giovedì 17 gennaio 2013

Manuale del piccolo cartografo



Visto che i profili batimetrici sono disponibili su Google Earth, chiunque ne avesse la volontà e lo spirito potrebbe improvvisarsi un "piccolo cartografo". Eccovi un bel Manuale per imparare, sono richieste la conoscenza della lingua inglese e tanta pazienza, nulla di più semplice.


martedì 15 gennaio 2013

How small is too small?

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
(Da un articolo di Practical Boat Owner trovato su West Wight Potter Owners, liberamente riassunto, tradotto ed interpretato da me medesimo. Perdonate errori ed omissioni ma una traduzione precisa e puntuale richiederebbe molto più tempo dell'oretta a cui ho potuto dedicargli).

Se gli yacht stanno diventando sempre più grandi e più sofisticati, perché qualcuno dovrebbe scegliere di navigare un micro cruiser di 14 piedi dagli anni '60?

David Harding ha cercato di scoprirlo sul West Wight Potter... How small is too small? 

Se si vuole discutere in merito ai piaceri della crociera in una barca molto piccola basta chiedere ad uno qualsiasi dei proprietari di un West Wight Potter: “Potevo permettermi un nuovo 31 piedi ha detto uno di questi di recente, ma mia moglie non ama né il freddo né l’umido, e l’impegno di possedere una barca non ci lascerebbe il tempo per tutto il resto che vorremmo fare. Invece, teniamo il nostro Potter nel garage. Quando si vuole uscire in barca a vela, lo agganciamo all'auto e si va via per un paio di giorni sul Norfolk Broads, possiamo decidere di navigare lungo la costa orientale, oppure i laghi scozzesi, o dove ci pare e piace. Il Potter può essere varato, alato e attrezzato da una sola persona e, una volta tornati, lo rimettiamo di nuovo nel garage. Non esiste un modo più semplice di andare in barca.”

Un mondo in cui i materiali compositi ultra tecnologici, l’elettronica e i sistemi di climatizzazione gestiti da un cellulare prima di arrivare al porto sembrano averci fatto dimenticare che anche la semplice navigazione può essere divertente, così come riuscì a dimostrare Stanley Smith nei primi anni' anni '60, quando introdusse i primi Potter in compensato marino. Ma Stanley non è venuto alla ribalta con il Potter, bensì con la realizzazione di un dinghy cabinato costruito nel suo cantiere a Yarmouth, nell'Isola di Wight.
Nel 1949, più di un decennio prima dell’uscita del Potter, Stanley e suo fratello Colin, partirono dalla Nova Scotia a bordo di “Espero Nova”, un 20 piedi che avevano costruito nel seminterrato di una vecchia cappella. Con questo dinghy cabinato arrivarono ​​in Inghilterra 11 giorni dopo e, non a caso, si sono trovati al centro dell'attenzione dei media. Dopo aver mostrato la barca al Festival della Gran Bretagna, l'anno successivo, questa volta con Stanley Charles Violet come equipaggio, hanno fatto la traversata di ritorno nel 1951, come raccontato nel suo libro "The Wind Calls The Tune".
Ma le sue imprese non finìrono lì. Convinto sostenitore della capacità che le piccole imbarcazioni a vela possano percorrere lunghe distanze in mare aperto, circa dieci anni dopo decise di consegnare un Potter, ordinato da un comandante di una nave cisterna svedese, al suo nuovo proprietario via mare. Ce la fece, nonostante che per tre giorni nel Mare del Nord ci fosse stata Forza 8-9  e si fosse arenato su di un banco di sabbia della costa danese. Con la barca che, in qualche modo sopravvisse quasi indenne, proseguì il viaggio verso l'entroterra, la Danimarca, ed infine, con l'acquisto di un fuoribordo di 6hp poté percorrere le ultime 60 miglia, attraverso il Kattegat, contro un vento gelido.
La letteratura occidentale del tempo riferisce l’effettuazione del viaggio del temibile Mr Smith con il Potter durante il mese di ottobre, ma si consigliano vivamente i potenziali proprietari di questa barca di non tentare traversate epocali durante questa stagione.

What a way to Potter 

Si potrebbe pensare che ben poche persone avrebbero preso in considerazione il fatto di compiere un viaggio del genere su di un 14 piedi zavorrato solo da una piccola chiglia mobile in acciaio. Invece il Potter è stato progettato per la massima stabilità in mare e allo stesso tempo una grande maneggevolezza a terra. La lunghezza di 14 piedi era quella minima che potesse permettere a due adulti di pernottarci comodamente e a viverci in più persone durante il giorno, in più la possibilità di parcheggialo in un garage di dimensioni normali.
Stanley Smith, per ottenere buone prestazioni veliche, ridusse anche il baglio massimo e il bordo libero. Per quanto riguarda il peso il Potter doveva essere trainato da una Mini Morris, quindi contenuto entro i 280 kg. Nonostante queste modeste dimensioni e i tentativi del costruttore nel dissuadere i nuovi armatori ad emulare le imprese di questo progettista intrepido, molti altri Potterers non sono stati in grado di resistere al bisogno di libertà che questa piccola barca a vela poteva regalare (........)
Nota: si narra di numerose avventure, migliaia di miglia, giorni e giorni passati dai Potterers in mezzo agli oceani .

Stable by design

( ........ ) Se c’è poca acqua, basta alzare la deriva mobile, se c’è poco vento non ci sono problemi a muoversi e a bolinare, se ce n’è troppo non ci dobbiamo preoccupare dei limiti a causa della sua rigidità e poi molto dipende dal posizionamento dell’equipaggio, come in una deriva. Le ridotte dimensioni del Potter, il suo peso contenuto e l’armo semplice permettono di fare vela rimorchiando la barca di giorno in giorno. Con una barca come questa ci si può navigare anche in autunno, con qualsiasi tempo, quando le altre barche sono al rimessaggio, fino a spiaggiarla. E se il vento se ne dovesse andare si può anche condurla a remi, mentre le altre, più grandi, rimangono incollate in acqua. Ovviamente ci si può installare anche un motore, quello da 4 hp dovrebbe essere l’ideale, ma la barca si muove davvero bene anche a remi. Una volta tornati allo scivolo bastano 15 minuti per fare tutto, si mette la barca sul rimorchio con il verricello, si mettono via le vele e si butta giù l’albero in un batter d’occhio.
E a questo punto viene da chiedersi del perché i naviganti hanno sempre il desiderio di avere qualcosa di più grande. E come disse Larry Brown nel suo “Sailing on a micro budget” , “.. più grande è la barca e più costa, meno la si utilizza e meno ci si diverte …”. Non c’è nessun premio per chi indovina quale barca egli avesse.

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
La West Wight Polycraft produsse il primo Potter agli inizi degli anni ’60. Dal 1967 in poi il compensato marino lasciò il passo alla fibra di vetro, gli stampi furono prodotti dall’americano Herb Stewart che si preoccupò di spedirli all’Isola di Wight. Stewart iniziò la produzione in America su licenza con un grande successo e dove questa continuò con diverse migliaia di esemplari. Stewart, per ottenere lo stampo, dovette fare alcune modifiche al disegno originale delle prime barche vendute al Salone di Londra del 1961, a poco più delle 300$ di allora. L’anno successivo fu lanciato il C-Type che, sulla base delle richieste dei suoi investitori, fu modernizzato da Smith con riluttanza modificando il piano velico, gli spazi in cabina, le linee d’acqua, il pozzetto autodrenante, etc. La produzione del Potter continuò anche nell’Isola di Wight con la Ring Marine fino alla metà degli anni ’70, fino a che Larry Rumbol non acquistò gli stampi nel 1984 fondando la Potter Boat Company nello stesso anno. Fu inizita la produzione con il D-Type, riammodernato rispetto alla produzione precedente. Successivamente i figli di Rumbol introdussero il Nova al quale applicarono ulteriori modifiche. Poi il Potter crebbe di un piede e diventò l’AX.

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
Nel 1996, in onore del suo progettista, Stanley Smith, un Potter A-Type è stato ricostruito in compensato marino sulla base degli stampi del C-Type. 

West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner
Considerazione finale e personale, questo barchino ricostruito come l'originale degli anni '60 è meraviglioso. Questo dovrebbe essere l'E-Type, ma non se trova più traccia in commercio purtroppo.


West Wight Potter E-Type, da un articolo di Practical Boat Owner

lunedì 14 gennaio 2013

Colpo di vento sul lago Ontario

Voice of Experience: Knockdown on Lake Ontario
Voice of Experience: knockdown of Lake Ontario, vi propongo la lettura di questo interessantissimo articolo che ho trovato su Sail Magazine. Anche per chi non conosce bene la lingua inglese il traduttore automatico è di grande aiuto e si capisce il senso della storia: i due protagonisti sono usciti con il bel tempo a farsi una tranquilla veleggiata con una birra in mano. Purtroppo il vento è aumentato improvvisamente perciò hanno acceso il motore e tirato giù la randa proseguendo con il solo genova rollabile. Mio malgrado devo ammettere che questa è un'operazione che ho fatto anch'io più di una volta quando le cose si mettevano al peggio davanti alla costa livornese ma certamente questa non è l'opzione migliore per due motivi, (l'ho vista applicata spesso anche da grandi yacht davanti alla spiaggia della Feniglia quando montava il vento).
Confidare nel solo motore è molto pericoloso perché le onde potrebbero facilmente renderlo inutilizzabile a causa della mancanza di acqua nel circuito di raffreddamento e, comunque, in condizioni difficili si potrebbe piantare a causa dei fuori giri dell'elica fuori dall'acqua; inoltre al genoa rollabile è preferibile la randa cazzata e ridotta per tutta una serie di motivi tra i quali che basta sventarla per ridurre di parecchio lo sbandamento. Nel caso dei due amici infatti, che hanno confidato troppo nella tecnologia, il genoa è rimasto bloccato a tal punto che il colpo di vento ha steso in verticale la barca con il rischio che cadessero in acqua e/ o ne perdessero il controllo. Solo il fatto che uno dei due avesse un coltello ben affilato in mano che gli ha permesso di tagliare la scotta del genoa ha potuto salvare i due da un esperienza ben peggiore, se non la morte per ipotermia considerata la temperatura dell'acqua, come da loro stessi ammesso.
Questo racconto ci ha insegnato alcune cose:
  • avere sempre un coltello a disposizione in barca, può essere necessario dover tagliare una scotta;
  • non confidare mai troppo nel solo motore;
  • secondo il mio modesto parere, al genova rollabile è preferibile la randa cazzata e ridotta;
  • quando le condizioni cambiano bisogna attuare prima possibile tutte le procedure di sicurezza, tra le quali indossare i giubbotti salvagente, l'abbigliamento idoneo alla stagione e la life-line;
  • in barca bisogna essere sempre preparati al peggio, qualsiasi siano le condizioni di partenza.
Un esempio tra tanti è il fatto di non uscire mai in inverno se non si è assolutamente preparati ed attrezzati a farlo, una caduta in acqua può essere fatale.
Concludo asserendo che, secondo me, il comandante di questo 10 metri non si è reso perfettamente conto degli errori che ha commesso dichiarando che l'aver acceso il motore gli ha permesso di portare la barca al vento e quindi di ridurre per un attimo lo sbandamento. Ammetto che a volte lo faccio anch'io ma questa è un'operazione da principianti.

Visto che ci sono voglio fare un'ultima considerazione che con questa esperienza non c'entra. Ieri mi sono imbattuto in un importante forum tedesco in cui si parlava della sorellina della mia barca, la Deltania 20. Alcuni dei soliti saccenti che frequentano questi forum, probabilmente senza esserci mai saliti e quasi certamente senza mai aver navigato davvero su di un piccolo cabinato con un minimo di coscienza e consapevolezza, asserivano che questa non era una barca seria poiché si sarebbero trovati in difficoltà in condizioni 6 Beaufort e che, a causa di ciò, la barca non era conforme alla marcatura CE. Oltre a questo il solito subdolo errore di fare continui paragoni con barche che hanno un dislocamento doppio, quindi con doppia zavorra, maggiore spessore dello scafo, più strati di vetro, etc. Non è corretto confrontare due prodotti differenti, il Navikom 20, o in qualsivoglia altro modo lo si voglia chiamare, appartiene alla Classe Micro e solo con barche appartenenti a questa classe può essere confrontato, con i suoi enormi vantaggi ma anche i suoi limiti di navigazione: in acque interne, in prossimità della costa, onde alte max 2 metri e 6 Beaufort, che comprendono la classificazione C. Ed è in merito a questi due ultimi numeri che voglio parlare, questi signori si sono mai trovati con 2 metri d'onda e il vento a circa 27 nodi? Io credo che con il Viko 20 il modo per portare la pelle a casa si trova, ed è per questo che è classificata in questo modo, ma non sono certamente le condizioni di navigazione normali per una barca del genere e per tutte quelle classificate C, anche quelle che, per esempio, hanno un dislocamento doppio. Ma la cosa ancora più grave è che questi signori non hanno ancora ben capito che queste sono condizioni impegnative per banche ben più grandi.
Aggiungo che l'indicatore di stabilità di una barca, chiamato STIX e che ne individua la classificazione, prevede una serie di parametri tra cui l'inaffondabilità e la capacità di raddrizzarsi dell'imbarcazione. E' ovvio che se nel calcolo finale non si facessero interagire tra di loro i vari parametri ben poche barche risulterebbero idonee, per esempio tutte quelle grandi barche che non hanno riserve di galleggiamento tali da renderle inaffondabili, caratteristica che invece possiede il mio Navikom 20. E' legge della fisica che un dislocamento maggiore ed un rapporto peso/ zavorra più favorevole renda meno probabile il capovolgimento di una grande barca senza riserve di galleggiamento e di questo, giustamente, si tiene conto. Ritengo altrettanto corretto tenere conto del fatto che la mia barchina è inaffondabile anche se ha una maggiore probabilità di scuffiare in condizioni critiche.
Giusto ieri mi sono imbattuto in un video sull'affondamento di un 14 metri, tra l'altro in condizioni meteo non certo sfavorevoli. Il video era molto triste, ed il suo armatore, soccorso da un'altra barca, disperato. Non so davvero perché quella bellissima barca sia affondata ma il giusto timore di essere di cattivo gusto mi ha comandato di non postarlo. Credo che questo buon gusto dovrebbero averlo anche gli utenti del Forum che si sono espressi su argomenti che non conoscono, cioè il mio meraviglioso barchino a vela.
Questi sedicenti marinai, a mio parere, sono pericoli pubblici e gli andrebbe chiesto di tacere, gli incoscienti e gli stupidi fanno danni con molto meno di 6 Beaufort e 2 metri d'onda.


VarioCat, la barca a vela variabile

VarioCat, versione catamarano gonfiabile, dal sito VarioCat
VarioCat offre un'interessante combinazione di catamarani che variano secondo gli scafi che si hanno a disposizione o si vogliono avere. In pratica la struttura superiore del catamarano può essere applicata su scafi gonfiabili, SCHLAUCH-CAT, su kayak rigidi, KAJAK -CAT, ed infine su kayak smontabili, FALTBOAT-CAT, i Klepper per intendersi.

VarioCat, versione Klepper, dal sito VarioCat
Tutto ciò per offrire alla propria clientela la possibilità di trasportare il catamarano facilmente con la propria auto ma anche di utilizzare gli scafi pagaiando su di un kayak, si parla quindi di un ibrido estremamente versatile.
Queste sono le caratteristiche tecniche principali del VarioCat versione catamarano gonfiabile:
Lunghezza: 4.55 m
Larghezza: 2.55 m
Altezza totale. 7.20 m
Sup. velica: 8.5 + 2.4 mq
Peso a vuoto: 30 + 7.5 kg
Prezzo medio tra i 5000 e 6000 € secondo cosa si sceglie, come da LISTINO
Per concludere vi propongo un interessante video dimostrativo, indubbiamente sulla solida ed affidabile qualità teutonica



domenica 13 gennaio 2013


sabato 12 gennaio 2013

La "Rotonda sul Mare" è sul lago


Noi privilegiati, quelli d'errezzo, Arezzo per gli ignoranti, sappiamo bene di che si parla, e si parla dei sabati e delle domeniche passate con le fidanzatine nel lungolago di Passignano, mano nella mano, con la macchina del babbo, il gelato, i pensieri, i sogni, l'università ..... il cuore in allarme di "Anna e Marco".
Ma lo sapeva bene anche Franco Migliacci, uno dei più grandi autori della musica italiana, nato a Cortona, e che da Cortona scendeva fino a lì, sulla rotonda sul lago, con la bici.
La notizia ufficiale ce l'ha data qualche anno fa l'Adnkronos: il luogo del tanto celebrato brano "Una rotonda sul mare", cantato da Fred Bongusto, non si trova né a Ostia, né ad Amalfi, ne altrove se non a Passignano sul Trasimeno. "Ho un po' barato" avrebbe detto Migliacci, ma cosa sarebbe successo se si fosse saputo che la rotonda sul mare più celebre del mondo era sul lago? Io non saprei, certo è che la notizia non mi stupisce affatto, solo un luogo così può generare tanta poesia, e non mi riferisco solo a questa bella canzone ma a tutta l'opera di Franco Migliacci, che va dal Blu dipinto di blu di Modugno, Paese mio, Scende la Pioggia, La Bambola e tantissime altre.

Disco vacanze, dal sito AntiquesItaly


venerdì 11 gennaio 2013

Il caso Bas Jan Ader e la fine dell'Ocean Wave

La schermata del sito Bas Jan Ader
Più di una volta ci siamo trovati a narrare le avventure epiche di navigatori che hanno attraversato gli oceani con i loro gusci di noce, a volte è andata bene, altre no, ma in questo caso la scomparsa in mare del protagonista della storia non assume le connotazioni di una tragedia ma di un qualcosa di misterioso, credo l'evoluzione di un destino, non cercato, forse inevitabile, culmine dell'esistenza di questo grandissimo artista troppo poco conosciuto, Bas Jan Ader.
Pensate, sono arrivato a conoscere la vita di questo interessante autore seguendo le tracce della sua barca l'Ocean Wave, un pocket cruiser di nome Guppy 13. Il Guppy 13 è una delle più piccole barche a vela cabinate del mondo e ne sono stati prodotti solo 300 esemplari dalla azienda americana Melen Marine tra il 1974 e il 1975.

Il Vanabbe Museum
Ma torniamo indietro e ricominciamo dall'inizio. Bas Jan Ader, figlio di Johanna Adriana Ader-Appels e del ministro cristiano Bastiaan Jan Ader. Suo padre fu ucciso dai nazisti nel 1944 per aver aiutato degli ebrei. Studente ribelle, frequenta la Rietveld Academy ad Amsterdam seguendo corsi di arte. L'amico Ger van Elk racconta che Ader usava un solo foglio per l'intero semestre, cancellando ogni volta i disegni appena dopo averli eseguiti. All'età di 19 anni parte in autostop verso il Marocco, dove si imbarca come marinaio su una nave diretta in America. La nave naufragò in California, dove Ader si stabilì. Iscrittosi all'Otis College of Art and Design vi si laureò nel 1965. Dopo la laurea insegna arte e filosofia in diverse istituzioni, fra le quali il Mount San Antonio College e la University of California, Irvine. A Los Angeles conosce Mary Sue Andersen, figlia del direttore dell'Otis College. La coppia si sposerà poi a Las Vegas; durante la cerimonia Ader porta un paio di stampelle. 

Fall II, del sito Bas Jan Ader
La più celebre opera di Ader, I'm too sad to tell you, consiste in un breve filmato dell'artista che piange davanti alla macchina da presa. Famosi anche i filmati delle sue cadute: dal tetto della sua casa a Los Angeles (intitolata Fall I), in bicicletta in un canale ad Amsterdam (Fall II), una da un ramo di un albero (Broken fall (organic)) e spinto dal vento (Broken fall (geometric)) La sua opera nel complesso è vicina a quella di altri artisti concettuali degli anni 70, come Chris Burden e Bruce Nauman. (via: Wikipedia).

Bas Jan Ader in partenza con l'Ocean Wave
L'artista olandese lasciò Cape Cod a bordo dell'Ocean Wave il 9 luglio 1975 con l'intento di attraversare l'Atlantico in 60 giorni. Il coraggioso viaggio doveva essere parte di una performance artistica intitolata In Search of the Miraculous. Nove mesi dopo, la barca fu ritrovata semiaffondata a circa 240 chilometri dalle coste irlandesi da un peschereccio spagnolo, il corpo dell'artista non fu mai ritrovato. La barca fu portata a La Coruña, in Spagna, per ulteriori indagini ma, stranamente, poche settimane dopo, la barca è stata rubata e non è mai stata trovata.

La barca di ÖGUT, il Guppy 13 uguale a quello di Bas Jan Ader ,esposto al Vanabbe Museum
L'artista curdo-turco Ahmet ÖGUT, che lavora ad Amsterdam, ha creato un'opera chiamata Guppy 13 vs Ocean Wave, con lo scopo di immedesimarsi nell'esperienza di Bas Jan Ader. Per la prima volta nel 2010 ÖGUT ha invitato il pubblico a sedersi sul Guppy 13 per qualche minuto in modo da sperimentare ciò che Bas Jan Ader deve aver provato in mare. L'unica regola è che i membri del pubblico devono salire sulla barca da soli.
Anche la barca di ÖGUT è scomparsa in modo molto curioso. Infatti il ​​Guppy 13 è stata rubata ad Amsterdam dopo sei settimane la sua prima esposizione, ma è stata ritrovata quattro mesi dopo. Il rapporto della polizia del furto è mostrato nel museo, accanto alla foto, il video e la barca. (Via: GUPPY 13 VS OCEAN WAVE; A BAS JAN ADER EXPERIENCE, 2010 - Ahmet Öğüt).

La riproduzione dell'Ocean Wave, dal sito di Ahmet Ogut
Il video, che è stato creato è un documentario fittizio in cui il Guppy 13 procede all'indietro con una persona diversa ogni volta. La musica è stata composta da Henry Russel, ed è riprodotta al contrario. Tutto ciò faceva parte del ultimo progetto Bas Jan Ader e il video è in realtà un viaggio a ritroso nel tempo.  Altre informazioni e foto le potrete trovare nel sito di Ahmet Öğüt.



Villaggio Darsena Oasi, a Chioggia

La darsena, dal sito Camping Oasi
Nella zona di Chioggia c'è questo attrezzatissimo villaggio turistico, il Camping Oasi, che offre un vantaggio notevole per chi possiede una barca con carrello, la possibilità di ormeggiarla, per il solo periodo delle vacanze, in una darsena privata. Oltre a questo c'è una variegata offerta di possibilità per soggiornare in prossimità di uno dei luoghi più belli del mondo, la Laguna Veneta.
Altre informazioni per navigare in zona le potrete trovare su:
Ed ecco un bel video sulla navigazione a vela in quel di Chioggia con un Limit TCI (Paperoga):


giovedì 10 gennaio 2013

Kit di fissaggio per bike trailer

Kit di fissaggio per bike trolley, dal sito on-avance
Chi di voi avesse provveduto alla realizzazione di un trailer per bici autocostruito, o pensasse di realizzarlo con un cargo dolly, ecco dove potrete acquistare gli accessori più importanti e delicati ai fini della sicurezza, che sono il timone e il gancio. 
Il prezzo degli accessori completi di catarifrangenti, ganascia, timone e bandierina è di 65 €.

Kit di fissaggio per bike trolley, dal sito on-avance


Aspirina to black


Questa è la mia ultima versione di "Aspirina to black", per quando e se la potrò sistemare come vorrei.

L'idea del nero mi è venuta guardando il sito di SAILART. Non male!

Sailart 20 "to black", dal sito SAILART


mercoledì 9 gennaio 2013

Lun, uno scivolo in capo alla Luna


Un "lupo della steppa" come me non può non amare un luogo del genere, lo potete vedere voi stessi. Anzi a questo punto mi sovviene che al più presto vi dovrò parlare di questo capolavoro di Hermann Hesse, a lungo amato e meditato durante i solitari pomeriggi della mia giovinezza, attanagliato da uno stato psichico di angoscia esistenziale che via via col tempo si è trasformato in un sentimento continuo di apprensione, la vela è la mia unica cura, per quanto le pasticche di Aspirina non siano mai abbastanza..
Oltre all'immagine di Google Maps so solo che si trova al vertice dell'isola di Pag, in Croazia, in un piccolo paese di pescatori, poco turistico, insomma l'ideale per me, che gioa non vedere bar, ristoranti, pizzerie e negozietti di cianfrusaglie di ogni genere, incluse le edicole con i coccodrilli gonfiabili esposti che presagiscono l'orribile sdruscio serale con i gelati in mano, ciabatte e calzoncini corti.
Altre informazioni le potrete trovare su:
Poco altro si trova su Lun ed il porticciolo di Tovarnele. C'è un video, tanto per capire di che zone si parla, sassi, mare e ulivi.




Wiking Cat 380, affidabile, comodo e sicuro

Cat 380, dal sito Wiking
Non a tutti quelli che amano andare in barca a vela piace il brivido dello sbandamento e l'adrenalina della falchetta in acqua. Mia moglie, per esempio, mai e poi mai la vedrò a mollo a "risolvere" una scuffia anche se le piace molto veleggiare con me, e la capisco. La meraviglia di farsi trasportare dal vento e la libertà che  infondono nei cuori tormentati di questa civiltà chiassosa e disordinata non comporta necessariamente di dover essere anche degli sportivi assetati di velocità ed emozioni forti ma solo il desiderio di ricevere tenui e semplici sensazioni di piacere provocato dallo scorrere silenzioso della barca sull'acqua. 
Questo catamarano a vela, molto simile al "Tigrotto di Mompracem" di cui abbiamo già parlato ma più facilmente reperibile nel mercato europeo, è l'ideale per tutti coloro a cui piace andare in barca a vela senza nessun tipo di preoccupazione, inclusi i costi di mantenimento e l'affidabilità del prodotto. 
Personalmente mi piace molto la filosofia del catamarano anche se lo vedo poco pratico per la famiglia, in questo caso invece la possibilità di avere le sedute laterali trasforma lo sportivissimo cat in un mezzo ideale per tutti. Certo, stiamo parlando di un ibrido e come tale un compromesso ma oramai ben sappiamo che non c'è barca che non ne sia frutto. 
Avrete capito che il Wiking Cat 380 non mi dispiace affatto, inclusa la possibilità di trasportarlo nel portabagagli dell'auto, di poterlo montare la mattina sulla spiaggia per smontarlo la sera, prima di tornarsene a casa, ed infine la possibilità di applicarci un  motore all'occorrenza. 
Motore, l'apriti cielo e spalancati terra dei velisti puri ma credo di aver navigato abbastanza per sapere che in determinate condizioni di navigazione può diventare indispensabile. In questo caso il compromesso ideale può essere un motore elettrico tipo il Torqeedo, specialmente se si privilegiano i laghi al mare o se ci accontentiamo di stare molto sotto costa.

Cat 380 attrezzato per il campeggio nautico, dal Forum Wiking
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali che potrete trovare assieme al LISTINO.
Lunghezza: 3.80 m
Larghezza: 1.70 m
Lunghezza utile: 2.60 m
Sup. velica: 9.3 mq
Peso a vuoto senza accessori: 54 kg
Carico utile: 624 kg (6 adulti)
Dimensioni borse: 90x70x30 cm + 82x65x26 cm
Categoria di navigazione: C
CV motore max: 10 CV (7.5 kW)
Prezzo: da 4400 €, incluso il kit velico
Per concludere, grandi capacità, grande sicurezza, grande versatilità in cambio di piccole preoccupazioni e costi. Sicuramente da valutare.
Vi propongo un video breve ma più che significativo, sono certo che questa sarebbe l'unica piccola barca con cui potrei far veleggiare tranquilla mia moglie nell'alto Garda.



martedì 8 gennaio 2013

Cardano, un supporto professionale per le riprese in barca

Cardano, dal sito rr-yachting
Solo qualche giorno fa avevamo parlato di GoPro Hero3 su Annina e mi chiedevo come si potessero realizzare delle riprese senza dover scomodare nessuno a bordo o, ancora peggio, se in solitaria o con vento e onde impegnative. La soluzione l'ho trovata su rr-yachting dove viene proposto il brevetto di questo sistema basato sul "giunto cardanico". Il prezzo del supporto completo è abbastanza impegnativo, circa 700 €, ma credo che per chi voglia realizzare riprese a livello professionale questo sia uno strumento indispensabile.
Per gli interessati c'è anche un bel video dimostrativo.



Via: Yacht.de


Piste ciclabili, nuovo anno, nuove mappe

La schermata del sito PISTECICLABILI
Graditissima comunicazione, quella di stamani, dal sito PISTECICLABILI, è stata creata una nuova interfaccia pratica, utile e semplicissima da utilizzare, un regalo speciale di inizio anno per gli amanti delle due ruote. Tenete presente che il sito Piste Ciclabili ha mappato oltre 64.000 km di itinerari che includono profili altimertrici, geolocalizzazioni e molto altro.
Come potrete provare voi stessi basta posizionarsi sulla zona di interesse ed individuare la pista ciclabile presente, che può essere "verde" (ciclabile, pedonabile, sentiero) o "rossa" (ciclostrada, strada).

La schermata del sito PISTECICLABILI
Non ho potuto fare a meno di verificare uno dei miei luoghi preferiti, l'Argentario; digitando sulla ciclabile di interesse appaiono il profilo altimetrico e le informazioni fondamentali, cliccando sulla freccia a destra del profilo si accede alla scheda di dettaglio. A questo punto non ci sono più giustificazioni, bisogna partire, pedalare e veleggiare!

Il logo dei "sailonbikers"


SAGE 17, dagli States un ritorno al classico

Sage 17, dal sito Sagemarine
Più che meritato il prestigioso riconoscimento di "miglior barca dell'anno 2013", nella sua categoria, che la rivista Sail Magazine ha offerto al SAGE 17, il pocket cruiser di Jerry Montgomery, ridisegnato nel 2009 sulla base dei ben noti cavalli di battaglia, il Montgomery 15 ed il Montgomery 17.

Sage 17, dal sito Sail Magazine
Linea classica, dimensioni contenute, facilità di trasporto e gestione, prezzo abbordabile, finiture di pregio, stabilità e sicurezza, queste sono le qualità che hanno fatto di questa piccola barca a vela una punta di diamante della produzione nautica d'oltreoceano. Dovremo anche noi italiani cominciare ad imparare qualcosa su questo argomento dagli americani.

Sage 17 sul suo carrello, dal sito Sagemarine
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza FT: 4.9 m
Baglio massimo: 2.1 m
Pescaggio: 0.57 - 1.09 m
Sup. velica: 14.1 mq
Peso a vuoto: 590 kg
Prezzo: 22000 $ (incluso il carrello)
Fantastica!



Trailer and cargo dolly

Trailer and cargo dolly, foto tratta da Gizmag
Interessante questo trailer per bici che si trasforma in cargo dolly soprattutto perché, secondo me, ci si possono trasportare gran parte dei catamarani, gonfiabili a vela e/o sailyak di cui abbiamo parlato a lungo. Notevole il vantaggio che, una volta staccato dalla bici, il trailer può essere comodamente gestito in spiaggia o su di uno scivolo come cargo dolly.

Trailer and cargo dolly, foto tratta da Gizmag
Si chiama Convert e può essere acquistato solo tramite prenotazione su Ideaocius al prezzo di 590$ ma se avete fretta credo che possiate costruirvelo adattando allo scopo un normalissimo cargo dolly utilizzato nel supermercato dove normalmente fate la spesa. Se ne trovano a buon prezzo di ogni tipo, le uniche modifiche da fare sono il collegamento alla bici e la sostituzione delle ruote.

Cargo Dolly pieghevole, dal sito Matteoda

Via: Gizmag


lunedì 7 gennaio 2013

Ernesto Riva - Dinghy 12'


A tutti coloro che si accingono a comprare una barca a vela mi sento umilmente di consigliare che se un cabinato, seppur piccolo, offre tante soddisfazioni ma anche qualche pensiero, un dinghy 12' come quello di Ernesto Riva credo che possa regalare solo gioie.


domenica 6 gennaio 2013

Un gradito regalo dal Cutty Sark di Londra da parte della Rachele


La Rachele è stata brava all'Università quindi si è potuta regalare una gita a Londra. Ovviamente non poteva fare a meno di visitare il National Maritime Museum che si trova all'interno di un antico veliero mercantile inglese, il Cutty Sark.
Un saluto dal Tamigi
Mi ha portato due graditissimi regali, una bussola sempre utile in barca,

Dal sito del National Maritime Museum
e la riproduzione di un'antica carta nautica sulle invasioni dell'Inghilterra e dell'Irlanda, nonché delle Guerre Civili e di Conquista risalente al 1600 circa.
"Una mappa dettagliata altamente decorativa e superbamente incisa da Cornelio Danckertsz, che l'ha stampata dall'originale di Speed ​​pubblicata tra 1601-1603. La mappa mostra le varie invasioni e battaglie interne fin dall'invasione normanna del 1066 fino a quella del 1588. Le battaglie terrestri sono caratterizzate da opposte falangi di soldati e i luoghi delle invasioni dal mare dalle flotte" (Tradotto da me medesimo dal sito Garwood-Voight).

Riproduzione di questa mappa, dal sito Garwood-Voigt
A questo punto non ci rimane che imparare dal passato e studiare il modo di invadere l'Inghilterra con Aspirina senza schiantarsi nelle bianche scogliere di Dover.


sabato 5 gennaio 2013

GoCat, il tigrotto di Mompracem

Dal sito GoCat - ADR Inflatables
Nel ciclo malese di Emilio Salgari, l'isola di Mompracem è il covo dell'imprendibile Tigre della Malesia, Sandokan, e dei suoi fedeli uomini, i Tigrotti di Mompracem, (via: Wikipedia). E viene proprio dalla Malesia questo carinissimo catamarano a vela, e a motore, che si rifà allo stile dei ben più famosi "tigrotti".

Le tigri di Mompracem, dal sito MilanoX
Oramai mi conoscete, a me queste cose mi fanno impazzire, troppo ganzo il GoCat! Leggero, sicuramente meno di 50 kg incluso il kit velico, comodo perché ci sono le sedute, catamarano a vela con la possibilità di motorizzarlo, divertente e sicuro nei fiumi, nei laghi e al mare quindi ci si può fare rafting, vela e motore, ovunque ci sia acqua. Poi l'aspetto da tigrotto è troppo bello ed originale! Anche il prezzo, che parte da 2300 $,  è molto interessante.

Mitico Sandokan, dal sito Sassiperpollicino
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:

Dal sito GoCat - ADR Inflatables
Che altro dire, lo vogliooooo, anzi me lo vado a prendere nelle meravigliose acque della Malesia.

Dal sito GoCat - ADR Inflatables


venerdì 4 gennaio 2013

Sailing from Nordkapp to Stockholm on 3.9 inflatable catamaran, Project Scandinavia 2012




Fantastica questa avventura segnalatami dagli amici di 312.thea, apprezzando anche loro la mia stessa passione per queste piccole meraviglie che sono i catamarani gonfiabili. In questo caso, come potrete osservare nel video, si tratta di un Ducky 13. Guardate il video fino in fondo perché Igor Stropnik stupirà tutti con una simpaticissima "performance". Bravo Igor, sei un mito! Questo è il suo blog, Project Skandinavija, da dove potrete seguire in diretta questa eccezionale navigazione tra terra, mare e cielo.

Dal sito Project Skandinavija
"Lo scopo del progetto è la navigazione a vela in solitario su di un catamarano gonfiabile di 3.9 metri partendo dal punto più settentrionale d'Europa, Nordkapp in Norvegia, fino a Stoccolma in Svezia. Il percorso ha previsto una navigazione da Nordkapp fino alle Lofoten Islands, seguite da 30 km di trasferimento del catamarano fino al Lago Torneträsk, che si trova ad una altitudine di 341 m sul livello del mare. Da qui Igor ha seguito la sua discesa lungo il flusso del fiume Torne, 510 km di lunghezza. Il Torne River ha impegnati Igor ed il suo catamarano con rapide molto difficili, fino all'arrivo a Botniški Bay, da dove seguirà la partenza per Stoccolma." (Liberamente tradotto ed interpretato da me medesimo, dal sito Project Skandinavija).

Igor sul suo Ducky 13, dal sito Project Skandinavija



Gopro Hero3 su Annina

GoPro Hero3, dal sito Fotografidigitali
Segnalo il bell'articoletto di Fiorenzo nel blog degli amici dell'Explorer 20, GoPro Hero3. ed è davvero  interessante il video dimostrativo realizzato su Annina. Visto che la videocamera gliel'ha regalata Babbo Natale lui non poteva conoscerne il prezzo che invece vi comunico io, da 250 a 450 € secondo le opzioni. Complimenti, le riprese sembrano effettuate con un'attrezzatura professionale.


giovedì 3 gennaio 2013

VIVA Yacht, fornisce anche solo lo scafo

Viva 600, dal sito Viva-Yacht
La possibilità di acquistare il solo scafo per poter completare la barca da soli ha sempre affascinato ogni velista, compreso me, se non altro per il fatto di scegliere le attrezzature di coperta più congeniali ai propri gusti, possibilità e preparazione. Questa opportunità ci viene offerta da Viva-Yacht, nel loro sito potrete leggere in cosa consiste. Non conosco i prezzi ma, a mio parere, le barche più interessanti per me sono la VIVA 600 e la VIVA 700, cavalli di battaglia di diversi cantieri che le commercializzano con nomi diversi. Da questo momento ciascuno di voi, lettori, potreste seriamente pensare di aprire un bel cantiere nautico, chissà!
Queste sono le caratteristiche tecniche principali  del VIVA 600:
Lunghezza: 6.15 m
Larghezza: 2.49 m
Pescaggio: 0.27 - 1.22 m
Peso a vuoto: 970 kg
Peso deriva: 70 kg
Peso zavorra: 200 kg
Sup. velica: 18.5 mq
Altrimenti chiamata Janmor 20 da un altro cantiere che ne dovrebbe aver armato lo scafo, su questo video possiamo vedere che, se ben organizzati, si può far passare una barca a vela sotto un ponte senza nessuna fatica.




domenica 30 dicembre 2012


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