martedì 26 gennaio 2016


lunedì 25 gennaio 2016


sabato 23 gennaio 2016


lunedì 18 gennaio 2016

Traditionssegler Törn, Motorboot Charter, Kajak, Tauchsport, Katamaran.



Finalmente un video ben fatto girato al Salone di Dusseldorf - Boot 2015 dell'anno scorso nel quale si possono osservare tante piccole barche. Mi sono permesso di carpire qualche immagine tra le più significative. Grazie Doris.

Il kayak smontabile e vela della Klepper
Non so come funziona ma questo tipo di armo velico della Klepper sembra geniale anche a me
Il mitico catamarano a vela di Andreas Gabrie, in giro per l'Europa senza soldi. Ne riparleremo
Finalmente la famosissima deriva smontabile della Klepper d'epoca perfettamente restaurata
Nel video si vedono diverse barche classiche e tradizionali come questa
Lo stand dell'RS Sailing, bellissime derive su varie tonalità di grigio


domenica 17 gennaio 2016

If IKEA built boats

Lo schema di montaggio della mia Walker Bay 10' Breeze, come se fosse un mobilino IKEA
Qualche anno fa mi ero fortemente indispettito del "pesce d'aprile" che mi aveva fatto la rivista yacht.de con "Nasce l'IKEA Dinghy", e mi ero risentito a tal punto che, una volta scoperto l'inganno, avevo mostrato tutto il mio disappunto in un post successivo "La vera storia dell'IKEA Dinghy". Effettivamente non ho mai accettato quel pesce d'aprile, pesce d'aprile che invece ho accettato di buon grado quando mi fecero intendere che stavano guardando il mio blog niente popò di meno che dalla Stazione Spaziale Internazionale. Google Analytics in quell'occasione fu davvero grande!
Oggi ho avuto il mio riscatto nei confronti della rivista yacht.de perché ho trovato un interessante articoletto sulla rivista americana Boating Magazine in cui le barche Walker Bay vengono definite esattamente come delle IKEA Dinghy, tanto più che poi la Walker Bay me la sono comprata.

La mia Walker Bay 10' Breeze subito dopo il suo primo montaggio
Se all'IKEA costruissero barche
L'approccio alla nautica di Walker Bay è del tutto originale e non si limita allo scafo. L'intero processo, dallo stampaggio fino alla spedizione ai concessionari e ai distributori, reca il marchio unico della compagnia. In sostanza, Walker Bay ha immaginato se stessa come l'IKEA della nautica, sì, l'azienda che produce mobili assemblabili fai-da-te. Lo si può vedere nell'efficienza dell'approccio basato sul pallet della società di trasporto. 
Barche che rimandano alle linee classiche di barche costruite in fasciame con il metodo "clinker", le Walker Bay non sembrano solo buone, sono anche progettate per contenersi alla Dixie Cups, in modo da facilitarne la spedizione. Componenti, come i sedili, i remi e l'armo velico, sono contenuti in comodi pacchetti in modo efficiente. 
Le parti più piccole sono bloccate  su basi di cartone e film trasparente in modo da consentire a chiunque di visionarne il contenuto prima della spedizione e dell'assemblaggio, nulla deve mancare, nenanche un bullone, mancanza che, seppur piccola, aggraverebbe i costi di spedizione. 
Tutte le parti della barca completa sono confezionati in "box" singoli per tipologia e dimensioni che vengono ordinatamente impilati nel kit di spedizione. 
Una volta che il proprietario della barca riceve il suo kit, il montaggio è semplice e sorprendentemente rapido poiché Walker Bay include nella consegna anche il cacciavite per serrare i dadi necessari a collegare le varie parti nelle loro sedi. 
E come accade per i mobili dell'IKEA, le barche in plastica della Walker Bay sono accessibili, durevoli e di facile manutenzione. 
Esse hanno anche un nutrito numero di componenti aggiuntivi come tubi gonfiabili, accessori per caccia e pesca, coperture, e armo velico, come nella tradizione IKEA in cui ogni accessorio può essere aggiunto al pacchetto base. 
Lo stesso marchio Walker Bay indica l'approccio, due componenti che formano un sistema. (maldestramente tradotto ed interpretato da me medismo dalla rivista Boating Magazine del luglio 2004).

Ma tutte queste considerazioni a parte, dopo undici anni di ormeggi in porti e marina al lago e al mare e dopo una vita in cui con mio padre ci siamo sempre ingegnati su come e dove tenere motoscafi e gommoni senza doversi svenare, ho potuto sperimentare la vera "tranquillità" e come si vive la nautica a costo zero.

MAE prima di andare a dormire in garage


sabato 16 gennaio 2016

2016 Beneteau First 22 - Walkaround - 2015 Annapolis Sail Boat Show



Prima di leggere il trafiletto dedicato a questo nuovo Beneteau FIRST 22, su Beneteau America, ho pensato che mi sembrava un ritorno alle linee "pure" del passato e così infatti vi è scritto:

Beneteau torna alle origini con il First 22. Questo "trainer / daysailer" è stato progettato specificamente per i principianti. Il suo piano velico è semplice e studiato per facilitare la navigazione con qualsiasi brezza. Lo scafo e un'ampia cabina rendono la navigazione comoda e sicura per la famiglia, gli amici e gli allievi. E' agile, sicuro, facile da utilizzare e - cosa più importante - DIVERTENTE! 
Tra le sue caratteristiche c'è un grande pozzetto per dare agli allievi e ai docenti più spazio, un piano velico progettato specificamente per la formazione, inoltre conta diverse innovazioni ergonomiche e di sicurezza per garantire che ogni uscita sia comoda e sicura. 
Il team di ricerca e sviluppo Beneteau ha sfruttao i consigli degli istruttori ASA, delle scuole, e dei velisti per affinare e adattare il design del suo predecessore First 20. (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo).

FIRST 22, dal sito Beneteau America

venerdì 15 gennaio 2016

Lost in the swell, vino, bici e surf a Bordeaux...



Una nuova avventura di Ewen e Aurel che si stanno preparando per un tour più lungo da effettuare nel 2016 con bici da spiaggia e rimorchio, un po' come il mio sailonbike. 
Se guardate il filmato noterete che trasportano un peso di ben 70 kg!


Ma non solo, il percorso prevede lunghi tratti sabbiosi, non per niente le bici sono le cosiddette "fat-bikes".


E io che avevo pensato che per trasportare la mia Walker Bay 10' su strada asfaltata occorresse necessariamente una "pedalata assistita", da vecchietto.


In compenso però, a due passi da casa, io ho il vitigno di Villa Cilnia che invece del Bordeaux produce il Chianti dei Colli Aretini, vogliamo mettere!



mercoledì 13 gennaio 2016

martedì 12 gennaio 2016

TEARDROP, la roulotte in kit per carrello da barca

Dal sito CLCBoats
E' semplicemente straordinaria, su: CLCBoats

Il "teardrop" è un piccolo camper. Il nome deriva dalla sua forma aerodinamica simile ad una goccia, e il disegno risale almeno agli anni '30. Così come le auto diventano sempre più piccole, lo spazio di stoccaggio costoso, e il tempo per utilizzarla più prezioso, questa soluzione combina l'efficienza con lo svago senza pensieri.
Come potrete osservare sul suo sito la cabina è asportabile ed il carrello può essere riutilizzato per portare la barca.
Dal sito CLCBoats
Il kit completo uscirà quest'anno e il suo prezzo, comprensivo dei materiali, si dovrebbe aggirare intorno ai 1500 $.


Come asserito dai nuovi fornitori di questo interessantissimo kit l'invenzione non è nuova e nel tempo ci sono state diverse altre tipologie di produzione. Anche se solo in visualizzazione in anteprima se ne parla dettagliatamente su TERADROP and Tiny Trailers, la versione stampata di questo libro si trova presso HOEPLI al prezzo di 17.83 € scontato.

Immagine tratta da Teardrop and Tiny Trailers



lunedì 11 gennaio 2016

London Boat Show 2016 e la nostalgia dei mitici anni sessanta

60's Revival al London Boat Show 2016, su Practical Boat Owner

Nella rivista Practical Boat Owner e nel sito ufficiale del London Boat Show si parla di questa lodevole iniziativa sulla quale mi voglio soffermare brevemente e con piacere:

Gli anni '60 furono un periodo di grande cambiamento, una vera epoca di avventura, pionieri e innovazione. Ha visto imporsi la controcultura, i Beatles, i Monkees e il primo uomo a camminare sulla luna. Ma soprattutto ha visto l'arrivo del Dinghy Mirror e Sir Francis Chichester diventare il primo navigatore in solitario intorno al mondo con un solo scalo. (maldestramente tradotto ed interpretato da London Boat Show)

Io mi interrogo ogni giorno sempre di più se la vela di oggi non sia altro che una grande ostentazione di se stessi e del denaro, in ogni situazione, dall'ormai ricchissimo imprenditore che acquista una barca fino ai trofei e le solite corse intorno al mondo che, sinceramente, annoiano sempre di più, per non dire che infastidiscono. E non  i si venga a dire che non è vero che chi ha una grande barca oggi non è necessariamente ricco perché o è così o è semplicemente uno stupido.
Non c'è più niente nelle immagini odierne della classe del Dinghy Mirror e della Jaguar E-Type, se si vogliono allargare gli orizzonti. Da accapponare la pelle l'esordio "in società" della World Sailing con il pasticcio della Malesia che non  mi voglio abbassare a commentare.
Certamente auspicare un ritorno al passato è impossibile, se non ridicolo, ma io chiederei solamente un po' di "democrazia", di spalmare gli interessi in ogni direzione, che non siano solo i capelli al vento e gli occhialetti dei regatanti e i mega bussoloni dei ricchi imprenditori.
In questi ultimi vent'anni di democratici dell'ultim'ora e di berlusconiani della prima la classe media è stata spazzata via, nessuno di noi ha più intenzione di indebitarsi per una barca o per una bella auto per il gusto di averla, acquistiamo solo ciò che si può perché non vediamo nulla oltre il nostro naso.
Le speranze le osserviamo tutti i giorni nelle tabaccherie e  nei "gratta e vinci" o negli speculatori della "borsa e delle obbligazioni" che poi, guarda caso, si sentono truffati se viene messa una tassa, poi tolta dagli amici, o se arriva il giorno in cui devono pagare il conto.
Mi si faccia il piacere, e poi da ora i poi i miei eroi saranno giusto quelli che andranno su Marte, avessi età, cervello e fisico non ci penserei due volte.


domenica 10 gennaio 2016


25° Anniversario della Classe Diecipiedi, con tante iniziative e novità

Classe Diecipiedi, 25° Anniversario
Quest'anno la Classe Diecipiedi compie ben 25 anni. Fondata nel 1991 all'insegna dell'inventiva e della creatività per merito di un gruppo di appassionati che sono riusciti a finalizzare il grande entusiasmo per l'autocostruzione nautica, creando così l'opportunita' di provare le proprie realizzazioni e confrontarsi sui campi di regata, praticando quel meraviglioso sport che e' la vela.

Dal sito Classe Diecipiedi
Le iniziative in campo sono molte, dalle regate ai raduni, la partecipazione alla Velalonga, ma ora anche l'organizzazione di un corso costruzione nautica in una "falegnameria sociale".
Un'altra iniziativa di particolare pregio e che mi onoro di comunicare a tutti i miei lettori è la possibilità di avere a disposizione barche ad uso gratuito per provare l'ebrezza del 10ft!! (vedi sito classe) ai raduni e d eventi in programma dalla primavera.
Ulteriori informazioni, novità e aggiornamenti tecnici li poterte trovare nel loro FORUM al quale mi sono iscritto anch'io.
Partecipate ed aderite numerosi!



sabato 9 gennaio 2016

venerdì 8 gennaio 2016


giovedì 7 gennaio 2016

Antiche barche e battelli del Po

Dal sito barchepo
Atlante Illustrato delle Imbarcazioni Tradizionali dei Fiumi e dei Canali della Pianura Padana, di Loreno Confortini e Marco Bonino. Edizioni Grandi Carte.

Con oltre 60 modelli di imbarcazioni e più di 100 illustrazioni a colori e in bianco e nero, questa edizione propone una breve storia della navigazione fluviale tra il XVIII e il XX secolo, spiegata attraverso una originale ed inedita raccolta di barche e battelli, mulini natanti e traghetti che navigavano sul Po da Torino al Delta, inclusi i Navigli di Milano, i Canali della pianura emiliana e il Navile di Bologna, il bacino del fiume Adige e le Valli di Comacchio.

Penso che li valga tutti i suoi 29.90 € di prezzo.

Dal sito barchepo

Via: Associazione ARBIT


Etruscan Tour, tra la terra, l'acqua e il cielo degli etruschi



Etruscan Tour è un viaggio della memoria, nei luoghi a noi più vicini, accessibili e culturalmente più presenti nella nostra storia, anche familiare, che si svolge in auto e barca tra arte, architettura, storia e archeologia ma anche natura, svago e benessere tra la terra, l'acqua e il cielo dell'Etruria. 
Etruscan Tour è un percorso che, partendo da Arezzo, la città della Regina, ha già cominciato a svilupparsi verso la Maremma meridionale e la Tuscia ma che risalirà lungo la Costa Etrusca per poi dirigersi di nuovo verso il Mare Adriatico toccando tutte le città della "dodecapoli", ma non solo.
Inizialmente avevo pensato di effettuarlo solo parzialmente in bicicletta ma è andata via via maturando l'idea di ampliarlo utilizzando l'auto con la nostra barchetta appresso, mezzi ben più accessibili alle nostre possibilità.
Etruscan Tour non sarà un resoconto di mirabolanti avventure ma tutt'altro, solamente la storia di un viaggio in completo relax accompagnati dalla grande passione per la vela nei meravigliosi laghi del centro, Bracciano, Vico, Bolsena, Trasimeno e poi il mare dell'Argentario, dei Golfi di Follonica e di Baratti fino a raggiungere Ravenna e la Marina di Romea.
La mappa verrà progressivamente aggiornata e il viaggio non avrà tempistiche e modalità ben definite, si farà come, quando e se si potrà, in un mese, in un anno o in dieci non avrà importanza, vorrà dire che saremo sempre e ancora giovani e desiderosi di conoscere i luoghi e la cultura della nostra terra.
Gli etruschi d'altro canto, come noi, erano Thalassokràtores.

La nostra barchetta ormeggiata davanti al Sovana Resort

martedì 5 gennaio 2016


domenica 3 gennaio 2016

venerdì 1 gennaio 2016


giovedì 31 dicembre 2015

2015 in cifre e Buon 2016 a tutti

Immagine tratta da Google Analytics
Il cambio del nome del blog e un minor impegno da parte mia ha portato ad una discreta riduzione delle viste, pur sempre importanti per essere uno spazio personale e gratuito:

Pagine visualizzate: 153896
Sessioni: 34036
Utenti: 20652
Nazioni: 111  (80% Italia; 5% Francia; 2% USA. Germania, Svizzera, UK; 1% Spagna)

Grazie e Buon 2016 a tutti! Il mondo non basta ....

Immagine tratta da Google Analytics


mercoledì 30 dicembre 2015

Barchette di carta: Lelievlet la barca degli scout nautici olandesi e irlandesi


Il Lelievlet è una barca in acciaio a propulsione a vela e a remi, la più comunemente utilizzata dagli Scout Olandesi ma anche dal NWAC a Killaloe, in Irlanda.
Il suo design si basa sulla beenhakkervlet e il suo nome deriva dal logo internazionale degli scout, il giglio.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.60 m
Larghezza: 1,80 m
Peso: 650 kg
Sup. velica: 12.15 mq

La barchetta di carta è scaricabile gratuitamente dal sito di ELFRINK-BOUWPLATEN.

La barchetta di carta Lelievlet, scaricabile dal sito di Elfrink Bouwpalten

Via: Papermau


lunedì 28 dicembre 2015

Redningsselskapet, il salvataggio in mare si insegna fin da piccoli

Walker Bay 10', barche scuola nella "sommerskole" di Svolvaer tra i fiordi norvegesi
Redningsselskapet è un'associazione umanitaria norvegese ad adesione volontaria. Il suo scopo ha quattro priorità principali: salvare vite umane, recuperare persone ma anche cose, proteggere l'ambiente costiero e divulgare una cultura adeguata riguardo a questo problema ed infine prevenire gli infortuni per migliorare la sicurezza dei naviganti.
Attualmente questa associazione è fortemente impegnata nel progetto "Nessuno dovrebbe annegare nel Mediterraneo" volta a dare supporto alle squadre norvegesi di soccorso dei migranti Frontex "Poseidon" di stanza in Grecia in termini sia economici che di assistenza tramite volontari adeguatamente formati.
Tra le attività di questa associazione, di cui auspico la creazione anche qui da noi che, professionisti a parte, di naviganti abbiamo solo il nome e la grande spocchia, c'è quella di educare i bambini alle attività di navigazione e salvataggio in mare in cosiddette "sommerskole" distribuite lungo le meravigliose coste della Norvegia



sabato 26 dicembre 2015


venerdì 25 dicembre 2015


mercoledì 23 dicembre 2015


A cabin for your boat

A cabin for your boat - Popular Mechanics, giugno 1950
Di seguito maldestramente traduco ed interpreto parte di un interessante articoletto intitolato "Una cabina per la tua barca", da Popular Mechanics del giugno 1950.

Ogni armatore di una piccola barca che ha sentito la sferza pungente della pioggia mentre era in navigazione ha desiderato possedere una cabina accogliente. 
John Gartner di Long Beach, in California., ha deciso di realizzare una vera e propria cabina contro le intemperie che non sia il solito tendalino. 
Grazie alla semplicità costruttiva, qualsiasi altro armatore può adattare quest'idea alla sua barca.
La cabina, in multistrato, può essere smontata, pesa meno di 50 chili e richiede meno di cinque minuti di tempo e un paio di bulloni per essere assemblata. 


Le parti della cabina smontata, da Popular Mechanics
L'unico elemento essenziale sulla barca è una sorta di mastra su cui può essere montata la cabina. 
I lati e il tetto della cabina sono in compensato impermeabile di 1/8 di pollice e rinforzati con strisce di 3/4 di pollice quadrati di abete o rovere e alcuni pezzi di compensato di 1/4 di pollice. 

Le fasi di montaggio della cabina, da Popular Mechanics
Il resto dell'articolo tratta delle fasi di assemblaggio che iniziano con il fissaggio delle pareti laterali e poi del tetto, fasi che sono sufficientemente chiare guardando le figure. Gli oblò sono realizzati in plexiglass successivamente avvitati alle paratie.
Non proprio il massimo della bellezza ma interessante il concetto di cui avevamo trattato nel post, Nauticab, la cabina ripiegabile per ogni tipo di barca.


giovedì 17 dicembre 2015

Come costruire un "weekender", parte 1

"weekender", dal sito Stevenson Projects
Roman Shklovskiy ha realizzato un interessante video sulla auto costruzione di un "weekender" di Stevenson Projects.
Il "weekender" è un bel cabinatino carrellabile di piccole dimensioni e facilmente trasportabile con un carrello, queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza FT: 5,97 m
Lunghezza scafo: 4,87 m
Larghezza: 1,82 m
Pescaggio: 0,3 - 0,9 m
Peso a vuoto: 250 kg
Sup. velica: 11 mq
Perone trasportabili: 4
Costo del progetto: dai 100 ai 200 $ circa

Fasi cistruttive del "weekender", dal sito Stevenson Projects
E questo è il video di Roman Shklovskiy, parte 1:



martedì 15 dicembre 2015

La Vela Democratica, una passione libera

Immagine tratta dal sito "una vela per l'infanzia"
E' solo di qualche giorno fa la notizia pubblicata su yacht.de che l'ISAF, la Federazione Mondiale della Vela, avrà un nuovo nome, World Sailing, e un nuovo motto, Uno Sport per la Vita.
Se questo cambiamento comprenderà davvero i quattro obiettivi principali che avrà l'associazione non lo so, ovvero "maggiore trasparenza, una migliore comunicazione, una leadership più forte e una maggiore responsabilità", ma quello che mi auguro io è una maggiore attenzione nei confronti dei più piccoli e, in senso stretto, anche alla vela cosiddetta "democratica".
Già in un mio precedente post, "la vela è la nostra libertà", avevo indicato quanto questo sport sia inclusivo tanto che effettivamente il nuovo motto ne riassume tutte le prerogative.
Nei giorni scorsi ho ritrovato un vecchio scritto che non avevo mai pubblicato e che credo, in questa occasione, possa essere utile a far riflettere e ad indirizzare verso un reale cambiamento:

Non so esattamente quando si sia cominciato a “democratizzare” la vela, forse ufficialmente fin dai tempi di Rob Roy e di Baden Powell con le loro canoe modificate, poi successivamente sviluppate con i Glenans, gli architetti navali francesi, quei “gusci di noce” cabinati e carrellabili, per passare attraverso il “socialismo reale” con le pieghevoli e i catamarani gonfiabili, uniche imbarcazioni che potevano essere possedute privatamente dai cittadini sovietici, fino ai giorni nostri con una completa e variegata offerta di piccoli grandi velieri facilmente trasportabili con carrelli, borse o portapacchi. Tutto ciò è accaduto per la vela perché per quanto riguarda la nautica a motore pochi sono i dubbi nell'asserire che questa si è democratizzata definitivamente e stabilmente con la diffusione del gommone, fin dagli anni cinquanta qualsiasi famiglia in ogni parte del mondo ha avuto la possibilità di praticare una nautica a basso costo gonfiando e sgonfiando il proprio canotto all'occorrenza e con questo godere degli stessi identici privilegi dei ricchi, una bellissima baia vista a cinquecento metri dalla riva era la stessa sia per la famigliola che possedeva un piccolo gommone che per il ricco proprietario di un grande yacht. Quante volte con i miei, da bambino, mi sono sentito immensamente felice nel godere lo spettacolo della natura e del mare seduto su dei tubolari gonfiabili, per nulla intimorito e sottomesso da chi aveva una barca più grande della nostra poiché l'avevamo sempre considerata come una “scelta” e non uno “status symbol”, opzione quest'ultima peraltro faticosa in quanto sapevamo bene come fosse impegnativa la vita a bordo, in quel mare solcato per secoli dai nostri antenati. Tutto il resto e quanto ci hanno inculcato negli ultimi devastanti decenni di consumismo sconsiderato sono altre faccende che non rientrano nella sfera della navigazione e del suo approccio con l'acqua e la natura ma nella sfera dell'uomo e della sua psicologia, argomento che in questa sede non ci interessa, né siamo all'altezza di trattare. In questo piccolo blog che gestisco non c'è nulla di originale, vengono semplicemente riproposte soluzioni ed esperienze vissute da altri, spesso a titolo di esempio, affinché la pratica della vela possa essere avvicinata da un maggior numero possibile di persone e famiglie, a basso costo, con pochi soldi e con un impatto sull'ambiente ridotto al minimo. Personalmente credo che nella vita non sia importante pensare a cosa “possedere” ma è assolutamente necessario sapere cosa fare, che sia negli impegni di tutti i giorni che nel tempo libero. Purtroppo quest'ultima è una considerazione tanto ovvia quanto inascoltata. 
L''assenza del verbo essere non è casuale poiché “La Vela Democratica” va considerata in “stricto sensu”, cioè una tipologia di vela, quella libera; in termini più generali la vela al giorno d'oggi non è di per sé stessa democratica poiché soggetta alle restrizioni imposte dai marina e dai circoli velici che la rendono dipendente dal tempo, dalla partecipazione, dal denaro e/ o dalla proprietà, quindi non più libera. Se si può azzardare un paragone è la stessa differenza che corre tra il volo che si pratica negli aeroclub e negli aeroporti, assolutamente dipendente dalle dimensioni del proprio conto in banca, e il “volo libero” e leggero, praticato con deltaplani, paracaduti e ultraleggeri, però nei prati anziché nelle spiagge.

Nel nuovo logo della World Sailing la barca a vela assume, certo casualmente, l'immagine di una "D", che la vela diventi finalmente "democratica"?

Il nuovo logo dell'Federazione Mondiale della Vela


Barchette di carta: il Botter olandese

Botter olandese, dal sito Softart Design
Il botter, il nome deriva forse da boat, un pesce locale, è il modello più diffuso (in Olanda, ndr.). Nato nelle acque della parte più interna della Zuiderzee, è un’imbarcazione priva di corpo cilindrico (la porzione dello scafo in cui la sezione rimane costante) con una larghezza massima decisamente spostata verso la prua. L’attrezzatura velica comprende una randa al terzo con il tipico picco incurvato delle imbarcazioni olandesi, un grande fiocco murato al dritto di prue ed eventualmente un fiocco più piccolo murati all’estremità di un lungo bompresso. (Dal sito del Politecnico di Milano).

Softart Design, il sito da dove potete scaricare la barchetta di carta de Botter
" .. Dopo quasi tre anni ho finalmente finito di colorarlo. Digitando sul link potete scaricare i file per realizzarlo. Questo modello di Zuiderzee Botter è un'idea di Lubbert Schenk. Ci sono diversi pescherecci e altre imbarcazioni da pesca trovate in vecchie fotografie molto simili a questo. Per idee, suggerimenti e domande o commenti mi potete contattare tramite il mio indirizzo email (info@softart.nl)..."

Questo Zuiderzee Botter mi sembra una barchetta di carta molto bella ma che ci racconta anche la storia della marineria olandese.
Ne avevamo già parlato QUI ma allora non era stato ancora colorato.


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