lunedì 21 gennaio 2013


Sailonbike al Boot 2013 di Dusseldorf

Dal filmato anteprima del Boot 2013 su Youtube
E' iniziata ufficialmente l'era del Sailonbike, lo è da quest'anno al Salone Nautico più importante del mondo il Boot 2013 di Dusseldorf. E, guarda caso, lo è con una delle prime barche di cui abbiamo parlato per promuovere questa attività, Klepper, la deriva smontabile.

Dal filmato anteprima del Boot 2013 su Youtube
Questo è il filmato, il sailonbike lo potrete vedere dal minuto 1.10 a 1.25. Se ne vedranno delle belle!



domenica 20 gennaio 2013

Twister, la lavatrice ecologica da barca

Twister, dal sito Ventusfreeenergy
That's incredible! Twister, è proprio lei, la vera lavatrice da barca, queste sono le sue eccezionali qualità:
  • è leggera, poco ingombrante e facilmente trasportabile (2,7 kg)
  • è efficiente nel lavaggio (lavaggio, risciacquo, centrifuga)
  • è capiente (4-6 kg)
  • è facile da usare
  • non richiede energia elettrica
  • è ecologica
  • costa  poco (100 €)
questa è la sua BROCHURE e queste sono le ISTRUZIONI per il funzionamento. E c'è anche un video dimostrativo.


Vintage, classico come un Barbour

Парус для надувной лодки, dal sito Okafish.ru
Vi ricordate "Джулио", in italiano Giulio, l'infiltrato speciale presso il famigerato "Circolo dell'inchiostro a china" fino ai tempi del crollo del muro? Ebbene, anche oggi ho dovuto rispolverare il mio "russo" e le conoscenze sui gommoni d'assalto come quelli utilizzati nell'operazione "Mano Calda". Questa operazione, sconosciuta anche ai più esperti agenti della CIA e del KGB, fu un vero e proprio disastro e l'agente infiltrato ne fu travolto. Ma questa è l'altra storia, storia che decretò la fine del rinomato Circolo che, sotto copertura, si occupava della copia di antichissimi manoscritti armeni rinvenuti in una caverna nei pressi del Lago di Ag-Gol in Azerbaijan.
Надувная лодка Хантер 280 ЛТ ЛЮКС, dal sito Hunterboats
Finita la guerra fredda questi gommoni verranno utilizzati principalmente per la pesca, ed è proprio su di un sito di pesca, Okafish, che ho trovato il modo di realizzare dei meravigliosi gommoni a vela stile "vintage", come nella figura di apertura. Nel sito potrete trovare tutto, da come fissare l'albero a come realizzare le vele, nonché calcolarne la superficie e l'altezza ai fini della sicurezza nella navigazione. Unico piccolo, ma superabile svantaggio, è quello di capire la lingua russa.

Парусное вооружение, dal sito Okafish.ru
"Le barche da pesca con la vela ausiliaria offrono vantaggi notevoli per i pescatori. In primo luogo, permettono di pescare in grandi fiumi, laghi e mari, in cui è vietata la navigazione con barche a motore, come le riserve naturali e marine. Secondo, le barche a vela possono navigare con una velocità minima e in silenzio, che sappiamo bene quanto sia importante per la pesca. Ma questi sono solo esempi.
Non c'è bisogno di copiare le barche a vela sportive: è bene mettere le vele in combinazione con una carena che consenta di stringere il vento con un angolo di 30 - 35 °, caratteristica di cui le barche da pesca sono normalmente dotate.
Il kit di montaggio della vela deve essere compatto, facile da installare e gestire, l'albero e le parti del montante non devono essere troppo ingombranti, in modo che possano essere facilmente messi da parte quando non sono necessari.
Il requisito più importante per la vela ausiliaria è la sicurezza della navigazione, pertanto l'area della vela e l'altezza del suo centro non devono superare i valori consentiti per garantire la stabilità della barca. 
Il gommone deve essere dotato di una chiglia in modo che venga impedito lo scarroccio quando si procede in direzione del vento con una certa angolazione. 
Prima di cominciare a realizzare le vele, è necessario sapere che per imbarcazioni a remi con bordo libero dal galleggiamento di 0,3 metri e gommoni la superficie velica viene calcolata utilizzando la seguente formula: 


S = 1,3 x L x B (mq) 

dove L= lunghezza dell'imbarcazione 
e B = larghezza della barca al galleggiamento 

Ad ogni buon conto, per i gommoni gonfiabili di ridotte dimensioni la superficie velica ideale è di 4.5 mq ma nel caso in cui il navigatore fosse inesperto l'area dovrebbe essere ridotta a 1.5 mq." (Liberamente tradotto, interpretato e riassunto da me medesimo, dal sito Okafish).

Крепление мачты на «Нырке-1», dal sito Okafish.ru
Non posso proseguire nella traduzione, mi ci vorrebbe troppo tempo, ma certamente quant'è vera la storia dell'operazione "Mano Calda", prima o poi realizzerò una piccola meraviglia come questa, un gommone a vela stile vintage con armo velico classico, in tela ed attrezzature realizzate in legno da me stesso. Meraviglioso!

Ma andiamo avanti, il gommone da pesca della Hunterboats costa circa 600 €, il resto, le parti in legno e tela dovranno essere fatte a mano. A qualche centinaio di euro può essere interessante anche il Navigator II da pesca, magari è più facilmente reperibile, oltre ad essere più economico. Certo non siamo all'altezza del gommone d'assalto.

Navigator II, si trova in tutti i siti che vendono canotti
Non è finita qui, voi tutti sapete che se proprio devo andare a pesca con un gommone a vela ci vorrei andare in bicicletta e non in auto, perciò ho trovato quella adatta, una stupenda Velorbis Long John Cargo Bike; nel suo vano di carico c'è lo spazio necessario per tenere gommone, kit velico e attrezzatura per la pesca.

Long John, dal sito Velorbis
E se non mi azzardo a parlare dell'attrezzatura da pesca, sarà per la prossima, certamente mi soffermo sul vestiario visto che proprio stamani ho risistemato il mio vecchio Barbour Beaufort, lavandolo con acqua ed appena un po' di sapone nella vasca da bagno e poi incerandolo, quasi fossero le vele di Aspirina.

Catalogo Barbour del 1994, dal blog Thornproof

venerdì 18 gennaio 2013

Quatix, molto più di un orologio GPS

Quatix, dal sito GARMIN

Quatix è un orologio per la nautica con GPS ad alta precisione che offre funzioni di navigazione tattica per la prima volta unite in un unico orologio, incluso il timer con conto alla rovescia per le gare, la linea di partenza virtuale e l'indicatore di virata. È inoltre dotato di un barometro, un altimetro con calibrazione automatica, una bussola a 3 assi e un sensore di temperatura. Infine, consente di condividere i dati in modalità wireless con altre applicazioni Garmin compatibili.
Progettato per tutti i tipi di marinai, dai diportisti e motoscafisti, fino ai regatisti di dinghy e kayak, quatix garantisce prestazioni e informazioni senza eguali, in un robusto orologio per la nautica. A bordo di un'imbarcazione durante una gara ad alte prestazioni o semplicemente durante una gita in barca, quatix è adatto a tutte le occasioni. È l'unico dispositivo GPS che offre una gamma così ampia di funzioni per la navigazione nautica, compreso il rilevamento Uomo a mare (MOB)¹, il telecomando per le apparecchiature Garmin e la trasmissione in tempo reale e direttamente sull'orologio dei dati relativi a vento e profondità.(Dal sito GARMIN).
Il display grafico può anche mostrare le previsioni di marea, dal sito GARMIN
Il Quatix dovrebbe essere disponibile a giorni al prezzo di circa 450 €.

Via: Yacht.de


giovedì 17 gennaio 2013

Manuale del piccolo cartografo



Visto che i profili batimetrici sono disponibili su Google Earth, chiunque ne avesse la volontà e lo spirito potrebbe improvvisarsi un "piccolo cartografo". Eccovi un bel Manuale per imparare, sono richieste la conoscenza della lingua inglese e tanta pazienza, nulla di più semplice.


martedì 15 gennaio 2013

How small is too small?

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
(Da un articolo di Practical Boat Owner trovato su West Wight Potter Owners, liberamente riassunto, tradotto ed interpretato da me medesimo. Perdonate errori ed omissioni ma una traduzione precisa e puntuale richiederebbe molto più tempo dell'oretta a cui ho potuto dedicargli).

Se gli yacht stanno diventando sempre più grandi e più sofisticati, perché qualcuno dovrebbe scegliere di navigare un micro cruiser di 14 piedi dagli anni '60?

David Harding ha cercato di scoprirlo sul West Wight Potter... How small is too small? 

Se si vuole discutere in merito ai piaceri della crociera in una barca molto piccola basta chiedere ad uno qualsiasi dei proprietari di un West Wight Potter: “Potevo permettermi un nuovo 31 piedi ha detto uno di questi di recente, ma mia moglie non ama né il freddo né l’umido, e l’impegno di possedere una barca non ci lascerebbe il tempo per tutto il resto che vorremmo fare. Invece, teniamo il nostro Potter nel garage. Quando si vuole uscire in barca a vela, lo agganciamo all'auto e si va via per un paio di giorni sul Norfolk Broads, possiamo decidere di navigare lungo la costa orientale, oppure i laghi scozzesi, o dove ci pare e piace. Il Potter può essere varato, alato e attrezzato da una sola persona e, una volta tornati, lo rimettiamo di nuovo nel garage. Non esiste un modo più semplice di andare in barca.”

Un mondo in cui i materiali compositi ultra tecnologici, l’elettronica e i sistemi di climatizzazione gestiti da un cellulare prima di arrivare al porto sembrano averci fatto dimenticare che anche la semplice navigazione può essere divertente, così come riuscì a dimostrare Stanley Smith nei primi anni' anni '60, quando introdusse i primi Potter in compensato marino. Ma Stanley non è venuto alla ribalta con il Potter, bensì con la realizzazione di un dinghy cabinato costruito nel suo cantiere a Yarmouth, nell'Isola di Wight.
Nel 1949, più di un decennio prima dell’uscita del Potter, Stanley e suo fratello Colin, partirono dalla Nova Scotia a bordo di “Espero Nova”, un 20 piedi che avevano costruito nel seminterrato di una vecchia cappella. Con questo dinghy cabinato arrivarono ​​in Inghilterra 11 giorni dopo e, non a caso, si sono trovati al centro dell'attenzione dei media. Dopo aver mostrato la barca al Festival della Gran Bretagna, l'anno successivo, questa volta con Stanley Charles Violet come equipaggio, hanno fatto la traversata di ritorno nel 1951, come raccontato nel suo libro "The Wind Calls The Tune".
Ma le sue imprese non finìrono lì. Convinto sostenitore della capacità che le piccole imbarcazioni a vela possano percorrere lunghe distanze in mare aperto, circa dieci anni dopo decise di consegnare un Potter, ordinato da un comandante di una nave cisterna svedese, al suo nuovo proprietario via mare. Ce la fece, nonostante che per tre giorni nel Mare del Nord ci fosse stata Forza 8-9  e si fosse arenato su di un banco di sabbia della costa danese. Con la barca che, in qualche modo sopravvisse quasi indenne, proseguì il viaggio verso l'entroterra, la Danimarca, ed infine, con l'acquisto di un fuoribordo di 6hp poté percorrere le ultime 60 miglia, attraverso il Kattegat, contro un vento gelido.
La letteratura occidentale del tempo riferisce l’effettuazione del viaggio del temibile Mr Smith con il Potter durante il mese di ottobre, ma si consigliano vivamente i potenziali proprietari di questa barca di non tentare traversate epocali durante questa stagione.

What a way to Potter 

Si potrebbe pensare che ben poche persone avrebbero preso in considerazione il fatto di compiere un viaggio del genere su di un 14 piedi zavorrato solo da una piccola chiglia mobile in acciaio. Invece il Potter è stato progettato per la massima stabilità in mare e allo stesso tempo una grande maneggevolezza a terra. La lunghezza di 14 piedi era quella minima che potesse permettere a due adulti di pernottarci comodamente e a viverci in più persone durante il giorno, in più la possibilità di parcheggialo in un garage di dimensioni normali.
Stanley Smith, per ottenere buone prestazioni veliche, ridusse anche il baglio massimo e il bordo libero. Per quanto riguarda il peso il Potter doveva essere trainato da una Mini Morris, quindi contenuto entro i 280 kg. Nonostante queste modeste dimensioni e i tentativi del costruttore nel dissuadere i nuovi armatori ad emulare le imprese di questo progettista intrepido, molti altri Potterers non sono stati in grado di resistere al bisogno di libertà che questa piccola barca a vela poteva regalare (........)
Nota: si narra di numerose avventure, migliaia di miglia, giorni e giorni passati dai Potterers in mezzo agli oceani .

Stable by design

( ........ ) Se c’è poca acqua, basta alzare la deriva mobile, se c’è poco vento non ci sono problemi a muoversi e a bolinare, se ce n’è troppo non ci dobbiamo preoccupare dei limiti a causa della sua rigidità e poi molto dipende dal posizionamento dell’equipaggio, come in una deriva. Le ridotte dimensioni del Potter, il suo peso contenuto e l’armo semplice permettono di fare vela rimorchiando la barca di giorno in giorno. Con una barca come questa ci si può navigare anche in autunno, con qualsiasi tempo, quando le altre barche sono al rimessaggio, fino a spiaggiarla. E se il vento se ne dovesse andare si può anche condurla a remi, mentre le altre, più grandi, rimangono incollate in acqua. Ovviamente ci si può installare anche un motore, quello da 4 hp dovrebbe essere l’ideale, ma la barca si muove davvero bene anche a remi. Una volta tornati allo scivolo bastano 15 minuti per fare tutto, si mette la barca sul rimorchio con il verricello, si mettono via le vele e si butta giù l’albero in un batter d’occhio.
E a questo punto viene da chiedersi del perché i naviganti hanno sempre il desiderio di avere qualcosa di più grande. E come disse Larry Brown nel suo “Sailing on a micro budget” , “.. più grande è la barca e più costa, meno la si utilizza e meno ci si diverte …”. Non c’è nessun premio per chi indovina quale barca egli avesse.

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
La West Wight Polycraft produsse il primo Potter agli inizi degli anni ’60. Dal 1967 in poi il compensato marino lasciò il passo alla fibra di vetro, gli stampi furono prodotti dall’americano Herb Stewart che si preoccupò di spedirli all’Isola di Wight. Stewart iniziò la produzione in America su licenza con un grande successo e dove questa continuò con diverse migliaia di esemplari. Stewart, per ottenere lo stampo, dovette fare alcune modifiche al disegno originale delle prime barche vendute al Salone di Londra del 1961, a poco più delle 300$ di allora. L’anno successivo fu lanciato il C-Type che, sulla base delle richieste dei suoi investitori, fu modernizzato da Smith con riluttanza modificando il piano velico, gli spazi in cabina, le linee d’acqua, il pozzetto autodrenante, etc. La produzione del Potter continuò anche nell’Isola di Wight con la Ring Marine fino alla metà degli anni ’70, fino a che Larry Rumbol non acquistò gli stampi nel 1984 fondando la Potter Boat Company nello stesso anno. Fu inizita la produzione con il D-Type, riammodernato rispetto alla produzione precedente. Successivamente i figli di Rumbol introdussero il Nova al quale applicarono ulteriori modifiche. Poi il Potter crebbe di un piede e diventò l’AX.

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
Nel 1996, in onore del suo progettista, Stanley Smith, un Potter A-Type è stato ricostruito in compensato marino sulla base degli stampi del C-Type. 

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
Considerazione finale e personale, questo barchino ricostruito come l'originale degli anni '60 è meraviglioso. Questo dovrebbe essere l'E-Type, ma non se trova più traccia in commercio purtroppo.


West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner

lunedì 14 gennaio 2013

Colpo di vento sul lago Ontario

Voice of Experience: Knockdown on Lake Ontario
Voice of Experience: knockdown of Lake Ontario, vi propongo la lettura di questo interessantissimo articolo che ho trovato su Sail Magazine. Anche per chi non conosce bene la lingua inglese il traduttore automatico è di grande aiuto e si capisce il senso della storia: i due protagonisti sono usciti con il bel tempo a farsi una tranquilla veleggiata con una birra in mano. Purtroppo il vento è aumentato improvvisamente perciò hanno acceso il motore e tirato giù la randa proseguendo con il solo genova rollabile. Mio malgrado devo ammettere che questa è un'operazione che ho fatto anch'io più di una volta quando le cose si mettevano al peggio davanti alla costa livornese ma certamente questa non è l'opzione migliore per due motivi, (l'ho vista applicata spesso anche da grandi yacht davanti alla spiaggia della Feniglia quando montava il vento).
Confidare nel solo motore è molto pericoloso perché le onde potrebbero facilmente renderlo inutilizzabile a causa della mancanza di acqua nel circuito di raffreddamento e, comunque, in condizioni difficili si potrebbe piantare a causa dei fuori giri dell'elica fuori dall'acqua; inoltre al genoa rollabile è preferibile la randa cazzata e ridotta per tutta una serie di motivi tra i quali che basta sventarla per ridurre di parecchio lo sbandamento. Nel caso dei due amici infatti, che hanno confidato troppo nella tecnologia, il genoa è rimasto bloccato a tal punto che il colpo di vento ha steso in verticale la barca con il rischio che cadessero in acqua e/ o ne perdessero il controllo. Solo il fatto che uno dei due avesse un coltello ben affilato in mano che gli ha permesso di tagliare la scotta del genoa ha potuto salvare i due da un esperienza ben peggiore, se non la morte per ipotermia considerata la temperatura dell'acqua, come da loro stessi ammesso.
Questo racconto ci ha insegnato alcune cose:
  • avere sempre un coltello a disposizione in barca, può essere necessario dover tagliare una scotta;
  • non confidare mai troppo nel solo motore;
  • secondo il mio modesto parere, al genova rollabile è preferibile la randa cazzata e ridotta;
  • quando le condizioni cambiano bisogna attuare prima possibile tutte le procedure di sicurezza, tra le quali indossare i giubbotti salvagente, l'abbigliamento idoneo alla stagione e la life-line;
  • in barca bisogna essere sempre preparati al peggio, qualsiasi siano le condizioni di partenza.
Un esempio tra tanti è il fatto di non uscire mai in inverno se non si è assolutamente preparati ed attrezzati a farlo, una caduta in acqua può essere fatale.
Concludo asserendo che, secondo me, il comandante di questo 10 metri non si è reso perfettamente conto degli errori che ha commesso dichiarando che l'aver acceso il motore gli ha permesso di portare la barca al vento e quindi di ridurre per un attimo lo sbandamento. Ammetto che a volte lo faccio anch'io ma questa è un'operazione da principianti.

Visto che ci sono voglio fare un'ultima considerazione che con questa esperienza non c'entra. Ieri mi sono imbattuto in un importante forum tedesco in cui si parlava della sorellina della mia barca, la Deltania 20. Alcuni dei soliti saccenti che frequentano questi forum, probabilmente senza esserci mai saliti e quasi certamente senza mai aver navigato davvero su di un piccolo cabinato con un minimo di coscienza e consapevolezza, asserivano che questa non era una barca seria poiché si sarebbero trovati in difficoltà in condizioni 6 Beaufort e che, a causa di ciò, la barca non era conforme alla marcatura CE. Oltre a questo il solito subdolo errore di fare continui paragoni con barche che hanno un dislocamento doppio, quindi con doppia zavorra, maggiore spessore dello scafo, più strati di vetro, etc. Non è corretto confrontare due prodotti differenti, il Navikom 20, o in qualsivoglia altro modo lo si voglia chiamare, appartiene alla Classe Micro e solo con barche appartenenti a questa classe può essere confrontato, con i suoi enormi vantaggi ma anche i suoi limiti di navigazione: in acque interne, in prossimità della costa, onde alte max 2 metri e 6 Beaufort, che comprendono la classificazione C. Ed è in merito a questi due ultimi numeri che voglio parlare, questi signori si sono mai trovati con 2 metri d'onda e il vento a circa 27 nodi? Io credo che con il Viko 20 il modo per portare la pelle a casa si trova, ed è per questo che è classificata in questo modo, ma non sono certamente le condizioni di navigazione normali per una barca del genere e per tutte quelle classificate C, anche quelle che, per esempio, hanno un dislocamento doppio. Ma la cosa ancora più grave è che questi signori non hanno ancora ben capito che queste sono condizioni impegnative per banche ben più grandi.
Aggiungo che l'indicatore di stabilità di una barca, chiamato STIX e che ne individua la classificazione, prevede una serie di parametri tra cui l'inaffondabilità e la capacità di raddrizzarsi dell'imbarcazione. E' ovvio che se nel calcolo finale non si facessero interagire tra di loro i vari parametri ben poche barche risulterebbero idonee, per esempio tutte quelle grandi barche che non hanno riserve di galleggiamento tali da renderle inaffondabili, caratteristica che invece possiede il mio Navikom 20. E' legge della fisica che un dislocamento maggiore ed un rapporto peso/ zavorra più favorevole renda meno probabile il capovolgimento di una grande barca senza riserve di galleggiamento e di questo, giustamente, si tiene conto. Ritengo altrettanto corretto tenere conto del fatto che la mia barchina è inaffondabile anche se ha una maggiore probabilità di scuffiare in condizioni critiche.
Giusto ieri mi sono imbattuto in un video sull'affondamento di un 14 metri, tra l'altro in condizioni meteo non certo sfavorevoli. Il video era molto triste, ed il suo armatore, soccorso da un'altra barca, disperato. Non so davvero perché quella bellissima barca sia affondata ma il giusto timore di essere di cattivo gusto mi ha comandato di non postarlo. Credo che questo buon gusto dovrebbero averlo anche gli utenti del Forum che si sono espressi su argomenti che non conoscono, cioè il mio meraviglioso barchino a vela.
Questi sedicenti marinai, a mio parere, sono pericoli pubblici e gli andrebbe chiesto di tacere, gli incoscienti e gli stupidi fanno danni con molto meno di 6 Beaufort e 2 metri d'onda.


VarioCat, la barca a vela variabile

VarioCat, versione catamarano gonfiabile, dal sito VarioCat
VarioCat offre un'interessante combinazione di catamarani che variano secondo gli scafi che si hanno a disposizione o si vogliono avere. In pratica la struttura superiore del catamarano può essere applicata su scafi gonfiabili, SCHLAUCH-CAT, su kayak rigidi, KAJAK -CAT, ed infine su kayak smontabili, FALTBOAT-CAT, i Klepper per intendersi.

VarioCat, versione Klepper, dal sito VarioCat
Tutto ciò per offrire alla propria clientela la possibilità di trasportare il catamarano facilmente con la propria auto ma anche di utilizzare gli scafi pagaiando su di un kayak, si parla quindi di un ibrido estremamente versatile.
Queste sono le caratteristiche tecniche principali del VarioCat versione catamarano gonfiabile:
Lunghezza: 4.55 m
Larghezza: 2.55 m
Altezza totale. 7.20 m
Sup. velica: 8.5 + 2.4 mq
Peso a vuoto: 30 + 7.5 kg
Prezzo medio tra i 5000 e 6000 € secondo cosa si sceglie, come da LISTINO
Per concludere vi propongo un interessante video dimostrativo, indubbiamente sulla solida ed affidabile qualità teutonica



domenica 13 gennaio 2013


sabato 12 gennaio 2013

La "Rotonda sul Mare" è sul lago


Noi privilegiati, quelli d'errezzo, Arezzo per gli ignoranti, sappiamo bene di che si parla, e si parla dei sabati e delle domeniche passate con le fidanzatine nel lungolago di Passignano, mano nella mano, con la macchina del babbo, il gelato, i pensieri, i sogni, l'università ..... il cuore in allarme di "Anna e Marco".
Ma lo sapeva bene anche Franco Migliacci, uno dei più grandi autori della musica italiana, nato a Cortona, e che da Cortona scendeva fino a lì, sulla rotonda sul lago, con la bici.
La notizia ufficiale ce l'ha data qualche anno fa l'Adnkronos: il luogo del tanto celebrato brano "Una rotonda sul mare", cantato da Fred Bongusto, non si trova né a Ostia, né ad Amalfi, ne altrove se non a Passignano sul Trasimeno. "Ho un po' barato" avrebbe detto Migliacci, ma cosa sarebbe successo se si fosse saputo che la rotonda sul mare più celebre del mondo era sul lago? Io non saprei, certo è che la notizia non mi stupisce affatto, solo un luogo così può generare tanta poesia, e non mi riferisco solo a questa bella canzone ma a tutta l'opera di Franco Migliacci, che va dal Blu dipinto di blu di Modugno, Paese mio, Scende la Pioggia, La Bambola e tantissime altre.

Disco vacanze, dal sito AntiquesItaly


venerdì 11 gennaio 2013

Il caso Bas Jan Ader e la fine dell'Ocean Wave

La schermata del sito Bas Jan Ader
Più di una volta ci siamo trovati a narrare le avventure epiche di navigatori che hanno attraversato gli oceani con i loro gusci di noce, a volte è andata bene, altre no, ma in questo caso la scomparsa in mare del protagonista della storia non assume le connotazioni di una tragedia ma di un qualcosa di misterioso, credo l'evoluzione di un destino, non cercato, forse inevitabile, culmine dell'esistenza di questo grandissimo artista troppo poco conosciuto, Bas Jan Ader.
Pensate, sono arrivato a conoscere la vita di questo interessante autore seguendo le tracce della sua barca l'Ocean Wave, un pocket cruiser di nome Guppy 13. Il Guppy 13 è una delle più piccole barche a vela cabinate del mondo e ne sono stati prodotti solo 300 esemplari dalla azienda americana Melen Marine tra il 1974 e il 1975.

Il Vanabbe Museum
Ma torniamo indietro e ricominciamo dall'inizio. Bas Jan Ader, figlio di Johanna Adriana Ader-Appels e del ministro cristiano Bastiaan Jan Ader. Suo padre fu ucciso dai nazisti nel 1944 per aver aiutato degli ebrei. Studente ribelle, frequenta la Rietveld Academy ad Amsterdam seguendo corsi di arte. L'amico Ger van Elk racconta che Ader usava un solo foglio per l'intero semestre, cancellando ogni volta i disegni appena dopo averli eseguiti. All'età di 19 anni parte in autostop verso il Marocco, dove si imbarca come marinaio su una nave diretta in America. La nave naufragò in California, dove Ader si stabilì. Iscrittosi all'Otis College of Art and Design vi si laureò nel 1965. Dopo la laurea insegna arte e filosofia in diverse istituzioni, fra le quali il Mount San Antonio College e la University of California, Irvine. A Los Angeles conosce Mary Sue Andersen, figlia del direttore dell'Otis College. La coppia si sposerà poi a Las Vegas; durante la cerimonia Ader porta un paio di stampelle. 

Fall II, del sito Bas Jan Ader
La più celebre opera di Ader, I'm too sad to tell you, consiste in un breve filmato dell'artista che piange davanti alla macchina da presa. Famosi anche i filmati delle sue cadute: dal tetto della sua casa a Los Angeles (intitolata Fall I), in bicicletta in un canale ad Amsterdam (Fall II), una da un ramo di un albero (Broken fall (organic)) e spinto dal vento (Broken fall (geometric)) La sua opera nel complesso è vicina a quella di altri artisti concettuali degli anni 70, come Chris Burden e Bruce Nauman. (via: Wikipedia).

Bas Jan Ader in partenza con l'Ocean Wave
L'artista olandese lasciò Cape Cod a bordo dell'Ocean Wave il 9 luglio 1975 con l'intento di attraversare l'Atlantico in 60 giorni. Il coraggioso viaggio doveva essere parte di una performance artistica intitolata In Search of the Miraculous. Nove mesi dopo, la barca fu ritrovata semiaffondata a circa 240 chilometri dalle coste irlandesi da un peschereccio spagnolo, il corpo dell'artista non fu mai ritrovato. La barca fu portata a La Coruña, in Spagna, per ulteriori indagini ma, stranamente, poche settimane dopo, la barca è stata rubata e non è mai stata trovata.

La barca di ÖGUT, il Guppy 13 uguale a quello di Bas Jan Ader ,esposto al Vanabbe Museum
L'artista curdo-turco Ahmet ÖGUT, che lavora ad Amsterdam, ha creato un'opera chiamata Guppy 13 vs Ocean Wave, con lo scopo di immedesimarsi nell'esperienza di Bas Jan Ader. Per la prima volta nel 2010 ÖGUT ha invitato il pubblico a sedersi sul Guppy 13 per qualche minuto in modo da sperimentare ciò che Bas Jan Ader deve aver provato in mare. L'unica regola è che i membri del pubblico devono salire sulla barca da soli.
Anche la barca di ÖGUT è scomparsa in modo molto curioso. Infatti il ​​Guppy 13 è stata rubata ad Amsterdam dopo sei settimane la sua prima esposizione, ma è stata ritrovata quattro mesi dopo. Il rapporto della polizia del furto è mostrato nel museo, accanto alla foto, il video e la barca. (Via: GUPPY 13 VS OCEAN WAVE; A BAS JAN ADER EXPERIENCE, 2010 - Ahmet Öğüt).

La riproduzione dell'Ocean Wave, dal sito di Ahmet Ogut
Il video, che è stato creato è un documentario fittizio in cui il Guppy 13 procede all'indietro con una persona diversa ogni volta. La musica è stata composta da Henry Russel, ed è riprodotta al contrario. Tutto ciò faceva parte del ultimo progetto Bas Jan Ader e il video è in realtà un viaggio a ritroso nel tempo.  Altre informazioni e foto le potrete trovare nel sito di Ahmet Öğüt.



Villaggio Darsena Oasi, a Chioggia

La darsena, dal sito Camping Oasi
Nella zona di Chioggia c'è questo attrezzatissimo villaggio turistico, il Camping Oasi, che offre un vantaggio notevole per chi possiede una barca con carrello, la possibilità di ormeggiarla, per il solo periodo delle vacanze, in una darsena privata. Oltre a questo c'è una variegata offerta di possibilità per soggiornare in prossimità di uno dei luoghi più belli del mondo, la Laguna Veneta.
Altre informazioni per navigare in zona le potrete trovare su:
Ed ecco un bel video sulla navigazione a vela in quel di Chioggia con un Limit TCI (Paperoga):


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