lunedì 12 agosto 2013

Campeggio nautico con la tavola, meglio se a vela

Il Coreban BG ultima avventura tenda trasforma il paddleboard in un rifugio, via Gizmag
Non c'è proprio limite all'immaginazione e alla fantasia degli umani. La Coreban, azienda produttrice di tavole da surf di ogni tipo, in collaborazione con la Bear Grylls che produce attrezzature sportive per il trekking e la sopravvivenza ha ideato questa soluzione, trasformare una tavola gonfiabile in una comoda base per il camping nautico. Davvero geniale, anche perché si potrebbe utilizzare con qualsiasi altra tavola delle stesse dimensioni, tipo la Saturn con armo velico di cui abbiamo già parlato, altrimenti predisporre questo surf con la vela. Wohwooooh!

Via: Gizmag


domenica 11 agosto 2013

La birra di Pat, ovunque ed in quantità, anche in barca

Il sogno di tutti i marinai, una birra a bordo. Dal sito di Pat
Non so se sia una leggenda, un aneddoto o pura verità ma corre voce che l'unico Viko 20 che sia affondato nella storia sia potuto accadere perché tre allegri tracannatori di birra, tutti con stazza decisamente fuori del normale e già brilli prima di salire a bordo, abbiano tolto le riserve di galleggiamento per avere la possibilità di stivare il maggior numero di lattine possibile. Ubriachezza, peso eccessivo e maltempo hanno fatto tutto il resto.
Bè, se questi signori avessero conosciuto la Pat's Backcountry Beverages non si sarebbero trovati in una circostanza del genere perché con il sistema brevettato da Pat Tatera si possono potenzialmente portare a bordo ettolitri di birra.
Questo è stato il sogno di tutti i marinai per secoli ma il risultato che offre questo sistema, birra concentrata in un "carbonatore", è veramente paragonabile ad una vera birra fresca fermentata in modo naturale con acqua, orzo, luppolo e lievito?

Il "carbonatore" in azione, da Gizmag
Chi ha assistito alla prova e ne ha potuto degustare il sapore ha asserito che questo non può essere paragonato a quello delle migliori birre presenti nel mercato ma che è certamente meglio di molte birre che si trovano nelle grandi distribuzioni.
Ma passiamo ai costi. Il carbonatore è già presente nel mercato USA al prezzo di 29.95 $ mentre un pack di 4 pinte di birra concentrata viene a costare 9.95 $, considerate che una pinta dovrebbe corrispondere a circa mezzo litro.
E per concludere eccovi il carbonatore in azione, credo che però in questo caso la signorina abbia messo della soda concentrata, infatti il carbonatore può essere utilizzato anche con altri tipi di bevande.



Via: Gizmag


sabato 10 agosto 2013


Elia da Cortona: tra realtà e mito - quarta parte




"Nella quarta parte sono presenti le relazioni del prof. Paolo Capitanucci dell'Istituto Teologico di Assisi con "Francescani e alchimia fra realtà e mito: frate Elia da Assisi e Bonaventura da Iseo" e Michele Pellegrini dell'Università di Siena con "Ordini mendicanti e istituzioni religiose nel sec. XIII: il caso di Elia da Cortona"."

La penetrazione alchemica nell'ordine francescano  e più in generale il suo rapporto con la scienza, "singolare anomalia" rispetto all'approccio del tempo. Interessante anche il secondo intervento, in particolar modo la parte finale che riguarda il rapporto tra i  Vescovi di Arezzo ed il Comune di Cortona nonché la restituzione della dignità a Frate Elia da parte del clero cortonese con l'assoluzione dalla scomunica in "articulo mortis".


Barchette di carta: Isolda

Download Isolda
Nel sito dedicato ad Isolda potete effettuare il DOWNLOAD della "barchetta di carta" di questa magnifica goletta svedese a tre alberi utilizzata prima come cargo e poi come transatlantico.
Costruita in ferro nel 1902 dai cantieri di Lödöse è stata inizialmente utilizzata per il trasporto del caffè dal Sudamerica, successivamente come cargo lungo le coste di ogni parte del mondo.
Isolda è stato l'ultimo veliero svedese che ha navigato attraverso gli oceani e, secondo gli esperti del Museo Marittimo Nazionale Svedese, è tra le navi più interessanti e storicamente significative del loro paese, forse di tutto il mondo.
Nel 1994 Isolda è stata acquistata dalla IEF (Isolda Economic Association) con lo scopo di effettuarne il restauro completo e la manutenzione per svolgere attività di trasporto passeggeri, educativa e di formazione. La nave è stata adattata per  il trasporto di disabili.
Ancora oggi si può far parte di questa grande iniziativa sponsorizzando le attività di Isolda, presentando la domanda di adesione offrendo sia denaro ma anche prodotti o servizi.
Per chi conosce la lingua svedese potrete sapere tutta la storia di Isolda nella Tesi di Sofia Olson.

Dal sito di Isolda


venerdì 9 agosto 2013


L'albero sospeso in un canotto a vela

L'albero sospeso, da "Battelli pneumatici" di A.N.Korolev e V.P. Zhohov
Interessante questa soluzione per piccoli battelli pneumatici che prevede un arco che tenga sospeso l'albero con lo scopo di aumentare lo spazio disponibile a bordo. Come si vede nella foto, in un piccolo canotto potrebbero navigare comodamente due o tre persone.

Dal libro di Peregudov
Aggiungo un altro interessante schema di realizzazione.

Dal sito The Mostly



giovedì 8 agosto 2013


Aquagliding




Considerato il successo nei risultati nel motore di ricerca, eccovi un nuovo video con l'Aquaglide in navigazione.


mercoledì 7 agosto 2013


martedì 6 agosto 2013

The dramatic lines of the mxNext

mxNext
La rivista on-line SailMagazine definisce le linee dell'mxNext addirittura "drammatiche". Attualmente in fase di test, l'mxNext è il sogno visionario del suo ideatore, l'architetto navale russo Vlad Murnikov. 
Si tratta della versione miniaturizzata di uno scafo di 100 piedi, lo SpeedDream, la barca che avrebbe l'ambizione di battere i record di velocità ottenuti addirittura dai multiscafi.
Queste sono le caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 14' 4" (4.39 m)
Baglio scafo: 3' 0" (0.91 m)
Baglio massimo: 6' 6" (2.01 m)
Sup. velica randa: 110 sq. feet (10.2 mq)
Peso a vuoto: 90 lbs (40.8 kg)
Peso equipaggio: 180 lbs (81.6 kg)
Dislocamento: 270 lbs (122.4 kg)
Materiale: carbonio

mxNext
C'è anche un video di presentazione, "the lastest single-handed skiff for speed enthusiasts".




lunedì 5 agosto 2013


Don't forget your umbrella

Halkett boat, immagine tratta da Wikipedia
Nella storia dell'architettura navale se ne sono viste di tutti i colori ma questa davvero mi è nuova e, devo ammettere, assolutamente originale.
Peter Halkett era un tenente della Royal Navy, vissuto per molti anni in Canada prima di tornare in Inghilterra, aveva sempre avuto il grande sogno delle esplorazioni. Per questo motivo coltivò un particolare interesse nel documentarsi sulla disastrosa spedizione che l'esploratore John Frankling effettuò tra il 1819 e il 1822 per la ricerca del Passaggio a Nord Ovest lungo la costa settentrionale del Canada. Questa spedizione organizzata dalla Royal Navy, chiamata Coppermine Expedition of 1819-22, si risolse in un completo disastro. Undici dei venti componenti della spedizione persero la vita e i sopravvissuti vennero accusati di omicidio e cannibalismo. I sopravvissuti poterono salvarsi solo grazie alla fantasia di un membro del gruppo che aveva modellato una piccola canoa di tela e salice che fu utilizzata per attraversare i fiumi.
Halkett, che era un inventore dilettante durante il tempo libero che gli lasciava il suo servizio in marina, si mise in testa di progettare una barca abbastanza piccola e leggera da poter essere trasportata facilmente camminando a piedi. La sua prima creazione fu la barca-mantello.

Halkett boat, immagine tratta da Wikipedia
La fodera del mantello conteneva una specie di canotto gonfiabile, come si vede in figura, il bastone da passeggio si trasformava in una pagaia e l'ombrello in una vela. Nei primi mesi del 1844 collaudò la sua barca mantello nel Tamigi con successo e successivamente provò anche nelle acque agitate del Golfo di Biscaglia che però quel giorno si mostrarono particolarmente tranquille.

Halkett boat, immagine tratta da Wikipedia
Spronato dal successo della barca mantello Halkett ne progettò un modello più grande da contenere in uno zainetto e, quando gonfiato, capace di contenere due persone. 
Apprezzate a livello teorico le barche di Halkett non ebbero mai uno sviluppo commerciale ma fu proprio la stessa Royal Navy che dette la più grande delusione al suo progettista rifiutandone l'utilizzo.
Nel 1885, all'età di 65 anni, Halkett abbandono definitivamente il sogno e il progetto di queste barche i cui prototipi giacciono dimenticati in qualche museo canadese.
Se ben vi ricordate noi una barca del genere l'abbiamo vista, Amibote, la barca in uno zainetto.

Tutto in uno zainetto, dal sito Amibote
Poi altri hanno esagerato, ma ve l'immaginate stare dentro a quel canotto!

Immagine tratta da forum.index.hu
Via: Wikipedia


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...