venerdì 31 maggio 2013

Navigare l'Arcipelago delle Curili, tra le Isole del Nord e un secolo e mezzo di controversie


Visualizza Vikinghi in una mappa di dimensioni maggiori

Questo è stato l'ultimo dispaccio intercettato dal "cable non classificato" del famigerato "Circolo dell'Inchiostro a China".
Destinatario: nome in codice Джулио, Giulio per gli amici.
Mittente: nome in codice: classificato
"Il governo del Giappone ha avvertito il Cremlino, ma Dmitrij Anatol'evič Medvedev non ha voluto sentire ragioni. Il presidente è stato il primo leader russo a visitare le isole Curili meridionali. Tokyo così ha immediatamente richiamato il proprio ambasciatore a Mosca ed ha sottolineato che quel viaggio ha urtato la suscettibilità della popolazione del Sol levante. «Sono nostre questioni interne», ha risposto il ministero degli Esteri russo. I quattro isolotti occupati alla fine della Seconda guerra mondiale dall'Armata rossa sono dal 1945 al centro di una complessa battaglia diplomatica tra i due Paesi. Esperti, storici e politici cercano di dimostrare periodicamente la giustezza delle posizioni ufficiali di Mosca e Tokyo. Gli Stati Uniti d'America si sono schierati con il Giappone. Nelle prossime settimane il presidente americano Barack Obama dovrà ridiscutere i rapporti bilaterali con Tokyo. Il 13-14 novembre il capo della Casa bianca sarà presente al summit dell'Apec, dei Paesi del Pacifico a Yokohama. In questa stessa sede il presidente Medvedev dovrebbe incontrare il premier giapponese Kan, almeno così hanno annunciato alcune fonti vicine al Cremlino".

Immagine tratta da Wikipedia
Quasi centocinquanta anni di controversie per un piccolissimo arcipelago di isole disabitate si sono ripresentate di recente in tutta la loro gravità, riaprendo una crisi diplomatica che ha allargato i suoi orizzonti fino ai confini degli Stati Uniti d'America. 
Obama che stava già pensando di inviare "Abe" nel Golfo Persico era pronto a cambiarle destinazione ai confini del Mare di Okhotsk, nel Pacifico del Nord.
"Calma ragazzi!" è stata la risposta che ho dovuto urlare al telefono rosso di Obama, ".... fate poco i cowboys, maledizione! L'8 agosto 2011 è prevista una spedizione di giovani naviganti su di un catamarano gonfiabile a vela che iniziando la sua navigazione da Aniwa Bay sulla costa meridionale dell'Isola di Sakhalin si dirigerà lungo tutto l'arcipelago fino alla Penisola della Kamčatka."
"Queste sono le informazioni che ha avuto la nostra intelligence e non potete intervenire."
Il famigerato Circolo dell'Inchiostro a China non si sbaglia mai, menché meno nome in codice Giulio. Fortunatamente Obama ha poi desistito e ha inviato "Abe" nel Golfo Persico per assicurare l'apertura dello Stretto di Hormutz.
E meno male, questo è il resoconto dell'avventura dei nostri eroi, ЧАПАЕВ И ПУСТОТА часть 1 (Parte I) e ЧАПАЕВ И ПУСТОТА часть 2 (Parte II), e questa è la FOTOGALLERY.

Dalla fotogalley di Chapaev and Emtiness 2011
Loro non lo sanno, ma gli abbiamo evitato un ingaggio in mare con "Abe" la portaerei statunitense "Abraham Lincoln", la quinta unità della classe Nimitz della United States Navy.


Kontender K2, una deriva versatile e per tutta la famiglia

Kontender K2 in navigazione, dal sito Stowawayboats
Sempre di più barchetta "senza pensieri", è questa la filosofia che vuole proporre questo Kontender K2, sorella del nostro Paper8 di cui abbiamo parlato, assieme ad altre, nel post "Pieghevole o smontabile?".
Realizzata con vari componenti plastici e fibra di vetro il K2 ha le seguenti caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.05 m
Larghezza: 1.28 m
Peso con sail rig completa di accessori: 70 kg (39 + 15.5 + 3.8 + 2.9 + 9)
Larghezza (piegata): 0.48 m
Altezza (piegata): 0.20 m
Sup. velica: 5.7 mq
Persone trasportabili: 3 adulti (260 kg)
Potenza fuoribordo consigliata: 2.3 Cv

I componenti dello scafo del Kontender K2, dal sito Stowawayboats
Trasportabile sul tetto dell'auto ed immagazzinabile in garage può funzionare da tender per una barca più grande.

Il Kontender K2 sul tetto dell'auto, dal sito Stowawayboats
Il suo prezzo completo di IVA dovrebbe aggirarsi intorno alle 7000 £, come da LISTINO PREZZI, questa è la sua BROCHURE, e QUI potete leggere il manuale del proprietario con le istruzioni per il montaggio.
Certo, la libertà ha un suo prezzo ma vuoi mettere, viva la libertà!



giovedì 30 maggio 2013

Der Gardasee gilt als das deutsche Traumziel schlechthin


La rivista tedesca Segeln premia il nostro Lago di Garda definendolo come la "destinazione sogno" per eccellenza di ogni tedesco, sia nell'acqua che nella terraferma.
Il giornalista Thomas Kliem accompagnerà i lettori attraverso una navigazione sul lago alla ricerca delle specialità culinarie offerte dai pescatori del Lago. L'articolo sarà visionabile nel numero di luglio.
Che dire, grazie! La vista che si vede su Google Maps è quella che avemmo durante una pausa lungo il nostro viaggio per le Dolomiti quattro anni fa, un panorama mozzafiato.

Noi a Torbole


mercoledì 29 maggio 2013

OMG: il Figaro scuffia e succede anche nelle migliori famiglie



Ogni tanto vado a guardare le "chiavi di ricerca" di accesso al sito, l'unico dato disponibile veramente interessante a cui si può accedere nelle statistiche perché raccoglie quali sono gli interessi reali dei visitatori. 
Oltre alla delusione che non ho mai trovato la fatidica parola "qual'è il blog di quel fico del Lenzi", a volte mi è successo di vedere la richiesta "il Viko 20 scuffia?". 
Bé posso rispondere io, il Viko 20, il mio barchino, non scuffia a meno che non lo si voglia far scuffiare, come in questo caso un bel Figaro, non so di quante tonnellate. E' come se ci si chiedesse, "ma l'auto ci va contro un muro?" Certo che ci va se si vuole che ci vada.


martedì 28 maggio 2013

Ladeuch '30, un micro cabinato di tre metri

Ladeuch '30, dal sito di Jean Claude Michaud
Se si ha una predilezione particolare per le barche piccole non si può fare a meno di apprezzare questo Ladeuch '30, micro cabinato di soli 3 metri di lunghezza progettato da Jean Claude Michaud
Il Ledeuch '30 è una vera e propria barca "minimalista" con ben due chiglie, il progetto è disponibile sia per la produzione in alluminio che in legno. 
I piani di costruzione sono disponibili su richiesta. 

Via: Osavoile


Barchette di carta: Sagres II

Sagres II, dal sito Canon Paper Craft
"Il Sagres II è stato costruito nel 1937 dal cantiere Blohm & Voss di Amburgo, in Germania. Ha iniziato come nave scuola della Marina Militare tedesca con il nome Albert Leo Schlageter. Danneggiata nella seconda guerra mondiale, è stata successivamente confiscata dagli Stati Uniti e consegnata al Brasile, dove dal 1961 è stata utilizzata, anche in questo paese, come nave scuola con il nome di Guanabara. Successivamente è stata venduta alla Marina portoghese, che è diventata la Sagres II sempre con la stessa funzione formativa, ruolo che continua ad avere fino ad oggi. Il suo nome deriva dal Capo Sagres, il sito della prima scuola di marina al mondo, fondata dal principe Enrico il Navigatore nel 15° secolo.
Sulle sue vele è impressa la Croce di Malta che era il blasone delle navi portoghesi durante l'Età delle Scoperte."

Via: Canon Paper Craft


lunedì 27 maggio 2013

Das LOAD von Riese & Müller läutet eine neue Aera bei den Lastenrädern ein

Load, dal sito Riese & Müller
Il titolo l'ho ripreso da Twenty Inch perché mi è sembrato riassumesse al meglio la novità che Riese & Müller ha lanciato nel 2013, "..... nasce una nuova epoca per le biciclette da carico".
Load è una cargo bike, ibrida a pedali ed elettrica, con le sospensioni assistite totalmente ma anche smontabile per il trasporto, un cargo mai visto prima, comodo, veloce, agile e facile da usare.
Il prezzo è importante, circa 5000 €, ma Load Hybrid è davvero interessante, sicuramente da utilizzare assieme ad una barca smontabile, per esempio questo magnifico Klepper a vela giallo trovato su Folding Kayak Forum.

Un bellissimo Klepper S-2 mit sailrig, gelb, dal sito Folding Kayak Forum
C'è anche un video dimostrativo.





domenica 26 maggio 2013


sabato 25 maggio 2013

Turks Auction, la più bella collezione di cimeli nautici del mondo

Dalla Slideshow di Turks Auctions
Il 14 aprile 2010 nei pressi di Gillingham, in Inghilterra, si è tenuta un'asta di circa 200 imbarcazioni collezionate dalla famiglia Turks di Kingston negli ultimi 100 anni. La vendita ha compreso oggetti che sono stati presenti  in produzioni cinematografiche che vanno dalle Avventure del Capitano Hornblower fino ad Harry Potter. 
In qualche post precedente abbiamo visto che era stata posta in vendita la magnifica canoa  a vela Nautilus di Warington Baden Powell ma vi si trovavano anche diverse prestigiosissime barche in stile vittoriano, gondole, traghetti e di fantasia.
Degli oggetti presenti esiste una interessantissima SLIDESHOW.
Oltre le barche, erano in vendita anche numerosissimi cimeli d'epoca come bussole, carte e attrezzature nautiche di ogni genere. Deve essere stata un'asta bellissima, peccato di non aver potuto partecipare.


All is lost



Presentato fuori concorso al Festival di Cannes di quest'anno All is lost (Tutto è perduto) si basa su di una storia vera. Interpretato da Robert Redford, unico personaggio del film, racconta la forza con la quale ci si aggrappa ad ogni nuovo tentativo anche quando tutto sembra perduto, la chiave del film. L'aspetto sorprendente è che non vi è nessun dialogo con altri personaggi, coinvolgendo allo stesso tempo gli spettatori nell'evoluzione della drammaticità della storia.
Privato della radio e delle apparecchiature per la navigazione a causa di una violenta tempesta, l'uomo scopre, al suo risveglio, che lo scafo del suo yacht di 12 metri è stato perforato in una collisione da un container alla deriva. 
Nonostante la riparazione, la sua competenza tecnica e la forza fisica il navigatore solitario sopravviverà a stento e se il sestante e le carte nautiche gli permetteranno di conoscere la sua posizione dovrà contare solo sulle correnti per essere portato sulla rotta di una nave di passaggio. Il sole implacabile, la minaccia degli squali e l'esaurimento delle riserve di acqua e di cibo porteranno il navigatore a guardare la morte in faccia.

Regia di Jeffrey C. Chandor, al suo secondo lungometraggio, e prodotto da Zachary Quinto.



venerdì 24 maggio 2013


Caschetto obbligatorio anche in barca a vela? Perché no!

Caschetto, da Sweet Protection
Certo, in questo caso, circa 200 € per un caschetto non sono pochi ma se ne possono trovare anche a cifre molto inferiori, magari non così belli ma ugualmente funzionali (in Italia si possono trovare da Ozone Kayak).

Strutter, da Sweet Protection
A me piace questo modello perché è molto simile al mio cappellino, ma sono belli anche quelli che si vedono nell'America's Cup. Ricordiamoci che la sicurezza viene prima di tutto e la strambata con conseguenze imprevedibili è sempre in agguato. Una volta, a causa di un salto improvviso di vento quasi normale al lago, mi è successo con una potenza ed una forza tale che non avrebbe lasciato scampo a chi si fosse trovato nella sua traiettoria e l'unica conseguenza fu che, a detta dei presenti, diventai bianco come un cencio.
Personalmente ritengo che almeno nelle regate di ogni genere e tipo dovrebbe essere sempre obbligatorio indossarlo.

A bordo di Luna Rossa si indossa il caschetto, dal sito Fare Vela


Barbiere "fai-da-te" in barca

Single Handed Barber, dal sito Hammacher Schlemmer
Se non mi fosse capitata la sventura che Elena, per tagliarmi i capelli troppo lunghi cresciuti in barca, non mi avesse lasciato dei buchi tali in testa che dovetti correre di corsa dal primo barbiere del primo approdo conosciuto non avrei affatto segnalato questo Single Handed Barber, un taglia capelli elettrico che rade uniformemente in tutte le direzioni in quattro diverse lunghezze. Credo che il suo costo di circa 60 $ valga assolutamente la spesa. 
E così anche oggi ne abbiamo scoperta una nuova, anche dov'è un barbiere davanti ai grandi yacht di Porto azzurro.


Via: Gizmag


Da remi a vela

Converting a rowing dinghy to sailing
Ne abbiamo parlato molto ed in più occasioni, convertire una canoa, un kayak, un canotto, una barchetta a remi in una vera barca a vela. Si tratta di predisporre tutta l'attrezzatura necessaria che consiste principalmente nell'albero e nel boma, nella vela, nella deriva ed infine nel timone.
Converting a rowing dinghy to sail ce lo spiega con estrema facilità, immagini semplici e dettagliate ma soprattutto un linguaggio tecnico facilmente comprensibile anche con il traduttore (fare solo attenzione a quando vengono convertiti i piedi con i metri).

Converting a rowing dinghy to sailing


giovedì 23 maggio 2013

Suzukino, il piccolo SUV

Suzuki Jimny Rock am Ring, dal sito mobile.de
Oggi forse i giovani sognano altre cose ma sfido chiunque della mia generazione di non averlo desiderato almeno una volta, il Suzukino, oggi in versione Jimny. Ed infatti sono più i cinquantenni che ci si vedono girellare per la campagna toscana che i giovani, magari con un carretto attaccato dietro pieno di legna o il decespugiatore e gli attrezzi per il campo dove coltivano insalata.
Di rilievo la possibilità di avere un peso trainabile di 1300 kg, attenzione però, essendo il peso in ordine di marcia di 1135 kg per poterlo sfruttare tutto occorre la patente BE, a meno che non si abbia un carrello di 1100 kg allora può bastare la patente B.
Il suo prezzo è di circa 17.000 €, da QUI potete scaricare il catalogo per sapere tutte le altre informazioni tecniche.
Su Wikipedia c'è riassunta tutta la storia del Suzukino, dai primi modelli, poi il mitico Santana fino ai giorni nostri.

Scomodo da morire, ma troppo forte il Santana, immagine tratta da Wikipedia
E ricordate, come viene citato nel sito Jimny-Crew, "non esiste null'altro di meglio sulla terra che possedere una barca  .. e il suo Jimny".

Col suzukino in spiaggia con la barca, dal sito Jimny-Crew


mercoledì 22 maggio 2013

Warington Baden Powell e il suo Nautilus

Il Nautilus, dal sito forum.woodenboat
E' stato Axel di Bootsbaugarage a ricordarci che fu proprio il fratello del fondatore degli scout, il più conosciuto Robert, Warington Baden Powell a costruire la prima canoa a vela che riuscisse a risalire il vento. Mi era proprio passato di mente benché io stesso sia uno scout con tanto di insegne Gilwell e più di una volta nei nostri sogni da ragazzi ci è venuto in mente di costruirla sulla base dei disegni che venivano riportati su "esploratore".
Lui stesso ce ne parla nel suo libro Canoe Travelling, log of a cruise on the Baltic, and practical hints, on building and fitting canoesQUI, si possono vedere i dettagli del progetto originale del 1875, ma ne sono state realizzate varie VERSIONI dal 1870 al 1896.

Immagine storica del Nautilus e Baden Powell trovata su Opensailing
Un magnifico Nautilus del 1887 messo all'asta in Inghilterra, lo potete vedere nel sito forum.woodenboat, "Sabrina" è stata venduta per una cifra che va dalle 6000 alle 10000 £, ritengo che li valga tutti questi soldi, è bellissima.

Nel libro di Warington Baden Powell c'è anche descritto come realizzare il carretto per trasportare la canoa.
Il carretto per trasportare il Nautilus, dal libro di Warington Baden Powell
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.72 m
Larghezza: 1.16 m
Peso: 37.65 kg
Sup. velica: 5.57 mq
Ci si può dormire dentro con una tenda messa sopra.



martedì 21 maggio 2013


lunedì 20 maggio 2013

Mal de mer, la solution Boarding Ring

Dal sito Boarding Ring
Alla Boarding Ring producono occhiali speciali, sovrapponibili anche agli occhiali da vista, che a loro detta non fanno venire il mal di mare. Il segreto sta nel fatto che tenendo in vista  un liquido blu sempre in orizzontale  si evita il disorientamento che provoca questo fastidiosissimo malessere.
Costano 55 € ma questo sarebbe il problema minore se funzionano, non vi dico le sofferenze indicibili che ha patito la Rachele durante le nostre navigazioni al mare, averlo saputo li avrei comprati subito prima di tornare al lago.
La ragazzina del video sembra poco convinta, l'unico dubbio è che poi non venga il mal d'occhiali.



Фотоархив

Dal sito Parusa.narod.ru
Una bella ed interessante COLLEZIONE FOTOGRAFICA sullo yachting russo prima del crollo del muro di Berlino. Prescindendo dai giudizi politici che lasciamo alla storia credo che ci sia molto da imparare su questo tipo di approccio "popolare" alla vela, certamente non riconducibile solo ad aspetti socio-economici ma, come ho già detto altre volte, a condizioni territoriali dovute principalmente al clima, alle distanze e alla geomorfologia. 
In occidente momenti importanti di congiunzione si ritrovano con le produzioni germaniche delle aziende Klepper e Grabner ma come non tenere presente lo sviluppo enorme che ha avuto il "gonfiable" nelle barche a motore anche qui in Italia. Perché non è stato così anche con la vela? 
La lezione da trarre non è da sottovalutare, il territorio e la società non sono più in grado assorbire una concezione di una vela che sia solo grande e costosa, o è solo per ricchi o niente, al più per i regatanti della domenica.
Con questo vogliamo dimostrare che la vela, come lo sci, l'equitazione, il golf, etc., è una passione che può essere alla portata di tutti purché se ne sappiano scegliere adeguatamente i mezzi.


Barchette di carta: Capitan Miranda, velero escuela

Capitan Miranda, dal sito Paper Craft Square
Varato nel 1930 come nave da trasporto merci, nel 1960 il Capitan Miranda fu destinato alla ricerca oceanografica dalla Marina Militare Uruguaiana. Questa bella nave prende il suo nome dal Capitano Francisco Miranda, navigante uruguaiano di origine spagnola che aveva grande ed illustre tradizione nella marineria di quel paese. 
Nel 1978 la nave è diventata "nave scuola" per la formazione dei futuri ufficiali uruguaiani.
Da QUI puoi scaricare direttamente il modellino di carta.



domenica 19 maggio 2013

Esplorando antichi mestieri e imbarcazioni tradizionali, Lago Trasimeno




Alex Revelli Sorini nel programma televisivo esplorando, con la regia di Giuliano e Giulietta Sodi, propone un itinerario dedicato all'attività dell'Arbit associazione culturale che promuove la valorizzazione degli antichi mestieri legati alle imbarcazioni tradizionali delle acque interne. Ci guida nel percorso Guido Materazzi presidente Arbit.

Nel video oltre alle tante interessantissime cose che si dicono si vedono i fantastici luoghi dove naviga Aspirina. Da lontano, lontano si vede anche questa volta!




sabato 18 maggio 2013

Con una canoa a vela intorno all'isola d'Elba

Dal sito Bootsbaugarage
Bootsbaugarage costruisce barche classiche in legno fino a 20 metri: kayak, canoe, dinghy su commissione o su progetto dello stesso fabbricante. Tra queste barche c'è una bellissima canoa a vela di nome Bufflehead con cui Axel Schmid ha realizzato il periplo dell'Elba partendo dalla terraferma, da un campeggio situato a 12 km a nord di Piombino.
La navigazione durerà da sabato a giovedì e come si vede dalla cartina le tappe sono:
  • La Torraccia (Piombino) - Enfola
  • Enfola - Pomonte
  • Pomonte - Marina di Campo
  • Marina di Campo - Porto Azzurro
  • Porto Azzurro - La Torraccia (Piombino)
Quando si scoprono di questi racconti nella rete non servono tante parole per intuirne la grandezza, "...la felicità di essere più vicino possibile al vento e alle onde....", questa è la frase che mi ha colpito di più, perché solo con una canoa a vela credo che si possa provare questa sensazione.
Axel nel suo racconto ci da tutta una serie di indicazioni e sensazioni tra cui gli incontri che è riuscito a fare grazie all'interesse che quella canoa con le vele rosse e i listelli in mogano ha suscitato nei villeggianti.
".... Quando si naviga tutto il giorno le notti sono colorate. Nel sonno sento le voci dal passato e il ricordo di vecchie amicizie ...." , sono le stesse sensazioni che ho provato anch'io quando feci il giro dell'Elba in barca con un mio amico, steso, avvolto nel sacco a pelo sotto le stelle nelle vicinanze delle miniere di Rio Marina. 
Grazie Axel!

La magnifica canoa a vela di Axel, dal sito Bootsbaugarage


venerdì 17 maggio 2013

Villaggi sulla spiaggia con ormeggio sulla costa dell'Ardizio

Dal sito della Provincia di Pesaro e Urbino
" Il promontorio del colle Ardizio è costituito da una serie di rilievi costieri, Monte Ardizio, Monte Granaro con quote prossime ai 140 m slm che si affacciano sul mare Adriatico grazie ad una falesia costiera inattiva separata dal mare da una fascia sabbiosa continua di origine marina e da una falda detritica proveniente dallo smantellamento del versante, a mare, del rilievo. Il rilievo fiancheggia per circa 4 Km, a partire dal torrente Genica situato a Sud-Est dell’abitato di Pesaro, la strada statale n.16 Adriatica, per poi decrescere rapidamente sino ad annullarsi in prossimità del fosso Seyore che rappresenta il limite estremo, di Sud-Est, del Comune di Pesaro con il Comune di Fano........" (Dal sito della Provincia di Pesaro e Urbino)

Poco a sud di Pesaro, verso Fano, si trovano due Camping Village, affiancati l'uno a l'altro, direttamente sulla spiaggia che, oltre la possibilità di soggiornare fronte mare, offrono un servizio di rimessaggio sulla battigia o di ormeggio di piccole barche dietro la foranea. Per questo servizio sono previsti anche abbonamenti stagionali.
I due Camping sono il Camping Norina e il Camping Village Marinella, nei listini potrete trovare la voce relativa agli ormeggi. Insomma, una gran comodità quella di vivere proprio a due passi dal mare con la propria barchina.
La costa offre dei paesaggi suggestivi, sia a ridosso del Colle Ardizio che il Parco Naturale del Monte San Bartolo situato poco a nord di Pesaro dove è situato un ottimo SCIVOLO per il varo e l'alaggio della barca.
Oltre a tutto questo ci sono il mare e l'accoglienza tipica della costa adriatica adatti a chi ama il relax,  il divertimento e anche una bella PISTA CICLABILE.


Ampliamento del Porticciolo nella Baia di Vallugola San Bartolo, fermateli!



Un altro progetto di ampliamento sconsiderato in una delle perle del Mare Adriatico, il porticciolo nella Baia di Vallugola. Ma proprio lì si dovevano ricavare 100 miserabili posti barca in più, devastando completamente il paesaggio in una delle più belle aree naturali del Mar Adriatico? Per il resto no comment, rimango basito.


Lightning, World Championship 2013

Un magnifico Lightning ci passa accanto al Trasimeno
La storia del Lightning corre veloce assieme a quella del Pirat perché anch'esso fu varato per la prima volta nel 1938, ma oltreoceano dall'americano Olin Stephens, architetto navale fondatore della Sparkman&Stephens. Nel 2013 ricorre il 75° Anniversario anche per il Lightning, una curiosa coincidenza.
Il Lightning è una deriva leggermente più grande del Pirat, comunque ancora agevolmente carrellabile e facilmente gestibile.

Piano velico, da Wikipedia

Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.8 m
Larghezza: 1.50 m
Peso: 320 kg
Sup. velica: 16.4 mq (randa + fiocco)
Anche il Lighting è in produzione, ad oggi ne sono stati prodotti circa 15.000 esemplari in tutto il mondo dei quali circa 6.000 ancora presenti solo negli Stati Uniti. Nickels Boat Works è uno di questi, il suo prezzo completo si aggira intorno ai 20.000 $, ma si può ordinare solo lo scafo per la metà del prezzo. Non so se esistono produttori italiani.
Quest'anno, che come abbiamo detto ricorre il 75°, il Trasimeno avrà il grande privilegio di ospitare il prestigiosissimo World Championship 2013 nei giorni che vanno da lunedì 3 giugno a venerdì 7 giugno, con la partecipazione di moltissimi equipaggi. Credo che sarà un evento spettacolare.

Dal sito della Classe Lighting
E per concludere un bel video di Lightning in regata.


giovedì 16 maggio 2013

Affidamento spiaggia attrezzata di Tuoro sul Trasimeno

La sovrapposizione della planimetria su Google Earth
Tra il Camping di Punta Navaccia e il Porto Turistico di Tuoro la Provincia di Perugia ha emesso un Bando di Manifestazione d'Interesse per la concessione di un tratto di spiaggia  consistente in:
  • porzione di terreno demaniale adibito ad attività balneare e ad eventuali altre attività ricreative connesse, della superficie di mq.3.685,00 (di cui mq.1.400,00 da utilizzare come spiaggia attrezzata da dotare con le attrezzature necessarie (sdraio, lettini, ombrelloni, ecc.);
  • n.2 Jolly box delle dimensioni di metri 2,90x6,00 ciascuno (h.2,40), per una superficie complessiva di mq.34,80 e adibiti a rimessa attrezzature balneari e pronto soccorso; 
  • n.8 cabine spogliatoio e servizi igienici delle dimensioni di metri 2,00x1,40 ciascuno (h.2,40), della superficie complessiva di mq. 25,08; 
  • Docce costituite da un manufatto chiuso su tre lati e delle dimensioni di metri 3,70x2,30 h.2,40) per una superficie di mq. 8,51.
Il canone di concessione avrà una base d'asta di 3025 €/ annue e avrà una durata di 9 anni. Questa è la planimetria:
Planimetria
E queste sono le strutture:

Strutture
Considerato la base d'asta due giovani volenterosi potrebbero fare qualche soldarello affittando anche barche, catamarani e kayak a vela e surf gonfiabili e/ o smontabili.

Aquaglide Multisport è solo un esempio, potrebbero essere Ducky, Minicat, Tiwal, DinghyGo, Smartkat, Klepper, etc.
I prezzi potrebbero essere questi:

1 ora: € 24.
1/2 giornata: € 45
1 giorno: € 60
2 giorni € 105
3 giorni: € 140
4 giorni: € 170
5 giorni: € 200
6 giorni:€ 230
7 giorni: € 250
14 giorni: € 430
1 stagione € 690
Quelli dei lettini e degli sdraio non me li chiedete..... dal 1 maggio al 1 ottobre

Forza e coraggio!


I dieci comandamenti di Ivan

La felicità di veleggiare al tramonto non ha uguali con qualsiasi barca, dal sito Parusa.narod.ru
Tutte le nostre esistenze sono segnate da scelte e affinché queste possano risultare soddisfacenti in molti credono che alla base di esse ci debba essere questa consapevolezza: "l'importante non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si può".
Da Sant'Agostino a Oscar Wilde, ed oggi con Ivan, riscopriamo ogni volta il segreto della felicità ovvero amare ciò che si ha, limitandosi nel desiderare "l'irraggiungibile" e quando, e se, necessario ridimensionare la propria esistenza ed obiettivi senza farsi troppi problemi.
Nel tema barche ne abbiamo parlato più volte, sviscerando l'argomento in ogni suo aspetto, ed abbiamo scoperto che non sempre la scelta della dimensione della barca dipende dall'avere più o meno soldi, al contrario questa dipende quasi sempre solo dall'ambizione, ma da tanti altri fattori come il tempo che si ha a disposizione, il luogo dove si abita, i compagni di avventura che ci stanno accanto, l'esperienza di navigazione, la capacità di adattamento, eccetera, eccetera.
Ivan, dopo un lungo processo di spremitura del cervello ci delinea, attraverso i suoi "dieci comandamenti" il percorso che ha attuato per la realizzazione della sua barca, un bellissimo trikayak a vela.

Prima cosa i dieci comandamenti:
  1. Innanzi a tutto il peso, la barca più è leggera e meglio è (il carico, lo scarico, il trasporto, il montaggio e lo smontaggio devono poter essere effettuati da una sola persona senza ammazzarsi di fatica).
  2. Le dimensioni della barca imballata devono essere ridotte.
  3. La barca imballata deve entrare nel bagagliaio della macchina (dover comprare e mantenere un rimorchio non è accettabile).
  4. Il montaggio e lo smontaggio della barca deve essere abbastanza veloce, al massimo 1 ora.
  5. La barca deve poter navigare sia a vela che a remi, e la sua conversione deve essere veloce.
  6. La sicurezza al primo posto. Che sia un fiume o un lago si naviga ad una distanza relativamente breve dalla battigia, in due persone ci si può fare un lungo viaggio, in tre ci si sta in spiaggia. Le condizioni di navigazione non possono essere estreme e bisogna avere sempre il tempo di ritornare a riva a causa del maltempo o per altri motivi. Deve essere stabile, facile da usare, pratica e semplice da manovrare sia a vela che e a remi.
  7. La barca deve essere attraente, (semplice ma completa di tutto ciò che serve, non di più).
  8. Il costo deve essere basso, deve essere anche facilmente reperibile nel mercato e pronta "alla boa" da subito.
  9. Non bisogna avere la necessità di conoscere troppe cose da fare e da tenerne a mente, (non c'è tempo per questo).
  10. L'ultimo, e forse il più importante, la possibilità di partecipare a gare e regate.
La filosofia di realizzazione del trikayak si è basata sul testo di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, Kayak, catamarani, trimarani e gommoni a vela di Valery Peregudov e dal quale Ivan ha tratto una serie di interessanti citazioni che lo hanno guidato.

Il kayak scelto è a due posti Varzuga II di produzione Triton

Kayak Triton Varzuga II, dal sito Parusa.narod.ru
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.82 m
Larghezza: 0.81 m
Peso: 26 kg
Dimensioni imballo: 1.2 x 0.4 x 0.25 m
Persone trasportabili: 2
La struttura di questo kayak è in alluminio con alcune parti gonfiabili che lo rendono inaffondabile.
Da questa base Ivan è passato alla realizzazione del trimarano ma oggi Triton, come abbiamo già visto in alcuni post precedenti, come cyclojachting per esempio, offre la possibilità di avere i kit completi per trimarani a vela: Rig Cet. Sicuramente più convenienti che farseli da soli.

Rig Cet, dal sito Triton

Ivan conclude che ci sarà un futuro per questo tipo di imbarcazioni, non che saranno un nuovo fenomeno della nautica di gran moda, ma al contrario nuovi mezzi per la nautica popolare soprattutto dove la mobilità pone dei limiti, oggi imposti anche dal prezzo elevato della benzina, e dove sono a disposizione nelle vicinanze laghi e fiumi. Oppure quando la nostra vacanza si limita ad un weekend, quindi non si possono perdere ore a montare e smontare, o se non volendo allontanarsi troppo dalla costa non è necessario essere dei marinai esperti, il trimarano perdona gli errori che le altre barche non perdonano.
Ivan conclude così: "Molti potrebbero non essere d'accordo con me. Ma io non voglio litigare con nessuno e non pretendo di avere ragione a tutti i costi. Queste sono la mia visione e la mia scelta. E se altri sono interessati, credo che faranno bene. La diversità di opinioni è legittima in ogni cosa, la natura stessa è piena di diversità ed è su questa diversità che si nutre il grano dell'evoluzione!"

Sono completamente d'accordo con Ivan.



mercoledì 15 maggio 2013

Tragedia di Genova, si va nella giusta direzione?

Foto tratta da Melty.it
Smentite le mie affermazioni dal lettore Francesco, e dai primi esiti dell'indagine peraltro ancora in corso, in merito ai miei dubbi espressi sul comportamento del cargo torno sull'argomento ponendo solo degli interrogativi, sempre che gli organi di informazione diano tutte le notizie, ed in modo corretto, perché per me è l'unico modo per farmi un'idea personale.
Le ultime novità dell'indagine ricondurrebbero l'incidente ad un guasto temporaneo al governo della nave, eventualità che Francesco, ex Direttore di Macchina, ha considerato a suo parere plausibile. Non lo metto in dubbio, anzi lo prendo assolutamente per buono confidando nella sua esperienza.
Allora mi chiedo, se un guasto nelle prime operazioni di una nave è plausibile, a rigor di logica credo sia staticamente probabile anche uno scontro con la banchina. 
La prima domanda è: quanti scontri  con la banchina vengono registrati all'anno?
Io sono una schiappa ma, o perché il motore mi si ferma proprio al momento "clou", eventualità molto probabile perché è sempre al minimo dei giri, o per velocità eccessiva, o per cause dipendenti da altri, almeno il 20% delle volte che ormeggio vado a battere da qualche parte, ma questo non farebbe testo.
Comunque sia, e vado a memoria con le notizie dei TG, è accaduto varie volte quindi come minimo Categoria P3 - Possibile.
Altra domanda è: quanto può essere grave il danno se un cargo fa crollare quella maledetta torre?
A questa domanda rispondono i fatti: Categoria G4 - Gravissimo, infortunio o episodio con effetti letali o lesioni molto gravi e irreversibili e invalidità totale ........ In questo caso ci sono state nove vittime.
Altra domanda è: al momento della sua realizzazione così vicino a bordo acqua, è stata calcolata la resistenza della torre ad un urto con una nave di 40000 tonnellate?
Sempre che gli organi di informazione dicano tutto, ad oggi non risultano indagati altri se non i "naviganti", tanto che addirittura giornalisti della RAI sono andati ad intervistare il progettista della torre con tanto di progetti alla mano. Credo che se ci fossero stati altri indagati questo non sarebbe stato possibile.
Altra domanda è: perché il magistrato non ha messo tutto sotto sequestro, oltre la nave?
Progetti, valutazioni dei rischi, registrazioni di incidenti nel porto, segnalazioni da parte del rappresentante dei lavoratori, azioni correttive e preventivate per la sicurezza, comunicazioni, luogo dell'incidente e quant'altro?
Ultima domanda: perché il magistrato non ha indagato anche i responsabili del porto?
La tragedia di Genova non è una tragica fatalità, come probabilmente si vorrà dimostrare, ma un vero e proprio incidente sul lavoro.

Matrice del RISCHIO; immagine tratta dal sito NECSI
Come si vede dalla matrice del rischio se la probabilità di accadimento è P3 - Possibile, lo dimostrano i fatti, e la gravità avvenimento è G4 - Gravissimo, lo dimostrano i fatti, dovevano essere attuate azioni correttive come, per esempio, l'allungamento della banchina davanti alla torre. Infatti in questo caso il livello di rischio è come minimo A12. (L'immagine della matrice dei rischi l'ho tratta dal sito NECSI del quale invito tutti alla lettura)
Nella mia esperienza di Responsabile della Sicurezza in un industria elettrochimica di substrati per l'elettronica ho avuto solo un incidente classificabile come "grave". La causa fu identificata subito, due addetti alla manutenzione effettuarono un operazione sbagliata, fortunatamente conclusasi con danni gravi alle persone ma non permanenti. Dopo i primi momenti di concitazione, ambulanze, rapporti, contatti con la USL e i Carabinieri mi accorsi troppo tardi di non aver segregato l'area dell'incidente e, soprattutto, di non aver fatto le foto alla posizione di qualsiasi attrezzo, tubo, foglio, macchia di sangue, vite, bullone e quant'altro fosse presente. E' stato uno dei più gravi errori che abbia mai fatto, perché, benché la causa fosse certa, non vi potete immaginare quanto sia importante capire la genesi dell'incidente anche nei suoi aspetti apparentemente insignificanti. Le testimonianze delle persone erano tutte incredibilmente contrastanti.
L'aspetto più preoccupante relativo a questo disastro, a mio modesto parere, è che se non si indagherà in tutte le direzioni il risultato sarà quello solito: "tragica fatalità" e soprattutto se non si farà presto più tempo passa meno sarà possibile accertare fatti e responsabilità.


martedì 14 maggio 2013

Papì con l'albero e la vela

Papì nella rampa del garage
Ecco Papì completamente montato a parte la deriva e la pala del timone che non sono stati infilati negli appositi "fori" per ovvi motivi. A questo punto manca la prova del vento e delle onde che spero di attuare quanto prima; certo il perno "posticcio" alla base dell'albero sarà sempre una preoccupazione, anche se non si è mosso, ma si potrà pensare di ordinarlo come pezzo di ricambio alla WindGlider e farcelo saldare da chi fa le riparazioni ai gommoni se ci fossero problemi.


Non ho messo il boma del windsurf perché ritengo sia troppo pesante, qualora ce ne fosse il bisogno ne farò uno con una leggera stecca di legno.


Ecco la barra del timone ricavata da una vecchia racchetta da sci, non uso più le racchette da molto tempo quando scio.


Non è stato semplice arrivare a questo risultato ma mi sembra soddisfacente.


Il cosiddetto punto di mura, e per concludere una bella vista dall'alto.




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