giovedì 16 maggio 2013

I dieci comandamenti di Ivan

La felicità di veleggiare al tramonto non ha uguali con qualsiasi barca, dal sito Parusa.narod.ru
Tutte le nostre esistenze sono segnate da scelte e affinché queste possano risultare soddisfacenti in molti credono che alla base di esse ci debba essere questa consapevolezza: "l'importante non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si può".
Da Sant'Agostino a Oscar Wilde, ed oggi con Ivan, riscopriamo ogni volta il segreto della felicità ovvero amare ciò che si ha, limitandosi nel desiderare "l'irraggiungibile" e quando, e se, necessario ridimensionare la propria esistenza ed obiettivi senza farsi troppi problemi.
Nel tema barche ne abbiamo parlato più volte, sviscerando l'argomento in ogni suo aspetto, ed abbiamo scoperto che non sempre la scelta della dimensione della barca dipende dall'avere più o meno soldi, al contrario questa dipende quasi sempre solo dall'ambizione, ma da tanti altri fattori come il tempo che si ha a disposizione, il luogo dove si abita, i compagni di avventura che ci stanno accanto, l'esperienza di navigazione, la capacità di adattamento, eccetera, eccetera.
Ivan, dopo un lungo processo di spremitura del cervello ci delinea, attraverso i suoi "dieci comandamenti" il percorso che ha attuato per la realizzazione della sua barca, un bellissimo trikayak a vela.

Prima cosa i dieci comandamenti:
  1. Innanzi a tutto il peso, la barca più è leggera e meglio è (il carico, lo scarico, il trasporto, il montaggio e lo smontaggio devono poter essere effettuati da una sola persona senza ammazzarsi di fatica).
  2. Le dimensioni della barca imballata devono essere ridotte.
  3. La barca imballata deve entrare nel bagagliaio della macchina (dover comprare e mantenere un rimorchio non è accettabile).
  4. Il montaggio e lo smontaggio della barca deve essere abbastanza veloce, al massimo 1 ora.
  5. La barca deve poter navigare sia a vela che a remi, e la sua conversione deve essere veloce.
  6. La sicurezza al primo posto. Che sia un fiume o un lago si naviga ad una distanza relativamente breve dalla battigia, in due persone ci si può fare un lungo viaggio, in tre ci si sta in spiaggia. Le condizioni di navigazione non possono essere estreme e bisogna avere sempre il tempo di ritornare a riva a causa del maltempo o per altri motivi. Deve essere stabile, facile da usare, pratica e semplice da manovrare sia a vela che e a remi.
  7. La barca deve essere attraente, (semplice ma completa di tutto ciò che serve, non di più).
  8. Il costo deve essere basso, deve essere anche facilmente reperibile nel mercato e pronta "alla boa" da subito.
  9. Non bisogna avere la necessità di conoscere troppe cose da fare e da tenerne a mente, (non c'è tempo per questo).
  10. L'ultimo, e forse il più importante, la possibilità di partecipare a gare e regate.
La filosofia di realizzazione del trikayak si è basata sul testo di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, Kayak, catamarani, trimarani e gommoni a vela di Valery Peregudov e dal quale Ivan ha tratto una serie di interessanti citazioni che lo hanno guidato.

Il kayak scelto è a due posti Varzuga II di produzione Triton

Kayak Triton Varzuga II, dal sito Parusa.narod.ru
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.82 m
Larghezza: 0.81 m
Peso: 26 kg
Dimensioni imballo: 1.2 x 0.4 x 0.25 m
Persone trasportabili: 2
La struttura di questo kayak è in alluminio con alcune parti gonfiabili che lo rendono inaffondabile.
Da questa base Ivan è passato alla realizzazione del trimarano ma oggi Triton, come abbiamo già visto in alcuni post precedenti, come cyclojachting per esempio, offre la possibilità di avere i kit completi per trimarani a vela: Rig Cet. Sicuramente più convenienti che farseli da soli.

Rig Cet, dal sito Triton

Ivan conclude che ci sarà un futuro per questo tipo di imbarcazioni, non che saranno un nuovo fenomeno della nautica di gran moda, ma al contrario nuovi mezzi per la nautica popolare soprattutto dove la mobilità pone dei limiti, oggi imposti anche dal prezzo elevato della benzina, e dove sono a disposizione nelle vicinanze laghi e fiumi. Oppure quando la nostra vacanza si limita ad un weekend, quindi non si possono perdere ore a montare e smontare, o se non volendo allontanarsi troppo dalla costa non è necessario essere dei marinai esperti, il trimarano perdona gli errori che le altre barche non perdonano.
Ivan conclude così: "Molti potrebbero non essere d'accordo con me. Ma io non voglio litigare con nessuno e non pretendo di avere ragione a tutti i costi. Queste sono la mia visione e la mia scelta. E se altri sono interessati, credo che faranno bene. La diversità di opinioni è legittima in ogni cosa, la natura stessa è piena di diversità ed è su questa diversità che si nutre il grano dell'evoluzione!"

Sono completamente d'accordo con Ivan.



mercoledì 15 maggio 2013

Tragedia di Genova, si va nella giusta direzione?

Foto tratta da Melty.it
Smentite le mie affermazioni dal lettore Francesco, e dai primi esiti dell'indagine peraltro ancora in corso, in merito ai miei dubbi espressi sul comportamento del cargo torno sull'argomento ponendo solo degli interrogativi, sempre che gli organi di informazione diano tutte le notizie, ed in modo corretto, perché per me è l'unico modo per farmi un'idea personale.
Le ultime novità dell'indagine ricondurrebbero l'incidente ad un guasto temporaneo al governo della nave, eventualità che Francesco, ex Direttore di Macchina, ha considerato a suo parere plausibile. Non lo metto in dubbio, anzi lo prendo assolutamente per buono confidando nella sua esperienza.
Allora mi chiedo, se un guasto nelle prime operazioni di una nave è plausibile, a rigor di logica credo sia staticamente probabile anche uno scontro con la banchina. 
La prima domanda è: quanti scontri  con la banchina vengono registrati all'anno?
Io sono una schiappa ma, o perché il motore mi si ferma proprio al momento "clou", eventualità molto probabile perché è sempre al minimo dei giri, o per velocità eccessiva, o per cause dipendenti da altri, almeno il 20% delle volte che ormeggio vado a battere da qualche parte, ma questo non farebbe testo.
Comunque sia, e vado a memoria con le notizie dei TG, è accaduto varie volte quindi come minimo Categoria P3 - Possibile.
Altra domanda è: quanto può essere grave il danno se un cargo fa crollare quella maledetta torre?
A questa domanda rispondono i fatti: Categoria G4 - Gravissimo, infortunio o episodio con effetti letali o lesioni molto gravi e irreversibili e invalidità totale ........ In questo caso ci sono state nove vittime.
Altra domanda è: al momento della sua realizzazione così vicino a bordo acqua, è stata calcolata la resistenza della torre ad un urto con una nave di 40000 tonnellate?
Sempre che gli organi di informazione dicano tutto, ad oggi non risultano indagati altri se non i "naviganti", tanto che addirittura giornalisti della RAI sono andati ad intervistare il progettista della torre con tanto di progetti alla mano. Credo che se ci fossero stati altri indagati questo non sarebbe stato possibile.
Altra domanda è: perché il magistrato non ha messo tutto sotto sequestro, oltre la nave?
Progetti, valutazioni dei rischi, registrazioni di incidenti nel porto, segnalazioni da parte del rappresentante dei lavoratori, azioni correttive e preventivate per la sicurezza, comunicazioni, luogo dell'incidente e quant'altro?
Ultima domanda: perché il magistrato non ha indagato anche i responsabili del porto?
La tragedia di Genova non è una tragica fatalità, come probabilmente si vorrà dimostrare, ma un vero e proprio incidente sul lavoro.

Matrice del RISCHIO; immagine tratta dal sito NECSI
Come si vede dalla matrice del rischio se la probabilità di accadimento è P3 - Possibile, lo dimostrano i fatti, e la gravità avvenimento è G4 - Gravissimo, lo dimostrano i fatti, dovevano essere attuate azioni correttive come, per esempio, l'allungamento della banchina davanti alla torre. Infatti in questo caso il livello di rischio è come minimo A12. (L'immagine della matrice dei rischi l'ho tratta dal sito NECSI del quale invito tutti alla lettura)
Nella mia esperienza di Responsabile della Sicurezza in un industria elettrochimica di substrati per l'elettronica ho avuto solo un incidente classificabile come "grave". La causa fu identificata subito, due addetti alla manutenzione effettuarono un operazione sbagliata, fortunatamente conclusasi con danni gravi alle persone ma non permanenti. Dopo i primi momenti di concitazione, ambulanze, rapporti, contatti con la USL e i Carabinieri mi accorsi troppo tardi di non aver segregato l'area dell'incidente e, soprattutto, di non aver fatto le foto alla posizione di qualsiasi attrezzo, tubo, foglio, macchia di sangue, vite, bullone e quant'altro fosse presente. E' stato uno dei più gravi errori che abbia mai fatto, perché, benché la causa fosse certa, non vi potete immaginare quanto sia importante capire la genesi dell'incidente anche nei suoi aspetti apparentemente insignificanti. Le testimonianze delle persone erano tutte incredibilmente contrastanti.
L'aspetto più preoccupante relativo a questo disastro, a mio modesto parere, è che se non si indagherà in tutte le direzioni il risultato sarà quello solito: "tragica fatalità" e soprattutto se non si farà presto più tempo passa meno sarà possibile accertare fatti e responsabilità.


martedì 14 maggio 2013

Papì con l'albero e la vela

Papì nella rampa del garage
Ecco Papì completamente montato a parte la deriva e la pala del timone che non sono stati infilati negli appositi "fori" per ovvi motivi. A questo punto manca la prova del vento e delle onde che spero di attuare quanto prima; certo il perno "posticcio" alla base dell'albero sarà sempre una preoccupazione, anche se non si è mosso, ma si potrà pensare di ordinarlo come pezzo di ricambio alla WindGlider e farcelo saldare da chi fa le riparazioni ai gommoni se ci fossero problemi.


Non ho messo il boma del windsurf perché ritengo sia troppo pesante, qualora ce ne fosse il bisogno ne farò uno con una leggera stecca di legno.


Ecco la barra del timone ricavata da una vecchia racchetta da sci, non uso più le racchette da molto tempo quando scio.


Non è stato semplice arrivare a questo risultato ma mi sembra soddisfacente.


Il cosiddetto punto di mura, e per concludere una bella vista dall'alto.




lunedì 13 maggio 2013

Travel+Leisure: Best Italian Music Festivals, c'è il Trasimeno

Best Italian Music Festivals, da Travel+Leisure
Travel+Leisure, la Bibbia del turismo made in USA, ha stilato la classifica dei migliori Festival musicali italiani  e tra questi appare il Trasimeno Music Festival che si terrà nella magnifica cornice del Castello dei Cavalieri Templari di Magione dal 29 giugno al 5 luglio, alcuni eventi si svolgeranno anche nella vicina Gubbio e Perugia. 
Il Trasimeno Music Festival è nato da un'idea della pianista canadese Angela Hewitt, in questa occasione sarà imperdibile l'intervento del romanziere Jiulian Barnes che reciterà a fianco della stessa Hewitt in una serata di "parole e musica".

Durante il concerto del 2010, dal sito del Trasimeno Music Festival


Papì è arrivato e oggi ha il suo sartiame


Vi ricordate Paolo ed il suo WindGlider in regalo? Bé, alla fine ci siamo accordati con uno scambio vantaggioso per entrambi, io gli ho regalato due prestigiose pubblicazioni su Arezzo, la mia città.
Abbiamo anche convenuto che il nome migliore da dare a questa futura barca a vela sarebbe stato Papì, dalle iniziali di Paolo che è stato così gentile e generoso.
Mi sono messo subito al lavoro perché ho potuto verificare che la prima versione del WindGlider, il Mistral, è predisposto solo per il surf e non come barca a vela non avendo la base dell'albero, come si vede in figura.

Il perno presente nelle ultime versioni del WindGlider Multisport
Così ho preparato un perno è l'ho incollato nel vano che conteneva il foro per l'inserimento dell'albero mobile del surf.

Nell'originale del Mistral il foro era presente alla base
L'altra cosa che ho realizzato subito dopo sono stati gli attacchi per le sartie nonché i tre fori sulla sezione dell'albero.


E poi lo strallo di prua.


Ultimo aspetto critico è stato il timone che ho realizzato brillantemente con una delle due derive, ridondanti anche secondo il parere di Paolo, togliendogli un perno per renderla mobile e aggiungendo la barra in alluminio.


Ultima cosa che mancava era il perno del timone che ho realizzato con del materiale trovato nella cassetta degli attrezzi.


Papì in versione vela è stato modificato con l'unico scopo di fare "sailonbike", essere trasportato con la bici, gonfiato sulla spiaggia e via. Quasi sicuramente dovrò completare la realizzazione di un trolley per la bicicletta.


Nei prossimi giorni completerò il montaggio di Papì in giardino con le vele, la deriva ed il timone, posterò le foto definitive a breve. Unica cosa negativa è che l'altra sera ho prestato la mia bicicletta a Tommaso che se l'è fatta rubare sotto il naso; la cosa triste è che ad Arezzo sanno benissimo chi è che ruba le bici, dove le rivendono e chi le ricompra ma sembra che non ci si possa fare nulla, a meno di non andare lì a ricomprarsela per 20 €. Ho deciso di non farlo e di ricomprarmela una usata da un rivenditore onesto.

Questa era la mia bici
Comunque sia, a parte tutto, sono contento ..... e a presto con le nuove avventure di Papì! GRAZIE ANCORA PAOLO!!!!

Il WindGlider in una delle versioni più recenti
PS: una cosa sia palese a tutti a scanso di equivoci e malintesi, con Paolo, che è stato squisito, abbiamo convenuto uno scambio ma se per un qualsiasi motivo lui desiderasse indietro Papì io sarò sempre pronto a restituirglielo.


Boatbox, da box per auto a tender

Dal sito Boatbox
Non ci crederete ma tutte le volte che sono andato a cercare prezzi e dimensioni dei box per auto ho sempre pensato che la loro forma avrebbe potuto permettermi di realizzare una piccola barca, a vela naturalmente. 
In questo caso Boatbox è solo tender a remi ma non passerà molto tempo che ai suoi ideatori non venga in mente di applicarci l'armo di un Optimist.

Dal sito Boatbox
Comunque, qualsiasi altra considerazione si possa fare Boatbox mi sembra un'idea eccellente, tanto più che il suo prezzo che parte da 550 £ è solo leggermente superiore ad un normale Box portaoggetti.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 1.80 metri
Larghezza: 1.04 metri
Capacità di carico: 165 kg
Peso: 18 kg barca + 5 kg coperchio base
Colore nero
Va da sé che si può portare benissimo anche con la bicicletta, fungendo una volta da cargo, una volta da barca.

Dal sito Boatbox


Barchette di carta: Le Cronache di Narnia

Dal sito PaperCraftSquare
Le Cronache di Narnia, Harry Potter, Artemis Fowl, Eragon, il Signore degli Anelli  ed altri mattoncini similari sono i libri sui quali i nostri figli hanno basato la loro preparazione linguistica, credo gli sia servito molto leggerli alla sera prima di addormentarsi. 
Molto bellino questo modellino presentatoci da PaperCraftSquare e scaricabile da QUI.
Ve l'immaginate realizzarla davvero una barca così!


domenica 12 maggio 2013

Botenbouwdag, costruire una barca in un giorno

Dal sito Vripack Botenbouwdag
L'evento è stato organizzato da Vripack in collaborazione con gli studenti del Technasium in Sneek.

L'idea di vivere un Botenbouwdag nella nostra organizzazione, spiega Bart Bouwhuis della Vripack, è perché le attività sociali sono la nostra priorità e, attraverso la cooperazione con il Technasium, abbiamo creato una situazione "vincente".
Secondo Jan Gerben de Vries, insegnate al Technasium e coordinatore del progetto, l'organizzazione di questo evento ha creato un ponte tra istruzione e mercato del lavoro ed è stata una sfida educativa per gli studenti.

Un evento per la famiglia
Lo scopo principale del Botenbouwdag è stato quello di organizzare un evento orientato alla famiglia, incentrato nell'unione tra sport e crescita consapevole. Gli interessati possono partecipare a varie attività, ma l'attività si incentrerà soprattutto sulla costruzione di una barca.
Allo sviluppo del kit per la realizzazione della barca hanno contribuito un certo numero di studenti assieme ad un team di Vripack.
Il kit completo della barca, del valore di € 100, può essere ordinato dal 1 aprile al 1 giugno sul sito del Botenbouwdag . Fai presto ad ordinarlo perché il numero non è illimitato!

La Fondazione Vela per i Bambini
Il ricavato dalla vendita dei kit Botenbouwdag verrà devoluto ai ragazzi della Fondazione Vela per i Bambini che organizza vacanze a vela per bambini gravemente malati di malattie croniche.

Via: De Telegraaf Vaarkrant



sabato 11 maggio 2013

Storia di barche, navigare tra archeologia e tradizione

Dal sito Associazione Arbit

"Un incontro per conoscere la storia millenaria delle barche che hanno solcato le acque dei fiumi e dei laghi dell’Italia centrale ........"

Tutto quello che volete sapere su questa pregevole iniziativa che si terrà a Castiglione del Lago, Palazzo della Corgna, sabato 13 maggio alle ore 10, lo potrete leggere nel sito dell'Associazione Arbit.

Il magnifico Palazzo Duca della Corgna visto da dietro, sullo sfondo il Castello del Leone di Federico II di Svevia, dove è sepolto il Santo Graal.




Tragedie, come andarsele a cercare

Immagine tratta da Google Maps
Un triste quanto inquietante proverbio dice che "del senno di poi son piene le fosse", ma pensare che una struttura del genere non presentasse dei rischi in un porto in cui si movimentano migliaia di immensi cargo all'anno mi sembra quanto meno singolare. Premesso che il rischio dello scontro con la banchina è sempre presente a causa di errori umani e guasti credo che un qualsiasi ingegnere, anche fra i più inesperti, sia capace di calcolare l'inerzia di un cargo di grandi dimensioni e le forze che entrano in gioco quando questa perde il suo controllo, anche a bassissime velocità.
Ad oggi sono stati indagati il capitano della nave ed il pilota del rimorchiatore, credo che non sia sufficiente poiché una valutazione dei rischi presenti nel porto redatta adeguatamente avrebbe dovuto mettere a nudo una criticità del genere, pertanto riterrei che tra i primi indagati ci debbano essere il Comandante della Capitaneria e il Responsabile della Sicurezza del Porto di Genova.
Inoltre non credo affatto alla versione del "guasto temporaneo", altra singolarità di cui ho sentito parlare solo in questo frangente, il capitano della nave non ha acceso i motori e basta, per motivi ancora tutti da chiarire che vanno dall'assenza nel ponte della nave, alla noncuranza o, peggio ancora, assenza nelle comunicazioni.
Il pensiero e il dolore per le vittime, le loro famiglie e la solidarietà con la Guardia Costiera che tanto si prodiga per assisterci in mare non ci deve far dimenticare che la ricerca puntuale delle responsabilità potrà servire a salvare altre vite.


venerdì 10 maggio 2013

Aspetti fiscali del blogger non professionista

Immagine che imperversa in rete
Incredibile ma vero quanto che in questo momento sto scrivendo! Come avrete visto dal mio blog appaiono e scompaiono banner pubblicitari, dipende da me e secondo il commercialista che ho consultato in merito a come dichiararne i proventi. Per carità, non pensate chissà cosa, questi introiti serviranno si e no a pagare una bolletta del telefono, almeno ad oggi, sperando con il tempo di diventare ultra milionario come Beppe Grillo.
In merito alla dichiarazione di proventi di blogger non professionisti, se si cerca in rete, si dice tutto ed il contrario di tutto, nei siti ultratitolati di maestri dell'economia le dichiarazioni sono perentorie:
  • per mettere la pubblicità nel blog occorre la Partita IVA, qualunque cifra si guadagni, poiché l'attività rientra nel "commercio elettronico";
  • sotto una certa soglia basta inserire i guadagni su "entrate diverse" nel 730, senza necessariamente aprire la Partita IVA, perché l'attività del blogger è saltuaria.
Tutto ciò anche con i commercialisti e  tanto per riassumere perché, se si entra un po' nel dettaglio, ci si perde negli sconsiderati meccanismi della nostra legislazione fiscale e non se ne esce più.

Volendo fare le cose in regola per non rischiare una sanzione di 4000 €, tra contributi non pagati e multe, per averne guadagnati solo 100, sono andato direttamente nel sito della Agenzia delle Entrate, nella sezione "contatti" e ho chiesto, tramite mail, come potevo inserire questi piccoli proventi, dovuti ad una attività che si basa sulla redazione di contenuti saltuari e non su di una promozione pubblicitaria continuativa anche se i banner sono esposti da Google ogni minuto del giorno. 
Dall'Agenzia delle Entrate mi hanno risposto, devo dire con gentilezza e sollecitudine, nel seguente modo:

Gentile contribuente, 
i compensi descritti nel quesito sembrerebbero poter rientrare fra quelli previsti dall'art. 67, comma 1, lett. l del DPR 917/1986 che qualifica quali "redditi diversi" i proventi derivanti da obblighi di fare, non fare o permettere. Tuttavia, in assenza di pronunciamenti di prassi in merito da parte dell'Amministrazione finanziaria, non è possibile fornire una risposta esaustiva al quesito tramite questo servizio di posta elettronica. La invitiamo, pertanto, a riproporre il quesito avvalendosi dell'istituto dell'interpello di cui all'art. 11 della legge 212/2000. etc. etc. 

Questo significa che, nonostante tutti i maestri, dottori, commercialisti, avvocati, esperti e qualsiasi altro si voglia titolato che opera in questo paese NESSUNO, DICASI NESSUNO, ha mai fatto una richiesta di interpello all'Agenzia delle Entrate su questo argomento che riguarda migliaia e migliaia di blogger che espongono la pubblicità. Mi chiedo anche, a questo punto, a cosa servano gli ordini, i sindacati e le associazioni di categoria.

Sono costernato, esterrefatto e senza parole, ieri ho preparato la richiesta di interpello e l'ho inviata all'Agenzia delle Entrate con Raccomandata A.R., entro 120 gg mi dovranno rispondere.
Ma dovevo essere proprio io a farlo, un emerito nessuno dai miserabili proventi? E' già, qui da noi è meglio che le cose rimangano sempre a metà in modo che si possa evadere meglio il fisco, sicuramente da oggi qualcuno ce l'avrà con me.
ITALIA, che paese!


giovedì 9 maggio 2013

Fiart, una grande storia italiana

Fiart Ranger, dall'Annuario Fiart per il 50°
Spero che non vi dispiacerà se oggi vi parlo di un'azienda che ha prodotto quasi esclusivamente motoscafi e non barche a vela, ma sono troppo affezionato a questo nome, il Fiart Ranger è stato il nostro primo vero motoscafo per tanti anni. Ho ritrovato la sua foto nell'Annuario Fiart per il 50°.
Una grande storia quella del Cavalier Ruggiero di Luggo che nel gennaio del 1960 realizzò la sua prima imbarcazione in vetroresina chiamata Conchita in quel di Baia, nello splendido Golfo di Pozzuoli.
Ed è proprio nei piazzali della Fiart che tenevamo il Ranger per tutto l'anno prima di vararlo durante l'estate per recarvisi a Procida, l'isola più bella del mondo, lasciando la mitica Fiat 2300S Coupé in un parcheggio a pagamento a Pozzuoli.
Vi immaginerete quindi che eravamo alla fine degli anni '60, anni irripetuti ed irripitetibili di vitalità, di creatività, di buon gusto, di eleganza che non solo il nostro paese ma tutto il mondo hanno perso e non più ritrovato nei decenni successivi fino ad oggi.
Osservate questa pubblicità della Super Conchita e capirete che a quei tempi non c'era certamente bisogno di essere palestrati, gonfiate dal silicone o seminudi per apparire estremamente belli ed eleganti.

Super Conchita, dall'Annuario Fiart per il 50°
Il Fiart Ranger fu acquistato da mio padre a  Castiglione del Lago al Trasimeno, usato pochissimo, credo fossimo verso la fine degli anni '60. Ci navigammo un po' al Trasimeno poi lo trasferimmo a Baia con cui facevamo la traversata per Procida pieni di valigie ed ammennicoli per le vacanze. Come si vede dalla foto aveva due motori Johnson, uno da 85 Cv e uno da 6 Cv, e non ci crederete ma il motore di riserva ci è venuto in soccorso diverse volte. Abbiamo tenuto il Fiart Ranger fino agli inizi degli anni '80 dopo averlo trasferito all'Elba, a Marina di Campo, luogo dove avevamo deciso di passare le nostre nuove ferie estive.

Il nostro Fiart Ranger ormeggiato alla Chiaia
Visto che l'ho nominata eccovi anche quello che mi rimane tra le foto della mia famiglia prima di salire sulla Fiat 2300S Coupé, una meraviglia di design, eleganza e raffinatezza che l'industria automobilistica italiana decise incomprensibilmente di abbandonare, orientandosi verso quelle brutture inaudite ed innominabili.

La Fiat 2300S Coupé a Cervinia
Ma la Fiart ha fatto anche barche a vela, oltre che kayak. Poche ma certamente interessanti come il Libeccio, barca di 6.60 metri e di 900 kg di peso e la Procellaria, una deriva di 4.50 m. Nella foto c'è anche la "Sogliola", un antenato del più moderno stand up paddle che tanto successo ha avuto di recente

Kayak, barche a vela e stand up paddle, dall'Annuario Fiart per il 50°
Poi infine ci sono stati il Libeccio III, una barca a vela di 7.7 metri molto simile al Piviere, l'Optimist e la Scilla, una pilotina con opzione a vela di 5 metri che ancora si trova nel mercato dell'usato.

Lo Scilla era predisposto anche con kit velico, dall'Annuario Fiart per il 50°
Purtroppo per me ho molti rimorsi e pochissimi rimpianti del mio passato, ma gli anni e le vacanze passate con il Fiart Ranger e la mia famiglia sono stati davvero indimenticabili.
Oggi la Fiart, onore al merito, produce grandi e bellissimi yacht a motore, peccato però che come tanti cantieri italiani non abbia voluto mantenere anche il gusto delle cose piccole e belle.

Conchita, dall'Annuario Fiart per il 50°

Sibkat 24, ovunque nel mondo

Dal sito Blizko.ru
E' bé insomma, che un catamarano di queste dimensioni costi da 5623 € a 8557 € mi sembrerebbe quasi impossibile. Comunque questa è la traduzione:

Descrizione:
Smontato e conservato in contenitori separati, di lunghezza massima fino a 2,9 m;
Consegna: 2-4 mesi;
Con il motore 3 hp si muove a circa 5 nodi con 650 kg di carico;
Navigazione con venti fino a 7 Beaufort e onde fino a 3 m;
Termini di pagamento: acconto del 65%;
Spedizione: ovunque nel mondo;
Shop: Sibkat.ru

Per chi volesse invece volesse andarselo a prendere, mi raccomando non sbagliate strada, si entra di qua. Da Arezzo sono solo 6221 km, ci vogliono 72 ore di auto e si attraversano 6 paesi, forse conviene farselo spedire per posta.



App di iPhone: Compass Eye

Dal sito Poketmariner
Da oggi, con Compass Eye, è possibile fare rilevamenti anche con l'iPhone. Progettato come ausilio alla navigazione è stato ideato da uno skipper per gli skipper, ma può essere utilizzato anche a terra.  Il bello è che si dice che funzioni incredibilmente bene, anche con la barca in movimento. 
Acquistabile su Appstore al modico prezzo di 4.99 $ può essere utilizzato su l'iPhone 3Gs, 4 e successivi modelli.

Dal sito Poketmariner
Funziona per tutti gli orientamenti, ha una funzione di zoom di 8x quindi serve anche come binocolo, per la triangolazione è possibile utilizzare tre segmenti e l'immagine "catturata" dalla telecamera include tutte le informazioni necessarie quali la bussola, il rilevamento, il tempo, la posizione, la rotta, la rotta di collisione etc. 
Ovviamente la bussola può essere posizionata anche in orizzontale sopra la mappa per pianificare la rotta, ovviamente con il valore stimato della declinazione magnetica, del cui calcolo abbiamo parlato in un post precedente.

Immagine tratta da Cruising World

mercoledì 8 maggio 2013

Sailing on the backs of whales



Assolutamente da guardare, sfiderei ognuno di voi lettori a fare la stessa cosa. Delle kayaksailor avevamo già parlato nel post "Sailing with Swing" e, se ben vi ricordate, le Vancouver Island le abbiamo viste almeno un centinaio di volte nelle piovose domeniche pomeriggio autunnali nel film "Luna, spirit of the whale".

L'orca Luna è esistita davvero, così come è vera la storia del film. Nata nel 1999 fu separata dalla madre e trascorse i suoi primi anni di vita al largo della costa occidentale della Vancouver Island. Luna creò effettivamente dei problemi causando danni alle imbarcazioni, ad un idrovolante e provocando ferite a se stessa a causa delle eliche delle barche. Nel 2004, come raccontato nel film, alcune associazioni di pescatori appoggiati dalle autorità locali cercarono di intrappolare Luna in una vasca per trasferirla ma l'opposizione di Mowachaht/Muchalaht First Nations ebbe la meglio dopo nove giorni di estenuanti proteste. Il 10 marzo del 2006 Luna morì, colpita da un elica del rimorchiatore oceanico "Generale Jackson". (Storia maldestramente tradotta ed interpretata da me medesimo da: Orcaspirit).

Camping nautico con kayaksailor, dal forum folding kayaks


martedì 7 maggio 2013

Circumnavigare l'arcipelago delle Lofoten con un trimarano gonfiabile


Eccovi una stupenda immagine tratta da Street View dell'Arcipelago delle Lofoten prima di accingermi a riassumervi brevemente il resoconto di questa fantastica storia, Второе Лофотенское Кольцо, raccontataci da Григорий Шмерлинг e Надежда Чернова, una bella coppia di naviganti su di un trimarano gonfiabile, il modello precedente dell'attuale Sibcat FreziGrant 20.

Il percorso effettuato da Gregory e Speranza, dal sito Pausa.parod.ru
Le isole Lofoten sono un arcipelago della Norvegia che si estende a Nord-est tra le contee di Nordland e Troms. In totale hanno una superficie di 1.227 km², e contano oltre 24.000 abitanti.
Il territorio è caratterizzato da montagne (il monte più alto è il Higravstinden, di 1.161 metri slm), che finiscono a strapiombo sul mare, una ricchezza per le isole.
Le Lofoten si trovano oltre il circolo polare artico. Nonostante ciò, il clima è caratterizzato da temperature piuttosto miti principalmente grazie alla corrente del Golfo. La temperatura minima registrata nel 2009 è stata di -13.1 °C, il 7 febbraio, mentre la massima di 26.6 °C il 3 agosto. Le temperature medie mensili più basse nel 2009 sono state registrate nei mesi di Dicembre (-0.8 °C) e Febbraio (-2 °C).
Data la latitudine, le Lofoten sono interessate dal fenomeno del Sole di mezzanotte, e considerate un ottimo punto di osservazione per le aurore boreali. (tratto da Wikipedia)

La circumnavigazione del Secondo anello delle Lofoten è durata 15 giorni per un totale di 305 miglia nautiche delle quali 118 sono state effettuate a motore che ha consumato 26 litri di benzina. Le condizioni di vento medio sono state intorno ai 3-4 Beaufort. 
Il nome "secondo" di questa nuova avventura dei nostri eroi proviene dal fatto che nel 2010, l'anno precedente, avevano effettuato l'Anello delle Lofoten, consistente nella navigazione lungo la parte interna dell'arcipelago.

Poiché il mio russo è ancora fermo ai tempi del famigerato "Circolo dell'Inchiostro a China" che lungo il confine della Norvegia con la Russia, nello stretto passaggio della Regione di Kirkenes la città dove non cala mai il sole, ha condotto le operazioni tra le più pericolose e temerarie mai attuate dai nostri "servizi" nella base navale di Му́рманск (Murmansk) per carpire informazioni sul sottomarino nucleare d'attacco della nuova Classe Oscar, il K-525, non credo di essere ancora in grado di fornirvi una descrizione dettagliata di tutto il racconto. La memoria langue, quindi vi dovrete arrangiare con il traduttore automatico

Ma torniamo al nostro racconto.
Le prime fasi si articolano tra le solite problematiche tecniche che non avremmo mai voluto incontrare, guasti inaspettati, rotture e pezzi mancanti e l'adeguamento ai sistemi di comunicazione diversi di paese in paese. 
Per quanto riguarda i giorni successivi,  solo le immagini mozzafiato possono descrivere la grandiosità di un'avventura di questo tipo, e i problemi, per quanto importanti come la foratura del PVC, le onde, il freddo, la mancanza dell'acqua potabile ed infine l'assenza di vento in alcuni tratti diventano secondari.

Panorami mozzafiato, dal sito Pausa.parod.ru
Gregory e Speranza hanno fatto un resoconto dettagliatissimo di tutte le tappe con tanto di cartine geografiche, degni di rilievo le fonti di approvvigionamento, la descrizione dei luoghi meravigliosi, delle spiagge dove fermarsi, della disponibilità della gente del posto, dei pregi e difetti della loro barca per concludere con le spese totali di questo viaggio, poco più di 1000 €.

Concludo dicendo che solo con un catamarano o un trimarano gonfiabile si può pensare di vivere un'avventura del genere, in cui il rapporto tra costi e divertimento è estremamente vantaggioso.

Le piccole barche fanno grandi i marinai!




lunedì 6 maggio 2013

Scuola di vela e di navigazione storica

Locandina dal Museo della Marineria di Cesenatico

Scuola di vela e navigazione storica Cesenatico, Museo della Marineria, dal 11 al 13 luglio 2013

Il Museo della Marineria di Cesenatico e l’Istituto Italiano di Archeologia ed Etnologia Navale (ISTIAEN) invitano alla scoperta di un modo autentico e totale di vivere il mare, riproponendo la quinta edizione della scuola di vela con barche tradizionali.

La Scuola ha lo scopo di far conoscere e valorizzare la nautica tradizionale, sia come prezioso patrimonio culturale, sia come modo autentico e coinvolgente di vivere lo sport della vela, recuperando un rapporto diretto e originario con il mare e le tecniche per navigarlo. Gli argomenti della scuola andranno dalla storia ed evoluzione di barche e vele alle tecniche di navigazione e all’uso di strumenti nautici tradizionali. Le tre giornate di corso vedranno lezioni intensive a bordo e a terra, con un programma che prevede - compatibilmente con le condizioni meteomarine - almeno due giornate in mare.

Il corso avrà la durata di tre giorni, da giovedì 11 a sabato 13 luglio 2013, con un massimo di 18 partecipanti ammessi. Mentre le lezioni e i briefing si terranno al Museo della Marineria di Cesenatico, per le lezioni in mare saranno impiegate un trabaccolo e un cutter del Museo della Marineria di Cesenatico alle quali potranno aggiungersi altre barche tradizionali con vele al terzo messe a disposizione dall'Associazione "Mariegola". La direzione scientifica del corso e il ruolo di tutor è affidata a Stefano Medas, archeologo e storico navale, Presidente dell'ISTIAEN.
Non è richiesta alcuna precedente esperienza di vela, ma solo la voglia di vivere il mare in modo intenso e autentico. All'atto della conferma di iscrizione verranno fornite tutte le necessarie indicazioni pratiche (abbigliamento, dotazioni, precauzioni, ecc.).

L'iscrizione alla scuola ha un costo a persona di € 99 e comprende la partecipazione a tutte le attività didattiche comprese le uscite in mare: SCHEDA DI ISCRIZIONE.
Le attività del Museo della Marineria di Cesenatico si svolgono in collaborazione con Gesturist Cesenatico S.p.A..

Informazioni / iscrizioni: Museo della Marineria Cesenatico: 0547-79205 - infomusei@cesenatico.it www.museomarineria.eu

..... potessi lo farei di corsa!


App di iPhone: cosa ho in barca?

What's on my boat, dal sito itunes.apple
What's on my boat, con soli 1.99 $, sai cosa hai in barca e dove lo hai messo. Per utilizzarlo basta inserire l'oggetto, ma vi si può aggiungere una foto, una categoria, un luogo, un elenco e una nota. Obbiettivo finale? Passare più tempo a pensare alla vela e non a cercare le cose in barca ..... basta rimettere ogni cosa al suo posto.

What's on my boat, dal sito itunes.apple


domenica 5 maggio 2013

Kartor scandinavo, sarà presto utile

L'isola in un fiordo nel Kartor scandinavo
Kartor scandinavo on-line, mi è stato utile per verificare i fondali dell'isola situata in un fiordo svedese, a nord di Stoccolma, in cui esilierò se la deriva antidemocratica che questo paese sta prendendo proseguirà in questa direzione, dieci milioni di elettori sono troppi per uno che pretende di fare il "padre costituente" nelle condizioni in cui è, come si presenta, come intende ridurci e come, sembra, ha basato la sua "fortuna".
L'isola è in vendita su Vladi.de, c'è tutto quello che serve, una casetta col focolare, il dondolo e l'imbarcadero, ma soprattutto un paese democratico. Anche la barchina c'è già, Aspirina!
Qua, in queste condizioni, non rimango di certo!

L'isola di Stora Alören, in vendita su Vladi.de
Il marina di Grisslehamn, posto nelle vicinanze.


Visualizza Stora Alören in una mappa di dimensioni maggiori

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