giovedì 18 febbraio 2016

Lo SCAMP in vetroresina del cantiere statunitense Gig Harbor Boat Works



Dello SCAMP e del suo successo planetario ne avevamo già parlato in precedenza, nel post potrete trovare le caratteristiche di questa meravigliosa piccola grande barca, ma stasera ritorno sull'argomento per comunicarvi che il cantiere statunitense Gig Harbor Boat Works ne ha cominciato la produzione in serie in vetroresina. 
QUI potrete trovare i prezzi e molte altre informazioni

Dalla recensione della rivista 48° North dello SCAMP

Che altro dire, questo SCAMP in vetroresina per me è bellissimo, come tutte le barche prodotte da Gig Harbor Boat Works d'altro canto.

Lo SCAMP in navigazione, dal sito Gig Harbor Boat Works


lunedì 15 febbraio 2016


domenica 14 febbraio 2016

Sistema Nazionale per lo Smaltimento e il Riciclo di Imbarcazioni da Diporto, non è arrivato il momento?


Avevo fatto un cenno sull'argomento nel mio profilo Google+ e da qui mi è presa voglia di approfondire le mie conoscenze sbirciando nel sito ufficiale svedese che si occupa di queste cose, su SWEBOAT.

Il progetto del sistema nazionale per lo smaltimento e il riciclo delle imbarcazioni da diporto

Forse è arrivato il momento? 
Sweboat in collaborazione con Båtskroten Sweden AB e Stena RecyclingAB, ha avviato un progetto con l'obiettivo di costruire un sistema per lo smaltimento e il riciclo delle imbarcazioni da diporto esteso a tutto il paese e che inizierà nell'autunno del 2015. 
Il progetto è stato finanziato dai partner del progetto stesso in collaborazione con le Autorità Nazionali. 

Analisi della situazione
Il diporto nautico è diventato molto popolare in Svezia fin dal 1920 e si spera che possa svilupparsi ancora di più in futuro. 
Nel nostro paese sono circa due milioni le persone che hanno accesso alle 880 000 imbarcazioni da diporto.
La Svezia si colloca in cima alla lista dei paesi più naviganti del mondo. 
Il periodo d'oro del diporto nautico ha avuto inizio nel 1970 quando è esplosa la produzione delle barche in plastica, ne sono state prodotte centinaia di migliaia. 
Le barche in vetroresina hanno una lunga durata. Quanto durino esattamente non lo sappiamo veramente, ma anche una barca degli anni settanta, se ben tenuta, può ancora navigare bene ed in tutta sicurezza. 
Il fatto che le barche in plastica abbiano una durata relativamente lunga non ha reso necessaria fino ad oggi l'istituzione di un sistema di smaltimento e riciclo ma le mutevoli esigenze degli armatori e un valore di rivendita in rapido declino ora ha reso i tempi maturi per cominciare ad iniziare il recupero delle barche. 

Finalità e obiettivi 
Una volta che il proprietario della barca ha ottenuto l'accesso al sistema nazionale di riciclaggio e smaltimento questi può decidere quando e come lasciarla in custodia in modo che venga ridotto a zero il rischio di inquinamento ambientale, lungo le coste ed in mezzo alla natura. 
Inoltre, c'è una grande carenza di posti barca, spesso occupati da veri e propri relitti. 
L'esistenza di un sistema di smaltimento e riciclo delle imbarcazioni obsolete permetterebbe di liberare molti posti barca per tutti coloro che vogliano scoprire il fantastico mondo del diporto nautico.

Maldestramente tradotto ed interpretato dallo svedese da me medesimo. Forse non tutti sanno che ho imparato lo svedese in fretta e furia quando un U-Boot sovietico in missione di spionaggio si incagliò proprio davanti alla segretissima base militare svedese di Karlskrona. La tensione fu subito altissima, ma chi pensate che abbia risolto questo mostruoso pasticcio dei Russi? Il Famigerato Circolo dell'Inchiostro a China ovviamente. Il 27 ottobre 1981 il sottomarino sovietico della classe Whiskey S-363 si arenò al momento sbagliato nel posto sbagliato. Forlani era stato insediato da pochi giorni e mi chiamò personalmente nel mezzo della notte pregandomi di fare qualcosa perché sarebbe potuta scoppiare la terza guerra mondiale: "nome in codice Giulio, se non ci pensi te siamo nella merda!"
Purtroppo ancora l'operazione "whisky on the rocks" rimane un caso operativo "N.A.T.O. classificato" e per motivi di sicurezza nazionale non ne posso parlare, l'unico fatto singolare a cui posso accennare è che gran parte delle operazioni furono condotte in collaborazione con i supermercati della zona che ci fornirono adeguate casse di "Chivas Regal" che furono stivate a bordo del cacciatorpediniere Obraztsovy in tutta segretezza. Questo contribuì di molto a placare gli animi e a farmi tornare al Circolo in pochi giorni.

A questi vagabondi, è un eufemismo, che ci governano oggi suggerirei anche il nome da dare a questo sistema di smaltimento e riciclo, lo chiamerei SNARID e per farlo funzionare coinvolgerei le aziende interessate che finanzierebbero gran parte del progetto. Ulteriori finanziamenti, ovviamente, si potrebbero ottenere dal Fondo per l'Ambiente della Comunità Europea e, tanto per fare un esempio, non regalando i 300 - 400 milioni di euro ai petrolieri accorpando con le amministrative il referendum contro le trivelle.
Più facile di così, ma che Dio ci aiuti!



sabato 13 febbraio 2016

Rowgeneration




La Walkerbay mi ha fatto riscoprire il piacere della remata, così per chi non se la sente di affrontare il vento e la sua libertà propongo queste bellissime barche a remi svedesi: rowgeneration.
Ottima per fare car-top boating, barca leggera e di piccole dimensioni.


giovedì 11 febbraio 2016

OMG: Fumetti del giorno


S'è scoperto che anche Corto Maltese è un "walkerbayer" però da quelle mani in tasca non sembra che abbia tanta voglia di scaricare la barca, forse lì davanti c'era Rasputin.
Me n'è venuto un altro!


Questo dovrebbe succedere quando Elena va in bagno.


Abbiamo scoperto che anche Tintin e Milou sono "walkerbayers".



Le Lascar du Toul' Ru, plaisir à la barre

Le Lascar du Toul' Ru, si può proprio dire "piccolo a terra, grande in mare", con il suo peso e dimensioni contenuti ma con la tipica deriva ad acqua che caratterizza tutta la produzione del cantiere della Gazelle Des Sables.
QUI potete trovare i prezzi di tutte le barche che, seppur non essendo proprio popolari, garantiscono una qualità ed un estetica molto superiori alla normalità, specialmente per chi ama la tradizione coniugata alla modernità.
Ideale per il car-top boating, che sia pesca, vela, remi o motore.

Dal sito della Gazelle des Sables

mercoledì 10 febbraio 2016

"The ladies' cabin arrangement" alla Dixon Kemp

A manual of yacht and boat sailing - Dixon Kemp
Se Dixon Kemp nel suo "A manual of yacht and boat sailing" proponeva la soluzione di questo lavello a scomparsa per la cabina delle "ladies" su yacht sotto le 5 tonnellate di peso io non vedo perché non possa essere utilizzato sui minuscoli bagnetti, o cucinotti, delle barche di oggi. Non credete?

Il minuscolo bagnetto del Beneteau First 24


lunedì 8 febbraio 2016

Libre d’être un Outsider

Dal sito FACEBOOK di Outsider
Outsider, la barca che tutti si aspettavano che uscisse, bella, sportiva e cartoppabile!
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:

Lunghezza: 3.34 m / 10.96 ft
Larghezza: 1.33 m / 4.36 ft
Pescaggio: 0.45 m / 1.47 ft
Peso: 62 kg / 137 lbs
Capacità: 150 kg / 331 lbs (2 persone)
Materiale: Fibra di vetro
Sup. velica: da 4.5 a 6.5 mq
Prezzo: a partire da 3600 $



giovedì 4 febbraio 2016

Cartopping, chiarimento sul peso massimo trasportabile sul tetto dell'auto


Premetto che, a mio parere, molto di ciò che si trova in rete sull'argomento non è esaustivo e spesso poco convincente, tanto più che non tutti i libretti di uso e manutenzione hanno indicato il peso massimo trasportabile sul tetto dell'auto, in famiglia abbiamo tre automobili e solo in una di queste ne è riportato il limite. Successivamente ad una mia telefonata al Concessionario che ci ha venduto quelle due automobili mi fu risposto che valeva il peso specificato nel portapacchi. In linea generale sono assolutamente d'accordo su questo suggerimento poiché non credo che esista auto che abbia un tetto che non possa sopportare un peso inferiore ai 100 kg., se non altro per problemi di sicurezza.
Tutto il resto è solo questione di buon senso, infatti in base al peso e al volume trasportato è ovvio che debbano essere attuati tutti gli accorgimenti per non perdere il carico e vada mantenuta una velocità adeguata, anche ben al di sotto del limite degli 80 km/ h. Nel mio caso per esempio, con un'utilitaria di piccole dimensioni, la velocità massima che tengo, normalmente su strade a bassa percorrenza, è intorno ai 60 km/ h.


Tutti i dubbi che ho fatto sorgere ai miei audaci lettori riguardo a questo argomento sono comunque dissipati da quanto indicato in un depliant informativo della Polizia di Stato – Inserto Speciale Guida Sicura (dicembre 2008):
Se il bagagliaio e l’abitacolo non sono sufficienti, si può sfruttare lo spazio sopra il tetto attraverso la sistemazione di barre portapacchi. 
Questi utili accessori, sia quando sono destinati a trasportare bagagli o altri oggetti, sia quando sono specializzati con attacchi particolari per trasportare piccole imbarcazioni, tavole da surf o biciclette, non essendo elencati tra le caratteristiche costruttive o funzionali per le quali il codice richiede l’aggiornamento della carta di circolazione, possono essere installati direttamente dal conducente, sotto la sua esclusiva responsabilità e senza altre formalità. 
Tuttavia, è sempre necessario verificare che questi siano soprattutto sicuri accertandosi che siano di tipo approvato per il veicolo sul quale si devono installare e che, una volta installati, non sporgano fuori dalla sagoma del veicolo (neanche lateralmente), siano efficacemente ancorati alla carrozzeria e, infine, non presentino bordi appuntiti o taglienti. 
Prima di utilizzare questi sistemi di trasporto degli oggetti, occorre verificare che non sia mai superata la loro portata utile, cioè il peso massimo degli oggetti che vi possono essere sistemati.
Infatti, ogni portapacchi è progettato per sopportare un certo peso che è indicato nelle istruzioni di montaggio il cui superamento mette a serio rischio la sicurezza della circolazione, soprattutto ad alta velocità.

Questo significa che le Autorità di Controllo, che sia Polizia Stradale o Carabinieri, non sono tenuti a verificare il peso trasportato sul tetto dell'auto. Rimane però di fondamentale importanza mantenersi entro i limiti stabiliti dalla portata dei portapacchi ai fini assicurativi in caso di incidente, incidente che certamente non sarà mai causato dal cedimento strutturale dell'abitacolo bensì da quello del portapacchi oppure dallo sbandamento dell'auto per eccesso di velocità.
Va segnalato inoltre che è necessario acquistare un portapacchi omologato per il tipo di auto che si possiede, questa omologazione, assieme alla dichiarazione della sua portata, dovrebbe sollevare il conducente dell'auto in merito alle responsabilità specifiche relative al peso trasportato.
Nel corso di uno dei miei car-top boating tour sono stato fermato dai Carabinieri per un controllo che non ha prodotto segnalazioni di sorta.
Rimangono scontati gli adempimenti riguardo a tutti gli altri obblighi, incluso il rispetto del limite del peso massimo totale trasportabile dall'auto, compresi i passeggeri, i bagagli, etc.




martedì 2 febbraio 2016


domenica 31 gennaio 2016

Forum Classe Dieci Piedi, sezione "regalo", un luogo da frequentare.

Il catamarano in regalo su classe 10 piedi
Nel Forum Classe 10 Piedi c'è un'interessante sezione chiamata "regalo". E' bé, penso che valga la pena di frequentarla.
Chissà che non mi decida prima o poi a regalare anch'io il mio Papì, a mia volta ricevuto in regalo, che non ho più utilizzato da quando ho comprato MAE.

Papì, una tavola gonfiabile armata a vela


sabato 30 gennaio 2016



venerdì 29 gennaio 2016

Boot-Premieren 2016: Maxus 24 Evo



Nuovo Maxus 24 EVO, un vero e proprio yacht da crociera carrellabile.



Oltre che nella recensione di Yacht.de, nel sito Maxus France troverete molte informazioni su questa nuova versione del Maxus 24, LE MAXUS TRANSPORTABLE NOUVELLE GÉNÉRATION. Personalmente non potrei aggiungere nulla di più se non dire che mi piace molto.

Dal sito Maxus France
Via: Yacht.de



mercoledì 27 gennaio 2016

Novità 2016: Sailart 19



Sailart 19, il nuovo piccolo cruiser carrellabile della omonima casa tedesca. Che dire, molto interessante per il daysailing che io stesso ho praticato per molti anni, escluderei lunghe crociere in una cabina così piccola. E' una scelta che va ponderata sulla base di diversi parametri.
Come tutte le Sailart è una barca molto bella e di qualità indiscutibile, queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:

  • Lunghezza: 5.70 m 
  • Larghezza: 2,50 m 
  • Pescaggio: 0,30-1,30 m 
  • Peso: 730 kg 
  • Zavorra: 180/240 kg 
  • Superficie velica: 22 mq 
  • Gennaker 25 mq 
  • Posti letto: 4 
  • Prezzo di partenza: 24.900 € 
Sailart 19, dal sito Sailart


martedì 26 gennaio 2016


lunedì 25 gennaio 2016


sabato 23 gennaio 2016


lunedì 18 gennaio 2016

Traditionssegler Törn, Motorboot Charter, Kajak, Tauchsport, Katamaran.



Finalmente un video ben fatto girato al Salone di Dusseldorf - Boot 2015 dell'anno scorso nel quale si possono osservare tante piccole barche. Mi sono permesso di carpire qualche immagine tra le più significative. Grazie Doris.

Il kayak smontabile e vela della Klepper
Non so come funziona ma questo tipo di armo velico della Klepper sembra geniale anche a me
Il mitico catamarano a vela di Andreas Gabrie, in giro per l'Europa senza soldi. Ne riparleremo
Finalmente la famosissima deriva smontabile della Klepper d'epoca perfettamente restaurata
Nel video si vedono diverse barche classiche e tradizionali come questa
Lo stand dell'RS Sailing, bellissime derive su varie tonalità di grigio


domenica 17 gennaio 2016

If IKEA built boats

Lo schema di montaggio della mia Walker Bay 10' Breeze, come se fosse un mobilino IKEA
Qualche anno fa mi ero fortemente indispettito del "pesce d'aprile" che mi aveva fatto la rivista yacht.de con "Nasce l'IKEA Dinghy", e mi ero risentito a tal punto che, una volta scoperto l'inganno, avevo mostrato tutto il mio disappunto in un post successivo "La vera storia dell'IKEA Dinghy". Effettivamente non ho mai accettato quel pesce d'aprile, pesce d'aprile che invece ho accettato di buon grado quando mi fecero intendere che stavano guardando il mio blog niente popò di meno che dalla Stazione Spaziale Internazionale. Google Analytics in quell'occasione fu davvero grande!
Oggi ho avuto il mio riscatto nei confronti della rivista yacht.de perché ho trovato un interessante articoletto sulla rivista americana Boating Magazine in cui le barche Walker Bay vengono definite esattamente come delle IKEA Dinghy, tanto più che poi la Walker Bay me la sono comprata.

La mia Walker Bay 10' Breeze subito dopo il suo primo montaggio
Se all'IKEA costruissero barche
L'approccio alla nautica di Walker Bay è del tutto originale e non si limita allo scafo. L'intero processo, dallo stampaggio fino alla spedizione ai concessionari e ai distributori, reca il marchio unico della compagnia. In sostanza, Walker Bay ha immaginato se stessa come l'IKEA della nautica, sì, l'azienda che produce mobili assemblabili fai-da-te. Lo si può vedere nell'efficienza dell'approccio basato sul pallet della società di trasporto. 
Barche che rimandano alle linee classiche di barche costruite in fasciame con il metodo "clinker", le Walker Bay non sembrano solo buone, sono anche progettate per contenersi alla Dixie Cups, in modo da facilitarne la spedizione. Componenti, come i sedili, i remi e l'armo velico, sono contenuti in comodi pacchetti in modo efficiente. 
Le parti più piccole sono bloccate  su basi di cartone e film trasparente in modo da consentire a chiunque di visionarne il contenuto prima della spedizione e dell'assemblaggio, nulla deve mancare, nenanche un bullone, mancanza che, seppur piccola, aggraverebbe i costi di spedizione. 
Tutte le parti della barca completa sono confezionati in "box" singoli per tipologia e dimensioni che vengono ordinatamente impilati nel kit di spedizione. 
Una volta che il proprietario della barca riceve il suo kit, il montaggio è semplice e sorprendentemente rapido poiché Walker Bay include nella consegna anche il cacciavite per serrare i dadi necessari a collegare le varie parti nelle loro sedi. 
E come accade per i mobili dell'IKEA, le barche in plastica della Walker Bay sono accessibili, durevoli e di facile manutenzione. 
Esse hanno anche un nutrito numero di componenti aggiuntivi come tubi gonfiabili, accessori per caccia e pesca, coperture, e armo velico, come nella tradizione IKEA in cui ogni accessorio può essere aggiunto al pacchetto base. 
Lo stesso marchio Walker Bay indica l'approccio, due componenti che formano un sistema. (maldestramente tradotto ed interpretato da me medismo dalla rivista Boating Magazine del luglio 2004).

Ma tutte queste considerazioni a parte, dopo undici anni di ormeggi in porti e marina al lago e al mare e dopo una vita in cui con mio padre ci siamo sempre ingegnati su come e dove tenere motoscafi e gommoni senza doversi svenare, ho potuto sperimentare la vera "tranquillità" e come si vive la nautica a costo zero.

MAE prima di andare a dormire in garage


sabato 16 gennaio 2016

2016 Beneteau First 22 - Walkaround - 2015 Annapolis Sail Boat Show



Prima di leggere il trafiletto dedicato a questo nuovo Beneteau FIRST 22, su Beneteau America, ho pensato che mi sembrava un ritorno alle linee "pure" del passato e così infatti vi è scritto:

Beneteau torna alle origini con il First 22. Questo "trainer / daysailer" è stato progettato specificamente per i principianti. Il suo piano velico è semplice e studiato per facilitare la navigazione con qualsiasi brezza. Lo scafo e un'ampia cabina rendono la navigazione comoda e sicura per la famiglia, gli amici e gli allievi. E' agile, sicuro, facile da utilizzare e - cosa più importante - DIVERTENTE! 
Tra le sue caratteristiche c'è un grande pozzetto per dare agli allievi e ai docenti più spazio, un piano velico progettato specificamente per la formazione, inoltre conta diverse innovazioni ergonomiche e di sicurezza per garantire che ogni uscita sia comoda e sicura. 
Il team di ricerca e sviluppo Beneteau ha sfruttao i consigli degli istruttori ASA, delle scuole, e dei velisti per affinare e adattare il design del suo predecessore First 20. (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo).

FIRST 22, dal sito Beneteau America

venerdì 15 gennaio 2016

Lost in the swell, vino, bici e surf a Bordeaux...



Una nuova avventura di Ewen e Aurel che si stanno preparando per un tour più lungo da effettuare nel 2016 con bici da spiaggia e rimorchio, un po' come il mio sailonbike. 
Se guardate il filmato noterete che trasportano un peso di ben 70 kg!


Ma non solo, il percorso prevede lunghi tratti sabbiosi, non per niente le bici sono le cosiddette "fat-bikes".


E io che avevo pensato che per trasportare la mia Walker Bay 10' su strada asfaltata occorresse necessariamente una "pedalata assistita", da vecchietto.


In compenso però, a due passi da casa, io ho il vitigno di Villa Cilnia che invece del Bordeaux produce il Chianti dei Colli Aretini, vogliamo mettere!



mercoledì 13 gennaio 2016

martedì 12 gennaio 2016

TEARDROP, la roulotte in kit per carrello da barca

Dal sito CLCBoats
E' semplicemente straordinaria, su: CLCBoats

Il "teardrop" è un piccolo camper. Il nome deriva dalla sua forma aerodinamica simile ad una goccia, e il disegno risale almeno agli anni '30. Così come le auto diventano sempre più piccole, lo spazio di stoccaggio costoso, e il tempo per utilizzarla più prezioso, questa soluzione combina l'efficienza con lo svago senza pensieri.
Come potrete osservare sul suo sito la cabina è asportabile ed il carrello può essere riutilizzato per portare la barca.
Dal sito CLCBoats
Il kit completo uscirà quest'anno e il suo prezzo, comprensivo dei materiali, si dovrebbe aggirare intorno ai 1500 $.


Come asserito dai nuovi fornitori di questo interessantissimo kit l'invenzione non è nuova e nel tempo ci sono state diverse altre tipologie di produzione. Anche se solo in visualizzazione in anteprima se ne parla dettagliatamente su TERADROP and Tiny Trailers, la versione stampata di questo libro si trova presso HOEPLI al prezzo di 17.83 € scontato.

Immagine tratta da Teardrop and Tiny Trailers



lunedì 11 gennaio 2016

London Boat Show 2016 e la nostalgia dei mitici anni sessanta

60's Revival al London Boat Show 2016, su Practical Boat Owner

Nella rivista Practical Boat Owner e nel sito ufficiale del London Boat Show si parla di questa lodevole iniziativa sulla quale mi voglio soffermare brevemente e con piacere:

Gli anni '60 furono un periodo di grande cambiamento, una vera epoca di avventura, pionieri e innovazione. Ha visto imporsi la controcultura, i Beatles, i Monkees e il primo uomo a camminare sulla luna. Ma soprattutto ha visto l'arrivo del Dinghy Mirror e Sir Francis Chichester diventare il primo navigatore in solitario intorno al mondo con un solo scalo. (maldestramente tradotto ed interpretato da London Boat Show)

Io mi interrogo ogni giorno sempre di più se la vela di oggi non sia altro che una grande ostentazione di se stessi e del denaro, in ogni situazione, dall'ormai ricchissimo imprenditore che acquista una barca fino ai trofei e le solite corse intorno al mondo che, sinceramente, annoiano sempre di più, per non dire che infastidiscono. E non  i si venga a dire che non è vero che chi ha una grande barca oggi non è necessariamente ricco perché o è così o è semplicemente uno stupido.
Non c'è più niente nelle immagini odierne della classe del Dinghy Mirror e della Jaguar E-Type, se si vogliono allargare gli orizzonti. Da accapponare la pelle l'esordio "in società" della World Sailing con il pasticcio della Malesia che non  mi voglio abbassare a commentare.
Certamente auspicare un ritorno al passato è impossibile, se non ridicolo, ma io chiederei solamente un po' di "democrazia", di spalmare gli interessi in ogni direzione, che non siano solo i capelli al vento e gli occhialetti dei regatanti e i mega bussoloni dei ricchi imprenditori.
In questi ultimi vent'anni di democratici dell'ultim'ora e di berlusconiani della prima la classe media è stata spazzata via, nessuno di noi ha più intenzione di indebitarsi per una barca o per una bella auto per il gusto di averla, acquistiamo solo ciò che si può perché non vediamo nulla oltre il nostro naso.
Le speranze le osserviamo tutti i giorni nelle tabaccherie e  nei "gratta e vinci" o negli speculatori della "borsa e delle obbligazioni" che poi, guarda caso, si sentono truffati se viene messa una tassa, poi tolta dagli amici, o se arriva il giorno in cui devono pagare il conto.
Mi si faccia il piacere, e poi da ora i poi i miei eroi saranno giusto quelli che andranno su Marte, avessi età, cervello e fisico non ci penserei due volte.


domenica 10 gennaio 2016


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...