martedì 13 novembre 2012

PowerPot, produci elettricità mentre cucini

PowerPot, immagine tratta da Gearjunkie

PowerPot è un nuovo generatore termoelettrico che utilizza il calore della cucina per produrre elettricità. In pratica, qualsiasi fiamma si utilizzi per cucinare, che sia fuoco, la piastra o il fornellino a gas, questa pentola su cui potete cucinare pasta, minestroni o quant'altro trasforma il calore utilizzato in elettricità. Mi sembra un'idea fantastica. Ovviamente ci si possono caricare telecamere, GPS, portatili e/ o Tablet, VHF, etc., insomma tutti oggetti utilissimi in barca. 

PowerPot in azione, immagine tratta da Gearjunkie
Il suo prezzo oltre oceano è di 149 $, quindi qui da noi non dovrebbe superare i 200 €. Oltre il prezzo, di notevole interesse è  il test effettuato da Gearjunkie il cui risultato ha evidenziato tempi di ricarica velocissimi, al contrario di altre attrezzature come i pannelli solari che richiedono tempi molto lunghi.
E' c'è anche un piccolo video dimostrativo.




Restaurando la storia, l'alba dei principi etruschi

Il sito del MAEC a Cortona

Dal 18 novembre al 5 maggio presso il MAEC di Cortona, a pochi passi dal Trasimeno, si terrà questa bella mostra su oggetti mai visti rinvenuti nel siti archeologici del territorio cortonese, oltre 150 pezzi riferibili alla fine del VII secolo a.C. ed altri. Un'occasione strabiliante per venire a visitare questo magnifico territorio e a conoscere la sua storia, Cortona e il Trasimeno.

"A pochi anni dall’apertura del Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona e della clamorosa scoperta dei due circoli orientalizzanti del Sodo, Il Comune di Cortona, l’Accademia Etrusca e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, della Banca Popolare di Cortona, della Fondazione Nicodemo Settembrini e del Rotary Club Cortona Valdichiana e quello di Arezzo compiono un nuovo, fondamentale passo avanti nel quadro della valorizzazione dei beni archeologici. La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei principi etruschi” (corredata da catalogo scientifico), è stata realizzata grazie all’impegno dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana che ha condotto gli scavi nel Parco Archeologico di Cortona, e successivamente, grazie ad un lavoro avanzato di studio e restauro, ha garantito la possibilità di esporre per la prima volta al grande pubblico questi straordinari reperti. Si tratta dei corredi del Secondo Circolo funerario del Sodo, costituito da oltre 15 tombe intatte databili tra la fine del VII secolo e gli inizi del VI a.C. ed una serie di oggetti mai visti rinvenuti nei siti archeologici del territorio (dal palazzo principesco di Fossa del Lupo alla Villa Romana di Ossaia) esaminati sotto un nuovo punto di vista, quello del restauro. Obiettivo della mostra è quello di offrire un viaggio che porti il visitatore indietro di 2700 anni fino all’alba della civiltà etrusca cortonese. Gli oggetti sono esposti grazie ad un allestimento originale sia per il valore storicoeducativo che per quello spettacolare e tecnologico. Una delle più significative novità di questa mostra, infatti, è l’impiego delle nuove tecnologie e sistemi di comunicazione con uso del 3D (realizzato grazie alla collaborazione di Studio Gallorini Engineering), video, computer grafica, filmati ed altro. Un percorso che presenta i vari stadi del recupero illustrando tutte le fasi di quella “catena di montaggio” che va dallo scavo archeologico, al recupero dei materiali, alla diagnostica, fino al completamento del restauro, in vista di una definitiva esposizione al MAEC. La presentazione di tanti inediti di età Orientalizzante consente di far luce sulle fasi più antiche di Cortona, quelle che addirittura precedono l’avvento dei Principi (ecco quindi il richiamo all’alba, nel senso di inizio della loro cultura), benché, in realtà, se ne possono cogliere anche i massimi sviluppi di età arcaica (grazie a spettacolari reperti relativi a vecchi scavi mai pubblicati provenienti dal tumulo II del Sodo) ed il progressivo smantellamento dell’identità e delle tradizioni, pur con certe resistenze, con l’avvento di Roma (come testimoniano i materiali della villa rustica di Ossaia). Tra gli oggetti in mostra (oltre 200 pezzi) si segnalano preziosi vasi in bucchero, gioielli e collane in ambra, monili in avorio, armi e suppellettili in bronzo che raccontano 2700 anni fa dalle nebbie del mito la nascita dei principi etruschi la vita delle “élites” etrusche della Cortona del VII secolo a.C., connotata da aristocrazie guerriere ma anche da una solida economia basata su commercio, agricoltura e allevamento. In particolare emerge il ruolo della donna, protagonista all’interno della struttura sociale etrusca sia nelle sue prerogative di filatrice e tessitrice ma anche attenta agli equilibri di potere della società. La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei Principi Etruschi” conferma quanto già gli storici antichi avevano narrato di Cortona, ritraendola come una città multiculturale, con aspetti umbri, italici ed etruschi, ma aperta anche al fascino della cultura greca ed orientale. Per Cortona è un passo nel progetto del grande MAEC inserito nel contesto dei maggiori musei archeologici europei che non sono semplicemente luoghi di conservazione ma centri di produzione culturale, ricerca e innovazione in grado di stimolare l’interesse del pubblico. Dopo l’esperienza con il Museo dell’Ermitage (2009), con il Louvre (2011) il Comune di Cortona e l’Accademia Etrusca stanno lavorando ad un progetto straordinario con il British Museum di Londra per il 2014. Una mostra che chiuderà un ideale percorso di riscoperta dell’immenso patrimonio etrusco sparso nei maggiori musei europei e che pone Cortona al centro di questo disegno. A suggellare, anche in questa occasione, la tradizione di collaborazione tra grandi Istituzioni Culturali ed il MAEC la mostra ospita preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e, in particolare, una straordinaria armatura in bronzo del IV sec. a.C. con elmo crestato proveniente da una collezione privata." (dal Comunicato scaricabile dal MAEC).

Particolare di fibula in oro conformato a pantera (580 a.C.), scaricabile dal sito del MAEC
E qui la storia si fonde con quella della mia famiglia, del mio trisnonno, ingegnere e direttore operativo degli scavi archeologici della Società Colombaria svoltisi in Toscana tra il 1858 e il 1866, su questo argomento è stato scritto un libro, Gli Etruschi e gli scavi etruschi nel Risorgimento, ma anch'io ho svolto le mie ricerche tra le PUBBLICAZIONI rinvenute a riguardo nell'Archivio Storico Italiano del Gabinetto Vieusseux e la corrispondenza conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze intercorsa tra il mio trisnonno e alcuni dei protagonisti di questa grande avventura, tra questi Giovan Pietro Vieusseux, una delle figure più importanti della cultura europea dell'ottocento. Tante sarebbero le cose da scrivere su questa ricerca che mi ha riempito di orgoglio ma anche stupito su come a quei tempi la società fosse controllata da principi e regole ferree, forse più di oggi, come il seguire i lavori con un attenzione particolare alla sicurezza nei luoghi di lavori nonché alla cura nella manipolazione dei reperti, ma non solo. Infatti nella corrispondenza si parla di svolgimento di concorsi per ottenere posti pubblici, della puntuale tenuta dei conti e delle spese, dell'acquisto, tramite il Gabinetto Vieusseux e assieme all'ingegnere aretino Carlo Gatteschi suo futuro datore di lavoro come Ingegnere Capo della Provincia di Arezzo, degli Annali Francesi "Des Ponts et Chaussées", annali della prestigiosa istituzione del Genio Civile francese. Questo è il LINK alla corrispondenza che ho trascritto dagli originali depositati presso la BNCF.

Statua femminile, una delle più importanti scoperte del mio trisnonno
A quei tempi il mio trisnonno, come si evince dai documenti, lavorò molto negli scavi intorno a Cortona,  ma nel "Melone Francois", scoperto nel 1842 dall'archeologo e erudito Alessandro Francois, e nel Melone del Sodo gli archeologi dovettero attendere il 1909 per scavare scientificamente a causa dell'opposizione dei proprietari dei terreni. Tutti i reperti trovati durante gli scavi della Società Colombaria sono oggi conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. I documenti  a riguardo in possesso della Società Colombaria sono andati distrutti il 4 agosto del 1944 durante la ritirata dei tedeschi dalla città di Firenze che, per salvare Ponte Vecchio, distrussero tutti i palazzi che gli erano intorno tra cui il palazzo della "erudita società".
Reperti degli scavi della Società Colombaria, dal libro "Gli Scavi Etruschi nel Risorgimento"
Non so se alcuni di questi reperti saranno presenti alla mostra, sarà davvero interessante andare a vedere.


sabato 10 novembre 2012

What is a Tinker?

Tinker al raduno di Chirchester, dal sito Tinker Class Owners Association

Non è una petroliera! Il vero Tinker è stato disegnato da Fred Beyon-Tinker (così ora sapete da dove viene il suo nome). La Classe Tinker è nata più di 25 anni fa grazie al suo primo produttore, la Henshaw Inflatables Ltd. Da quei tempi il Tinker si è evoluto con opzioni importanti come la zattera autogonfiabile e la tenda di sopravvivenza gonfiabile. La forma dello scafo è stata aggiornata nel 2001 con cambiamenti nei profili dimensionali in aggiunta al punto di attacco del fiocco più avanzato. 
Esistono quattro modelli di base della gamma Tinker:
  • Traveller - (lunghezza: 3.66 m, sup velica: 5.45 m2) 
  • Tramp - (lunghezza: 2.75 m, sup velica: 4.83 m2)    
  • Foldaway Rib - (lunghezza: 2.75 m, sup velica: 5.50 m2)  
  • Funsail - (lunghezza: 3.15 m, sup velica: 4.83 m2)  
Con il kit "sailing performance" che include fiocco e rollafiocco il modello Traveller diventerà Star Traveller e il Tramp sarà Super Tramp. Tutti i Tinker sono gonfiabili e possono essere attrezzati a vela, a remi e a motore. Una volta sgonfiato e piegato il Tinker occupa poco spazio tanto da poter essere trasportato da un auto di medie dimensioni, l'albero si articola in sezioni di lunghezza massima di 1.8 m. Tutti i Tinker possono essere condotti da una sola persona e con più membri di equipaggio e ci possono essere montati motori fuoribordo tra 4 e 5 CV. Il Tinker si attrezza completamente in circa 40 minuti. (tradotto, interpretato e integrato da me medesimo, dal sito Tinkerowners).

Il Tinker con la tenda gonfiabile, immagine tratta da sv-footprint 
Il peso totale del Tinker si aggira intorno ai 45 kg, quindi può essere trasportato con la bici e con idoneo trolley si rispettano i limiti delle più restrittive leggi italiane.

Il borsone del Tinker, immagine tratta da sv-footprint 
Il Tinker è dotato di deriva estraibile come un vero e proprio dinghy, inutile decantarne quindi le doti di sicurezza, stabilità, facilità d'uso ed infine buone performance veliche in condizioni di vento fino a 15 nodi. Ma anche il suo prezzo di partenza sembra davvero interessante poiché fino agli inizi del nuovo millennio si aggirava intorno alle 600 Sterline.
Attraverso la Tinker Class Owners Association è possibile partecipare a raduni che si svolgono in Inghilterra ed in tutta Europa, ecco il Calendario 2013

Tinker al raduno di Chirchester, dal sito Tinker Class Owners Association
Il sito dell'ultimo fabbricante del Tinker non risponde, spero proprio che non ne abbiano interrotta la produzione perché il Tinker è una deriva gonfiabile utilizzabile come tender e/ o per fare saiolonbike e campeggio nautico davvero interessante. E c'è anche un bel video, ma su Youtube se ne trovano altri come quello di KeepTurningLeft



giovedì 8 novembre 2012


Bay-Dream 5.5, un trimarano carrellabile vela/ motore


Attraverso questo video eccovi la conferma di quanto sia decisamente interessante ed innovativo il Bay-Dream 5.5, questo trimarano "ibrido" di Astus Boats e del quale avevamo preannunciato l'uscita nel mercato. Stabilità, trasportabilità, comfort, economicità, facilità di attrezzaggio con un solo grande fiocco, mica male! Mi piacerebbe davvero provarlo.

Dal sito Astus Boats


Cinquecento per mille

Foto e dati tecnici da Italiantestdriver

Sono ben mille i chilogrammi che possono essere trainati da questo nuovo modello della FIAT 500 "familiare", oggi chiamata 500L "lounge". Notevole anche il bagagliaio che può contenere fino a 400 litri con gli schienali posteriori alzati e 1310 litri con tutti i sedili giù, certamente utili per chi si sposta con la barca a rimorchio.
Questi sono i dati tecnici principali:
Lunghezza: 4,15 metri
Larghezza: 1,78 metri
Peso in ordine di marcia: da 1.245 kg (0.9 TwinAir) a 1.315 kg (1.3 diesel)
Peso rimorchiabile: 1.000 kg
Motorizzazioni: da 85 a 105 CV con alimentazione a benzina, diesel e metano
Prezzi: a partire da 15000 € circa.
Con la 500L possono essere trainate barche con un peso massimo intorno ai 550 kg, diciamo fino alla versione odierna del Micropomo, il Pajnik 550 che pesa 580 kg e perfettamente compatibile anche per la larghezza.

Pajnik 550 sul carrello, dal sito Pajnik
Do quasi per certo invece che non ci si può trainare il VIKO20 che, seppur dichiarati 580 kg, ha un peso reale intorno ai 750 kg anche per i primi modelli, quindi ci vuole un auto che come minimo traini 1200 kg.


martedì 6 novembre 2012

AVIATEUR 5,70 à l'approche de Penfret archipelle des GLENANS



L'Aviateur 5.70 è una bella barca carrellabile di produzione francese, ideale per la piccola crociera familiare ma anche per le navigazioni d'altura.

Aviateur 5.70 in navigazione, dal sito Pichavant
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza fuori tutto: 5,70 m
Lunghezza al galleggiamento: 5,70 m
Larghezza massima: 2,50 m
Pescaggio: - chiglia sollevata: 0,66 m - chiglia bassa: 1,30 m
Altezza massima: 8,88 m
Peso a vuoto: 625 kg
Peso zavorra: 230 kg
Randa: 14.4 m2
Genoa: 8.09 m2
asy Spinnaker: 27 m2

Di questa barca, nella versione più piccola, e per autocostruttori, chiamata "Soriceau", ne parlano gli amici di 312.thea: innamorato pazzo dove potrete trovare bellissime foto ed informazioni.

Soriceau 4.75, dal sito Henseval Design


Raduno dei "salcicciotti a vela" nell'Altmühlsee



In quest'altro VIDEO del raduno di settembre 2012 dei "Gummiwürste" si vede un Navigator 4 dotato di vele e di cabina, e non vi azzardate di chiedere al suo armatore di vendervelo .... al massimo vi dirà come fare a costruirlo: Intex Mariner with Sail and Cabin homemade dinghy sailboat

Dal video di daysailertogo


lunedì 5 novembre 2012


venerdì 2 novembre 2012

Un "Pirat" gratuito in cambio di un equipaggio

Il "Pirat" è una barca stupenda, dal sito Piraten-KV
La prestigiosa Associazione Tedesca Classe Pirat ha istituito un bando che prevede l'utilizzo gratuito e assicurato di un Pirat, incluso il rimorchio, da concedere ad una squadra motivata e di talento che voglia partecipare alle più importanti regate della Classe Pirat nel 2013. Alla fine della stagione la squadra potrà acquistare la barca ad un prezzo speciale, se vorrà.
Mi sembra una bellissima iniziativa, credo che sia questa la strada per motivare i giovani, in ogni campo. Dopo le delusioni olimpiche qualcuno della Federazione Italiana Vela ha detto che per i nostri atleti ci vorrebbe più severità, io credo invece che ci vogliano più iniziative di questo tipo, oltre che un maggiore controllo sulle attività dei circoli e dei loro  gestori.


Earth Day, raggiunto il miliardo di azioni "verdi"



Tra il miliardo di azioni "verdi" proposte in tutto il mondo tramite Earth Day c'è anche la mia, promuovere il "sailonbike", un modo di vivere la vela e la mobilità su strada combinandole in modo assolutamente eco-sostenibile, senza alcun tipo di inquinamento all'insegna dell'amore per la natura e dello sport.

Che ne dite del logo dei "sailonbiker"?


giovedì 1 novembre 2012

Nuove carrellabili, tra mito e realtà?

Shapire 27,  dal sito Shapireyachts

Sembra davvero bello ed interessante questo Shapire 27, di cui ci parlano nel sito degli Amici dell'Explorer 20. Come il Beneteau First Twenty, il Seascape 27, il Vikos 22, il Maxus 21 e altri bei velieri che vi ho segnalato, vengono pubblicizzati più sul carrello che in acqua, insomma sembrano davvero predestinati alla carrellabilità. Potremmo dire una nuova alba, o una rinascita, del "trailer sailing" ma un po' di esperienza e tante chiacchiere sull'argomento mi solleticano qualche considerazione che ritengo doveroso esternare, anche perché personalmente ho posseduto una barca da 1200 kg con relativo fuoristrada. Degni di nota sono anche il B/one ed il J/70 molto pubblicizzati nelle ultime fiere nautiche, con dimensioni del tutto simili ma con vocazioni diverse. E non dimentichiamoci neppure l'Elan 210, che pesa circa 250 kg in meno di quelle che ho citato ma che vogliono dire molto quando si parla di carrellare.
Certo in Svizzera,  nei paesi centro europei, lontano dalle coste e con poche possibilità di ormeggio quella del trailer sailing puro è certamente l'unica via praticabile e se alla fine i costi totali dell'operazione di acquisto e gestione sono comunque elevati le alternative sono ben poche.
Qui da noi è un altro paio di maniche, ottomila e passa chilometri di coste ci impongono la necessità di fare molto bene i conti e di valutare tutte le possibilità che credo, sostanzialmente, siano tre:
  • barca stanziale all'ormeggio
  • barca stanziale su porto a secco e/ o carrello motorizzato
  • barca su carrello da strada per ormeggiarla quando e dove si vuole
Indicativamente sappiamo che  una barca stanziale all'ormeggio di lunghezza compresa tra i 6 e i 10 metri ha dei costi totali di gestione che vanno dai 600 agli 800€ annui al metro, lasciando perdere privilegiati, fortunati o chi si accontenta dei fossi a 6 miglia dal mare.
Nella foto che ho messo in testa al post lo Shapire 27 è trainato da una Lexus, questa dovrebbe essere la sua Brochure, auto che ha un prezzo di circa 60000 € e che, rispetto ad una di media cilindrata, ha dei costi annuali di ammortamento e di gestione, su base decennale e a spanne, superiori almeno di 2/ 3000 €. E' ovvio che abitando in un paese in cui il mare si raggiunge mediamente in un ora e mezzo forse non è poi così conveniente mantenere un "treno" di queste caratteristiche. Infatti, ragionando con un amico su questi argomenti, mi sono accorto quanto non ci si renda conto cosa significhi dover trainare 1150 kg di peso, molti ritengono che lo si possa fare con qualcosa di più che Panda 4x4, questo purtroppo non è vero.
Entriamo nel dettaglio dei pesi:
  • Peso barca: 1150 kg
  • Peso carrello (consigliato biasse): 400 kg
  • Peso materiali e accessori: 200 kg
  • Tolleranza 10%: 175 kg 
Effettivamente siamo intorno ai 2000 kg e l'auto scelta per pubblicizzare lo Shapire 27 è quella giusta. Certamente si può acquistare anche un vecchio fuoristrada ma i costi annuali di gestione sono pur sempre abbastanza alti, bolli ed assicurazioni vanno pagati sulla base dei kW e non in base all'età dell'auto che comunque ha dei costi di manutenzione superiori di un auto nuova.
Di questi argomenti ne abbiamo parlato molto e a più riprese, quindi non rientro nel dettaglio, ripropongo invece il solito dilemma sulle carrellabili: mito o realtà?
Personalmente credo che il cabinato, in generale, offra la possibilità di navigare per tutto l'anno senza bagnarsi e con maggior sicurezza, contrariamente alle più sportive derive che si possono usare per qualche mese all'anno. Mantenere un cabinato costa e la barca  carrellabile è una soluzione ma qui in Italia, secondo me, è consigliabile trovare un compromesso tra pesi più contenuti e/ o la possibilità di gestire la barca da terra in un porto spiaggia o a secco. In questo modo credo che i costi di gestione di una barca di queste dimensioni si possano abbattere anche del 30%, molto più se la barca ha un peso molto inferiore dello Shapire 27 e delle sue sorelle.

dalla BROCHURE Beneteau First 20 Twenty
Se entriamo nel dettaglio dei pesi di una barca più leggera le cose cambiano:
  • Peso barca: 750 kg
  • Peso carrello (consigliato monoasse): 300 kg
  • Peso materiali ed accessori: 150 kg
  • Tolleranza 10%: 120 kg
In questo caso il rimorchio può essere trainato con una utilitaria di media cilindrata (1300 kg di massa trainabile) i cui costi di mantenimento non vanno ad incidere nella gestione della barca. L'Explorer 20, per esempio, è una bella barca carrellabile il cui peso dichiarato è di circa 750 kg.

Un bell'Explorer 20 in navigazione sul Trasimeno
Se abbandoniamo completamente la crociera e ci si orienta verso il day sailing, la barca può davvero non essere più considerata un lusso, sia dal punto di vista dell'investimento iniziale che per il mantenimento:
  • Peso barca: 400 kg
  • Peso carrello monoasse: 250 kg
  • Peso materiali ed accessori: 100 kg
  • Tolleranza 10%: 50 kg
Queste configurazioni, che possono comprendere un Seascape 18 e il Paiardi R18S per esempio, si trasportano con una Fiat Cinquecento (800 kg di massa trainabile) e il loro varo ed alaggio può essere gestito abbastanza facilmente anche da una spiaggia.

Dal sito Seascape
Faccio un'ultima considerazione in merito alle valutazioni da fare prima di acquistare una barca, deve essere fatta un'attenta analisi sul tempo che le si può dedicare, infatti se non ci si può permettere di navigarci per molti giorni e/ o per la gran parte dei mesi dell'anno è certamente consigliabile acquistare una deriva o comunque qualcosa di facilmente trasportabile da tenere in garage. Ce ne sono di bellissime, una tra le ultime? L'Albatros di Finot!


mercoledì 31 ottobre 2012

Lo scivolo di Talamone


Finalmente su Street View si può vedere per esteso lo scivolo di Talamone e da qui si comprende anche il perché la Capitaneria di Porto abbia imposto un limite al peso del rimorchio per il suo utilizzo, è abbastanza corto e ripido. Quindi prima di pensare di usarlo è tassativo informarsi. 
Talamone è un posto magnifico in cui mi reco sempre volentieri, per il suo mare, per i suoi scogli, per il suo vento e la sua storia.
Altre informazioni le potrete trovare su:


SPAN 3.60, una deriva ispirata ai Moth

Dal sito SPAN 3.60
Mi piace questa bella deriva ispirata ai Moth, di origine francese ha la grandissima ambizione di essere sia una "formidabile macchina da guerra" che una tranquilla deriva gestibile da soli, o in due, per le passeggiatine in barca grazie alle comode e avvolgenti sedute che sostituiscono il trapezio quando invece si va in regata. 
Facilmente trasportabile anche sul tetto dell'auto considerate le dimensioni contenute, ha una linea bella, innovativa ed elegante.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.58 m
Larghezza: 1.88 m
Peso totale: 69 kg circa
Sup. randa: 8 mq
Sup. spi: 7 mq
Prezzo: a partire dai 5000 €

Dal sito SPAN 3.60


martedì 30 ottobre 2012


Lo scivolo di Stintino


Visualizza Scivoli, porti a secco e gavitelli in una mappa di dimensioni maggiori

Situato in fondo al Marina di Stintino, lo scivolo fa parte della struttura portuale alla quale ci si potrà rivolgere per qualsiasi altro tipo di servizio quali gru, parcheggio, ormeggi in acqua e a terra, etc. Situato in uno dei luoghi più belli e caratteristici del Mar Mediterraneo, "Stintino è conosciuta per la qualità dell'ambiente, per la bellezza dei luoghi e gli incantevoli fondali delle spiagge La Pelosa e Le Saline, impreziosita altresì dalla presenza della prospiciente Isola dell'Asinara, Parco Nazionale dal 1997".
Per quanto riguarda l'area marina protetta è bene leggersi questo post, seguendo i relativi link dove si possono trovare tutte le informazioni a riguardo su quello che si può fare e dove non si può andare: Le aree maerine protette, c'è qualcosa da sapere.

Le zone di rispetto dell'Asinara, dal sito del Ministero dell'Ambiente
Come già accennato i servizi sono a pagamento ma la mia seppur minima esperienza mi fa comprendere che lo scivolo può essere una struttura "libera" per barche fino ad una certa dimensione come derive e piccoli gommoni, al contrario credo che le condizioni di varo, alaggio e manutenzione dello scivolo debbano essere controllate da una struttura portuale.

Ulteriori informazioni le potrete trovare su:



domenica 28 ottobre 2012

Posti barca, "imaginons le contrat de demain"

Pagina iniziale Contratto Sagemor, da Hisse et Oh
Contrats d'emplacements, è una nuova proposta contrattuale riguardante i posti barca nei marina gestiti dalla società francese SAGEMOR e della quale avevamo parlato in un'altra occasione: La francese Sagemor inaugura il porto funzionale.
Il contratto, di cui si parla in un interessante post del famoso forum francese Hisse et Oh, si basa su due principi fondamentali:
  • favorire l'utilizzo della barca;
  • condividere il posto barca.
Su questi due principi si calcola un "bonus-malus" che prevede vantaggi progressivi sia per chi usa la barca fino ad un mese l'anno ed ancora di più chi mette a disposizione l'ormeggio per l'utilizzo collettivo. In pratica si elimina il concetto di "posto fisso" nel porto.
Non ho ben capito tutto ma mi sembra che, se da un lato alcune cose sono già parzialmente applicate anche nei nostri marina, la straordinarietà della stipula di un contratto del genere è che questo permette di conoscere fin da subito quali vantaggi si potranno ottenere se si aderisce a questo accordo, vantaggi che non mi sembrano pochi.

Nota:
Ho avuto esperienza in passato di questo tipo di organizzazione francese con un immobile di mio padre in Francia e posso assicurare che su questo fronte i nostri cugini d'oltralpe sono dei veri maestri, giustamente lì si pagano tasse importanti sulle proprietà ma allo stesso tempo i vantaggi sugli affitti sono garantiti con valori percentuali certi in funzione del valore dell'immobile e del luogo in cui sono situati.
Come al solito niente a che vedere con l'elusione fiscale dei nostri "furbetti del quartierino", che sono tantissimi, e ai quali il nostro ex premier ha affidato la sua sopravvivenza giusto ieri.
Tanto per chiarire per bene ai miei illustri concittadini vittime del fisco, comunico che mio padre su di uno "studio" di 19 metri quadri pagava ben 1500€/ annue al fisco francese. Avrei voluto dirlo a quel signore che fecero vedere in TV e che si lamentava dei 2500€ che doveva pagare per la sua villa di 300 metri quadri a Ischia.
Che paese!



sabato 27 ottobre 2012

Sardinia West Coast Tour


Visualizza Sardinia West Coast Tour in una mappa di dimensioni maggiori

Con l'ausilio di quanto trovato in rete, per Tommaso ed il suo gruppo di amici, ho elaborato questo magnifico percorso da fare in bici lungo la costa Ovest della Sardegna, da Stintino fino a Cagliari: Sardinia West Coast Tour.
Ovviamente non ho potuto fare a meno di consigliargli il seguente equipaggiamento:


Una bellissima Tern Verge X20 dotata del trolley Burley Flatbed. La bici è abbastanza costosa, circa 2000€, ma è velocissima, ripiegabile e si può mettere in una borsa assieme al trolley. Il trolley della Burley come già sappiamo, costa circa 400€.



La bici può essere dotata di utili accessori quali portapacchi e borse. Di rilevo il fatto che per un qualsiasi motivo si decidesse di accorciare il percorso in bici può essere tutto comodamente caricato nel bagagliaio di un autobus, o meglio nel gommino a vela.


Per quanto riguarda le veleggiate in mare nei meravigliosi golfi della Costa Ovest della Sardegna non avrei dubbi sul DinghyGo di cui abbiamo parlato un paio di post fa. Il DinghyGo costa intorno ai 2500€ e può essere caricato nel trolley appoggiando sulla base di questo i lati da 40 e 45 cm delle due borse in cui è contenuto. Il peso totale di 45 kg del dinghyGo è compatibile con il massimo trasportabile del trolley. 


Grandioso, c'è anche un fantastico e inaspettato abbinamento di colori.

Una delle due borse del DinghyGo
Comunque sia il bello è andare in giro!


martedì 23 ottobre 2012

DinghyGo, the inflatable sailboat

La schermata dal sito DinghyGo con il prezzo
Vado matto per questo DinghyGo, sarebbe il tender a vela ideale per Aspirina ma anche per fare sailonbike. Mi piace, davvero simpatico e pratico!
Queste sono le sue caratteristiche tecniche:

.
La schermata dal sito DinghyGo con le caratteristiche

Come portare il DinghyGo in bici

E c'è anche un simpatico video di presentazione.




Poljana Village, con scivolo e posto barca


"Il Poljana Village  si trova a pochi chilometri da Lussinpiccolo (Mali Losinj) sull’omonima Isola di Lussino, di fronte all’Isola di Krk nel Golfo del Quarnaro in Croazia. Il villaggio, che si trova nel punto più stretto dell’isola, è inserito in un ambiente naturale incontaminato ed è bagnato su entrambe i lati dal mare: da un lato si trova la darsena con i moli per l’attracco delle imbarcazioni e dall’altro la meravigliosa baia naturale da dove potrete tuffarvi in un mare cristallino. Il Camping Village Poljana è il luogo ideale dove trascorrere una vacanza in totale relax e a stretto contatto con la natura; potrete scegliere di soggiornare in casa mobile oppure in piazzola, secondo la vostra preferenza di vacanza. ...."
Ulteriori informazioni le potrete trovare su:
Mi par bello!

Dal sito Poljana Village


lunedì 22 ottobre 2012

Cargo Bike Tour on the Blue

Cargo Bike Bullitt Bluebird + SeaEagle Paddleski + Sail Rig

Sicuramente eccentrica e fuori del comune questa combinazione della Cargo Bike Bluebird della Bullitt e la canoa a vela Paddleski della SeaEagle ma quello che vorrei farvi notare è che se quest'ultima può essere anche un ottimo tender per il vostro cabinato la Bluebird è una buona soluzione per la mobilità cittadina con figli e/ o nipoti piccoli da gestire, ma è solo un esempio.....

Uno dei tanti modi di usare una Bullitt, certamente il migliore. Dal sito Bullitt
Quindi, se è pur vero che l'impegno economico intorno ai 5000 € per l'acquisto dei due mezzi di trasporto è sostanzioso, questi non sono finalizzati ad un unico scopo ma possono essere utilizzati in più occasioni e, tra queste, la possibilità di effettuare una Cargo Tour tra ciclabili costiere, fiumi, laghi, isole e il mare splendido delle nostre coste.

Paddleski per due, dal sito Seaeagle
Come già sappiamo le biciclette possono essere trasportate su treni e traghetti per poi proseguire pedalando fino al luogo di destinazione, albergo, camping, residence, ed infine esplorare gli ambienti acquatici con la canoa  a vela. La caratteristica principale della canoa a vela Paddleski è che è adatta ad ogni ambiente quindi c'è solo l'imbarazzo della scelta, ulteriore nota di merito è che può essere dotata anche di un piccolo motore elettrico, quindi il massimo della flessibilità e sicurezza.

Pronti per un Cargo Tour on the Blue, dal sito Bullitt
Insomma una vacanza ecologica e risparmiosa senza auto, all'insegna dello sport e della vela che può essere fatta da tutti, ognuno secondo le proprie possibilità fisiche ed economiche perché miglia e chilometri non sono obbligatori, infatti una cargo bike del genere può essere utile anche solo per portarsi la barca dalla casa, o dal camping, fino alla spiaggia e ritorno.

Una Bullitt elettrica, dal sito Bullitt
Ulteriori informazioni su questo blog a riguardo:
Un Paddleski con motore elettrico installato, dal sito Popscreen


sabato 20 ottobre 2012

ELAN 210, BMW Sail Racing



Vivere la vela impegna tutti noi a fare delle scelte secondo i gusti, i costi, il tempo che le si può dedicare, il luogo dove abitiamo, ed infine le soddisfazioni che andiamo cercando, che sia passeggiando in famiglia o correndo in regata. Di sicuro questo ELAN 210 è una risposta vincente per molti, la risposta della una nuova nautica da diporto emergente ma attenzione, non è un ritorno al passato troppe cose sono cambiate. Che sia colpa della crisi? Può essere, ma in ogni caso questa sarà servita a riportare "le cose" nelle dovute proporzioni.


venerdì 19 ottobre 2012


Malamocco, porto a secco con scivolo


  Full Page Link, via Mapchennels

Un altro esempio interessante di porto a secco con scivolo presente nella Laguna Veneta. Insisto nel dire che l'Italia ne dovrebbe essere piena, ovunque raggiungibili anche con piste ciclabili lungo tutti gli ottomila e passa chilometri di coste. Se mai qualcuno che conta prima o poi riuscirà a capirlo forse sarà già troppo tardi.
Nelle immediate vicinanze ci sono anche due Bed&Breakfast, Cà Noemi ed il Glicine Fiorito.

Immagine tratta dal sito di Cà Noemi


giovedì 18 ottobre 2012

Le onde sotto costa possono essere subdole

dal sito Le Figarò Nautisme

Come accade per gli esseri viventi anche le onde possono essere timide o aggressive, oneste o traditrici, franche o sornione … alcune sono delle vere e proprie canaglie! Queste ultime al largo hanno un comportamento ma quando si avvicinano a riva cambiano radicalmente. Raramente arrivano da sole, il più delle volte in gruppo e, come in ogni comunità, c’è sempre quella che vuol farsi notare più delle altre. Generate in differenti condizioni, si suddividono in tre tipologie chiamate confidenzialmente “famiglie”. 

Le onde del vento di mare sono quelle generate dal vento locale e fanno parte della prima famiglia. Non bisogna sorprenderci se queste seguono come pecore le variazioni del vento. Se il vento viene dalla terra, queste non avranno sufficiente forza per crescere, mentre se il vento viene dal mare queste crescono in funzione della sua forza. 

Alcune descrizioni rendono le previsioni meteo davvero “suggestive”: mare calmo, bel tempo, appena increspato ma che può variare con onde di altezza fino a 14 metri!!!!! Ovviamente questo non può succedere nelle tempeste forti e durature in mare aperto perché l’onda può svilupparsi completamente, contrariamente a quanto può avvenire sotto costa.

Quando il vento cala o se ne va lascia per qualche tempo il moto ondoso residuo, questo fa parte della seconda famiglia. Questo moto ondoso è noto come quello che non può far altro che placarsi visto che il vento se n’è andato. 

Infine c’è la terza famiglia, quella delle onde generate da “fonti” lontane. Queste onde sfuggono dagli eventi atmosferici di vario tipo e si presentano sulle nostre coste con un’energia che dipende molto da dove e come si sono create.

Nelle coste mediterranee queste onde hanno un sistema di “filtraggio” molto più potente di quelle atlantiche ma c’è anche da considerare che i fenomeni atmosferici che le generano sono molto più attenuati pertanto qui da noi è difficile trovare onde superiori ad alcuni metri di altezza. Può succedere però che, vicino alla costa a causa del basso fondale, queste si impennino e si infrangano bruscamente con un’altezza molto superiore di quelle che si trovano al largo. Questo accade perché la velocità originale dell’onda è ostacolata dai bassi fondali con il relativo accumulo di energia.

Perciò attenzione ai naviganti "sotto costa", quando si vede la mala parata può essere conveniente allontanarsi da terra ed aspettare che le condizioni migliorino.

Riassunto, tradotto, interpretato e adattato a noi molto liberamente, via: Le Figaro Nautisme


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