Non so se piangere o ridere o cos'altro, in questa schizofrenia dilagante non ci rimane che esserlo. Quello che però mi sconcerta è l'ipocrisia di quelli che si lamentano con frasi che vanno dal patetico al retorico come "si uccide definitivamente la piccola nautica e la cantieristica minore". Ma scusate, questi signori dove erano quando si costruivano porti solo per barche sopra i dodici metri? Dove erano quando, nel cercare un posto barca per il mio barchino, mi si guardava con disprezzo? Ma a chi interessa veramente la piccola nautica? A nessuno, altrimenti si sarebbero lamentati prima.
Ma entriamo nel merito, il Giornale della Vela ne parla in due articoli: ART.1 e ART.2. Se comprendo la critica a questa classe politica, a dir poco sconsiderata, non capisco perché si scandalizzano tanto. Oggi la proprietà di un natante da 9.90 metri del valore di 120.000 € può essere gestita allo stesso modo di quella della mia bicicletta. Vi sembra una cosa ragionevole? Quanti evasori si saranno leccati i baffi e arricchiti su questo piatto ricchissimo che in questi anni gli è stato posto in tavola? Credo e vedo tantissimi, pensate, gestire un valore di 100.000 come se fosse un rotolo di carta igienica.
Certamente a questo punto chi pagherà di più come al solito saranno quelli che avendo una barchetta di sei metri saranno messi assieme ai grandi yacht di dieci e, con la solita retorica da quattro soldi sulle ingiustizie, faranno pagare tutti allo stesso modo o quasi. E su questo sono fortemente preoccupato, non c'è da aspettarsi nulla di buono dalle teste vuote. E poi dimenticavo, quante vecchie barche sotto i dieci metri dovranno essere affondate, consiglio un business: il loro smaltimento. Un ultimo suggerimento, che la vostra prossima barca non sia più lunga di cinque metri, non pesi più di 300 kg, non abbia un motore superiore a 2 cavalli ed infine che sia trasportabilissima, magari con la bici.
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