domenica 4 agosto 2013

In un "Golfo di Sogno"


Golfo di Sogno, segnalo questa bella struttura che si trova  nei pressi di Porto Vecchio in Corsica. La particolarità, come sempre, oltre la bellezza e l'accoglienza dei luoghi e della struttura, è la possibilità di ormeggiare la barca, incluso l'utilizzo di un pontile.

"Una località perfetta per una vacanza con la famiglia ! 
La particolare ubicazione tra mare, fiume e montagna offre la possibilità di scoprire i diversi volti della Corsica e riuscirà a soddisfare tutte le tue aspettative. 
Situato a soli 7 km da Porto-Vecchio, a 30 km dall'aeroporto di Figari, a 35 km da Bonifacio ed a 140 km dalle due principali città dell'isola, Ajaccio e Bastia, il camping Golfo di Sogno propone molte prestazioni e servizi degni di un grande complesso turistico, per passare una vacanza davvero fantastica. Vacances en famille au camping Golfo di Sogno.
All’interno di un magnifico parco ombreggiato e sulla riva del mare, potrai godere di un'impareggiabile vista sul Golfo di Porto-Vecchio e di una spiaggia dal dolce declivio, perfetta per i bambini più piccoli. È in questa cornice eccezionale che il camping Golfo di Sogno è felice di accogliere i suoi ospiti per far vivere loro dei momenti indimenticabili con la famiglia o con gli amici."

Dal sito del Campeggio Golfo di Sogno
In prossimità del villaggio ci sono almeno tre scivoli, la cui descrizione dettagliata la potete trovare sulla mappa di Les Cales de Pneuboat.


Visualizza LES CALES DE PNEUBOAT in una mappa di dimensioni maggiori



sabato 3 agosto 2013

Al mare con Papì

Dalla FOTOGALLERY, Al mare con Papì
Oggi abbiamo fatto Daycation, a day vacation con Papì, solo il quarto incomodo in auto con noi visto che Tommaso è al campeggio con gli scout. In auto è entrato senza problemi, avremmo potuto tranquillamente essere in quattro, pur essendo la Fiesta relativamente piccola. Anche la gestione è stata semplice grazie al borsone che non supera i 20 kg di peso. Nonostante fossimo il 3 di agosto e di sabato non abbiamo potuto fare a meno di notare la quasi assoluta mancanza di traffico, questo la dice tutta in che situazione ci hanno cacciato i trenta anni del governo delle "autonomie", regionali, provinciali, scolastiche, sanitarie, tariffarie, etc. etc. un apparato enormemente e sconsideratamente costoso, da cui personalmente non vedo via di uscita.


Il montaggio, come previsto, è stato semplice e veloce, non più di 15 minuti, attività che ha destato molta curiosità nei bagnanti di Principina a Mare. La Rachele mi ha dato una mano.


Finalmente il varo, il mare non era dei più tranquilli, c'erano onde e regime di brezza.


Il collaudo per certi aspetti è andato bene, per altri purtroppo no, ma c'era da immaginarselo. Il principio su cui ho basato le mie modifiche è giusto, purtroppo non potevo illudermi che l'insartiamento avrebbe retto su due occhielli in metallo incollati e fissati con due viti di 3 mm. Al primo colpo di vento un occhiello ha ceduto e l'albero è venuto giù. Ciò mi ha convinto a predisporre delle modifiche molto più invasive che consisteranno in una base e due occhielli per il sartiame imbullonati sulla base del Windglider. Questo lavoro oramai lo potrò iniziare solo il prossimo autunno. 


Nel frattempo la Rachele ha usato un po' il surf e abbiamo provato anche il tanto in voga "stand up paddle". Questo è il grande vantaggio del Windglider, la sua versatilità. Quella che si vede in lontananza dietro la Rachele è l'Elba ma si vedevano anche l'Argentario e l'isola del Giglio.


Ultima nota è l'attenzione da porre nel riporre i pezzi metallici assieme alla vela, probabilmente per la vele converrebbe fare una borsa apposita.


Insomma io e Rachele, a parte la delusione del cedimento per quanto prevedibile, ci siamo divertiti da matti, l'Elena un po' meno perché, come si sa, lei non è mai stata entusiasta del mare, ama la montagna.




venerdì 2 agosto 2013

Sailing Small Living Large: Sailors Who Love their Small Boats

Il Sage 17 di Randy, da Sail Magazine
La rivista Sail Magazine ha presentato un interessante articolo in cui alcuni armatori di imbarcazioni a vela di dimensioni medio - piccole testimoniano il loro amore verso i loro "gusci di noce":

"Più grande non è sempre meglio, soprattutto quando si tratta di navigazione. In realtà questi marinai provengono da tutti gli States, alcuni si sono ridimensionati nel corso degli anni dopo aver posseduto barche più grandi, altri hanno iniziato solo di recente cercando la prossima avventura a bordo delle loro piccole imbarcazioni. Alcuni rimorchiano il loro "daysailer" lungo tutta la nazione esplorando sempre nuovi bacini di navigazione, mentre altri fanno regate o trascorrono i fine settimana in crociera con la famiglia e gli amici. Che cosa attrae questi marinai da "velieri tascabili" è semplice: le loro piccole barche hanno la perfetta combinazione di comfort, prestazioni ed estetica."

Leggi tutto l'articolo: Sailing Small Living Large: Sailors Who Love their Small Boats


giovedì 1 agosto 2013

Novità 2013: R-10 Cat del Cantiere Paiardi

R-10 Cat, dal sito Zerbinati Design
Il Cantiere Paiardi ha varato l'R-10 Cat, un nuovo micro catamarano, a mio parere, semplice ma allo stesso tempo dalla linea accattivante e sportivissimo. Mi piace molto anche se le immagini che si vedono in giro sono davvero poche, e poi tutto ciò che è piccolo, semplice da gestire e che offre il massimo del divertimento è troppo interessante.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali, tutte le informazioni le potrete trovare nel sito di Zerbinati Design:

Lunghezza. 3 m
Larghezza: 1.6 m
Area randa: 5.6 mq
Area fiocco opzionale: 0.83 mq
Peso a vuoto 50 kg
Portata: 1 adulto o due bambini

Speriamo di avere al più presto qualche notizia dettagliata, incluso il prezzo, perché questa novità sembra promettente.
Qualche altra informazione e foto sono su Vela&Motore da dove ho tratto questa interessante novità.


Elia da Cortona: tra realtà e mito - terza parte




La condanna della memoria, la deriva della "damnatio memoriae"  di Frate Elia.

Nella terza parte sono presenti le relazioni di Filippo Sedda della Pontificia Università Antonianum di Roma con "Elia nelle legendae e nelle cronache francescane" e di Sebastiana Nobili dell'Università di Bologna con "Elia come antimodello nella Cronica di Salimbene de Adam".


BlooSee, diario di bordo on-line

La schermata di una navigazione registrata su BlooSee
BlooSee è un interessante diario di bordo on line in cui è possibile pianificare e registrare le proprie navigazioni con la possibilità di inserire, oltre il tracciato, commenti, foto e video.
Tra le sue funzioni c'è la possibilità di inserire il tracciato nel blog, in questo caso la navigazione un iscritto ha effettuato tra l'Istria e la Croazia.


BlooSee - Kvarner 1

Su BlooSee si possono trovare anche le informazioni relative ai porti e alla navigazione delle arre che interessano.


martedì 30 luglio 2013

Barchette di carta: Dar Mlodziezy

Dar Młodzieży ("The Gift of Youth"), dal sito mm-archive.narod.ru
La Dar Młodzieży, "The Gift of Youth" in inglese, è una nave scuola a vela polacca progettata da Zygmunt Choren. Prototipo di una classe di sei, le altre cinque unità, solo leggermente differenti, sono state costruite successivamente dallo stesso cantiere navale per la flotta mercantile della ex Unione Sovietica.
Le sue navi gemelle sono Mir , Druzhba, Pallada, Khersones e Nadezhda.
La nave è stata varata nel novembre del 1981 presso il cantiere di Danzica, in Polonia, e ha iniziato il servizio nel luglio 1982 a Gdynia, sostituendo il suo predecessore Dar Pomorza. Il suo porto di ormeggio è Gdynia.
La Dar Młodzieży è stata la prima barca a vela costruita in Polonia che ha circumnavigato il globo, tra il 1987 e il 1988,  ripetendo così il famoso viaggio del suo predecessore effettuato tra il 1934 e il 1935.
Ecco i file da scaricare per costruire la barchetta di carta:
La Dar Młodzieży ormeggiata a Travemünde in Germania, immagine tratta da Wikipedia


lunedì 29 luglio 2013

La Via dei Trabocchi


Quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, 
pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare 
il denaro accumulato nelle loro banche.
Tatanka Yotanka
(Toro seduto)

Assolutamente da fare questo percorso in bici e barca a vela lungo la Via Verde dei Trabocchi, nella costa adriatica abruzzese. 
A tal riguardo segnalo a tutti i miei lettori che è partito il Progetto Abruzzo Sea Cycling che prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale che coprirà tutta la regione costiera abruzzese. Fantastico per fare sailonbike!
Tra tutte le barche a vela che vi ho segnalato in questi anni per poter fare gli sport più belli del mondo contemporaneamente oggi vi faccio morire d'invidia con BlueTwo, uno stupendo trikayak a vela della Triton di cui abbiamo parlato in post precedenti. 

BlueTwo, dal sito di Marc Hornschuh
E questo è il sistema per fare vela e bicicletta lungo la costa abruzzese con una barca del genere

Dal sito Cyclojachting


domenica 28 luglio 2013

Ma la decrescita non era felice?




Nel video: "La decrescita felice - Maurizio Pallante intervistato dalla Televisione della Svizzera italiana a Falò - http://la1.rsi.ch/falo/"

Negli ultimi giorni mi sono accorto con stupore che, in alcune testate del Corriere della Sera, Antonio Pascale se la prende con la "Decrescita Felice", prima asserendo che essa non è assolutamente felice, bensì infelice, e poi su "Il Club della lettura" mette il dito nella piaga parlando addirittura di "egositi della decrescita", insomma cornuti e mazziati sti poveretti della decrescita.
Non entro in merito sulle formule Keynesiane che questo illustre giornalista ha eloquentemente spiattellato, né sull'equivalenza da lui sostenuta tra decrescita ed impoverimento generalizzato, quindi infelicità, neppure voglio puntualizzare che il termine "decrescita" viene utilizzato dai sostenitori di questo movimento solo a titolo di provocazione e non certo come un modello per una nuova economia, semmai come uno stimolo per  la creazione di una nuova società.
Vorrei invece porre una maggiore attenzione sul termine centrale di tutto il discorso, la felicità.
Prescindendo da quello che pensa Pascale, la voglia di scrivere su questo argomento mi è venuta proprio ieri mentre leggevo il suo articolo in un bel negozio di vestiti dove avevo portato mia figlia e dove personalmente non tornavo da anni. Lei era raggiate perché, come me ed Elena quindici anni fa, poteva finalmente spendere una parte del suo sudato stipendio, anche se in quest'ultimo caso possiamo definirlo solo a tempo "determinato". Vederla bella e felice con bei capi firmati che le avvolgevano il corpo mi ha fatto riflettere proprio sul senso della felicità e sulle nostre scelte, per tanti aspetti faticose, difficili, a tratti insostenibili a causa della mentalità assolutamente consumistica che ci circonda. Non posso mentire e nascondere che non ho provato un po' di nostalgia per quei tempi in cui tirare fuori la carta di credito era all'ordine del giorno, così come spendere per vestiti e quant'altro; non posso nascondere di non aver avuto neanche per un attimo il dubbio che forse la nostra scelta di "fatturare" meno, e quindi avere e spendere meno, non fosse stata quanto meno egoistica. Che forse non abbiamo pensato solo a noi stessi e alla nostra felicità e non a quella della società o peggio ancora a quella dei nostri figli, come a volte ci viene da loro stessi rinfacciato?
Risolvere questo dilemma, o questo interrogativo, probabilmente solleverebbe della gran parte dei suoi problemi la nostra società quindi, per quanto sentita, la mia analisi servirà a ben poco, ma ci voglio provare e, come viene spesso utilizzato nel metodo scientifico, procederò con un confronto, tra noi che la decrescita la viviamo e chi invece ancora cavalca l'onda spietata del consumismo.
A titolo di premessa vorrei però puntualizzare che, a mio parere, la decrescita non può essere considerato un concetto assoluto, ma relativo all'esistenza che si vive. E' per questo motivo che il problema non è economico, ed è qui che sbaglia Pascale, ma principalmente sociale. L'economia delle "cose" è solamente un mezzo per raggiungere la felicità non il fine ultimo, è di fondamentale importanza non scambiare il mezzo con il fine.
Benestanti, più o meno di sinistra, ci definirebbe il buon Pascale che per egoismo, e perché se lo possono permettere, fanno finta di essere poveri a scapito dei poveri veri, questo sarebbe il succo. Caro Pascale non è così, la nostra decrescita noi la viviamo giornalmente a prezzo di sacrifici enormi, e la chiamo "nostra" perché non può essere altrimenti, la nostra decrescita infatti non sarà certo uguale a quella del Petrini o della Dandini, tanto meno come quella dello scrittore Veronesi, ognuno la vive a modo suo, secondo la sua esistenza, le sue possibilità e la sua cultura.  Noi non abbiamo rinunciato ad avere una piccola barca sul lago, uno scrittore o un artista non potrà mai rinunciare ad uno spettacolo teatrale o a visitare un museo, proprio per fare esempi terra terra. Eppure tutti noi abbiamo rinunciato a molto del nostro superfluo, l'eccesso che si traduce in inutile consumo e che, secondo Pascale, sarebbe il sale della nostra  società che distribuisce ricchezza.
Torniamo a noi ed ai confronti paragonando la mia famiglia ad altre quattro o cinque che invece non hanno rinunciato a nulla in questa società dei consumi.
Ebbene la mia figlia ha accettato questo lavoro a tempo determinato benché gli rimanessero alcuni esami per laurearsi, contrariamente a molti suoi coetanei non aveva un conto in banca, non studiava fuori sede e viveva la sua vita di ragazza con la misera paghetta che gli passiamo settimanalmente. Come avrebbe potuto rifiutare un'occasione così ghiotta, lavorare e studiare, eppure per altri, più o meno viziati, più o meno occupati, non è così.
A questo punto vi chiederete cosa c'entra la felicità in tutto questo, c'entra eccome perché la felicità bisogna sudarsela, costa sacrificio, che in fondo è quel sacrificio che ha generato la nostra sana economia di mercato, che ci ha reso forti in tutto il mondo. Questo è il punto che il buon Pascale, e i suoi editori visto che gli danno tutto questo spago, non hanno assolutamente capito, la linea di demarcazione tra il vivere in una società equilibrata in ogni sua manifestazione, e questo significa ridurre principalmente le differenze quindi per certi aspetti appiattirla, oppure lasciare spazio agli eccessi, al consumismo inutile che degenera in trasgressione e ladrocinio. Lo vediamo tutti i giorni.
Pascale e Corriere della Sera, datevi una ripassatina, nulla di personale ma fatemi il piacere.


venerdì 26 luglio 2013

Elia da Cortona: tra realtà e mito - seconda parte




"In questa seconda parte vi proponiamo la relazione di Felice Accrocca, della Pontificia Università Gregoriana di Roma, dal titolo "Frate Elia ministro generale" e l'intervento di Maria Pia Alberzoni, dell'Università Cattolica di Milano, intitolata "Elia tra Chiara d'Assisi, Gregorio IX e Federico II." (Da TSD).

Nella PRIMA PARTE il Prof. Jacques Dalarun  ci aveva introdotto al "gravoso compito" affidato da San Francesco a Frate Elia come figura di madre e che ha simbolicamente rappresentato con "il complesso di Marta"; in questa seconda parte i Professori Accrocca e Alberzoni ne approfondiscono la linea politica e la sua genesi fino al momento della caduta nel 1239, l'avvicinamento a Federico II e i rapporti con Chiara, una egregia quanto scientifica riabilitazione di Frate Elia come "geloso custode del comando di Francesco".

Impossibile fare a meno di notare l'importanza di un piccolo particolare che è stato citato nella relazione: tra il 1242 e il 1244 Elia incontrerà l'imperatore latino a Costantinopoli dal quale riceverà le "reliquie", notare al plurale. Quindi mi chiedo:

  • se esiste, chi altro, in quale altro luogo e da chi se non proprio Elia potrà ricevere la più importante reliquia per la cristianità? 
  • perché non si è indagato di più in questa direzione e su ciò che Elia ha realizzato nel decennio precedente alla sua morte, incluso forse il Castello del Leone?



giovedì 25 luglio 2013

Il mattino ha l'oro in bocca


Aver dovuto accompagnare Tommaso alla stazione alla buon'ora ci ha buttato giù dal letto, quindi che si fa? Si va al nostro lago di buon mattino, addirittura in compagnia dei pescatori del Trasimeno che tirano su le reti: Il mattino ha l'oro in bocca.


Il vento era un po' ballerino, solo qualche refolo, quindi avendo lo scafo bisogno di un po' di pulizie ci siamo avviati verso il lungolago di Castiglione del Lago.


Abbiamo praticamente spiaggiato a vela, senza accendere il motore.


Poi in lontananza ho visto il lago che si increspava, finita velocemente la pulizia della barca, tassativamente con sola acqua di lago, siamo ripartiti a vela, tra le urla di quattro ragazze che si divertivano nell'acqua, in quel punto con il fondale un po' limaccioso.


Di bolina verso l'isola Maggiore e poi di ritorno verso Castiglione del Lago.


Anche questa è stata una mattinata fantastica e meravigliosa, il vento giusto che ci ha permesso di veleggiare tra i due e tre nodi, insomma la solita passeggiatina per noi, lo "slow sailing" per i sofisti.


L'importante è che ci sia la possibilità di darsi anche un'abbracciatina, altrimenti che gusto c'è. 
Dimenticavo, è bellissimo andare a vela ma anche prendersi cura della propria barchina.



Ariapertavarese, Associazione Sportiva Dilettantistica

La pagina web di Ariapertavarese

"Scopri con noi la natura della provincia di Varese a piedi, in mtb o in barca! 

Vogliamo proporre un nuovo modo di stare insieme, senza fretta, senza voglia di strafare, ma semplicemente godendo di quanto ci offre la nostra zona in compagnia di altre persone! Il trekking, la mtb e la barca a vela come mezzo per scoprire ogni volta posti diversi e divertirsi con noi!"

Ariapertavarese è la nuova associazione di cui fa parte l'amico velista Fabrizio Bulgheroni e di cui volentieri vi segnalo l'esistenza. Trekking, bicicletta e vela sono anche le mie grandi passioni, un modo di vivere, non solo la vacanza, in modo sostenibile all'insegna della libertà, al contatto con la natura, semplicemente ed in economia.

Le uscite a vela, inclusive di lezioni teoriche, verranno effettuate sul Lago Maggiore a bordo di un'imbarcazione identica a quella che Aron Meder ha scelto per il suo giro del mondo low cost, un Carina 20. Il costo del corso mi sembra estremamente interessante.
Davvero stupendi, i luoghi, l'attività e la barca a vela che mi sembra si veda anche su Street View, quella in fondo sulla destra, bianca, ormeggiata al Porto Lido di Luino.




martedì 23 luglio 2013

Catamarani per il rafting a vela

Kokshaga 470 Sailing, dal sito Katshop
Kokshaga 470 Sailing,  è un catamarano per il rafting a vela, una nuova frontiera per tante avventure da scoprire, soprattutto se abbinato con la bicicletta, ne avevamo parlato nel post Bike, Raft und Segel um den Naturpark der Maremma mit Grabner Ranger.
In quell'occasione avevamo abbinato un gommone della Grabner ma certamente questi catamarani gonfiabili possono essere altrettanto interessanti e divertenti. I prezzi, tra l'altro, non sembrano essere neanche lontanamente paragonabili, mi sembra quasi impossibile che siano così bassi.

Kit velico Ben Gunn per cataraft
Kit velici per ogni tipo di cataraft vengono prodotti da Ben Gunn. C'è anche un video esplicativo, insomma una vela davvero senza pensieri.



lunedì 22 luglio 2013



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...