venerdì 5 agosto 2016


giovedì 4 agosto 2016

Resti di antichi frangiflutti: l'antico Porto di Classe

L'Antico Porto di Classe rappresentato nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
Antico Porto di Classe, abbiamo potuto verificarne l'esistenza, anche se non abbiamo visitato gli scavi, nella nostra gita a Ravenna. Inutile dilungarsi nella descrizione dei luoghi dei Ravenna, già Patrimonio dell'UNESCO, che lasciano il visitatore senza fiato. Questa è la FOTOGALLERY della nostra gita.
Partendo da uno degli stupendi mosaici presenti nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo abbiamo approfondito l'argomento con l'intento di ritornarci non appena il progetto completo del parco archeologico del porto sarà terminato.

L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico. L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina, quando assunse l’aspetto che si vede nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, a Ravenna (VI secolo): circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea. Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare. (questo e altro su: parcoarcheologicodiclasse).

Nell'affresco di Sant'Apollinare Nuovo mi ha lasciato incuriosito la rappresentazione della vela della barca posta in alto costituita da rettangoli conformati similmente a quelli delle mura della città. Forse che l'autore volesse dare un significato simbolico a quella vela? Chissà!
Ma c'è anche un'altra cosa importante che per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere a Ravenna, la Pietra Tombale del Costruttore di Navi Publio Longidieno esposta al Museo Nazionale. Da questa stele, della quale ne parlano anche nell'interessante blog dell'Associazione Arbit, si può capire quanto l'arte e la tecnica del maestro d'ascia siano rimaste immutate nei secoli, fin dalla notte dei tempi, tanto che la rappresentazione dello strumento di lavoro è del tutto simile a quella dei giorni nostri, ma anche la composizione stessa della chiglia e la tecnica di giunzione delle parti.

Stele funeraria di Publio Longidieno, dal sito dell'Associazione Arbit
Nell'attesa di tornare a Ravenna a scoprire altri tesori ci accontentiamo di osservare l'Antico Porto di Classe dall'alto grazie a Google Maps.


domenica 31 luglio 2016


Just like a dink


Visto che Tommaso verrà un giorno al mare con noi e non vuole i tubolari su MAE li ho tolti e ho fatto qualche prova. La Walker Bay mi è sembrata in ogni caso stabile e carina, sicuramente più "barca a vela".
Al Trasimeno ieri è stata una giornata fantastica, una lieve brezza ci ha accompagnato e rinfrescato tutto il tempo.





venerdì 29 luglio 2016


L'Ara degli Etruschi a Socana


Ieri pomeriggio abbiamo accompagnato Tommaso al campo scout e, di ritorno, ci siamo fermati a visitare l'Ara degli Etruschi in prossimità della Pieve di Socana, in Casentino.
Sono rimasto strabiliato per la sua rara bellezza e credo che, anche se forse è la meno conosciuta e fuori dai normali circuiti turistici - archeologici, questa sia l'ara etrusca più bella che sia rimasta. A parte l'Ara della Regina di Tarquinia, are etrusche simili a quella di Socana e risalenti allo stesso periodo si trovano nei pressi di Marzabotto, lungo la direttrice che portava dalla Tuscia verso il Mare Adriatico e la Pianura Padana, le rotte commerciali del grano e marittime privilegiate dagli etruschi prima che si imponessero quelle etrusco - romane del Mar Tirreno.

L’Ara e il Tempio etrusco sono stati ritrovati in seguito ai lavori di restauro della chiesa di Pieve a Socana, effettuati negli anni 1966- 1972 dalla sopraintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Arezzo. L’Ara fu ritrovata nel settembre del 1969: è molto ben conservata, ma manca la parte superiore. Sul lato destro dell’Ara erano ancora presenti rivoli di grasso attaccati alla pietra: nell’ara si sacrificavano capretti, agnelli, cinghiali di cui sono stati trovate ossa e denti. L’Ara si trova davanti al tempio, è a pianta rettangolare ed è lunga mt 4,99 x mt 3,75; al centro presenta una cavità rotondeggiante, costruita su tre piani ed è un’ “Ara sacrificale” dove gli animali venivano sacrificati alla dea Tinia Minerva alla quale era dedicato il tempio. Sono stati inoltre ritrovati 12 scalini in “tufo locale” con sotto la pietra d’appoggio che permettevano l’accesso al tempio il quale misurava mt 40 x mt 18,40. Davanti ad esso sono state trovate delle tegole di gronda, losanghe e ante-fisse, quest’ultime risalgono alcune al V secolo a.C. e hanno forma di medane, altre al III secolo a.C., sono di epoca ellenistica e hanno la forma di una donna che rappresenta la testa della dea Minerva. Una delle antefisse più belle è la testa di una donna con capelli lunghi fino alle spalle, ondulati, occhi neri e una collana che ne orna il collo, risalente probabilmente al 470-460 a.C. (Via: armanduck)


Testa della Minerva ritrovata a Socana, via Wikipedia
Se da un lato abbiamo potuto constatare la bellezza di questa area archeologica, sul suo stato di conservazione siamo rimasti assolutamente delusi dalla carenza di informazioni ed indicazioni a riguardo. Non una segnalazione, non un cartello sulla sua storia. La scalinata all'antico tempio che si trova sotto la Pieve l'ha vista per caso Elena, io non mi sarei neppure accorto che esistesse.

La scalinata in tufo che apparteneva al tempio della Mineva si trova dietro quella grata in ferro
Tutti siamo a conoscenza quanto gli etruschi  prediligessero il tufo come materiale da costruzione ed il fatto che in zona fosse presente fa presupporre che questa non sia l'unica costruzione di rilevo realizzata in quest'area del Casentino. Gli stessi toponini: Rassina, di evidente derivazione etrusca, Tulliano, antica villa romana, Santa Maria del Bagno, forse antichissime acque salubri e termali può far pensare che alcune ricerche archeologiche potrebbero essere approfondite.

L'antica scalinata del Tempio nascosta sotto la Pieve di Socana
Mi auguro inoltre che tutta l'area venga conservata e promossa con maggior attenzione, purtroppo anche voi, dalla FOTOGALLERY, potrete notare una notevole trasandatezza.


mercoledì 27 luglio 2016

Resti di antichi frangiflutti: la Villa Augustea di Palazzo a Mare a Capri



Palazzo a Mare
Una delle ville romane più significative è localizzata nell’area che porta il nome di Palazzo a Mare. La villa si estendeva su di una vasta superficie che va dalla punta Bevaro alla spiaggia nota come “Bagni di Tiberio”, disponendosi con vari nuclei tra mare e promontorio, secondo la tipologia della villa marittima caratterizzata da elementi architettonici sparsi, in posizione panoramica, nel contesto naturale. La villa, attribuita ad Augusto con successivi rifacimenti dovuti a Tiberio, fu scavata e depredata di pavimenti, capitelli e lastre marmoree dall’austriaco Hadrawa, nel Settecento; subì ulteriori danni durante l’occupazione francese, agli inizi dell’Ottocento, quando la parte centrale fu trasformata in piazza d’armi e vi fu costruito un fortino; l’attività edilizia ha, poi, trasformato ulteriormente l’aspetto dei luoghi, per cui dell’antica dimora imperiale non restano che spezzoni di muri di terrazzamento, alcune cisterne e scarsi avanzi dei quartieri residenziali. 

Mappa dell'antica Villa, foto tratta da Archemail
Di questi resti mancano studi approfonditi che contribuiscano a creare un quadro unitario del complesso: da un’analisi sommaria sembra che il grandioso sistema di sostruzione e di approvvigionamento idrico sia concepito secondo un piano unitario e, pertanto, non ascrivibile a due diverse fasi. Secondo il Maiuri, la residenza vera e propria, di modesta estensione, era nell’area dell’ex-fortino, poi trasformato in villa privata, dove sono ancora riconoscibili alcuni ambienti di incerta funzione, cisterne, un impluvium (vasca per raccogliere l’acqua piovana) rivestito di marmo, resti di pavimenti a mosaico; molti frammenti marmorei appartenenti alla collezione Bismarck erano, quasi certamente, elementi di arredo della villa; nell’ampio spazio tenuto a verde, invece, si dislocavano piccoli edifici per il riposo e il godimento delle bellezze naturali e paesaggistiche: nell’area del vecchio campo di calcio va riconosciuto un grande giardino-xystus, dove passeggiava l’imperatore, con una serie di ambienti disposti all’intorno. Una rampa con gradini di marmo, attualmente nascosta dalla vegetazione, conduceva al quartiere marittimo della villa, al centro del quale si apre la grande esedra-ninfeo. Pertinenti a questo quartiere sono alcune vasche, forse utilizzate per la piscicoltura, e altre strutture in cui si è riconosciuto un porticciolo di approdo alla villa. Strutture sommerse sono relative a impianti per la piscicoltura mentre un quartiere rustico era, probabilmente, ubicato dove sorge l’attuale campo di calcio. (Fonte: Capritourism).

Resti del Palazzo a Mare, via Capritourism


martedì 26 luglio 2016

Vaxholm Marina ha attivato l'alternativa ecologica alle antivegetative, eccovi i prezzi

Foto tratta dal sito Pakryss
Vi ricordate BoatWasher, l'alternativa svedese all'antivegetativa? Finalmente c'è davvero qualcuno che comincia a crederci, e fa bene perché con questo sistema si riduce l'inquinamento in acqua e a terra, si risparmia benzina del 15%, si hanno scafi più veloci e performanti specialmente nella vela, si riducono le emissioni di carburante ed infine si risparmia in costi di manutenzione.
Il porto che ha fatto quest'investimento nel futuro è quello di Waxholms Gästhamn e sul loro sito potrete trovare informazioni e PREZZI. Come potete constatare voi stessi 3 lavaggi, che dovrebbero coprire quasi un'intera annata, costano circa 180 €. Fantastico! Cosa stiamo aspettando anche qui da noi in Italia? Già, dimenticavo i lobbisti e gli squali, mica siamo in Svezia.


Via: Pakryss.se


venerdì 22 luglio 2016




lunedì 18 luglio 2016

Meketre, uno yachtman al tempo di Mentuhotep III

Modellino di barchetta ritrovato nella tomba di Meketre, dal sito Maritime History Podcast
Meketre è uno che fece carriera durante i regni di ben tre faraoni, Mentuhotep II, Mentuhotep III e Amenemhat I, appartenenti alla XI Dinastia del Medio Regno dell'Antico Egitto. Da quel che ci riferiscono le fonti passò dall'essere un semplice ufficiale fino a ricoprire cariche ben più importanti come quella di Cancelliere e Gran Maestro. Si parla di un periodo temporale che si aggira intorno ai 2000 anni prima di Cristo.
Nella sua tomba, situata accanto a quelle regali di Sheikh Abd el-Qurna, sono stati ritrovati numerosi modellini di barche tanto da supporre che il nostro Meketre fosse un esperto marinaretto.
Due sono le caratteristiche di questi splendidi modellini che mi hanno colpito di più, il primo è la conferma della tecnica che avevo già ipotizzato in un precedente post, La nave di Teseo sul vaso François ed i suoi interrogativi ancora irrisolti, di disalberare la barca quando questa non utilizzava la vela, l'altra è che lo yacht di Meketre veniva utilizzato per fare un "daysailing" che culminava in un pic-nic.
Da quello che si può osservare dalle varie mansioni dei componenti l'equipaggio, nel menu per la gita in barca di Meketre era previsto arrosto, pollame, bresaola, pane, birra, e una sorta di zuppa. Una ciotola annerita probabilmente conteneva carbone per arrostire la cacciagione, insomma per fare il barbecue.
Un uomo provvedeva ad alimentare una stufa sulla quale ribolliva una zuppa mentre dall'altra parte dello yacht una donna macinava del grano.
All'interno della cabina venivano preparate pagnotte di pane ma c'era anche chi pensava a produrre birra. Nella dinette dello yacht di Meketre non mancava nulla per fare dell'ottima cucina.
Nei modellini si trova anche la conferma che i rematori vogavano con le spalle a prua.
Tutte queste indicazioni, che destano un grandissimo interesse dal punto di vista storico e sociale poiché ci confermano che lo "yachting" ha delle origini che risalgono fino alla notte dei tempi, ci lasciano ancora con un grandissimo interrogativo: perché le barche venivano disalberate? Forse i ricoveri, ormeggi o marina avevano una porta di ingresso per essere meglio protetti o invece il disalberamento permetteva una vogata migliore considerate le linee d'acqua molto diverse dalle barche a vela di oggi?

La stufa presente nello yacht di Meketre, dal blog peashooter85


mercoledì 13 luglio 2016

Resti di antichi frangiflutti: Banchina delle Camerelle a Sapri



Sul litorale, una serie di cinque ambienti a volta (le "Camerelle", in origine circa 20) probabilmente adibiti a magazzini, e i resti del molo (le cosiddette "Pile"), con una struttura a casseformi colmate con gettate di opera cementizia e concatenate insieme. La vastissima platea che si estendeva dinnanzi alle "Camerelle", con funzioni di banchina, risulta ora sommersa. A ridosso delle strutture portuali, alcuni ambienti ipogei sui quali come terrazzo dalla pavimentazione in opus spicatum. "Le ville marittime, considerate dagli stessi contemporanei come insensate manifestazioni di lusso - ci ricorda il Mielsch si diffusero soprattutto dopo che nel 67 a.C. fu eliminata, grazie a Pompeo, la pirateria" : e quella di Sapri sorse proprio in questa fase. Singolarmente anche la sua fine sembra essere collegata col fenomeno della pirateria; le tracce di frequentazione dell'ambito della villa (nell'ultima fase è prevalente la presenza di ceramica sigillata africana) terminano intorno al 450 d.C., periodo in cui le coste italiche furono devastate dai Vandali di Genserico. Sarebbe seguito, per la villa di Sapri, un lunghissimo periodo di oblio. (Tutta la descrizione della antica villa romana con i resti dell'antico porto lo si trova su: La villa marittima di età romana).
I cassoni semi sommersi della banchina della villa delle Camerelle sono citati come esempio di costruzione in cemento pozzolanico idraulico su: THE ANCIENT PORTS OF ROME:NEW INSIGHTS FROM ENGINEERS - Alberto Noli e Leopoldo Franco.
L'antica banchina romana delle Camerelle è il luogo dove il 28 giugno 1857 avvenne lo sbarco di Carlo Pisacane e dei "trecento". 


lunedì 11 luglio 2016

IV Meeting Internazionale Happy-Cat 2016 - Traunsee

Dal sito Happy-Cat
Dal 24 al 26 giugno 2016, 65 catamarani e 165 velisti hanno partecipato al IV Meeting Internazionale Happy-Cat sul Traunsee in Austria. Il raduno è stato un vero e proprio successo poiché il numero dei partecipanti è stato il più alto in assoluto ed è sorprendente il dato che alcuni equipaggi abbiano percorso più di 1000 km per partecipare.
Le condizioni di navigazione sono state ottimali tanto che il sabato la forza del vento ha permesso alla maggioranza dei catamarani di navigare su di uno scafo solo.
I vincitori assoluti del Trofeo Happy Cat sono stati due svizzeri, padre e figlio, i signori Ioach e Felix Suter.
Nella riunione conclusiva sono stati comunicati il luogo e la data del prossimo incontro, dal 23 al 25 giugno 2017 sempre nel Traunsee in Austria.
Per chi fosse interessato, molte foto ed informazioni si possono trovare anche su FACEBOOK.



Il Traunsee è un lago situato in Austria nella regione dell'Alta Austria, che prende nome dal fiume che lo forma, nella zona del Salzkammergut. È il secondo più grande lago del paese. Il lago è circondato da monti tra cui il Traunstein. Tra le città che vi si affacciano ci sono: Gmunden, Ebensee, Altmünster e Traunkirchen. (Via Wikipedia)


venerdì 8 luglio 2016

Fun under the Borghetto sun


Come potete osservare l'andatura a farfalla indica che il vento era di meridione, noi eravamo posizionati nella parte nord del lago, in uno di quei luoghi dove Annibale il 21 giugno del 217 a.C. massacrò i 15.000 romani della Legione di Flaminio; proprio nei pressi di Borghetto si era  stabilito l'accampamento dei Romani prima dell'imboscata dei cartaginesi. Alcune ricerche effettuate sui fondali del luogo starebbero a dimostrare che vi è ancora sepolta una gran quantità del metallo appartenente a tutti quei soldati che avevano tentato di salvarsi buttandosi nel lago.


Ma cominciamo dall'inizio, asseverato che il mal di schiena non dipendeva né dai reni né dal sollevamento della barca bensì dalla postura e dalla gobbetta, tra una seduta di fisioterapia ed un'altra, mi sono deciso al grande passo di ricominciare il cartopping.
E' stata una giornata fantastica, il vento è aumentato progressivamente fino a raggiungere i 7/ 8 nodi con la termica del primo pomeriggio. La barca filava meravigliosamente nel lago e non ho mai avuto alcun timore anche nei momenti di vento più sostenuto, condizione in cui ho potuto gestire le due vele, randa e fiocco, da solo ed in tutta tranquillità.


Insomma, da rifare al più presto, spero la prossima settimana al mare. Qui c'è la FOTOGALLERY.


A presto con MAE!




martedì 5 luglio 2016



lunedì 4 luglio 2016


sabato 2 luglio 2016


giovedì 30 giugno 2016

Resti di antichi frangiflutti: il porto romano di Cosa



"Il molo romano di Cosa, odierna Ansedonia (GR), rappresenta uno dei primi esempi noti di impianto marittimo in opus caementicium. Di esso rimangono alcuni resti, che rivelano una notevole complessità edilizia nonostante siano alquanto malridotti, parzialmente inglobati in opere moderne e circondati da grandi quantità di detriti   ..."  (da: Felici-Baldieri, Il Porto Romano di Cosa)

A circa due ore da Arezzo, all'estremo sud del Golfo della Feniglia, una meraviglia di natura incontaminata, sorgono dalla terra e dal mare i resti dell'antica Città Romana di Cosa ai cui piedi fu costruito il porto del quale resistono al tempo resti, integrati in opere cementizie recenti,  in mezzo ai quali si scorgono ancora le basi dei piloni che sorreggevano i moli utilizzati dagli antichi romani.

I resti dei piloni dell'antico porto romano di Cosa, dallo studio di Felici-Baldieri


martedì 28 giugno 2016

Il Sogno di Theimer alla Magnifica Fortezza Medicea di Arezzo


Il Sogno di Theimer, a cura di Vittorio Sgarbi.

Le sale sotterranee della Fortezza Medicea sono state scelte per l'esposizione delle sculture di Theimer proprio in virtù del rapporto fra la pietra da costruzione e il bronzo. Grazie agli importanti lavori di consolidamento e restauro appena terminati, gli aretini si sono riappropriati di uno spazio cittadino unico per imponenza architettonica e valore paesaggistico. (Dalla locandina della mostra).


Ivan Theimer è uno scultore ceco che si ispira al manierismo toscano, ma anche al simbolismo e ai classicismi delle età antiche.


"Il sogno di Theimer", è una straordinaria esposizione incastonata nella magnifica cornice della rinnovata Fortezza Medicea di Arezzo, progettata e realizzata dai "Da Sangallo" a metà del 1500. L'ingresso è gratuito e la mostra durerà fino al 23 ottobre. 
Nota per i visitatori: all'ingresso non andate subito sulla destra nel corridoio principale ma entrate nella porticina a sinistra mezza occupata da delle sedie senza nessuna indicazione, vi troverete luoghi e opere di una bellezza unica.


E visto che Vittorio Sgarbi all'inaugurazione della mostra si era divertito ad appoggiarsi alle statue, io senza toccarle ho fatto di molto peggio.

Il famoso bacio "a pesce lesso"


I famoso bacio detto "della medusa", ovvero quello che accadde dopo aver mangiato panzanella con cipolla


Il famoso "gentleman stick"


Il più famoso dei "selfie-control"


La famosa "zone érogène" (notata la perfetta posizione "chiastica" del corpo"? Manco nelle migliori delle statue di Antinoo).


Abbiamo scoperto luoghi mozzafiato.


La FOTOGALLERY completa vale una visita, come l'esposizione.



Poi abbiamo proseguito nella fortezza e trovato la vasca da bagno del mio trisavolo, quel famoso Bartolomeo di Francesco Lenzi che, messo lì dai Medici a mantenere l'ordine, sparava su quei buzzurri degli aretini con i cannoni, è bé, .... guardate cosa c'ha in testa. Credo che vada cercato anche il bidet, non poteva non averlo.


Arezzo era magnifica, impossibile non passare attraverso le scalette di via de' Pileati che si affacciano sulle Logge del Vasari in Piazza Grande, uno dei luoghi più affascinanti del mondo e in cui ho avuto la fortuna di vivere e sostare.


Arezzo è unica, come almeno due dei suoi abitanti!


C'è scappato anche un piccolo video, fatto in qualche modo, ma insomma.


Alla fine Elena non ne poteva più dei miei versi e della telecamerina, era spossata!



lunedì 27 giugno 2016

Homemade Boat Loader // Устройство для погрузки и перевозки лодки на кры...



Lo dovrò fare anch'io poiché, per quanto la barchina sia leggera, l'età avanza e gli acciacchi pure.

Semplice dispositivo per caricare le barche sul tetto dell'auto da una sola persona. 
La forza motrice del dispositivo consiste in un argano elettrico a bassa potenza per ATV che costa circa $ 100. Tutti gli elementi sono stati realizzati con profili di alluminio. 
La differenza principale di questo progetto rispetto ad altri sistemi analoghi è nell'utilizzo della piattaforma di sollevamento sotto la barca. 
Ciò consente di non danneggiare la falchetta della barca, ed è adatto per tutti i tipi di imbarcazioni. 
La piattaforma viene utilizzata per lo stoccaggio a terra della barca.
L'intero processo di sistemazione della barca e sollevamento non richiede più di 10 minuti.
Un sistema simile a questo l'ho utilizzato per tre anni e ne sono molto soddisfatto. 
 Per la cronaca, mia barca pesa circa 60 kg, con una lunghezza di 3,3 m.

(Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo dal canale di youtube di Andrey Efimov).

Boat Lifter, dal canale di youtube di Andrey Efimov



giovedì 23 giugno 2016

Tutto pronto per domani


S'è deciso per domani di andare al lago a fare "daycation" e, come vedete, è tutto pronto per  il "cartopping". Il venticello dovrebbe essere discreto e abbiamo pensato di tornare a Borghetto alla "Bella Vita" che è il luogo più vicino da Arezzo ma da cui potrei vedere comodamente qualche allenamento del Campionato Nazionale Classe FUN 2016 che si dovrebbe tenere a Passignano da Sabato. Speriamo di riuscire a fare qualche foto.


A questo giro ho messo un po' di più per sistemare MAE, ma il tempo perso è stato soprattutto nel dover ripulire dalla polvere e da quel po' di sporco che si era depositato sotto la barca il garage dopo i lungi mesi invernali di inattività.


Finalmente si riparte! 



Yellow-fish 3.0, enjoy new unespected sailing!

Dal sito yellow-fish
Yellow-fish, è un segreto, non leggete questo post: divertente, economico, veloce e sportivo, facile per i principianti, competitivo per i più esperti, adatto per i bambini quanto per gli adulti.
A me sembra raccogliere tutto ciò che ho sempre sognato per una barca e lo si può vedere in questo video:



Pesa solo 17 Kg e queste sono le dimensioni dell'unica borsa per il trasporto: 170x30x30 cm.

Dal video di yellow-fish
Si monta in 6 minuti ma soprattutto l'armo velico con un unico grande fiocco rollabile è di una semplicità "disarmante". Sarà veramente il caso di farci più di un pensierino.

Dal video di yellow-fish
E per concludere un video sull'assemblaggio, più facile di così ......



martedì 21 giugno 2016


lunedì 20 giugno 2016

Ali di Vela



Ali di Vela, il racconto di un viaggio in barca a vela. L'esperienza di vita di un equipaggio formato da malati oncologici e i propri medici A cura di Simonetta Regni Associazione Aucc.


Resti di antichi frangiflutti: la Peschiera della Mattonara e la Buca di Nerone


In uno dei luoghi più deturpati della nostra Costa degli Etruschi si trovano nascosti autentici tesori di antichità, tra capannoni, mega porti turistici e commerciali, centrali termoelettriche. 
La peschiera della Mattonara associata ad una villa romana del I secolo dopo Cristo, la Buca di Nerone che sembra appartenere ad una necropoli villanoviana (è quel buco che si vede nel frangiflutto del porticciolo) , la necropoli etrusca della Scaglia, proprio dietro la centrale termoelettrica, l'agglomerato urbano della Frasca a nord della stessa centrale, la Torre Valdaliga del 1616 fatta costruire da Paolo V (anche qui è presente un'antica peschiera), ... e tanto altro.
Se aprite la mappa in dimensioni più grandi osserverete anche che cosa sta combinando il fior fiore delle nostre tante amministrazioni locali, hanno interrato un pezzo di mare proprio davanti alla peschiera non so per farci cosa, credo un altro obbrobrio (ah si, infatti vedi iniziative di ITALIA NOSTRA a riguardo).
E' bé, siamo in Italia. Guardate bene la foto sotto, quella vista ancora decente da quell'angolatura ora non esiste più.

Vista mare dall'antica peschiera della Mattonara. Questa vista non esiste più


giovedì 16 giugno 2016


mercoledì 15 giugno 2016

Präsentation der neuen SUNBEAM 22.1 am Wasser

SUNEBEAM 22.1, dal sito Sumbeam Yachts
Agli inizi di maggio sul Mattsee è stato presentato in acqua il nuovo SUNBEAM 22.1. Che dire, a me sembra bello come il sole!
Di 6,70 metri di lunghezza e 2,45 metri di larghezza, il SUNBEAM 22.1 può essere facilmente varato, alato e trasportato con carrello per il suo peso relativamente contenuto di 1.3 tonnellate nonostante le dimensioni.
Con una randa di 17,5 metri quadrati e un genoa di 11 metri quadrati, il nuovo SUNBEAM 22.1 può offrire al diportista ottime prestazioni sia in crociera che in regata e può essere opzionalmente equipaggiato con un rollagennaker.
Per completare i dettagli tecnici, il pescaggio va da 0.60 a 1.40 metri, la zavorra è di 230 kg e può contenere fino a quattro cuccette.
Ancora non viene specificato il prezzo ma, qualunque esso sia, saranno sicuramente soldi spesi bene.

SUNEBEAM 22.1, dal sito Sumbeam Yachts
Via: Yacht.de


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