lunedì 29 luglio 2013

La Via dei Trabocchi


Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, 
pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare 
il denaro accumulato nelle loro banche.
Tatanka Yotanka
(Toro seduto)

Assolutamente da fare questo percorso in bici e barca a vela lungo la Via Verde dei Trabocchi, nella costa adriatica abruzzese. 
A tal riguardo segnalo a tutti i miei lettori che è partito il Progetto Abruzzo Sea Cycling che prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale che coprirà tutta la regione costiera abruzzese. Fantastico per fare sailonbike!
Tra tutte le barche a vela che vi ho segnalato in questi anni per poter fare gli sport più belli del mondo contemporaneamente oggi vi faccio morire d'invidia con BlueTwo, uno stupendo trikayak a vela della Triton di cui abbiamo parlato in post precedenti. 

BlueTwo, dal sito di Marc Hornschuh
E questo è il sistema per fare vela e bicicletta lungo la costa abruzzese con una barca del genere

Dal sito Cyclojachting


domenica 28 luglio 2013

Ma la decrescita non era felice?




Nel video: "La decrescita felice - Maurizio Pallante intervistato dalla Televisione della Svizzera italiana a Falò - http://la1.rsi.ch/falo/"

Negli ultimi giorni mi sono accorto con stupore che, in alcune testate del Corriere della Sera, Antonio Pascale se la prende con la "Decrescita Felice", prima asserendo che essa non è assolutamente felice, bensì infelice, e poi su "Il Club della lettura" mette il dito nella piaga parlando addirittura di "egositi della decrescita", insomma cornuti e mazziati sti poveretti della decrescita.
Non entro in merito sulle formule Keynesiane che questo illustre giornalista ha eloquentemente spiattellato, né sull'equivalenza da lui sostenuta tra decrescita ed impoverimento generalizzato, quindi infelicità, neppure voglio puntualizzare che il termine "decrescita" viene utilizzato dai sostenitori di questo movimento solo a titolo di provocazione e non certo come un modello per una nuova economia, semmai come uno stimolo per  la creazione di una nuova società.
Vorrei invece porre una maggiore attenzione sul termine centrale di tutto il discorso, la felicità.
Prescindendo da quello che pensa Pascale, la voglia di scrivere su questo argomento mi è venuta proprio ieri mentre leggevo il suo articolo in un bel negozio di vestiti dove avevo portato mia figlia e dove personalmente non tornavo da anni. Lei era raggiate perché, come me ed Elena quindici anni fa, poteva finalmente spendere una parte del suo sudato stipendio, anche se in quest'ultimo caso possiamo definirlo solo a tempo "determinato". Vederla bella e felice con bei capi firmati che le avvolgevano il corpo mi ha fatto riflettere proprio sul senso della felicità e sulle nostre scelte, per tanti aspetti faticose, difficili, a tratti insostenibili a causa della mentalità assolutamente consumistica che ci circonda. Non posso mentire e nascondere che non ho provato un po' di nostalgia per quei tempi in cui tirare fuori la carta di credito era all'ordine del giorno, così come spendere per vestiti e quant'altro; non posso nascondere di non aver avuto neanche per un attimo il dubbio che forse la nostra scelta di "fatturare" meno, e quindi avere e spendere meno, non fosse stata quanto meno egoistica. Che forse non abbiamo pensato solo a noi stessi e alla nostra felicità e non a quella della società o peggio ancora a quella dei nostri figli, come a volte ci viene da loro stessi rinfacciato?
Risolvere questo dilemma, o questo interrogativo, probabilmente solleverebbe della gran parte dei suoi problemi la nostra società quindi, per quanto sentita, la mia analisi servirà a ben poco, ma ci voglio provare e, come viene spesso utilizzato nel metodo scientifico, procederò con un confronto, tra noi che la decrescita la viviamo e chi invece ancora cavalca l'onda spietata del consumismo.
A titolo di premessa vorrei però puntualizzare che, a mio parere, la decrescita non può essere considerato un concetto assoluto, ma relativo all'esistenza che si vive. E' per questo motivo che il problema non è economico, ed è qui che sbaglia Pascale, ma principalmente sociale. L'economia delle "cose" è solamente un mezzo per raggiungere la felicità non il fine ultimo, è di fondamentale importanza non scambiare il mezzo con il fine.
Benestanti, più o meno di sinistra, ci definirebbe il buon Pascale che per egoismo, e perché se lo possono permettere, fanno finta di essere poveri a scapito dei poveri veri, questo sarebbe il succo. Caro Pascale non è così, la nostra decrescita noi la viviamo giornalmente a prezzo di sacrifici enormi, e la chiamo "nostra" perché non può essere altrimenti, la nostra decrescita infatti non sarà certo uguale a quella del Petrini o della Dandini, tanto meno come quella dello scrittore Veronesi, ognuno la vive a modo suo, secondo la sua esistenza, le sue possibilità e la sua cultura.  Noi non abbiamo rinunciato ad avere una piccola barca sul lago, uno scrittore o un artista non potrà mai rinunciare ad uno spettacolo teatrale o a visitare un museo, proprio per fare esempi terra terra. Eppure tutti noi abbiamo rinunciato a molto del nostro superfluo, l'eccesso che si traduce in inutile consumo e che, secondo Pascale, sarebbe il sale della nostra  società che distribuisce ricchezza.
Torniamo a noi ed ai confronti paragonando la mia famiglia ad altre quattro o cinque che invece non hanno rinunciato a nulla in questa società dei consumi.
Ebbene la mia figlia ha accettato questo lavoro a tempo determinato benché gli rimanessero alcuni esami per laurearsi, contrariamente a molti suoi coetanei non aveva un conto in banca, non studiava fuori sede e viveva la sua vita di ragazza con la misera paghetta che gli passiamo settimanalmente. Come avrebbe potuto rifiutare un'occasione così ghiotta, lavorare e studiare, eppure per altri, più o meno viziati, più o meno occupati, non è così.
A questo punto vi chiederete cosa c'entra la felicità in tutto questo, c'entra eccome perché la felicità bisogna sudarsela, costa sacrificio, che in fondo è quel sacrificio che ha generato la nostra sana economia di mercato, che ci ha reso forti in tutto il mondo. Questo è il punto che il buon Pascale, e i suoi editori visto che gli danno tutto questo spago, non hanno assolutamente capito, la linea di demarcazione tra il vivere in una società equilibrata in ogni sua manifestazione, e questo significa ridurre principalmente le differenze quindi per certi aspetti appiattirla, oppure lasciare spazio agli eccessi, al consumismo inutile che degenera in trasgressione e ladrocinio. Lo vediamo tutti i giorni.
Pascale e Corriere della Sera, datevi una ripassatina, nulla di personale ma fatemi il piacere.


venerdì 26 luglio 2013

Elia da Cortona: tra realtà e mito - seconda parte




"In questa seconda parte vi proponiamo la relazione di Felice Accrocca, della Pontificia Università Gregoriana di Roma, dal titolo "Frate Elia ministro generale" e l'intervento di Maria Pia Alberzoni, dell'Università Cattolica di Milano, intitolata "Elia tra Chiara d'Assisi, Gregorio IX e Federico II." (Da TSD).

Nella PRIMA PARTE il Prof. Jacques Dalarun  ci aveva introdotto al "gravoso compito" affidato da San Francesco a Frate Elia come figura di madre e che ha simbolicamente rappresentato con "il complesso di Marta"; in questa seconda parte i Professori Accrocca e Alberzoni ne approfondiscono la linea politica e la sua genesi fino al momento della caduta nel 1239, l'avvicinamento a Federico II e i rapporti con Chiara, una egregia quanto scientifica riabilitazione di Frate Elia come "geloso custode del comando di Francesco".

Impossibile fare a meno di notare l'importanza di un piccolo particolare che è stato citato nella relazione: tra il 1242 e il 1244 Elia incontrerà l'imperatore latino a Costantinopoli dal quale riceverà le "reliquie", notare al plurale. Quindi mi chiedo:

  • se esiste, chi altro, in quale altro luogo e da chi se non proprio Elia potrà ricevere la più importante reliquia per la cristianità? 
  • perché non si è indagato di più in questa direzione e su ciò che Elia ha realizzato nel decennio precedente alla sua morte, incluso forse il Castello del Leone?



giovedì 25 luglio 2013

Il mattino ha l'oro in bocca


Aver dovuto accompagnare Tommaso alla stazione alla buon'ora ci ha buttato giù dal letto, quindi che si fa? Si va al nostro lago di buon mattino, addirittura in compagnia dei pescatori del Trasimeno che tirano su le reti: Il mattino ha l'oro in bocca.


Il vento era un po' ballerino, solo qualche refolo, quindi avendo lo scafo bisogno di un po' di pulizie ci siamo avviati verso il lungolago di Castiglione del Lago.


Abbiamo praticamente spiaggiato a vela, senza accendere il motore.


Poi in lontananza ho visto il lago che si increspava, finita velocemente la pulizia della barca, tassativamente con sola acqua di lago, siamo ripartiti a vela, tra le urla di quattro ragazze che si divertivano nell'acqua, in quel punto con il fondale un po' limaccioso.


Di bolina verso l'isola Maggiore e poi di ritorno verso Castiglione del Lago.


Anche questa è stata una mattinata fantastica e meravigliosa, il vento giusto che ci ha permesso di veleggiare tra i due e tre nodi, insomma la solita passeggiatina per noi, lo "slow sailing" per i sofisti.


L'importante è che ci sia la possibilità di darsi anche un'abbracciatina, altrimenti che gusto c'è. 
Dimenticavo, è bellissimo andare a vela ma anche prendersi cura della propria barchina.



Ariapertavarese, Associazione Sportiva Dilettantistica

La pagina web di Ariapertavarese

"Scopri con noi la natura della provincia di Varese a piedi, in mtb o in barca! 

Vogliamo proporre un nuovo modo di stare insieme, senza fretta, senza voglia di strafare, ma semplicemente godendo di quanto ci offre la nostra zona in compagnia di altre persone! Il trekking, la mtb e la barca a vela come mezzo per scoprire ogni volta posti diversi e divertirsi con noi!"

Ariapertavarese è la nuova associazione di cui fa parte l'amico velista Fabrizio Bulgheroni e di cui volentieri vi segnalo l'esistenza. Trekking, bicicletta e vela sono anche le mie grandi passioni, un modo di vivere, non solo la vacanza, in modo sostenibile all'insegna della libertà, al contatto con la natura, semplicemente ed in economia.

Le uscite a vela, inclusive di lezioni teoriche, verranno effettuate sul Lago Maggiore a bordo di un'imbarcazione identica a quella che Aron Meder ha scelto per il suo giro del mondo low cost, un Carina 20. Il costo del corso mi sembra estremamente interessante.
Davvero stupendi, i luoghi, l'attività e la barca a vela che mi sembra si veda anche su Street View, quella in fondo sulla destra, bianca, ormeggiata al Porto Lido di Luino.




martedì 23 luglio 2013

Catamarani per il rafting a vela

Kokshaga 470 Sailing, dal sito Katshop
Kokshaga 470 Sailing,  è un catamarano per il rafting a vela, una nuova frontiera per tante avventure da scoprire, soprattutto se abbinato con la bicicletta, ne avevamo parlato nel post Bike, Raft und Segel um den Naturpark der Maremma mit Grabner Ranger.
In quell'occasione avevamo abbinato un gommone della Grabner ma certamente questi catamarani gonfiabili possono essere altrettanto interessanti e divertenti. I prezzi, tra l'altro, non sembrano essere neanche lontanamente paragonabili, mi sembra quasi impossibile che siano così bassi.

Kit velico Ben Gunn per cataraft
Kit velici per ogni tipo di cataraft vengono prodotti da Ben Gunn. C'è anche un video esplicativo, insomma una vela davvero senza pensieri.



lunedì 22 luglio 2013



Skippy, a 9-ft junior sailer with big boat safety and performance

Skippy 9-ft, dal sito Polysail
Nel sito Polysail si trovano interessanti progetti "free" di piccole barche di legno d'epoca, anche cabinate. Uno di questi, lo Skippy 9-ft, mi sembra il progetto ideale per chi vuol cominciare, tra l'altro utilizzando metodi costruttivi  semplici  e tradizionali che lasciano spazio alla familiarità con il trapano e il seghetto ma soprattutto all'immaginazione.


domenica 21 luglio 2013


sabato 20 luglio 2013

Catamarans gonflables: des bateaux qui révolutionnent le monde de la voile légère.

Ducky 19, dal sio Ducky Cat Italia
La rivista francese on-line Allboatsavenue scrive:

"Per i costruttori di queste barche, quanto meno atipiche, i catamarani gonfiabili hanno solo vantaggi:
  • nessun problema di stoccaggio, 
  • nessun problema di trasporto, dal momento che occupano lo spazio di due o tre sacchi, 
  • sono meno costosi da mantenere e da acquistare di un catamarano/ barca a vela normale, 
  • son pronti a navigare in circa 20 minuti.
Queste barche, come nessun altra, sono pratiche, compatte e molto rassicuranti, hanno tutte le attrezzature e gli accessori di qualità che possano soddisfare gli sportivi più esigenti in cerca di svago ma anche di competizione. 
Ancora rari nelle nostre acque, i catamarani gonfiabili stanno entrando prepotentemente nel mercato e stanno migliorando costantemente.  Ci sono tre o quattro grandi marche, alcune storiche, che si distinguono in questo campo, tra cui la Grabner, la Smartkat, la Minicat e la Sea-Eagle, ma stanno entrando nel mercato anche dall'Est come i Ducky.
Incredibilmente versatili, alcuni possono trasportare più di 3 persone a bordo in condizioni di vento sopra  i 4 Beaufort,  come l'Happy Cat Vision  della Grabner ....."

... che io ho tradotto, interpretato e ampliato personalmente. Vedi anche: Catamarani gonfiabili, riepilogo.
Di seguito un Happy Cat Vision in Thailandia.




MAN AT THE SEA by Alfred Dunhill




Uomo in mare è l'ultima realizzazione di Alfred Dunhill da 'Portraits of  Achievement'. E' un'ode al mare e alla lunga passione che lega un uomo alla vita di mare e alla vela, quest'uomo è rappresentato da Iain Percy un velista britannico e campione olimpico.
Salpato da Lymington nel New Forest Disctrit of Hampshire sullo yacht Strega, Iain affronta il vento e le onde sullo Stretto di Solent, tra l'Isola di Wight e l'Inghilterra.
La barca diventa improvvisamente senza peso e il marinaio è quasi ipnotizzato, onda dopo onda.


Regolazione delle vele

Immagine tradotta ed interpretata da Sailing Quick Reference
Una delle quattro cose che bisogna sapere per andare in barca a vela è come regolare le vele secondo la direzione del vento e questo schema, che ho tradotto ed interpretato da Sailing Quick Reference, mi sembra più completo di quelli classici che si trovano in rete. Detto questo, in aggiunta, più il vento è forte e più si cazzano (appiattiscono) le vele agendo sulle drizze, se necessario riducendole.



venerdì 19 luglio 2013

Funziona!

Dalla FOTOGALLERY di Osavoile
Cha marche, ha funzionato il test di convalida dell'abbinamento di una pieghevole Brompton + il Cyclone Cubby + il kayak gonfiabile con sailkit Nomad BICKayaks lungo le sponde de la Rhòne, il Rodano in italiano.
Partito di mattina sul presto non c'è stato bisogno di porti o di strutture particolari per alare e varare, l'obiettivo era quello di testare le attrezzature sulla strada ed in acqua. La barca e la bici si sono comportati bene, l'unica possibile di modifica è quella di prendere un trolley un po' più leggero.
Partito da Condrieu, arrivato a Chavanay e ritorno senza problemi, sgonfiato il Nomad e ricaricato il trolley, a mezzogiorno Marc ha fatto in tempo a guardarsi pure il suo bel Tour de France.


Via: Osavoile


Attività da imitare: Activeage, scuola di vela per tutti e vacanze per famiglie

Scuola di vela per tutti e vacanze per famiglie, dal sito ActiveAge
Perdonatemi, ma se c'è un aspetto che ritengo insopportabile del mondo della vela è il perenne tentativo di renderla come qualcosa di "esclusivo", non solo dal punto di vista economico, ma da quello dei naviganti esperti, saccenti, onnipresenti e sempre disponibili a dare consigli della loro scienza - sapienza. Una scienza - sapienza che invece si basa, oltre che sulle regole di normale prudenza e coscienza valide anche per ogni altro sport o passione, su quattro regole fondamentali della fisica che vanno bene per ogni tipo di barca, dal dinghy di 3 metri fino al grande yacht di 24 metri.
Questa filosofia, se così si può chiamare, ha di fatto escluso le famiglie dal modo della vela, a parte ovviamente chi si può permettere di navigare su di un camper galleggiante, tanto che nel nostro paese quasi mai si vedono intere famiglie divertirsi su piccoli catamarani gonfiabili a vela, famiglie che invece vediamo scorrazzare da decenni nei gommoni a motore. 
La vela è una passione meravigliosa, ecologica ed estremamente rilassante che potrebbe essere proposta a tutti, giovani, anziani, famiglie e single. Purtroppo uno dei più grandi ostacoli allo sviluppo della vela per le famiglie è frapposto proprio da quelli che dovrebbero promuoverla, gli operatori del settore. Infatti questi si aggirano come squali intorno a quelli che gli si avvicinano complicando all'enesima potenza le cose tanto da renderli dipendenti dai loro consigli, dai corsi, dai raduni, dalle cene di circolo e così via, insomma in soldoni più si riesce a spolparli e meglio è. Con il gommone non è così, si accende il motore e si parte, ebbene dovrebbe essere così anche con la barca a vela, si tira su la randa e via.
ACTIVEAGE, mi sembra invece un tipo di attività che promuove la vela e le vacanze per le famiglie in modo semplice, ecologico ed economico. Puoi scegliere tu stesso cosa fare, dal semplice acquisto del catamarano gonfiabile della Ducky, alla vacanza con o senza skipper per provare, fino al corso per imparare tutta la famiglia assieme. L'unico legame che si deve creare è l'amicizia, non la dipendenza dal denaro. Mi piace questo tipo di attività e come viene proposta, in modo semplice ed ancora genuino.
La Ducky-Cat Italia cerca giovani intraprendenti che vogliano promuovere i propri cat gonfiabili, perché non farlo in questo modo? Coraggio, largo ai giovani, via i vecchi bacucchi saccenti come me!




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