lunedì 8 ottobre 2012

Slow Sailing al Trasimeno

Dalla FOTOGALLERY di Aspirina
Sabato al Trasimeno c'è stato vento dalle tre del pomeriggio fino alle cinque, non molto a dir la verità ma sufficiente per farci procedere placidamente nelle sue acque. La superficie era come l'olio e finalmente non c'erano più le temute alghe che a volte avevano bloccato il timone, insomma un fantastico pomeriggio non troppo caldo ma soleggiato. Abbiamo incrociato un bel Explorer 20, ma non sono sicuro fosse proprio lui, con il gennaker su e procedevamo con tale lentezza che abbiamo avuto il tempo di scambiare due parole con i suoi armatori, " ... se continua così dovremo soffiare" ci hanno detto ed io ho risposto " ... ma a noi va bene anche così" tanto che, forse per premiarci della nostra felicità, Eolo ci ha inviato immediatamente dopo un refolo che ha dato improvvisa velocità alle barche fino alle cinque, ora in cui il Dio del Vento è tornato inesorabilmente nell'Olimpo. 


Ed è in questa occasione che mi è tornato alla mente lo "Slow Sailing Manifesto", uno dei primi e fondamentali testi a cui ci siamo ispirati nel nostro modo di fare vela, oltre alla solitudine e all'essenzialità che ci contraddistinguono. Con piacere ne rievoco i principi:

Qualunque sia la tua barca, che sia a remi o uno yacht di lusso, è il rapporto con lei e con la natura che ti circonda che conta. Indipendentemente dal tempo che ci vivi, dal suo prezzo e dalle attrezzature che ci hai montato, la tua barca non è un altro dei tuoi numerosi possessi, ma piuttosto una piacevole compagna di viaggio con la quale è possibile conoscere la natura, il mare, l'acqua,il vento ma soprattutto te stesso.

Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.

Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.

Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il momento.

Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro? O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.

Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.

Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo equipaggio e sulla tua barca.

Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.

Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.

Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.

Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.

(Maldestramente tradotto da me medesimo, grazie Joan e Ben: The Invisible Workshop


Tornati in darsena abbiamo cominciato a portare via un po' di materiale da Aspirina, consapevoli che con il freddo alle porte non avremmo potuto più veleggiare, per navigare d'inverno bisogna essere attrezzati e preparati per farlo e noi non lo siamo. Una volta a casa, un po' a malincuore, ho cominciato a riporre le cose al loro posto, in ordine e pulite per la prossima stagione. La prossima volta, già con i primi freddi, sarà per lavare il ponte e l'opera morta, portare via il motore e coprire Aspirina per l'inverno.




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