Aloa 17 (Eau Vive) in vendita a Roma, non male, soprattutto per il motore e il carrello basculante compresi nel prezzo. Un po' vecchiotta ma ti cavi la voglia della vela con poco.
Per Ciotto, il mio kayak gonfiabile sit on top (ma applicabile anche ad un SUP con seduta), avrei pensato ad un armo velico molto semplice e leggero, fissato alla base sfruttando la forza delle gambe sui piedi poggianti su di una pedana inclinata e tre semplici tiranti. Il resto consiste in una randa con inferitura e anello di scotta. La randa è piccola e costituita da stoffa molto leggera. Per quanto riguarda lo scarroccio il sit on top, ma anche i SUP, hanno una piccola deriva che dovrebbe essere sufficiente ma che eventualmente può essere ingrandita. Il timone si fa con la pagaia.
La VelaPagaia di Giacomo Volponi in navigazione al Trasimeno. Come già detto mi sembra una soluzione interessante soprattutto per chi si volesse apprestare a fare navigazioni di medio e lungo raggio con il kayak, in mare o al lago, in cui la scuffia non è raccomandabile. Come potrete constatare voi stessi dalle descrizioni nel sito VelaPagaia è idonea a tutte le andature, dalla bolina stretta, al traverso fino alle portanti.
Cari lettori che siete sempre tanti e affezionati, vi ricordate della Rachele che mi ha costretto a riportare la barca dal Tirreno al lago causa mal di mare? Ebbene ha partorito una magnifica bimba di nome Costanza, ed è per questo che in questi ultimi mesi ho poco frequentato il blog. Poi come vedete sono fatto più vecchierello.
la Rachele in barca a vela
Ma è stata anche la mia passione per la storia che mi ha tenuto lontano dal blog con le ricerche, molto impegnative perché mi sono dovuto destreggiare con la paleografia diplomatica, pubblicate su Nuéter.
Poi, la Brigata di Raggiolo ma soprattutto l'acquisto di Barullo e tutto quel che c'è stato da fare per iniziare a sistemare.
E infine il caldo opprimente di queste estati, ma spero di tornare presto al mio amato lago con la canoa a vela, magari con un po' di fresco.
Spettacolo, la potrei carrellare con la Countryman della Rachele che può trainare 1500 kg + 10% di tolleranza e magari tenerla nel suo giardino. Assomiglia tanto al mio Vikino "Aspirina" ma è più bella. Ma ormai da vecchierelli aciaccati s'è preso Barullo e Ciotto.
Aspirina
Barullo
e "Ciotto" il salsicciotto, di sotto esposto con tutta l'attrezzatura da "sailonbiker"
Questo tipo di andatura non è una mia invenzione, diciamo solo che il nome potrebbe essere una mia idea, poiché di come venga utilizzata, almeno parzialmente, ne ho già parlato nel precedente post sulla QuickSail. La vela che ho schematizzato in figura è idonea, per quanto ne so, per i kayak e le canoe a vela e viene dichiarata per sole andature portanti. Secondo me, come ho già scritto, con un minimo di drizze ben posizionate può essere utilizzata anche nella bolina.
La novità assoluta è che questo tipo di andatura funziona all'incontrario rispetto alle andature di bolina che siamo abituati a conoscere, dalla bolina stretta al fil di ruota passando dal traverso, per poi strambare e cambiare lato.
In questo caso non si stramba mai poiché si ruota l'attrezzatura e non la vela, necessariamente leggeri, da destra o da sinistra quel tanto che basta per orientare la vela dal fil di ruota fino al lasco. Anche la forma della vela è all'incontrario, diciamo un triangolo rovesciato anche se in realtà si tratta di un trapezio.
Il profilo del kayak e della canoa aiutano anche per "cazzare" o "lascare" la vela trapezoidale semplicemente mandandola avanti e indietro, quindi si potrà avere una rotazione a destra e a sinistra per cambiare l'andatura e un avanzamento e un arretramento per la regolazione allargando o stringendo il trapezio.
E' ovvio poi che, secondo le dimensioni della deriva, il kayak o la canoa, potrà procedere dalla bolina stretta fino al traverso senza scarrocciare ma, come sappiamo, in questo tipo di imbarcazione c'è anche la pagaia che può aiutare a ridurre lo scarroccio.
Magnifica Elba il cui periplo abbiamo fatto decine di volte, si può fare con tutte le barche, con cabinato e non, con vela o a motore. Basta evitare da metà luglio a fine agosto. Noi del Tour dell'Elba ne abbiamo già parlato tempo fa.
Sea Eagle QuickSail, è una vela universale per kayak. Dichiarata per andature portanti credo che possa anche bolinare. Buono anche il prezzo. Pesa neanche un chilo per 1,3 metri quadri di tela, racchiudibili in una borsetta. Ottimo.
In uno dei luoghi più belli della nostra Costa Etrusca c'è la possibilità di fare un'escursione con una piccola barca a vela grazie alla presenza di campeggi, area sosta camper, se si vuol rimanere più di un giorno, ma soprattutto un parcheggio per auto e un corridoio di lancio con spiagge attrezzate o libere, secondo i gusti e le possibilità. Si parte dalla spiaggia delle Rocchette per arrivare a Punta Ala e ritorno. Assolutamente da fare, anche come "daycation" per chi non abita troppo lontano.
Nel giro di tre giorni ho ordinato e ricevuto anche le pagaie e il gonfietto, mentre la vela di poppa (downwind) per Ciotto mi arriverà tra due settimane, con una spesa totale intorno ai 100 €. Il gonfietto ho preso quello a mano dello stesso fabbricante.
Per quanto riguarda le vele, benché abbia intenzione di costruirmi una randa, per ora ho preso la vela "downwind", che è una garanzia per il corretto funzionamento nella sua andatura.
Nello schema sotto riportato il montaggio e il principio di funzionamento della vela "downwind".
Il modello a cui mi ispirerò per la randa è inglese e, secondo quanto mi verrà a costare inclusi tasse e trasporto, deciderò se acquistarla o costruirla da me. Questa mi sembra molto bella.
Il kayak gonfiabile sit-on-top "Reef300" della Sevylor l'ho acquistato ieri, l'armo velico lo predisporrò nei prossimi mesi prima dell'estate. Il suo nome sarà "ciotto" ....... il salsicciotto. Queste sono le caratteristiche tecniche principali del solo kayak:
Dimensioni: 296 x 84 x 55 cm;
Dimensione borsa (come da imballo): 80 x 39 x 28 cm;
Posti: 2
Capacità di carico: 150 kg
Peso: 9 Kg
Camere d'aria: 3
Prezzo senza pagaie e pompa: 282,33 € (inclusi manometro, pinna, kit riparazione, iva e trasporto)
"Robert Heine è un imprenditore, padre di quattro figli e un appassionato campeggiatore. Dopo essersi innamorato della barca a vela italiana “ Paper8 ” (PaperOtto) cinque anni fa e aver capito che non poteva essere consegnata in Germania, ha deciso di commercializzare la barca a vela pieghevole nel suo paese. Da allora va due o tre volte l'anno con il REACHA e il suo Paper8 in vacanza in campeggio in acque diverse e adatte alla pratica della vela. Il REACHA SPORT può trascinare il PaperOtto in baie difficili da raggiungere e montarlo lì. Nel blog di REACHA puoi vedere come viene utilizzato il versatile trolley durante una vacanza in campeggio nel sud della Francia con tutta la famiglia."
Torno sul FARR640 - Winning Cat che in questi giorni sta scatenando la mia invidia, in particolare quello dell'armatore Frank che naviga nelle acque di Portovenere. Secondo voi chi invidierò di più, Frank o quelli che dimorano in quell'albergo galleggiante? Vuoi mettere, portare la barca sul carrello a Portovenere e veleggiare come mi pare mettendola alla boa anche per solo qualche giorno. Bellissimo!
Jim Morrison cantava ".... fai attenzione alle piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi ....". E' proprio così, e proprio così è stato con le nostre piccole grandi barchine, ovunque le abbiamo fatte navigare.
L'interpretazione delle fonti, e non solo nella storia della navigazione, è uno dei miei interessi preferiti e su questo "rilievo di Torlonia", così ben descritto nel sito di Ostia Antica, non potevo esimermi da aggiungere qualche considerazione e dettaglio personali.
La prima osservazione, direi macroscopica, è che più di uno studioso parla di due imbarcazioni mentre, se questo è pur vero dal punto di vista figurativo, a mio parere mi sembra evidente che la nave sia la stessa rappresentata in due momenti diversi della navigazione quindi, partendo dalla parte sinistra a quella destra della tavoletta, si tratterebbe di una sequenza temporale. Questa nuova luce dovrebbe cambiare un po' di cose sulla interpretazione di quanto raffigurato e questo, per lo meno a me che osservo soprattutto ciò che concerne la navigazione, mi sembra abbastanza evidente. Per semplicità elenco per punti le differenze nei due momenti della navigazione:
1) le onde del mare: in mare aperto sono più grandi, il mare è più mosso, mentre all'interno del porto le onde sono più piccole ed il mare più placido;
2) il rimorchiatore in azione: salendo, la prima cosa che si nota è il rimorchiatore. Lo chiamo così perché questa è la definizione che alcuni studiosi gli avrebbero dato ma non sarei del tutto certo che si tratti di un'unità esterna alla nave, bensì potrebbe appartenere all'equipaggio e all'attrezzatura navale stessi. Prima di entrare in porto il marinaio sopra il rimorchiatore, posto a poppa della nave, blocca i timoni con una cima passante tra due fori interposti tra l'asta e la pala. Una volta ormeggiata la nave il rimorchiatore è fissato anch'esso a prua della nave ed è il motivo per cui non ci può essere certezza che questo non appartenga tanto al porto quanto alla nave, quindi si tratterebbe di un mezzo navale in dotazione con funzione di appoggio come i nostri "tender";
3) l'equipaggio: l'equipaggio cambia la sua composizione, nella nave in alto mare si notano il timoniere a poppa, anche se la figura è parziale, tre figure attorno ad un fuoco, che taluni studiosi asseriscono facenti parte di un cerimoniale anche se potrebbero essere semplicemente cuochi mentre cucinano per l'equipaggio, un marinaio alle drizze, un marinaio con funzione non identificata, un maestro d'ascia in azione, e un marinaio addetto al corvo, o alla passerella d'attracco. Nella barca oramai attraccata alla bitta d'ormeggio, che si trattava di una grossa pietra squadrata e forata per il passaggio della cima, si contano almeno cinque marinai intenti a riporre le vele e un marinaio che attraversa la passerella abbassata con un oggetto in mano e un'anfora sulla schiena.
4) le vele: interessante la rappresentazione di alcune attrezzature di coperta utilizzate ancora nei velieri di fine Ottocento e nelle vele storiche odierne. Le vele oltre alla rappresentazione della lupa che allatta Romolo e Remo, a mio parere, contengono semplicemente un numero che potrebbe rappresentare la flotta o la nave, non gli darei altro significato simbolico poiché i numeri nell'esercito romano, e quindi nella flotta, indicavano un importante senso di appartenenza.
5) il faro e il porto: dovrebbero essere rappresentai un faro, piedistalli, sculture ed edifici tipici dell'architettura romana sui quali non entro in merito.
6) le figure allegoriche: l'occhio che sembra appeso al pennone non mi sembra una figura allegorica come le tre statue poste al centro e ai lati in alto e anche le tre donne rappresentate sulla estrema destra sembrano più che altro affaccendate in lavori di pulizia. Mi potrei sbagliare ma, essendo l'occhio appeso al pennone, credo che rappresenti una particolare unità come per esempio una vedetta. In mezzo a tutto c'è il dio Nettuno, la divinità di tutte le acque e questa è la figura simbolica per eccellenza.
Per quanto oggi i rapporti con la Russia siano alquanto difficili continuo ad apprezzare questi prodotti per la vela popolare, la nautica intesa per tutti come i "gommoni" a motore che vengono utilizzati nei nostri mari da quasi un secolo.
Yarkat, piccoli natanti a vela facili da montare, da trasportare e da montare, mantenimento a costo zero. Fantastico!
Personalmente ritengo che le ragioni dei popoli non si debbano mai risolvere con le armi poiché questo rischia di distruggere, oltre che la vita e la dignità della persona umana, anche il lavoro e il sacrificio di tutti.
Ritorniamo ad essere amici e risolviamo i problemi con il dialogo, non colla guerra. La guerra genera solo dei vinti.
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