Nel ricercare antichi frangiflutti e porti sommersi presenti nelle nostre coste ho trovato uno scivolo situato in un luogo meraviglioso della Puglia, Torre Santa Sabina, che non avevo visto. Ho provveduto subito ad aggiornare la carta nautica.
Oltre alla magnifica torre a "cappello da prete" fatta costruire sul finire del cinquecento probabilmente dai feudatari di Carovigno, davanti allo scivolo, sono evidenti i resti semi sommersi dello scalo portuale dell'antica città messapica di Karbina (Κάρβινα), che sorgeva presso l'odierna Carovigno, come attestano frammenti ceramici rinvenuti sui fondali.
Si trattava di un porto di notevole importanza, avendo una cava di pietra aperta proprio in prossimità della costa, quindi una zona ampiamente battuta dalle navi che trasportavano mercanzie, soggetta ai traffici commerciali tra la Grecia e le città dell'Italia meridionale.
Non è da escludere che il borgo abbia svolto un ruolo più ampio di centro di redistribuzione, funzionale ad altri insediamenti messapici della fascia subcostiera, come San Vito dei Normanni e Ostuni.
Le attività marittime proseguirono dall'età micenea fino a quella medievale e moderna;
In epoca imperiale fu sede della stazione di sosta detta Ad Speluncas (così chiamata per via delle grotte presenti in zona), ubicata lungo la Via Traiana.
In periodo bizantino il suo territorio era cosparso di insediamenti rupestri e il nome di Santa Sabina deriverebbe dal culto dedicato a questa santa in una delle cripte allora esistenti.
Nel XIII secolo si insediarono nella contrada i Cavalieri Teutonici, e vi costruirono un ospedale e forse la prima torre.
Un inventario di Raimondo Orsini del Balzo della fine del Trecento menziona infatti in questa località una torre distrutta.
Studi sul territorio suggeriscono che l'area è stata colpita da due maremoti: uno data 6 aprile 1667 e fu originato dal terremoto che distrusse Ragusa di Dalmazia; un secondo tsunami flagellò le coste il 20 febbraio 1743 ed ebbe come epicentro il Canale d’Otranto. (Via: Wikipedia).
Che meraviglia la nostra Italia!
Si trattava di un porto di notevole importanza, avendo una cava di pietra aperta proprio in prossimità della costa, quindi una zona ampiamente battuta dalle navi che trasportavano mercanzie, soggetta ai traffici commerciali tra la Grecia e le città dell'Italia meridionale.
Non è da escludere che il borgo abbia svolto un ruolo più ampio di centro di redistribuzione, funzionale ad altri insediamenti messapici della fascia subcostiera, come San Vito dei Normanni e Ostuni.
Le attività marittime proseguirono dall'età micenea fino a quella medievale e moderna;
In epoca imperiale fu sede della stazione di sosta detta Ad Speluncas (così chiamata per via delle grotte presenti in zona), ubicata lungo la Via Traiana.
In periodo bizantino il suo territorio era cosparso di insediamenti rupestri e il nome di Santa Sabina deriverebbe dal culto dedicato a questa santa in una delle cripte allora esistenti.
Nel XIII secolo si insediarono nella contrada i Cavalieri Teutonici, e vi costruirono un ospedale e forse la prima torre.
Un inventario di Raimondo Orsini del Balzo della fine del Trecento menziona infatti in questa località una torre distrutta.
Studi sul territorio suggeriscono che l'area è stata colpita da due maremoti: uno data 6 aprile 1667 e fu originato dal terremoto che distrusse Ragusa di Dalmazia; un secondo tsunami flagellò le coste il 20 febbraio 1743 ed ebbe come epicentro il Canale d’Otranto. (Via: Wikipedia).
Che meraviglia la nostra Italia!
Antichi frangiflutti e resti portuali davanti a Torre Santa Sabina, da Ancientportsantiques |