto le mappe nautiche e ho controllato l'illuminazione, ero poco lontano da terra, anche se la terraferma, di notte, sembra essere molto più vicina di quanto non lo sia realmente, inoltre mi sembrava in ogni momento di vedere qualcosa che non era segnato nella mappa, che sporgeva e veniva verso di me.
Passato velocemente Rozewie è iniziata l'interminabile danza della mia onnipresente lanterna Stilo, la cui potente luce accompagna il navigante per lungo tempo anche dopo che si è raggiunta la terraferma.
Alle 6.30 circa ho raggiunto Leba, chiedendo maniacalmente alle Autorità Portuali il permesso di entrare, permesso che mi è stato concesso. Alleluia! Dopo 26 ore di navigazione e 76 miglia percorse sono finalmente sceso a terra trascinando barca e attrezzature su di un prato, quindi me ne sono andato a farmi una doccia dal Comandante Sitkowski.
Questa è stata la tappa più lunga del mio viaggio, la prossima per Kolobrzeg sarà di circa 70 miglia, quindi il tratto per Bornholm di 50 miglia.
II Tappa: La seconda tappa del viaggio è iniziata da Leba, dove il Comandante Sitkowski mi aveva atteso, 55 kg di sogni alla conquista del Mar Baltico, di nuovo in partenza. (…) Grazie ai contatti radio con la SAR e tramite cellulare e rete fissa ho chiesto una benedizione agli amici finché non sono stato portato via di nuovo dal vento, amante della navigazione a vela in solitario.
Mi ero preparato per un'altra tappa molto lunga. Avevo con me tutto il necessario per trascorrere la notte sulla spiaggia, avevo cibo e acqua di scorta e mi ero procurato delle protezioni da snow-board per il bacino, le ginocchia e le gambe, nonché nuove mappe e batterie cariche.
Il vento era favorevole così ho iniziato a fare esperimenti chiedendomi quanto fosse resistente la mia piccola barca. Dopo la prima tappa avevo installato i paterazzi e sono rimasto basito quando durante la mia “euforica danza” ho constatato che il mio Optimist scivolava sulle onde ad una velocità di 9.5 nodi. Le onde, ricordate che le osservavo da un'altezza di 50 cm dall'acqua, erano gigantesche. 1.5 metri! Pochi? Ok, ma sono il 70% della lunghezza della barca e la cosa più difficile è stata quella di scorrere fuori dall'onda senza rimanere bloccati “nell'arco”. (….) Un po' come nell'equitazione, un gran divertimento, la reazione sul timone deve essere immediata, un errore potrebbe essere fatale. Da lontano ho potuto ammirare Dune Łącka, situata nel Parco Nazionale dello Slowinski. Mi sono trovato molte volte in cima alle sue dune in movimento, dalle quali c'è una meravigliosa vista sul mare che ho osservato malinconicamente. Forse là ora c'è qualcuno che mi osserva, istintivamente ho virato, ma no, non ha senso, e così per passare il tempo ho osservato le dune da lontano, sembravano piccole, eppure mi ricordo quanto è stato faticoso salirci sopra.
Dal momento che il “grande è sempre in agguato”, il piccolo deve essere più veloce e concentrato, non deve essere mai colto di sorpresa in ogni evenienza Personalmente ascolto sempre gli avvisi ai naviganti in polacco ed in inglese, e per quanto quest'utimo sia inglese-sloveno sembrava impossibile decifrare le indicazioni della stazione radio di Witowa. Mi dovevo affrettare poiché a causa della parata delle grandi navi a vela, “sailing the waters of the sailing capital of the world” mi sembrava di aver percepito un divieto di navigazione e di pesca dalle 5.00 del giorno dopo e...... basta un qualche disturbo agli strumenti per non avere più la certezza di ciò che deve essere fatto, ma non importa. Mi misi all'ascolto la Capitaneria di Trenches, ma non c'era nessun avviso. Cambiai stazione radio. Nulla. Chiamai la Sar. Nulla. Neanche sul Canale 16. Pensai tra me e me: ”c'è una tempesta geomagnetica, o cosa?” Nei successivi avvisi ai naviganti appresi che il porto di Trenches era chiuso per lavori di dragaggio all'ingresso. E se l'ascolto alla radio non dette frutti Nettuno invece mi favorì spingendomi verso Ustki.
Il sole stava volgendo al tramonto, proprio davanti a me, sembrava così vicino. Alla fine ho stabilito un contatto con la Capitaneria, avevo appreso che c'erano manovre militari in corso e gli chiesi se era possibile procedere per altre cinque miglia. La risposta fu breve e coincisa: “Non ammesso”. E ora? La risposta è stata chiara e c'è poco da scherzare. Mah, credo che guarderanno dove sparano, avranno delle sagome e non spareranno di certo ad una barca. Osservando bene avevano messo dei bersagli fatti con striscioni quadrati in rosso. Mi sono fermato, io ho una vela rossa, pressoché quadrata, che faccio, il tiro al bersaglio?
Non hanno torto ma io posso rispondergli che ho con me dodici colpi di razzo e 3 razzi paracadute. Per me sono sufficienti 10 minuti (….) alla fine ho ottenuto il permesso di entrare dalla Capitaneria di Ustki.
Nel SAR era presente la mia rotta, dopodiché ci siamo scambiati i convenevoli. Anche se era buio quando ho raggiunto il porto, il molo era pieno di gente, la mia luce raggiungeva appena i loro talloni e alcuni di quelli che mi hanno fotografato hanno ritratto anche i propri piedi. Poi ho trascorso un'ora e mezzo in giro prima di trovare un posto per la notte in uno dei porti più inospitali che abbia mai trovato. Benvenuto mi ha detto il Capitano Richard Podgorski, ho dormito meglio sul ponte della mia barca, tanto è il mio legame con essa.
La mattina è iniziata con un panino al latte, al grido dei gabbiani e con il rumore degli addetti ad una frettolosa pulizia delle strade. Con dispiacere non ho fatto un bagno, ma avevo solo voglia di navigare. Il mio amico Czesiowi Szmaglińskiemu con cui mi sono lamentato dei fatti accaduti il giorno prima mi ha detto che avrei dovuto essere contento che abbiamo un esercito e che se durante le manovre è fatto divieto di navigare non è altrettanto noto in che lingua bisogna parlare alla radio. Io ho pensato che conosco la lingua ma, beh, è un bene se abbiamo un esercito nel nostro Baltico. La prossima tappa sarà la traversata finale da Ustki fino a Bornholm. Non sarà molto lunga. Normalmente prima dicevo se Nettuno lo permetterà, …. oggi dico prego Nettuno che mi conceda i suoi favori, l'esercito il permesso, e le Capitanerie una mano per questo viaggio solitario.
Bisogna sognare!
III Tappa: Sto perdendo la mia fede. Viviamo in un sistema democratico? In Polonia ? Non permettere ciò poiché, dopo tutto, "siamo in buone mani." Io penso alla mia provocazione, io voglio la liberalizzazione delle regole, probabilmente sono un liberale, così ho organizzato il mio viaggio lungo le brezze del sud, forse per finire come un suicida solitario. Navigando in internet ho scoperto che c'è speranza in un accordo, non credo ai miei occhi. Chiamo Mirka Cuckoos, posso contare sulla sua protezione.
Controllo le previsioni del tempo ogni ora, alla fine mi decido, preparo tutto e lascio Varsavia. (….) Alle 21.00 del giorno dopo scendo in acqua, Mirek mi ha chiesto quali sono i punti deboli di questa spedizione, io gli ho risposto che sono solo due, “io e la mia barca”. (…)
Superate le formalità della frontiera e le cortesie di rito ottengo il permesso per partire via VHF dalla Capitaneria. A mezzanotte il vento si placa e tra l'1.00 e le 2.00 sparisce completamente, è l'ultima notte di settembre, domani sarà ottobre.
Sono completamente bloccato a poche miglia dal porto, forse avrei dovuto svolgere questa tappa a maggio o giugno, quando le giornate sono più lunghe e più calde. Non mi sarei immaginato che il mio viaggio si sarebbe concluso in ottobre, ero consapevole che il suo successo dipendeva in gran parte dalle condizioni meteo.
La navigazione notturna è favolosa, i suoni si amplificano e la vastità delle acque si fondono con l'immensità del cielo, tutto questo stimola la riflessione. Alle 2.00 il vento si alza, corro sempre più veloce e se come al solito osservo il sorgere del sole per questa volta non posso sperare in una tazza di caffé caldo. Un vento costante proveniente da Sud intorno ai 2°B mi sospinge a Nord ma le molte ore passate nella stessa posizione si cominciano a far sentire ed il corpo a cedere. Alle 16.00 vedo la sagoma di Bornholm illudendomi di essere già quasi arrivato.
Questa ondata di emozione si rivelerà fatale, la stanchezza mi aveva fatto prevedere solo un paio di ore di navigazione. Mi sono trovato più volte a sonnecchiare, il mio capo cadeva dolorosamente perdendo e riprendendo conoscenza, tutto cominciava a far male. La barca si muoveva a tratti, a volte si fermava. In lontananza cominciavano a delinearsi i contorni degli edifici, ma come in un film sono impossibili da toccare. La luce del sole si indebolisce nel corso della lenta navigazione, lasciandosi dietro una nuvola illuminata. Bornholm si è accesa con grappoli di luci, tra queste due luci rosse lampeggianti appaiono sul lato sinistro dell'ingresso al porto ma erano ancora molto lontane.
Fortunatamente, all'improvviso, il vento si è alzato ed ho intravisto la conclusione della mia tappa. Oramai non mi rendevo più conto del tempo trascorso, solo le luci del porto mantenevano accesa la speranza di raggiungere la terraferma. Sono arrivato in porto alle 21.00, nessuno è rimasto sorpreso nel vedermi arrivare, nessuno ha agitato una mano in segno di saluto, il porto era vuoto e silenzioso. Sono salito su di un terrapieno in cemento e ho sistemato il mio Optimist, mi ci sono voluti 50 minuti.
Ero soddisfatto di essere arrivato, ma anche un po' preoccupato perché era finita. Avevo avuto paura? Si, ne avevo avuta. (…) Ritornato a casa e rimessomi in sesto, la mattina dopo sono andato a lavorare.
Bisogna sognare!
Conclusione: Decine di domande e di dubbi alle quali cerchiamo risposte che suonano in modo diverso a seconda di chi sta chiedendo. Inoltre, le stesse domande sugli stessi argomenti possono apparire diverse a seconda di come vengono poste (….) il mio Optimist verrà venduto all'asta per il Concerto di natale a Danzica.
Ho sognato!
Dalla Spagna, un bel VIKO 20 in navigazione e non solo
Foto tratta da Inautia |
Ho messo questa bella foto del VIKO 20 in navigazione preso dall'alto solo per comunicarvi che oggi lo dedicherò alla traduzione di un interessantissimo articolo in lingua polacca così, per non sciuparlo con premesse inadeguate, vi spiegherò come ho imparato quella lingua una trentina d'anni or sono.
Premessa del traduttore dal polacco, ovvero me medesimo
Lo Służba Kontrwywiadu Wojskowego aveva la sua centrale operativa segreta e sconosciuta ai comuni mortali in un bel palazzo in stile neoclassico in via Oczki a Varsavia dove ora c'è la Cattedra di Medicina.
Questa struttura, contrariamente a come appare ora, era assolutamente impenetrabile, da qui venivano pianificate tutte le operazioni degli agenti “dormienti” del Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti in Europa. Questi erano stati addestrati come guastatori e solo in pochi sappiamo cosa combinarono negli anni dal 1971 fino al 1985, anno in cui questa unità operativa del KGB venne definitivamente sgominata grazie all'intervento del Famigerato Circolo dell'Inchiostro a China.
I ricordi corrono lontano, fummo svegliati a notte fonda e trasportati in elicottero fino al Militärischer Abschirmdienst di Colonia, lì il solito grigio impiegato con gli occhiali scuri ci consegnò le informazioni nella consueta busta chiusa di colore rosso che si sarebbe autodistrutta dopo cinque minuti dall'apertura, dopodiché fummo paracadutati in una zona periferica della città chiamata Bielany dove ci attendeva un gommone di colore nero ormeggiato lungo il Vistola.
Il resto del racconto rimarrà un segreto per sempre, quello che mi è lecito raccontare è solo che i guastatori “dormienti” da lì a poche settimane sparirono da Varsavia, non ebbero scampo: l'enorme produzione dei gas prodotti dai batteri simbiotici presenti nel loro organismo moltiplicata da un agente organico killer che avevamo versato nella adorata Vodka Moskovskaya generarono in loro una tal flato intestinale irreversibile che permise al nostro controspionaggio di riconoscerli all'istante.
Quelli più addestrati che riuscirono a contenere il più possibile le loro escorporazioni vennero colti in flagranza di reato nel momento in cui esordivano con il fatidico “Я могу сделать пердеть?”
Quelli più furbi arrossivano e si giravano come per dire "io non sono stato", ma oramai eravamo abituati a riconoscerli, dai bei tempi all'interno delle funivie di Cervinia quando non vedevamo l'ora di arrivare ed uscire da quella specie di scatoletta in cui l'aria era diventata irrespirabile.
Tutto questo solo per spiegarvi come ho imparato la lingua polacca, anche se nel racconto che tradurrò ho dovuto fare molti tagli e riassunti, troppe sono le parole che ho dimenticato da quei tempi, in più l'autore si è permesso molte licenze poetiche che sono diventate pressoché incomprensibili in fase di interpretazione del testo. In compenso il racconto è straordinario, ve lo assicuro, rimango basito che qua in Italia non ne abbia parlato nessuno. Dimenticavo qui non si parla di imprese condotte con barche lunghe 2.30 metri, non interessano nessuno, siamo tutti miliardari.
Lo Służba Kontrwywiadu Wojskowego aveva la sua centrale operativa segreta e sconosciuta ai comuni mortali in un bel palazzo in stile neoclassico in via Oczki a Varsavia dove ora c'è la Cattedra di Medicina.
Questa struttura, contrariamente a come appare ora, era assolutamente impenetrabile, da qui venivano pianificate tutte le operazioni degli agenti “dormienti” del Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti in Europa. Questi erano stati addestrati come guastatori e solo in pochi sappiamo cosa combinarono negli anni dal 1971 fino al 1985, anno in cui questa unità operativa del KGB venne definitivamente sgominata grazie all'intervento del Famigerato Circolo dell'Inchiostro a China.
I ricordi corrono lontano, fummo svegliati a notte fonda e trasportati in elicottero fino al Militärischer Abschirmdienst di Colonia, lì il solito grigio impiegato con gli occhiali scuri ci consegnò le informazioni nella consueta busta chiusa di colore rosso che si sarebbe autodistrutta dopo cinque minuti dall'apertura, dopodiché fummo paracadutati in una zona periferica della città chiamata Bielany dove ci attendeva un gommone di colore nero ormeggiato lungo il Vistola.
Il resto del racconto rimarrà un segreto per sempre, quello che mi è lecito raccontare è solo che i guastatori “dormienti” da lì a poche settimane sparirono da Varsavia, non ebbero scampo: l'enorme produzione dei gas prodotti dai batteri simbiotici presenti nel loro organismo moltiplicata da un agente organico killer che avevamo versato nella adorata Vodka Moskovskaya generarono in loro una tal flato intestinale irreversibile che permise al nostro controspionaggio di riconoscerli all'istante.
Quelli più addestrati che riuscirono a contenere il più possibile le loro escorporazioni vennero colti in flagranza di reato nel momento in cui esordivano con il fatidico “Я могу сделать пердеть?”
Quelli più furbi arrossivano e si giravano come per dire "io non sono stato", ma oramai eravamo abituati a riconoscerli, dai bei tempi all'interno delle funivie di Cervinia quando non vedevamo l'ora di arrivare ed uscire da quella specie di scatoletta in cui l'aria era diventata irrespirabile.
Tutto questo solo per spiegarvi come ho imparato la lingua polacca, anche se nel racconto che tradurrò ho dovuto fare molti tagli e riassunti, troppe sono le parole che ho dimenticato da quei tempi, in più l'autore si è permesso molte licenze poetiche che sono diventate pressoché incomprensibili in fase di interpretazione del testo. In compenso il racconto è straordinario, ve lo assicuro, rimango basito che qua in Italia non ne abbia parlato nessuno. Dimenticavo qui non si parla di imprese condotte con barche lunghe 2.30 metri, non interessano nessuno, siamo tutti miliardari.
martedì 13 maggio 2014
Nasce Hobie Island Club Italia
Hobie Island Club Italia |
E' con piacere che vi giro la notizia comunicatami dal suo fondatore Maurizio che è nato l'Hobie island Club Italia, un'iniziativa lodevole che può essere occasione di incontro e scambio di opinioni per i tanti armatori di questo bellissimo e versatile trimarano a vela.
Ho pensato spessissimo anch'io di acquistarlo e credo che non rinuncerò mai a valutare questa possibilità in futuro.
Iscrivetevi numerosi!
Lettera di invito al Club
Caro compagno "Islander",
è con grande soddisfazione che ti comunico che da poche settimane è nata una simbolica Associazione di Classe...per meglio dire un Club e cioè : Hobie Island Club Italia.
Questo Club è riconosciuto direttamente dalla Hobie USA al pari di altre decine e decine di identici Club sparsi in ogni parte del mondo.
Abbiamo due pagine specifiche su Facebook, una più propriamente istituzionale e visibile da tutti ed una più riservata ad uso esclusivo dei soli iscritti al Club che per esserlo devono essere obbligatoriamente proprietari di un Island singolo o Tandem.
Scopo finale del Club sarà quello di scambiarsi notizie e consigli utili sulla gestione a terra o in acqua dei propri scafi, ma sopratutto cercare di contarsi e conoscersi di persona affinché si possa organizzare un Raduno a livello Nazionale, almeno una volta l'anno, su qualche specchio d'acqua ...... o se le distanze non fossero proibitive, perchè no!, far nascere delle nuove amicizie abbinate anche a frequenti uscite insieme sia in funzione di passeggiata velistica e sia in funzione di battute di pesca in compagnia.
Per questo motivo ti chiedo di aderire all'iniziativa che non ha nessun fine di lucro, infatti l'adesione non implica nessun impegno ne di tempo ne tanto meno economico: basta avere un account personale di Facebook e chiedere la famosa "amicizia" al sottoscritto, Maurizio Franchetta, che è il referente tecnico del Club in Italia, ma solo tecnico perché al centro di tutto in realtà ci siete tutti voi proprietari di Island.
Grazie per avermi letto e conto sulla vostra adesione anche se fosse solo simbolica.
Maurizio Franchetta
Hobie Island Club Italia su Facebook
Hobie Island Club - Groups su Facebook
Hobie Island Club
email salessupport@hotmail.it
tel . 3396111463
Per concludere eccovi il bel video realizzato da Maurizio, in pratica in 10 minuti ci fa vedere tutto ciò che c'è da sapere sull'Hobie Island.
Caro compagno "Islander",
è con grande soddisfazione che ti comunico che da poche settimane è nata una simbolica Associazione di Classe...per meglio dire un Club e cioè : Hobie Island Club Italia.
Questo Club è riconosciuto direttamente dalla Hobie USA al pari di altre decine e decine di identici Club sparsi in ogni parte del mondo.
Abbiamo due pagine specifiche su Facebook, una più propriamente istituzionale e visibile da tutti ed una più riservata ad uso esclusivo dei soli iscritti al Club che per esserlo devono essere obbligatoriamente proprietari di un Island singolo o Tandem.
Scopo finale del Club sarà quello di scambiarsi notizie e consigli utili sulla gestione a terra o in acqua dei propri scafi, ma sopratutto cercare di contarsi e conoscersi di persona affinché si possa organizzare un Raduno a livello Nazionale, almeno una volta l'anno, su qualche specchio d'acqua ...... o se le distanze non fossero proibitive, perchè no!, far nascere delle nuove amicizie abbinate anche a frequenti uscite insieme sia in funzione di passeggiata velistica e sia in funzione di battute di pesca in compagnia.
Per questo motivo ti chiedo di aderire all'iniziativa che non ha nessun fine di lucro, infatti l'adesione non implica nessun impegno ne di tempo ne tanto meno economico: basta avere un account personale di Facebook e chiedere la famosa "amicizia" al sottoscritto, Maurizio Franchetta, che è il referente tecnico del Club in Italia, ma solo tecnico perché al centro di tutto in realtà ci siete tutti voi proprietari di Island.
Grazie per avermi letto e conto sulla vostra adesione anche se fosse solo simbolica.
Maurizio Franchetta
Hobie Island Club Italia su Facebook
Hobie Island Club - Groups su Facebook
Hobie Island Club
email salessupport@hotmail.it
tel . 3396111463
Per concludere eccovi il bel video realizzato da Maurizio, in pratica in 10 minuti ci fa vedere tutto ciò che c'è da sapere sull'Hobie Island.