giovedì 23 giugno 2016

Yellow-fish 3.0, enjoy new unespected sailing!

Dal sito yellow-fish
Yellow-fish, è un segreto, non leggete questo post: divertente, economico, veloce e sportivo, facile per i principianti, competitivo per i più esperti, adatto per i bambini quanto per gli adulti.
A me sembra raccogliere tutto ciò che ho sempre sognato per una barca e lo si può vedere in questo video:



Pesa solo 17 Kg e queste sono le dimensioni dell'unica borsa per il trasporto: 170x30x30 cm.

Dal video di yellow-fish
Si monta in 6 minuti ma soprattutto l'armo velico con un unico grande fiocco rollabile è di una semplicità "disarmante". Sarà veramente il caso di farci più di un pensierino.

Dal video di yellow-fish
E per concludere un video sull'assemblaggio, più facile di così ......



martedì 21 giugno 2016


lunedì 20 giugno 2016

Ali di Vela



Ali di Vela, il racconto di un viaggio in barca a vela. L'esperienza di vita di un equipaggio formato da malati oncologici e i propri medici A cura di Simonetta Regni Associazione Aucc.


Resti di antichi frangiflutti: la Peschiera della Mattonara e la Buca di Nerone


In uno dei luoghi più deturpati della nostra Costa degli Etruschi si trovano nascosti autentici tesori di antichità, tra capannoni, mega porti turistici e commerciali, centrali termoelettriche. 
La peschiera della Mattonara associata ad una villa romana del I secolo dopo Cristo, la Buca di Nerone che sembra appartenere ad una necropoli villanoviana (è quel buco che si vede nel frangiflutto del porticciolo) , la necropoli etrusca della Scaglia, proprio dietro la centrale termoelettrica, l'agglomerato urbano della Frasca a nord della stessa centrale, la Torre Valdaliga del 1616 fatta costruire da Paolo V (anche qui è presente un'antica peschiera), ... e tanto altro.
Se aprite la mappa in dimensioni più grandi osserverete anche che cosa sta combinando il fior fiore delle nostre tante amministrazioni locali, hanno interrato un pezzo di mare proprio davanti alla peschiera non so per farci cosa, credo un altro obbrobrio (ah si, infatti vedi iniziative di ITALIA NOSTRA a riguardo).
E' bé, siamo in Italia. Guardate bene la foto sotto, quella vista ancora decente da quell'angolatura ora non esiste più.

Vista mare dall'antica peschiera della Mattonara. Questa vista non esiste più


giovedì 16 giugno 2016


mercoledì 15 giugno 2016

Präsentation der neuen SUNBEAM 22.1 am Wasser

SUNEBEAM 22.1, dal sito Sumbeam Yachts
Agli inizi di maggio sul Mattsee è stato presentato in acqua il nuovo SUNBEAM 22.1. Che dire, a me sembra bello come il sole!
Di 6,70 metri di lunghezza e 2,45 metri di larghezza, il SUNBEAM 22.1 può essere facilmente varato, alato e trasportato con carrello per il suo peso relativamente contenuto di 1.3 tonnellate nonostante le dimensioni.
Con una randa di 17,5 metri quadrati e un genoa di 11 metri quadrati, il nuovo SUNBEAM 22.1 può offrire al diportista ottime prestazioni sia in crociera che in regata e può essere opzionalmente equipaggiato con un rollagennaker.
Per completare i dettagli tecnici, il pescaggio va da 0.60 a 1.40 metri, la zavorra è di 230 kg e può contenere fino a quattro cuccette.
Ancora non viene specificato il prezzo ma, qualunque esso sia, saranno sicuramente soldi spesi bene.

SUNEBEAM 22.1, dal sito Sumbeam Yachts
Via: Yacht.de


lunedì 13 giugno 2016


MAE got SWAG


Mi attira molto l'idea di attrezzare MAE con questa tenda in cotone, la SWAG II della CanvasCamp. Tutte le tende in cotone della CanvasCamp sono bellissime.
In generale lo "swag" può significare un insieme di cose arrotolate in modo da poter essere trasportate. Non lo confondiamo però con i malloppi di vestiti arrotolati che i nostri figli lasciano sulle loro sedie, questa è tutt'altra storia.
Nel caso particolare si tratta di un termine tipico australiano/ neozelandese che si riferisce ad un pezzo di stoffa in cui si trasportano tutti i propri beni.
Nel corso del secolo scorso, gli "swagmen o swaggies" (vale a dire lavoratori erranti) assemblavano tutti i loro averi in una coperta e la mettevano sulle spalle (alias 'Matilda'), mentre vagavano (o 'valzer') da un luogo ad un altro in cerca di lavoro nell'entroterra. 
Ciò ha portato alla creazione delle famose canzoni australiane Waltzing Matilda, conosciute in tutto il mondo '. (maldestramente tradotto da Canvascamp).

Uno "swagman" tratto da wikipedia
Non vi perdete di ascoltare il Walzing Matilda, in questo caso è una canzone che si riferisce ai soldati della I Guerra Mondiale, struggente e meravigliosa.


Però lo "swagger" lo vorrei fare in modo un po' pi moderno anche se la filosofia di fondo rimane invariata. La prima cosa è quella di dotarmi di una e-bike tipo la Miele PX-20 con apposto asse per trasportare MAE cabinata sul carrellino, il Trail-Gator.

Poi ci vorrei fare, andata in bici e ritorno in barca, la Pista Ciclabile del Ponente Ligure, luoghi che, ahimé, non ho mai visitato. Bello è?

Pista Ciclabile del Ponente Ligure
Dimenticavo il cappello, rigorosamente in stile, anche se un po' caruccio.

BEAUGRAND EXPLORER'S HAT


venerdì 10 giugno 2016


Campeggio nautico nel Grevelingen Meer con Happy Cat Evolution



Il Grevelingenmeer è un lago e una ex-baia del delta del Reno, della Mosa e della Schelda nei Paesi Bassi. Situato tra le isole di Goeree-Overflakkee e Schouwen-Duiveland, forma la frontiera tra la provincia dell'Olanda Meridionale e quella della Zelanda. Prima della sua chiusura, questo antico braccio di mare del Mare del Nord si chiamava Grevelingen. Durante i lavori del Piano Delta, il Grevelingen fu chiuso e isolato dal mare per la costruzione delle dighe di Grevelingendam a est (completata nel 1965) e di Brouwersdam a ovest (completata nel 1971). Chiamato successivamente Grevelingenmeer, è essenzialmente destinato al turismo e agli sport acquatici. La salinità del lago è stata mantenuta attraverso la Brouwerssluis, una chiusa situata sulla Brouwersdam, che permette di alimentare il lago con acqua di mare. (Via:Wikipedia).

In soli due giorni si può trovare il tempo di fare una piccola e meravigliosa avventura grazie alle grandissime potenzialità che hanno i catamarani gonfiabili come l'Happy Cat Evolution, in questo caso tra le isole del Grevelingen Meer, in Olanda.



Happy Cat Evolution, una grande barca che entra in un piccolo bagagliaio!

L'Happy Cat Evolution smontato, dal video di Frank


giovedì 9 giugno 2016

Guiclémanac'h, disegnato per velisti disabili ma adatto a tutti




Guiclémanac'h è stato progettato appositamente per le persone disabili che desiderano praticare la vela, è una barca semplice con poco pescaggio ma con prestazioni elevate, offrendo una grande sensazione di stabilità pur essendo valida anche per chi ama il brivido.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
  • lunghezza dello scafo: 4.50 m
  • larghezza: 2.13 m
  • pescaggio: 0,17 metri / 1.30 m 
  • zavorra fissa all'interno: 200kg
  • dislocamento a pieno carico: 650 kg
I piani per l'auto costruzione o per farla realizzare dal progettista/ costruttore li potrete trovare su Boat Et Koad, piani non convenzionali per per barche anti - crisi. Bellissimo!
Il primo modello del Guiclémanac'h sta già aspettando le sue vele.


Dal profilo Google di Quenet Yann
Il suo nuovo proprietario mi fa invidia.


mercoledì 8 giugno 2016


domenica 5 giugno 2016

CantaBag Berlin, grandiosi sailonbikers

Dal canale di Youtube dei CantaBag
I CantaBag Berlin realizzano delle originalissime borse "musicali" e  appare evidente che come a me piacciano i Ramones e la vela. Lo si vede in questo straordinario video su youtube:



Troppo forte il canotto gonfiabile Seahawk II con armo velico autoostruito trasportato con la bici:

Dal canale di Youtube dei CantaBag
Non posso fare a meno di postare anche una foto delle CantaBag, sono veramente bellissime!

Dal sito FACEBOOK dei CantaBag Berlin
Mitici e amatissimi RAMONES! Il concerto nel video l'ho visto anch'io ma al Palasport di Reggio Emilia in quegli stessi anni.


sabato 4 giugno 2016

Oggi al nuovo Decathlon di Arezzo, alcune cose molto interessanti

Rimorchio per bici Trail - Gator al Dechalon di Arezzo
La prima cosa che mi ha colpito è questo Trail - Gator che se nello specifico è stato realizzato per trasportare biciclette per bambini io ho pensato bene che sarebbe l'accessorio ideale per fare sailonbike.


Come potete constatare voi stessi il Trail - Gator può sostituire egregiamente l'accrocco in legno che mi sono autocostruito, così il tutto diventa facilmente e comodamente trasportabile con una bicicletta pieghevole elettrica. Come si vede l'attrezzo è racchiuso in una scatola e costa circa 77 €.


Altra cosa veramente interessante sono le barche in uno zaino, di cui abbiamo parlato più volte.


La possibilità di portarsi il kayak o la canoa in uno zainetto è un'opportunità troppo allettante per chi vuol vivere la nautica ovunque egli voglia andare ed in qualunque modo: fiumi, laghi, mare, a piedi, in bici, in auto, in treno o in aereo. 
Per noi velisti poi basta aggiungere un kit velico come se ne trovano tanti in commercio, tipo questo di Boatstogo che è così poco ingombrante quanto poco costoso, solo 99$, possibile? Questo però bisogna ordinarlo online. Però se si volesse qualcosa di più completo, ma anche più costoso, ci sono anche i sail kit di SailboatsToGo.


Questa è una delle canoe gonfiabili esposte al Decathlon che ho visto oggi.


Ma di modelli in vendita e a disposizione ce ne sono molti, di tutte le dimensioni e grandezza, rigidi o gonfiabili.



Infine in vendita ci sono anche i carrellini per il trasporto dei kayak gonfiati o rigidi.


Da non perdere, ma tornerò ad acquistarle domani perché oggi era impossibile fare la coda alla cassa ci sono le scarpette antiscivolo da barca, i calzari in neoprene SK SUP che ho visto in offerta a 9,99 € ma se si volesse risparmiare c'erano modelli che costavano meno.

Calzari in neoprene TRIBORD al Decathlon


Happy Cat Vision al Villaggio Italgest sul Trasimeno


Facendo i miei soliti giri virtuali su streetview per vedere dove andare con Elena e MAE non appena il tempo si rimetterà mi sono imbattuto in questo bel catamarano gonfiabile Grabner Happy Cat spiaggiato presso il Camping Villaggio Italgest sul Trasimeno, campeggio che, tra l'altro, è anche dotato di un porticciolo privato. Bello il catamarano, bello il campeggio con darsena e, ovviamente, bello il nostro bel lago Trasimeno!

Villaggio Italgest


venerdì 3 giugno 2016

Un milione di visualizzazioni e un bilancio

E' accaduto tutto nella notte e finalmente quel numerino posto sulla barra laterale del blog ha raggiunto la stratosferica cifra di un milione di visualizzazioni totali.
Ne è passato di tempo da quel giorno del 2007 in cui decisi di aprire un sito di nautica nello spazio web gratuito offertomi dall'operatore telefonico che avevo allora. Dopo qualche anno, credo tra il 2010 e il 2011, decisi di trasformare il sito in un blog di Google, un diario personale online, e da quel momento il contatore non ha mai smesso di funzionare nonostante stravolgimenti e cambiamenti radicali nella struttura, ma non nello spirito con cui questo spazio web è nato.
Infatti i contenuti di Terraferma Sailors non sono mai cambiati, parlare della piccola nautica, della vela alla portata di tutti ed infine delle nostre piccole e grandi avventure di velisti "della domenica" o "della passeggiatina" come li si voglia chiamare, sempre e comunque molto sinteticamente,  per non annoiare.
Qualche tempo fa un lettore, uno dei pochissimi che ogni tanto mi scrive, mi chiese come potevo raccontare ogni giorno da anni così tante cose, gli risposi semplicemente che avevo tempo per documentarmi e quindi per rielaborare e  creare.
C'è chi va ancora a dire in giro che un blog di successo può garantire lavoro, fama e soldi, io non so se un milione di visualizzazioni in meno di cinque anni sia un blog di successo, l'unica cosa certa è che la soddisfazione è solo ed esclusivamente personale, in pratica non s'è visto manco un  euro ma l'aspetto più sorprendente è che, perdonatemi la vanità, nonostante l'assoluta originalità del sito si contano nelle dita delle mani coloro che hanno ringraziato delle tante parole spese per i loro prodotti o hanno messo un link o hanno parlato di noi.
Non c'è nessun'altro sito che, grazie alle opportunità offerte da Navionics, si apra con una magnifica e completa carta nautica con tanto di scivoli, gavitelli, strutture di accoglienza, porti a secco e corridoi di lancio presenti in tutto il Mediterraneo e oltre.
Non c'è nessun'altro sito in cui si trovano tradotti articoli, ma anche qualche libro, in ogni lingua, presi dai più importanti siti a livello mondiale, dalle steppe della Russia fino alle americhe attraverso tutta l'Europa.
Non c'è nessun'altro sito in cui si parla della nautica popolare a tutto campo ma anche della sua storia fin dalle origini più antiche, dagli egizi e gli etruschi ai tempi moderni.
Ed infine non c'è nessun altro sito in cui si parla della propria esperienza nautica come un grandissimo veicolo di armonia e felicità familiare, a prescindere dei soldi che si hanno, è si perché, come ho tradotto anni fa da un bellissimo articolo in inglese, "la magnifica spiaggia di Thaiti è la stessa che la si goda con una barca di trenta metri come con una di sei metri o anche meno".
La considerazione che mi viene da fare è che il mondo di oggi, per quanto la globalizzazione ci avrebbe dovuto insegnare ad aprire i nostri orizzonti, è rimasto chiuso in se stesso, ognuno a coltivare il suo piccolo e grande orticello per paura che qualcuno gli possa rubare un pomodoro. Nel settore della nautica poi si leggono fritte e rifritte e strarifritte sempre le solite cose, mai una novità, se non quelle offerte da un mercato di nicchia che è quello dei ricchi o dei regatanti con i capelli al vento e gli occhialetti. 
A parte questo però io credo che il miglior successo nella vita sia fare al meglio ciò che ci piace fare, è stato così anche nel mio lavoro, entrare e uscire dalla fabbrica felice fino al momento in cui questa condizione non è venuta meno, allora si è cambiata strada e si è cambiata vita.
Così è e sarà anche per il nostro blog e il nostro modo di vivere la vita e la vela.


giovedì 2 giugno 2016

Antichi frangiflutti, con scivolo, a Torre Santa Sabina in Puglia



Nel ricercare antichi frangiflutti e porti sommersi presenti nelle nostre coste ho trovato uno scivolo situato in un luogo meraviglioso della Puglia, Torre Santa Sabina, che non avevo visto. Ho provveduto subito ad aggiornare la carta nautica.
Oltre alla magnifica torre a "cappello da prete" fatta costruire sul finire del cinquecento probabilmente dai feudatari di Carovigno, davanti allo scivolo, sono evidenti i resti semi sommersi dello scalo portuale dell'antica città messapica di Karbina (Κάρβινα), che sorgeva presso l'odierna Carovigno, come attestano frammenti ceramici rinvenuti sui fondali.
Si trattava di un porto di notevole importanza, avendo una cava di pietra aperta proprio in prossimità della costa, quindi una zona ampiamente battuta dalle navi che trasportavano mercanzie, soggetta ai traffici commerciali tra la Grecia e le città dell'Italia meridionale. 
Non è da escludere che il borgo abbia svolto un ruolo più ampio di centro di redistribuzione, funzionale ad altri insediamenti messapici della fascia subcostiera, come San Vito dei Normanni e Ostuni.
Le attività marittime proseguirono dall'età micenea fino a quella medievale e moderna;
In epoca imperiale fu sede della stazione di sosta detta Ad Speluncas (così chiamata per via delle grotte presenti in zona), ubicata lungo la Via Traiana.
In periodo bizantino il suo territorio era cosparso di insediamenti rupestri e il nome di Santa Sabina deriverebbe dal culto dedicato a questa santa in una delle cripte allora esistenti.
Nel XIII secolo si insediarono nella contrada i Cavalieri Teutonici, e vi costruirono un ospedale e forse la prima torre. 
Un inventario di Raimondo Orsini del Balzo della fine del Trecento menziona infatti in questa località una torre distrutta. 
Studi sul territorio suggeriscono che l'area è stata colpita da due maremoti: uno data 6 aprile 1667 e fu originato dal terremoto che distrusse Ragusa di Dalmazia; un secondo tsunami flagellò le coste il 20 febbraio 1743 ed ebbe come epicentro il Canale d’Otranto. (Via: Wikipedia).

Che meraviglia la nostra Italia!
Antichi frangiflutti e resti portuali davanti a Torre Santa Sabina, da Ancientportsantiques


L'eredità dei Dashews, la più completa enciclopedia per la crociera offshore è gratuita online

Dal sito SETSAIL
Nel corso dei loro lunghi viaggi in mare Linda e Steve Dashew hanno scritto l'enciclopedia più completa per la crociera "offshore". 
D'ora in poi questa è disponibile gratuitamente online.
I coniugi Dashews hanno navigato assieme per oltre 40 anni in lungo e in largo negli oceani, hanno visitato i più bei ed emozionanti luoghi della terra su diverse imbarcazioni. 
Durante i loro viaggi avevano con se le loro due figlie. 
Negli anni sessanta, hanno iniziato con un catamarano da regata, poi nella metà degli anni settanta hanno optato per un 50 piedi Einrumpfer. Hanno navigato per sette anni di fila ma nel frattempo hanno anche progettato grandi yacht da crociera grazie alle conoscenze accumulate.
L'"Enciclopedia per la crociera offshore" è una delle più importanti e più complete opere al mondo che riguardano la vela sulla lunga distanza. 
I loro "Manuale Meteo Marino", "Sopravvivere nella tempesta" e "Nautica pratica" hanno trovato acquirenti in tutte le librerie in cui erano disponibili.
C'è ancora chi è disposto a pagare anche 200 dollari per i libri dei Dashews. 
Ora i Dashews hanno deciso di mettere le loro conoscenze a disposizione della comunità dei naviganti gratuitamente. 
I quattro libri sono scaricabili in formato PDF, QUI.

(maldestramnte tradotto ed interpretato da me medesimo da: yacht.de).

Grazie coniugi Dashews e Buon Vento!

I coniugi Dashews e le loro figlie a Bora Bora, dal sito SetSail
Via: Yacht.de



mercoledì 1 giugno 2016



martedì 31 maggio 2016

Resti di antichi frangiflutti: la peschiera di Santa Marinella



Nell'antichità, come oggi, sono state realizzate numerose strutture portuali e frangiflutti sia per permettere il ricovero delle navi che per l'allevamento ittico come in questo caso della grande peschiera realizzata nei pressi di Santa Marinella, costruita forse verso la fine del I sec. a. C.

Al Km 64,600 della SR Aurelia si trovano i resti della Villa delle Guardiole, era molto grande e copriva un'area di circa mezzo ettaro. La struttura possedeva anche un impianto termale,le cui vasche sono ancora visibili. Opposte e appartenenti alla villa ,presso la foce del fosso delle Guardiole, sono poi due peschiere usate per l'allevamento del pesce. Oggi sono sommerse dal mare e visibili solo dall'alto o con la bassa marea. La prima è di forma rettangolare con un lato corto a forma di arco, la seconda è stata costruita su un precedente rudere di un porto, forse di epoca etrusca e/o comunque attinente alla fondazione di Castrun Novum nel III sec. a.C. Alla peschiera composta di due vasche era congiunto un muro di larghezza tra 1.5-2m che serviva da piccolo molo per le imbarcazioni. Tutta la struttura aveva le dimensioni di 65x60m, mentre la peschiera più grande, divisa internamente in cinque vasche misura 35x18.6m. (Per saperne di più: Canino.info).

C'è anche il video di Archeo Time.


Altre informazioni si trovano su: Punicum. Ecco come doveva essere un tempo, dal sito Santa Marinella Shop:

La peschiera di Punta della Vipera, dal sito santamarinella-shop

lunedì 30 maggio 2016

Cartes générales et particulières de la mer Méditerranée, par le Pilote Real du Le Roi Soleil

L'Isola d'Elba, da Cartes générales et particulières de la mer Méditerranée
Cartes générales et particulières de la mer Méditerranée, è un meraviglioso portolano realizzato da Henry Michelot Pilote Real des Galeres du Roy nel 1713. Il Re di Francia a quel tempo doveva essere ancora proprio lui, il Re Sole, ovvero Luigi XIV. Che fosse stato davvero figlio di quel mascalzoncello del Cardinale Mazzarino di quel di Pescina? Ah, les italiens!

Via: BnF - Gallica


domenica 29 maggio 2016

Violetta, 15 anni, è prima donna ad attraversare la Manica in Optimist!




Il 24 maggio 2016 nel pieno della notte Violetta, con il supporto della barca Exchange, ha lasciato la costa inglese in prossimità dell'isola di Wight coprendo una distanza di 70.67 miglia in 14 ore e 58 minuti fino al porto di Cherbourg in Francia, tenendo una media di 4.71 nodi.
Brava Violetta!

Il percorso di Violetta su Google Earth

venerdì 27 maggio 2016


giovedì 26 maggio 2016



lunedì 23 maggio 2016

La moneta etrusca ruota/ ancora ci svela le origini della "grippia"

Dal libro "Etruschi nel Tempo", ritrovamenti ad Arezzo dal '500 ad oggi
Non c'è navigante che sia degno di questo appellativo che non abbia lasciato almeno una volta nella vita la sua bella ancora sul fondo, incagliata ben bene tra qualche sasso messo lì apposta per farlo imbestialire. E' capitato anche a me ma nel mio caso è stato solo perché sono un po' brocco.
Ma gli antichi etruschi, e forse anche i popoli che li hanno preceduti, avevano già trovato la soluzione: Ancora incaglitata? Ci pensa la grippia. L'articolo di Liguria Nautica News, per quanto istruttivo e dettagliato non era proprio una novità neppure tra il IV e il III secolo avanti Cristo per il popolo etrusco che allora dominava i mari.
I due anelli, il primo posto sulla sommità del ceppo ed il secondo sull'estremità finale del diamante, non lasciano dubbi sulla loro funzione, offrire due punti di tiro con angoli differenti, favorendo il disincaglio dell'ancora grazie alla cima di ancoraggio e alla grippia.
La moneta di cui stiamo parlando, ma non è l'unica con queste raffigurazioni, è esposta al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo, proveniente dalla Collezione Bacci di Stroppiello, da una parte rappresenta una ruota a sette bracci, dall'altro un'ancora bidentata con doppio anello e la lettera "V" improntata sul nucleo.
Le località dei ritrovamenti di queste monete si concentrano nel territorio della Val di Chiana, in particolare il territorio di Chiusi è la zona dove si sono verificati i rinvenimenti più numerosi
Come già accennato la loro datazione può essere inquadrata nell'arco cronologico compreso tra la fine del IV secolo e la fine del III secolo a. C., quando nell'Etruria settentrionale interna si erano create le condizioni necessarie per l'emissione di moneta da parte delle città poste in quest'area.
Dalla presa di Capua avvenuta nel 430 a.C da parte dei Sanniti fino alla decadenza del porto di Spina causata dall'interruzione quasi completa dei rapporti con il mondo greco indussero le città industriose come Arezzo a potenziare il mezzo di scambio adottato ormai sempre più frequentemente: la moneta.
Certo non è un caso che la ruota e l'ancora fossero simboli così significativi ed importanti nella produzione della moneta coniata dal popolo etrusco.
Le informazioni le ho ritrovate nel libro "Etruschi nel Tempo, i ritrovamenti ad Arezzo dal '500 fino ad oggi".

Etruschi nel Tempo, i ritrovamenti di Arezzo dal '500 fino ad oggi

Andare per l'Italia Etrusca

Valerio Massimo Manfredi, Andare per l'Italia Etrusca
Ne è valsa davvero la pena spendere poco più di 10 €, il libro è ancora in promozione scontato da Feltrinelli, per questo "Andare per l'Italia Etrusca" di Valerio Massimo Manfredi.
Il testo non tradisce il profilo culturale e l'esperienza lavorativa del suo autore, archeologo e scrittore ma anche sceneggiatore e conduttore per cinema e TV, le cui competenze gli hanno permesso di esporre in maniera semplice, diretta, sintetica e lineare un argomento di estrema complessità: le radici della nostra civiltà.
La comprensione di ciò che è avvenuto nel corso di circa un millennio prima del predominio di Roma e della sua presenza in tutto il bacino del Mediterraneo non è affatto semplice, tanto meno spiegarlo alla gente comune e non agli studiosi come me.
Chi erano glie Etruschi, che terre hanno bazzicato, come vivevano, cosa facevano per vivere? Ebbene, in questo testo di circa 150 pagine si trovano molte delle risposte a queste domande e non voglio togliervi il gusto di scoprirlo da soli anticipandovi conclusioni e considerazioni che a me personalmente non sono apparse affatto scontate, se per scontato si intende ciò che finora studiosi e programmi scolastici ci hanno inculcato.
Un sola considerazione voglio esprimere a riguardo, c'è una semplice parola di quattro lettere che lega tutti i capitoli del libro, il mare. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare il libro comincia parlando del porto di Spina, nell'Adriatico e ai confini della Pianura Padana, per arrivare fino a Roma attraverso l'entroterra per andare sempre e comunque verso il mare, aprendoci un varco storico e culturale tra la civiltà villanoviana e quella romana, quasi certamente ed in gran parte evoluzioni le une delle altre. Gli Etruschi erano veramente originari della Lidia come alcune fonti ci hanno tramandato oppure erano una popolazione autoctona influenzata dalle molte culture veicolate attraverso i commerci marittimi?


Vi lascio con questo interrogativo riportando una delle frasi che ho apprezzato di più in questo libro:

"Varcare l'Appennino da Nord a Sud significa entrare nella cosiddetta Etruria propria, una terra tra le più straordinarie al mondo per tanti motivi  ...."

Si parla della mia Etruria, della mia Toscana, del mio centro, veramente una delle terre più belle al mondo.




venerdì 20 maggio 2016

Anche gli antichi egizi avevano le loro barche "carrellabili"

Journal of Ancient Egyptian Interconnections - Ahhotep’s Silver Ship Model: The Minoan Context
E' bé, che anche la barca carrellabile dovesse avere una sua storia lo si poteva pensare ma che si arrivasse fino al regno della bellissima regina Ahhotep I, reggente dell'Alto Egitto in nome del figlio Ahmose durante la sua minore età in seguito alla morte del figlio Kamose, questo proprio non me lo sarei mai immaginato. 
Nella sua tomba, nella necropoli di Dra Abu el-Naga, scavata nel 1858, sono stati rinvenuti alcuni pregevoli esemplari di lavori di gioielleria ora conservati presso il museo de Il Cairo tra cui questa pregevole barchetta carrellabile in argento.
La regina Ahhotep visse per circa 90 anni e le fu dedicato un culto post mortem dal figlio Ahmose. (Fonte Wikipedia).
Ma quello di Ahhotep non è l'unico modellino di barca carrellabile presente nell'antico Egitto perché esiste anche la famosa Gurob Ship.

Dal sito della Gurob Ship
Il modellino fu ritrovato durante gli scavi del 1920 condotti da G. Brunton e R. Engelbach, del team di W.F. Petrie, nella tomba 611 situata nell'area di inumazione identificata come Point H dell'insediamento urbano di Mr Wr, letteralmente "il grande canale", situato all'ingresso del corso d'acqua che porta al lago Fayum, oggi denominato Gurob. 

Shelley Wachsmann, professore di Archeologia Biblica presso la Texas A & M University, uno dei maggiori esperti mondiali di archeologia nautica, ha dedicato il suo ultimo lavoro, “The Gurob Ship-Cart Model and Its Mediterranean Context” 2013 , a questo modellino in legno di galea a remi ,....... QUI.  (Via Monte Prama Blog).

E proprio vero che per comprendere meglio il presente e trovare il modo migliore per vivere nel futuro bisogna conoscere il passato e mantenerne integra la memoria.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...